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Autore: paoletta76    04/09/2011    1 recensioni
un nuovo arrivo nel peggiore dei giorni stravolgerà la vita di qualcuno..
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Un altro giorno, poi un altro ed un altro ancora. Il progressivo ammorbidirsi degli altri, la rabbia che in lui si faceva più intensa insieme al dolore.
 
Un mese, e Jess aveva occupato a tutti gli effetti la sedia di Lou.
Aveva assimilato i loro ritmi, sorpreso i colleghi con la propria agilità e, grazie alla capacità innata di sparare indifferentemente con entrambe le mani, conquistato l'ammirazione incondizionata di Ed e Sam.
- Sei un mostro! - scherzava quest'ultimo, lasciandola ridere.
 
Jess rideva. Lo faceva raramente, e quasi mai in sua presenza, forse consapevole che le cose, fra lei e l'istruttore designato, non sarebbero mai cambiate, nonostante lui non avesse ancora mai pronunciato le parole necessarie a toglierla definitivamente di mezzo.
 
Jess rideva e lo pungeva, mantenendo le distanze ed evitando anche di usare il nomignolo con cui tutti da sempre lo conoscevano. 
Gli dava fastidio.
 
Ma che vuole saperne, quella! Non è neanche una della squadra..
 
Forse l'aveva sentita, quella frase acida e fuori posto, all'interno di una conversazione fra colleghi nello spogliatoio. Forse per questo continuava a chiamarlo Michael.
 
- Ho sistemato tutte le armi ripulite e contrassegnato ogni elemento come da manuale. 
Una sera gli era piombata quasi alle spalle, senza preavviso e senza vergogna nei confronti della schiena nuda di Wordy.
- Ok. - aveva replicato lui, vuoto, degnandola del minimo indispensabile d'attenzione.
- Se non ti da fastidio, proseguirei domani con le prove di disinnesco.
- Ok..- aveva ripetuto lui, con una nota di stanchezza.
- A domani, Michael. Ragazzi..
Jess s'era avviata verso la porta, accennando un saluto, e a pochi passi da lì s'era sentita rimbeccare aspramente:
- Il resto della squadra mi chiama Spike.
 
Jess aveva bloccato i propri passi, voltandosi appena.
- Ma io non sono una della squadra..
La sua voce un soffio, prima che la sua figura scomparisse oltre la porta regalandogli di nuovo la sensazione di precipitare nel vuoto.
 
- Adesso basta, Spike.
Kevin aveva scosso appena la testa, con disapprovazione.
- Che dovrei fare, eh? Che dovrei fare? - replicò lui, disorientato ed allo stesso tempo sempre più infastidito.
- Andare a parlarle. Ormai le è chiaro, che la destesti. Non è mica stupida.
Sam aveva incrociato le braccia, prendendo per una volta il posto del fratello maggiore.
- E che dovrei dirgli? Sentiamo!
- Non è colpa sua, Spike.. non è stata lei, ad uccidere Lou, e tu lo sai. Ostinarti in questo senso è stupido ed infantile.
 
Era rimasto per un attimo bloccato sui propri piedi, prima di decidere che forse il negoziato sarebbe stata la scelta migliore. Un sospiro, ed aveva levato il passo in direzione parcheggio, senza neppure fermarsi per togliere quanto gli rimaneva addosso della divisa.
 
- Jess!
La sua voce era caduta nel vuoto.
- Jess! Aspetta!
Aveva dovuto allungare il passo, per arrivare ad acchiapparle la mano, trattenendola e costringendola a prestargli attenzione.
Che vuoi? recitava il suo sguardo, ora completamente glaciale.
- Devo.. devo parlarti. - replicò, col tono di chi sta cercando perdono, mentre quella manina scivolava via di scatto dalla sua - non è stata colpa tua.. questo lo so, ma..
 
Jess chiuse gli occhi, con un sospiro. Profondo, pesante, prima di socchiudere le labbra ed iniziare a parlare.
- So che non lo fai apposta, Michael. E' più forte di te. E' lo stesso dolore che mi ha costretto a scappare dal quindicesimo.
 
Lui aggrottò le sopracciglia, cercando di capire.
- Facevo parte della squadra due. Il mio istruttore, il mio migliore amico..- lei emise un altro sospiro, come cercando di evitare quel ricordo - qualcosa di più.. si chiamava David, aveva il tuo stesso ruolo. Mi ha lasciato andare avanti, in un'azione di disinnesco che avrebbe dovuto essere da manuale. Ho sbagliato. Il prezzo è stata la sua vita.
 
Ora Jess deglutiva amaro, la sua voce si riempiva di crepe e quei suoi occhi azzurri si facevano liquidi di lacrime, abbassandosi al suolo.
 
L'unica cosa che era riuscito a fare era stato scivolarle addosso in un abbraccio, depositandole un bacio impercettibile fra quei riccioli neri.
Jess non aveva quasi reagito, arrivando a malapena a sfiorargli il busto con la punta delle dita.
 
- Guarda che puoi toccarmi.. non ti mordo, promesso..
S'era sorpreso a sorridere, ed era stato felice di contagiarla, almeno un po'.
Le braccia di Jess gli avevano circondato i fianchi, quei riccioli neri s'erano lasciati andare ad appoggiarsi sulla sua spalla. E poi un istante di silenzio, infinito, prima di sciogliersi l'uno dall'altra rimanendo a mani intrecciate.
 
Ti accompagno a casa..
 
Greg era sembrato felice e fiero, la mattina dopo, vedendoli scambiarsi uno sguardo complice oltre il tavolo della sala riunioni. Un'altra scelta azzeccata.
  
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