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Autore: Izumi V    04/09/2011    2 recensioni
Sulle note della canzone degli Articolo 31, si delinea la storia di Kaito Kid, il ladro che ruba in un mondo sporco che vuole cambiare...
Genere: Romantico, Sentimentale, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Shinichi Kudo/Conan Edogawa | Coppie: Kaito Kuroba/Kaito Kid
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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L’ultima bomba in città
 
 

Bambini,
 questa è la storia,
la storia di un errore
dovuto a qualche birra,
e a un sedile posteriore
nessuno pensa al futuro il venerdì
un buco nel goldone
e lui è arrivato qui
 
 

-Tesoro, guardalo. Non è bellissimo?-
-Il mio bambino… il nostro bambino!- L’uomo, commosso, prese in braccio il piccolo, appena nato, strappandolo all’abbraccio materno.
-Toichi, come lo chiameremo?-
-E’ vero, non ci abbiamo nemmeno pensato.- Mormorò Toichi Kuroba, guardando con dolcezza la fidanzata, sul lettino dell’ospedale. -Ma sei arrivato così all’improvviso!- Disse poi con gioia, fissando il bimbo che teneva tra le braccia.
-Saprà mai chi sei in realtà?- Sussurrò la ragazza appena diventata mamma.
-Non lo so… ma qualcosa mi dice di sì- E sorrise divertito al pensiero.
 
 

Stupito il dottore guardava quel bambino
che non voleva piangere e mostrava il suo ditino
e serio serio fissava suo papà
sembrava gli dicesse dalla culla
 
 

-Eccolo qui, il papà!-
Il dottore entrò allegramente nella saletta, interrompendo il loro silenzio carico di tenerezza.
-Scusi, dottore, ma non dovrebbe piangere?- Chiese Toichi, leggermente preoccupato per la mitezza del piccolo.
-Non ha ancora pianto?!- Esclamò allora il medico, sbalordito, avvicinando il viso al minuscolo petto.
-Respirazione regolare!- Osservò poi, stupito. –Perché non piangi?- Chiese allora al bimbo, guardandolo dritto negli occhi.
-Oh, sembra quasi la stia fissando!- Commentò Toichi.
Il bambino, effettivamente, voltò i suoi occhietti blu oceano, come quelli del padre, verso il dottore che aveva disturbato il suo momento di intimità coi genitori. Non poteva parlare, certo, ma sembrava volesse dirgli qualcosa. Poi sollevò una manina e…tirò uno schiaffo alla mano del dottore, che gli tastava il petto preoccupato!
-Che caratterino!- Esclamò quello, tra l’offeso e il divertito.
-Tutto suo padre!- Disse allora la ragazza, intenerita ma fermamente convinta di aver ragione. –Ma come lo chiamiamo allora?- Aggiunse, ponendo nuovamente la domanda un po’ scomoda.
-Umh… Che ne dici di Kaito?- Propose Toichi, che in realtà sembrava più rivolto al figlio che alla fidanzata.
Questo si girò verso di lui facendo un piccolo verso. In silenzio, poi, piantò i suoi occhietti in quelli del padre, come a dirgli che approvava…
 

Potrò sembrarti così sbagliato
ma a me va bene star qui sdraiato
dammi solo una possibilità
e la mia voce sarà
l'ultima bomba in città
 
 

-Ti piace Kaito?- Chiese ancora l’uomo, stavolta totalmente rivolto al bimbo.
WEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEEHH!!
E il piccolo cominciò a strillare! Ma non piangeva, stava proprio solo strillando, ma da spaccare i timpani!
-Dottore, ma che succede?!- Si allarmò subito la ragazza, agitandosi sul lettino.
-Non saprei! Non sta piangendo!-
E appena terminò la frase, le urla cessarono, sostituite da versi leggeri e molto più piacevoli: ora rideva! Anzi, ridacchiava in faccia al padre, con un sorrisetto furbo privo di denti.
-Amore, questo bimbo è pazzo!- Esclamò gioioso Toichi, inginocchiandosi col bimbo in braccio di fianco al lettino della moglie, per farglielo vedere.
E poi…
-Toichi, ascolta!-
-A…o!-
-Oddio, sta provando a parlare!-
-Shhhh!-
-A….o! A…i…o!-
-Ahio?!-
-No! Aspetta!-
-Ca…i…o!-
-Santo cielo!- Urlò Toichi -Sta dicendo ‘Kaito’!!!-
 

