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Autore: Giulia_Bliss    05/09/2011    3 recensioni
Una brava ragazza con la testa sulle spalle e ottimi voti vede la sua vita caderle addosso. In poco tempo la colla che teneva unito il suo mondo si scioglie e la lascia scoperta. Tutto ciò che le rimane sono due angeli custodi e un diavolo tentatore, che la salveranno dal tunnel di alcool, droga e rock n' roll in cui sta per perdersi.
Genere: Dark | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Un ragazzo poco più che ventenne bussò alla porta. Corsi in fretta ad aprire. Sicuramente era diventato più alto e aveva messo su muscoli dall’ultima volta. Aveva l’aria preoccupata

-Dimmi cos’è successo- mi esortò senza neppure salutarmi
-Sono successe molte cose. E comunque ciao-
-Perla, dimmi perché sono qui-

-Probabilmente perché sei voluto venire- supposi
-Sai che se si tratta di lei io ci sono. Voglio sapere dov’è-
-Se lo sapessi, non ti avrei telefonato- risposi mandando giù un groppo di ansia e accendendomi una sigaretta

-Ma…com’è successo? È davvero cambiata così tanto? Dimmi la verità Perla- si sedette sul divano tracannando una bottiglia di birra presa dal tavolino
-Dopo quello che è successo le eravamo rimasti solo io e te. E tu sei sparito, figlio di puttana- gli soffiai in faccia il fumo
-Sono tornato. E l’ho fatto per lei. Ma adesso devi dirmi tutto-
-Preferisci una narrazione struggente o una semplice voce fuori campo che racconta i fatti in terza persona?-
-Perla, sei sempre la solita-
-Se Dio vuole sono ancora io, visto che nessun demone maligno si è impossessato di me. Direi voce fuori campo. Non interrompere per nessuna ragione al mondo. Era sera, anzi, mattina, quando…

 

 
Non mostrare paura  per lei
che forse scomparirà 
Nelle tue mani la nascita di un nuovo giorno
{.Limahl Never ending story

 

La porta si chiuse rumorosamente. Megan alzò la testa dal libro che stava leggendo e vide un fantasma trascinarsi a forza verso di lei
-Grace finalmente! Hai una cera orribile, dove cazzo sei stata!?-

Grace alzò gli occhi verso di lei con espressione assente. Aveva occhiaie viola mescolate al nero del trucco sciolto. Indossava una maglietta da uomo, mentre quella che aveva quando era uscita di casa era arrotolata intorno al collo. Si lanciò a faccia in giù sul divano, mugugnando.

-Allora? Mi hai fatta preoccupare! Neppure Beverly è tornata, credevo fosse con te!- la rimbottò

Grace tirò fuori dalla tasca degli shorts una boccetta e ne tirò fuori tre pastigliette. Le deglutì senz’acqua, poi ci ripensò e ne prese altre tre

-Cos’è?! Dove sei stata?- chiese Megan apprensiva
-Xanax. Sto una pezza- rispose con aria assente

La porta sbatté rumorosamente e comparve un altro fantasma –Ciao gente!- salutò Beverly sedendosi accanto a Megan
-Dai, tu sembri conciata un po’ meglio. Almeno stai in piedi. Dove sei stata fino alle quattro e mezza di mattina?!-
-A ballare, niente di che. Hei Grace, stai messa maluccio- constatò Beverly

Grace borbottò qualcosa di incomprensibile
-Mi sa che non è riuscita nell’intento…avevi detto che dopo il concerto saresti riuscita a farti Dominic Howard- le ricordò Beverly

Grace fece cenno di sì con la testa girandosi a pancia in su con la faccia di una in agonia
-E quindi? Direi che ho vinto io Megan, non ce l’ha fatta. Mi devi dieci euro- ridacchiò Beverly euforica –Caccia il denaro!-
-Mmm…no, hai perso- mugugnò Grace
-COSA?!- urlarono le altre all’unisono
-Ce l’ho fatta, dopo il concerto. Ne parliamo domani, eh?- così dicendo si ributto a pancia in giù affondando la faccia nei cuscini
-E perché sei conciata così? Hai bevuto, ti sei fatta una canna, ti sei drogata o cosa!?-
-Tutte e tre le cose. Tre Mojito e un po’ di vodka, una cannetta tra amici di cui non ricordo la faccia e un quadratino di fungo allucinogeno. Credo d-di….- non finì la frase e corse in bagno a vomitare

