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Autore: tsuubaki    05/09/2011    1 recensioni
Ma piangere non basta. Gridare non basta. Allora si chiude dentro una cosa che è come un guscio, sta rannicchiata in una bolla, in silenzio. Tutto è bianco e non c’è rumore.
Genere: Guerra, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo Personaggio, Sai
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler! | Contesto: Naruto Shippuuden
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Sta piovigginando fitto e sul campo di battaglia gli uomini e le donne gridano e combattono incessanti. I bambini pregano perché questa guerra finisca.
Alcuni, semplicemente, cessano di vivere. Altri piangono chi ha cessato di vivere. Altri invece piangono chi ha smesso di vivere perché ha subito delle perdite.
La polvere, il fango e il sangue sono la cornice di tutto questo.
 
Seduta in cima ad una terrazza di cemento, che sovrasta tutta Konoha, c’è una ragazza.
Pallida, con un fisico non allenato, ma non grasso, e un’espressione annoiata. Porta i capelli castani scuri raccolti in uno chignon sulla cima della testa, ed escono parecchie ciocche dall’acconciatura.
Tutto è come ovattato. Il rumore delle esplosioni. Le grida della gente.
Questa guerra che la spaventa tanto, e scava come un tarlo dentro il suo cuore.
Il sangue dei feriti. Le garze sporche di polvere e sudore. Le scatole di farmaci vuote.
Un pensiero orrendo le attraversa la mente accompagnato da un tuffo al cuore.
Perché Sai non è ancora arrivato?
 
Sta piovigginando. La ragazza dondola le gambe sprofondando giù nel vuoto con lo sguardo di due occhi spenti da tempo. Ricurva su se stessa, sta aspettando come sempre una persona.
Dopo mezz’ora smette di piovere, ma il cielo non accenna a schiarire e le nuvole formano una grande muraglia compatta e morbida che separa la ragazza dal resto del cosmo.
Poi una figura smilza con un balzo arriva dietro di lei.
Lei non si volta, continua a dondolare le gambe.
-Ciao, Mahoko - fa il ragazzo.
-Ciao Sai. Sei in ritardo- fa lei placida, senza voltarsi.
-Uhm, mi ha fermato Kankuro, niente di che- fa lui sedendosi accanto a lei.
I due rimangono in silenzio per un po’.
-Sai, perché le persone quando si ubriacano fanno sesso?- chiede in tono tranquillo tutto d’un tratto Mahoko. Sai la fissa e per un attimo sul suo volto inespressivo appare un baluginio di stupore.
-Non so. Perché?- le risponde il moro.
-Mah, che so. Potrebbero disegnare, per esempio- dice lei con lo sguardo perso nel vuoto.
Sai la fissa ancora un attimo, poi si volta di nuovo verso il vuoto sotto i loro piedi.
-Ramen. Ho bisogno di ramen- dice a un certo punto la ragazza battendo le mani e alzandosi in piedi.
Sai si volta verso Mahoko e le sorride.
-Andiamo, allora!- le fa prendendole la mano, felice che Mahoko avesse voglia di ingerire qualcosa.
-Magari le è tornato l’appetito di una volta- pensa il moro accennando un sorriso senza farsi vedere.
Così s’incamminano piano, mano nella mano, giù per una scalinata di cemento, grigia come il cielo sopra di loro. Qualche ciuffo d’erba ribelle spunta dagli scalini.
-Sai... com’è andata oggi?- le fa lei senza smettere di fissare l’asfalto su cui stanno camminando.
-Male. Abbiamo subito delle grosse perdite in squadra. Madara e Kabuto stanno diventando sempre più forti, e l’Edo Tensei di certo non ci aiuta- fa lui mogio. Lei lo scruta preoccupata. Non può piangere.
-A te invece, Mahoko?- le chiede lui scrutando il viso della ragazza. Lo scruta per cogliere ogni minimo particolare, ogni ruga di preoccupazione, l’espressione straziata dal dolore. Le labbra rosa screpolate, la pelle bianca ricoperta da una fitta rete di lentiggini piccole e scure, i capelli spettinati. La casacca di lana grigia. Le calze di rete nere. Tutto è prezioso. Ma ora tutto è spento. Non c’è più la primavera di una volta.
-Ho curato dei feriti. Poi mi ha convocato Tsunade per comunicarmi le caratteristiche di un unguento da lei creato, e poi sono venuta qua. E’ pieno di morti. La morte dilania ovunque. Morte e distruzione. Polvere, cenere, non siamo altro che quello, in fondo. E sesso. Siamo sesso. Dolore, avidità e sesso- concluse infine la ragazza curvando gli angoli della bocca in un sorriso amaro.

  
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