Solo manganelli e sassi
ma alla fine ti ritrovi
a far parte del sistema contro cui manifestavi
ma lui amava la sua diversità
e non lo voleva un posto dentro questa società
 
 

     -Kaito! Kaito!- La madre lo stava chiamando con insistenza, scotendolo sotto le lenzuola.
In tutta risposta, Kaito bofonchiò parole senza senso, voltandosi dall’altra parte.
-Kaito! Arriverai tardi a scuola!!-
-E chissenefrega…-
-KAITO!!-
-Ok, ok, ho capito…- Mormorò infine, sconfitto, uscendo dalla tana e infilando le pantofole.
Certo che sua madre la mattina poteva essere davvero insopportabile, ma in fondo come biasimarla? Lo vedeva tornare un giorno sì e l’altro no, in piena notte, col mantello ancora bianco ancora addosso. Quando terminava un colpo.
Da quanto andava avanti quella storia? Non se ne ricordava nemmeno più. Ma da quando era morto suo padre, da quando aveva scoperto chi era davvero…lui si era sentito diverso. Senza che lo volesse, qualcosa in lui era cambiato. Non era più solo Kaito Kuroba, ora era anche Kaito Kid. Lo doveva, a suo padre. Li avrebbe scovati quei bastardi, avrebbe vendicato il grande Kaito Kid!
Perché se la polizia non poteva (o non voleva?) fare nulla, ci avrebbe pensato lui. Perché se è il sistema che è marcio dentro, non si può andare avanti facendo finta di niente, sperando che prima o poi qualcuno (al di fuori di se stessi) faccia qualcosa.
No, non si può passare il tempo ad aspettare. Si è protagonisti della propria vita! E lui lo stava dimostrando. Teneva in scacco chiunque, polizia compresa…
Forse solo uno sembrava essere dalla sua parte: quel detective così furbo e arrogante. È vero, lo intralciava sempre mandando a monte i suoi piani ma… l’aveva mai consegnato alla polizia? Cioè, aveva mai dimostrato di volerlo davvero dietro le sbarre? E poi… i loro incontri erano al di fuori dell’ordinario: loro si divertivano a sfidarsi. Avevano in comune molte cose, questo era certo.
Kaito sorrise fra sé e sé, prendendo in mano la borsa di scuola.
Salutò la madre e uscì di casa per andare a scuola.
A fare cosa, poi?
Cosa gli sarebbe servito imparare a memoria una poesia, o la vita di un autore? Quelle avrebbe potuto studiarsele anche da solo…
No, lui durante le ore progettava un nuovo colpo…
      

 
ma quando poi la vide ridere
sola a quel concerto che ballava
capì cosa vuol dire vivere
e nel petto il cuore gli diceva
 
 

-Kaito! Kaito!-
-Oh, sei tu! Ciao, Aoko-
-Ciao…- Mormorò la ragazza bruna, abbassando gli occhi e arrossendo imbarazzata.
-Beh? Che ti prende?- Chiese subito Kaito, osservandola con fare premuroso.
Certo che se la fissava così non le rendeva le cose facili…
-Senti Kaito, stasera ci sarebbe un concerto. Sai, quel gruppo che mi piace tanto…-
Accidenti! Proprio quella sera? Ma aveva in mente un colpo, non poteva rimandarlo!
-Allora? Mi accompagni?- Chiese ancora la sua compagna, entrando con lui in classe. Lo guardava con gli occhi illuminati, pieni di speranza. Ci teneva così tanto…
-Beh…io…- Kaito era titubante. Davvero avrebbe voluto andarci, ma quel riccone da strapazzo meritava proprio una punizione…
-Ti preeeego!- Aoko lo implorava facendo gli occhioni da cerbiatto.
Al diavolo! Avrebbe fatto entrambe le cose! Prima dal riccone e poi al concerto.
Kaito fece finta di sbuffare: non voleva che la sua compagna capisse quanto ci teneva ad accompagnarla.
-Mmmh. Ci vediamo direttamente là- Buttò lì, con finta noncuranza.
-Ah! Lo sapevo! Grazie!- Esclamò felice, abbracciandolo.
-E tu stai zitto!- Sibilò Kaito ad un compagno, che ridacchiava malizioso, e allontando da sé la ragazza, tutto rosso in faccia.
 