Tornò a fatica in sala sulle sue gambe –Va già meglio. Ho la testa che scoppia-
-No ma tu non sei a posto! Okay, volevi darti alla follia ma…-
-Ma ce l’ho fatta- concluse Grace per Megan –E magari lo rifarò anche, mi sono divertita-
-E Dom è…- chiese Beverly
-Molto-
-Molto? Cioè…-
-Molto, molto- rispose Grace ributtandosi sul divano
-Da uno a dieci?-
-Quindici-
-Minchia- rimase a bocca aperta Bev
-Ma cosa diavolo dite?!- si intromise Megan
-Nah, nulla-
-Come sei tornata?- chiese decisamente più razionale Megan
-Con Dom. Siamo rimasti mezz’ora giù a…bè, siamo rimasti ancora un po’ giù e poi sono stata al pub a finire l’opera, avevo troppa adrenalina nelle vene mischiata a decisamente troppo alcool- disse biascicando le parole
-Vuoi un contentino?! Che testa di cazzo!-
-M non rompere! Si è divertita, se lo meritava! Oggi si è data alla follia e domani tornerà quella di sempre- la difese Beverly
-Non esattamente. Domani vedo Dom. Ho mal di testa, lasciatemi dorm…- non finì la frase che crollò addormentata, con ancora addosso le due magliette, i pantaloncini corti e le All Star

 

Ecco la mia bambina
sa come ballare il rock 'n' roll
mi fa impazzire
mi alza e mi abbassa la temperatura
e poi mi lascia in un sudore freddo, freddo
{.crazy little thing called love, Queen

 
Grace aprì di colpo gli occhi, sbattendo contro ad un altro paio decisamente verdi
-Megan! Mi controlli quanto dura l’effetto dei funghi allucinogeni?- le urlò ributtandosi a faccia in giù
Aveva ancora un po’ di mal di testa, ma nulla di che. Pensava molto peggio. Aveva passato una nottata terribile, vomitando tutto l’alcool che aveva trangugiato la notte passata
-Come…mai?- finì la frase in un sussurro dopo aver fatto irruzione in sala –Oh, tu sei l’essere immondo che ce l’ha riportata in questo stato- constatò Megan
Grace rialzò la testa -…Allora non è un allucinazione! Dom! Come sei entrato?-
-Ti sei scordata le chiavi. Credevo vivessi sola e volevo farti una sorpresa…vieni anche stasera?- domandò il biondo
-Ovvio, che domande! Passi a prendermi?-
-Certo, un bicchierino pre-concerto e via- le sorrise –Adesso vado, ti lascio le tue chiavi. Scusate il disturbo-
-Aspetta, la maglietta!- l’aveva ancora su dalla sera prima
-Nah, tienila-
-Che bellezza, chissà quanto puzzavi di sudore ieri sera dopo il concerto! Adesso chissà quanto puzza lei che ha fatto avanti e indietro dal water cento volte! Sfido io che la lasci qui- disse sarcastica Megan
Dominic la guardò storto –Gliela lascio per non scomodarla e perché mi fa piacere che abbia qualcosa di mio- commentò con voce dolce
-Non funziona. Non sono una vostra fan. Anzi, vi detesto. Tu in particolare- rispose fredda
-Nessuno ti costringe ad ascoltare buona musica- accarezzò Grace sulla guancia ed uscì facendo la linguaccia a Megan