-Anf…uff…-
Kaito correva a perdifiato nella strada deserta, lungo cui rimbombavano i suoni del concerto.
Era in ritardo, in un ritardo mostruoso! Ma avendo anticipato l’ora della ‘visitina’, non aveva avuto tempo per calcolare alcuni contrattempi…
Si era cambiato in un lampo, indossando quello che di più leggero aveva a portata di mano: una camicia a maniche corte bianca (rigorosamente slacciata nella corsa) e pantaloni al ginocchio. Sapeva che poteva anche trovare di meglio, per lei, ma non aveva proprio avuto un secondo…
Esibì il biglietto che aveva comprato per conto suo, ed entrò, con il buttafuori che sbraitava che era in ritardo e in teoria non sarebbe nemmeno dovuto entrare. Ma lui lo ignorò bellamente, nella sua mente l’unica idea era ‘Come farò a trovarla in mezzo a tutta sta gente?!’.
Impanicato, vagava con gli occhi stanchi nella folla, cercando di riconoscere anche un minimo particolare a lui noto che gli permettesse di trovarla.
E poi la vide.
Nonostante la musica assordante, intorno a lui il tempo sembrava essersi fermato. Non sentiva più nulla, ogni suono era distante e ovattato. Da lontano, guardò la sua amica, appena sotto al palco, che si sbracciava cantando a squarciagola. Non dava segno di essere triste per il fatto di essere sola, forse perché era troppo presa dalla musica che tanto amava. O forse perché in fondo sapeva che lui sarebbe arrivato tardi.
-A…Aoko!!- Urlò il ragazzo, arrivandole alle spalle.
-Kaito!!- Era raggiante, bellissima quando lo riconobbe. –Sei in ritardo!!- disse poi, con finto tono offeso e girandosi dall’altra parte.
-Eh lo so, scusa! Ma avevo… una cosa da fare…-
 
 

Potrà sembrarti così sbagliato
ma almeno lasciami qui un bacio
dammi solo una possibilità
e il nostro amore sarà l'ultima bomba in città
l'ultima bomba in città
 
 

E in quel momento la canzone finì, concedendo loro qualche secondo di calma per parlare, in mezzo alle grida dei fan.

-Sì, sì, certo…- Cominciò Aoko, sarcastica. –Sarai andato in giro a fare quello che fai sempre…- Mormorò distratta dalla nuova canzone che cominciava.
-C…Come?!- Kaito perse dieci anni di vita. Cosa intendeva con quella frase? Che sapesse forse che lui era il Mago del Chiar di Luna?
Si mosse verso di lei per chiederle spiegazioni, col cuore che batteva a mille per l’ansia. Ma avvenne qualcosa di totalmente incalcolato.
Aoko si girò di scatto verso di lui e gli circondò il collo con le braccia. Solo allora Kaito sentì la canzone: era dolce e molto romantica.
Imbarazzato, si guardò intorno senza sapere cosa fare, quando notò che molte altre coppie avevano preso a ballare. Ma loro non erano una coppia! O sì?!
Allora, insicuro come mai, le poggiò le mani sui fianchi, ondeggiando con lei al ritmo della musica.
Si guardarono negli occhi senza sapere cosa dire, sorridendo come scolaretti delle elementari alle prese con la loro prima cotta. Ad un tratto, un omone alle spalle di Kaito inciampò finendogli addosso. A causa della spinta, il ragazzo si ritrovò col viso a pochi centimetri da quello dell’amica, che rimase immobile, allarmata dallo scatto.
-S…scusa, ti ho fatto male?-
-No! Figurati…- Mormorò lei. E Kaito sentì il suo fiato leggero solleticargli il collo, e una voglia irrefrenabile di baciarla. Deglutì, preoccupato da mille pensieri.
Se fossero diventati una coppia, lei lo avrebbe scoperto!

Magari lo avrebbe odiato, perché era il peggior nemico di suo padre!
Ma Aoko lo fissava, con quei fantastici occhi blu, luminosi come il cielo. E sembrava dirgli: ‘Non mi importa di chi sei in realtà’. Che se lo stesse solo sognando? Eppure uno sguardo vale più di mille parole…
‘Oh! Al diavolo!!- Si disse.
E la baciò.
Gli parve di rubarlo, quel bacio. Dopotutto, era un ladro.
Ma lei lo abbracciò forte, come se non volesse lasciarlo scappare.
No, quel bacio Aoko glielo aveva donato.
 
 

Diminuiscono i compagni e ti allontani dai vent'anni

e lui diceva "Forse amore sono inutili i miei affanni
qui sono rimasti a fare da padroni
i soliti ladroni che però han cambiato i nomi
il male che c'è fuori è troppo enorme da cambiare
e allora io da qui cosa ci son passato a fare?
ma lei aveva una nuova vita in sé
e guardandosi la pancia disse
“Ora combatteremo in tre!”
 
 

Avevano ormai finito il liceo da qualche anno, e l’università procedeva tra successi e ripensamenti.

L’organizzazione non esisteva più. Kaito Kid c’era riuscito, c’era riuscito con l’aiuto di quel detective così simile a lui. Avevano sconfitto insieme un avversario comune. E mentre Kudo continuava ad aiutare la polizia, il Mago del Chiar di Luna non aveva smesso di apparire nelle notti di luna piena.
Come Nakamori non aveva smesso di dargli la caccia.
Perché anche se quei corvi erano morti, il male non era stato estirpato. Probabilmente, la malvagità nel mondo non avrebbe mai smesso di presentarsi, sebbene con volti e voci nuove.  Dopotutto, non molto era cambiato dagli anni del liceo.
Kaito Kid lottava ancora, a modo suo, per un sistema più giusto.
Ma adesso non era solo.
Qualcuno lo aspettava trepidante tutte le sere. Aoko lo sapeva, era come se l’avesse sempre saputo. Non ne avevano mai nemmeno parlato, perché non ce n’era bisogno.
L’amore vede oltre qualsiasi maschera, opera attraverso qualunque distanza.
-Kaito!- Esclamò, vedendolo tornare a casa malconcio.
-Eheh, non preoccuparti!- ridacchiò lui –Tuo padre si fa ogni giorno più sveglio!-
Aoko non poté fare a meno di sorridere intenerita. Per lei era molto strano convivere con quella strana realtà, ma era la vita che si era scelta, e non se ne sarebbe mai pentita.
-Senti, Kaito, devo dirti una cosa-
-Cos’è quella faccia seria? Che succede?- Chiese lui, trafficando per togliersi il mantello.

-Oggi…sono andata dal medico. Sai, per quei maldipancia…-
Kaito cominciò a sudare freddo.
-Se fosse una femmina, mi piacerebbe Keiko- Lo sparò tutto d’un fiato, trattenendo il respiro. Non sapeva come altro dirglielo!
Con un fruscio, il mantello cadde dalle mani del Mago, che abbassò il viso nascondendolo sotto la frangetta. Lo vide tremare.
-Kaito, se non vuoi, possiamo…-
-E’ LA COSA PIU’ BELLA DEL MONDO!!- Urlò Kaito, alzando gli occhi e saltandole addosso dalla gioia. Caddero rovinosamente a terra, ridendo come matti.
Rimasero a rotolarsi per un po’ sul pavimento, poi Kaito cominciò ad accarezzarle i capelli con tenerezza.
-Però se è un maschio decido io il nome!- Bisbigliò con un sorriso.
-Ovviamente… che nome vorresti?-
 
 

Il tuo passaggio non è sbagliato

ed il motivo è qui, è nato
dagli solo una possibilità
e la sua vita sarà
 l'ultima bomba in città
l'ultima bomba in città
 
 

 

-Lui ha combattuto con me, capisci? Abbiamo sconfitto quell’organizzazione insieme… lui mi aiutato a vendicare mio padre! Questo nome…glielo devo…-
-Shh…- Aoko lo bloccò posandogli un dito sulle labbra.
-Shinichi è un nome meraviglioso- Disse dolcemente, guardando un paio di occhietti azzurri che la fissavano, tra le braccia del papà.
-Chissà se Shinichi seguirà le tue orme, quando sarà grande…-
-Scherzi? Io lo vedo già: Shinichi Kuroba, il Mago del Chiar di Luna- 



 

  
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