-Come hai fatto ad andare a letto con uno stronzo simile!-
-Più o meno allo stesso modo di sempre, no?- rispose Grace alzandosi dal divano che sembrava dover diventare la sua tomba –Che fame- sbadigliò
-Lascialo a me il sarcasmo, non è proprio il tuo forte. Ma come fa a piacerti?! È una rockstar da quattro soldi in una band di pezzenti sbarbati che credono di essere musicisti!!-
-Infatti, non mi piace. Adoro i Muse da sempre, lo sai. Ma con lui ci vado solo a letto-
-Eh già, questi sono i valori della vita- commentò con finto orgoglio Megan
-E’ quello che dico sempre. Bev che fine ha fatto?- chiese Grace mentre preparava una scodellona di cereali
-Non so, tu che dici!? È lunedì, è a lavoro. Dove dovresti essere anche tu!-
-No, oggi Gregory teneva chiuso il locale. Aveva un concorso o che so io. Tu piuttosto? Non dovresti essere anche tu a lavorare, invece di fare le ramanzine a me?-
-No, oggi anch’io sono libera. Bè, se non hai da fare possiamo fare un giro come ai vecchi tempi, quando non eri ubriaca la sera, rincoglionita la mattina e mentalmente assente il pomeriggio- le sorrise –Sai, quando avevi dei valori, una testa sulle spalle,…-
-Ottimi voti che non mi sono serviti a nulla- disse aspra Grace
-Il fatto che non ti abbiano accettata in quella maledetta università giustifica il tuo esserti arresa e trasformata in una fannullona pseudo drogata/ubriaca?-
-Forse. Gli sono grata. Mi hanno fatto capire che puoi anche avere il massimo dei voti in ogni materia come me un tempo, ma l’unico modo per entrare nei college più rinomati è solo avere la grana. È così anche nella vita, quindi perché sprecarsi?-
-Bella visione della vita, davvero. Mi sembra che tu ti sia trasformata nella classica giovane che alla prima difficoltà si butta nel cesso incolpando la società. Un esempio di vita-
-Okay, grazie dei complimenti. Adesso sì che ho voglia di salire in cima al condominio e lanciarmi giù cantando Apocalypse Please con in mano una bottiglia di Havana Club-
-Non so che cosa sia Apocalypse Please, ma giuro che se è una canzone di quei tre deficienti ti lancio io dal terrazzo!-
-Inizio a salire le scale allora. Dai, che facciamo oggi? Shopping?- propose Grace
-Sì dai, ci sto-

Si vestirono alla ben e meglio, con la loro tenuta da shopping: All Star, jeans semi scoloriti e magliettone extra large, comode per potersi provare tutti i vestiti che volevano
-Guido io- affermò Meg con aria minacciosa –Se ci fermano è facile che ti arrestino per il tasso alcoolemico superiore alla norma. Nonostante la doccia puzzi ancora di alcool!-
-Va bene capo!-
-Da dove si parte? Tanto lo so già…-
-Intimo, ovvio. Mi serve un completo leopardato-
-Sei da buttar via. Adesso ti metti a fare la groupie-
-Non mi faccio usare, non sono così idiota. Evidentemente mi fa comodo, no?-
-Sì…Basta girarci intorno, Grace io ti conosco da quando eravamo delle poppanti frignone nella culla. Beverly la conosciamo da che conviviamo e te le passa tutte. Ma io no. Dove è finita la Grace che conosco? Quella con tanti programmi nella vita, piena di aspettative, la migliore in tutto ciò che faceva? Quella ragazza che portava il buon umore, che faceva sembrare oro un pezzo di legno?! Dimmi dov’è finita-
-Le è crollata addosso quell’utopia che credeva essere il mondo perfetto a cui era certamente destinata-
-Non credi sia il caso di ricostruirne uno migliore e reale? Sei sottovalutata, sprecata direi. Potresti essere qualcuno, invece ti stai dando alla pazzia. E non a quella sana-
-Ci avevo messo vent’anni a crearmi quel mondo. Poi è crollato. Ci ho provato ad accontentarmi. La laurea mi serviva. Credevo almeno. Adesso ho in mano un pezzo in più di cartaccia. E dopo cinque anni a sgobbare in depressione, dopo essermi resa conto che la vita era peggio di una stronza zitella in menopausa, ho capito che comunque devi conviverci. Ed ora ho trovato il modo-
-Lavorare sottopagata dieci ore in un bar, andare per concerti, farti le rockstar e ubriacarti? Dieci anni fa ti saresti vergognata di stare al mondo, se avessi saputo-
-Già, ma non sapevo. Odio le cose di cui non conosco la fine. Anche se so qual è la fine. La anticipo e basta-
-Non so cosa fare con te. Maturerai da sola…spero- sospirò Megan rassegnata


 

Non siamo qui per giudicare il Bene e il Male
Ma per fare le cose che sono nel giusto 

{.Pass on it, Bob Marley

 

-Esco, ci vediamo domani mattina!-
-Oh, ma bene! Ti darai per malata a lavoro? Fantastico, davvero. Salutami quello che crede di essere un musicista. Prima di fartelo magari digli anche di riportarti sana, eh?- disse sarcastica Meg
-Sarà fatto, ciao!- Grace uscì dalla porta di corsa
-Magnifico- borbottò Meg aprendo il suo libro e cercando di tenere il cervello occupato altrove
Grace scese le scale di corsa. Si rendeva conto di non avere più valori e ideali per cui lottare, ma non le interessava. Preferiva vivere male stando bene con sé stessa.
-Dom!-
-Grace! Aperitivo?- propose il batterista
-Ovvio! C’è un pub che fa da discoteca molto carino. Ma non puoi ubriacarti troppo, poi devi suonare-
-Non è mai troppo! Anzi, non è mai abbastanza. Poi se sei un finto musicista come me…- sospirò trattenendo a stento le risa e alludendo a Megan
-Ha la sua opinione. È tardino, ci conviene andar dritti allo stage, avete il sound check. Io sto nel prato, ci vediamo al pub-

****

Caffè. Tanto caffè
-Non ti fa bene dopo cena- disse Beverly con finto interesse –Secondo me tu esageri-
-No, io non esagero! Concordo sul divertirsi, ma sparire ogni notte e ricomparire al mattino con dodicimila neuroni in meno non va bene. Scusa se ci tengo che arrivi viva alla fine della settimana-
-Non sono due giorni che è così. È così da cinque anni, da quando non vedeva l’ora di trasferirsi in America per andare ad Harvard e da quando l’hanno rifiutata per un riccone da quattro soldi- le ricordò
-Sì, ma non era conciata così. Ormai è un mese che va ad un concerto a settimana, lavora come una bestia e torna a casa strafatta- disse preoccupata Megan, le mani nei capelli e l’aria assorta, come se stesse leggendo i fondi di caffè
-Se ti preoccupa tanto, perché non lo fai?- chiese Bev alzando un sopracciglio
-Non le farei mai una cosa simile. Soffrirebbe ancora di più-
-Ma solo temporaneamente. Poi si renderà conto che sarà stata una cosa salutare-
-Non prendere iniziative, se lo farò sarà solo perché capirò che da sola non potrò più recuperarla- la ammonì Megan grattando via lo zucchero sul fondo della tazzina pensierosa


 

Distruggi questa città di delusione
fà crollare questi muri
combatterò
giustifica le mie ragioni
dando a te stessa la colpa
{. City of Delusion, Muse

 

 

Abitare al quarto piano di una palazzina apparentemente perfetta, ma piena di disadattati aveva i suoi vantaggi: nessuno ti giudicava. Ma non aver l’ascensore mandava a farsi fottere all’inferno tutte le cose per così dire positive. Ad esempio il vicino di casa agli arresti domiciliari per tentato rapimento, o un alcolizzato al piano di sopra, piuttosto che il caro vecchio Billie, lo pseudo drogato del piano di sotto. Nessuno giudicava nessuno e c’era solidarietà. E poi si sa, un ladro, un assassino…insomma, un criminale non opera nel suo territorio. Megan arrivò stremata davanti alla porta di casa, con in mano le borse della spesa. Mise la chiave nella toppa, non azzeccando, ovviamente, il lato giusto. Dopo venti minuti di tentativi ed imprecazioni contro ogni dio conosciuto in cielo o in terra, scoprì che la porta era aperta. Altro giro di imprecazioni.
 

-Oddio Grace! Portati il muflone in camera, per favore. Non voglio eau de Sudor sul divano!- esclamò scandalizzata correndo in cucina
 

In realtà di Grace non aveva visto molto, se non i capelli neri con ciocche blu scompigliati e parte, SOLO parte dell’intimo acquistato il giorno prima. Era coperta dal mostro di Loch Ness formato pseudo batterista di una pseudo band, con la faccia strafottente. Solo che la faccia non gliel’aveva vista.
 

Mise le cuffie, sparando Knocking on Heavens Door dei Guns n Roses a massimo volume, per ignorare coloro che credevano di essere approdati a Paradise City. Sì, con vista (appannata dalla pioggia) su Londra. Sperava che dopo aver bussato le avrebbero aperto.

Canzoni e canzoni dopo comparve Grace in cucina, avvolta in un asciugamano. Meg tolse le cuffie e le riservò un’occhiataccia di rimproverò. Poi sospirò –Non sei tornata stamattina presto come credevo. Ma almeno non sei fatta. Divertiti?-

-Molto. Che ci fai qui?-
-Non c’era nessuno al salone, così sono tornata per la pausa pranzo. Ovviamente Gregory SA che tu sei qui a farti un idiota che si crede una rockstar, vero?-
-No, sono ammalata- rispose con noncuranza
-Ottimo. Almeno l’egocentrico evapora per pranzo o devo ammirarlo ancora a lungo?-
-Credo rimanga, poi…-
-Un’altra botta e se ne va contento, vero?-
-Sei sempre la solita- sbuffò accendendosi una sigaretta e tornando in camera
-Poi igienizzi il divano!- le urlò prima di sentir sbattere una porta

Forse avrebbe davvero dovuto telefonare a Blake. Sì, perché lui era l’unico che poteva riportarla alla normalità. Ma per Grace sarebbe stato come morire di nuovo, come quando non l’avevano presa ad Harvard, come quando aveva visto crollare tutto. Un po’ come lo scotch delle sottomarche: ti da l’impressione di tener stabili intere costruzioni, in realtà prima o poi si stacca e fa crollar tutto. Non voleva farle questo, non poteva. Una forza superiore glielo impediva. Ma le voleva troppo, troppo bene per permetterle di autodistruggersi. Certo, non ci avrebbe trovato nulla di strano se si fosse trattato di Beverly: così superficiale, non metteva mai anima e corpo in ciò che sceglieva di fare. Si sarebbe data alla pazza gioia nei limiti, ricordandosi della solita vecchia routine. Ma Grace ci metteva tutta sé stessa, in ogni cosa che faceva, anche dopo ciò che era successo. Dopo la morte di sua madre, una brava donna che però l’aveva sempre pressata. È morta poco dopo la mancata entrata in uno dei college più prestigiosi al mondo. Grace aveva finito per odiarla, ma si è sempre incolpata, nonostante tutto, della sua morte. Crepacuore, a suo dire. Meg le voleva bene, ma ne voleva di più all’amica. E se sua madre fosse rimasta in vita più che depressione e follia Grace si sarebbe direttamente suicidata.

Le cose andavano male, molto male
-Ehi, bionda…Grace mi ha chiesto di prendere da bere qualcosa…potresti dirmi dove trovo questo qualcosa?- chiese Dominic con gentilezza, entrando in cucina vestito. Almeno aveva avuto il buonsenso di presentarsi più o meno decorosamente.
-Non sono bionda. ODIO tutte le persone bionde. Te incluso-
-Riformulo: ehi Mora, puoi darmi una mano?-
-Non ho mani al momento, se aspetti un po’ avrò mani di batterista fresche fresche, se non lascia in pace Grace. Ah già, tu non sei un batterista, mio cugino di tre mesi che tamburella in giro per gioco è un batterista-
-Sei sempre una vipera in menopausa o a volte torni umana?-
-Con la Luna piena divento un lupo mannaro. Difficilmente divento umana. Cercherò di essere gentile, solo perché voglio bene alla ragazza che ti sbatti senza ritegno da due giorni. Muovi il culo verso il rubinetto, tira fuori un bicchiere dal ripiano sovrastante SOLO ed UNICAMENTE se hai lavato molto, molto, molto bene le mani. Poi lo riempi di ACQUA, la trovi lì sul tavolo, se aprissi gli occhi. Apri il tappo girandolo in senso antiorario, versi e richiudi SENZA toccare il beccuccio. Altrimenti ti porti tutta la bottiglia e a quel punto puoi anche mettertela in culo- sorrise con i denti ricoperti di sarcasmo
-Gentilissima, apprezzo davvero. La prenderò tutta. Non hai parlato di cosa dovrò farne dopo….credo che seguirò le istruzioni alla lettera, poi la riempirò di nuovo e ci faremo un goccetto d’acqua. Cin cin!- disse tornandosene in camera
-Sua simpatia, a breve si pranzerà-
-Finalmente un po’ di zucchero nella tua vita!- le urlò
-Il tuo menù comprende solo ciò che ho trovato nella spazzatura, ti sei aggiunto all’ultimo!- rispose Megan sbuffando

Dopo dieci minuti scarsi Megan chiamò i musicisti specializzati nell’arte dell’usare la tromba, ergo “trombare” per il pranzo –Grace! Lascia ovunque si ubichi quell’essere e vieni a nutrirti. Se vuole venire anche l’essere faccia pure, ma che non si aspetti che lo faccia sentire a suo agio!-
-Sta arrivando. Ti prego, sii gentile. Mi da solo una mano a rincollare i pezzi-
-Sì, come la tua vita fosse un tangram, con tutte le figure geometriche per comporre immagini. Solo che ti aiuta a metterli tutti dalla parte sbagliata, nel suo caso specifico si tratta di due cerchi e …-
-Oh, ti prego!- la fermò in tempo Grace –Lasciami vivere diamine! Io così sono felice, okay?- tagliò corto
-No cara. CREDI di esserlo, ma non lo sei fidati-
-Continui a smontarmi sul più bello! Cos’è, sei gelosa? Mi sembra che nemmeno tu ti sia realizzata, o sbaglio? Anche tu dieci anni fa non avresti voluto fare la sciampista…-
-Eccomi, scusate- Dominic entrò in cucina facendo cessare sul nascere quella specie di discussione
-No, non ti scusiamo. Comunque tranquillo, ammesso che ti abbia avvelenato il cibo, sarà una morte rapida e indolore-
-Grazie Megan, sempre gentilissima! Rapida e indolore, come piace a me-
-Mi spiace, ma ho finito il cianuro con l’ultimo insulto alla musica che si è portata a casa. Vedrò che posso fare la prossima volta, che a questo punto mi auguro ci sia-
-Deliziose, adoro le penne al pomodoro. Sai cucinare?- chiese stupito Dom
-Solitamente la gente non guadagna milioni al mese per cui può permettersi i cuochi personali. Quindi sì, so cucinare. Sappiamo cucinare. Ci arrangiamo: se ti affacci alla finestra e urli la domanda ti risponderanno tutti sì- rispose secca Megan
Grace scoppiò a ridere –Dovresti fare la comica, giuro. O quello, oppure finirai su una panchina ad Hyde Park seduta con le vecchiette a fare la zabetta-
-Sei un amore Grace- rispose degnandola di una breve occhiata –Visto che a modo mio ti voglio bene, cercherò di essere gentile-
-Ci sono più probabilità di riuscire a trasformare merda in petrolio, ma non nascondo di provare una certa curiosità…sai essere gentile? O almeno umana!?- chiese stupito Dominic
-Direi di sì, assolutamente. Allora…Dominic- si sforzò di non usare nomignoli o soprannomi poco gradevoli –Com’è essere una….rockstar?- chiese trattenendo le risate
-Mi farebbe più piacere se non fosse una mezza presa per il culo ma amen. Direi sublime. L’importante è realizzare i proprio sogni, non importa quali essi siano. Bisogna combattere, rialzarsi quando si cade o si viene buttati giù, fasciarsi ma continuare a lottare. Quando sei in cima e vedi il panorama che tu hai creato, bè, capisci che ne è valsa la pena-
Megan lo osservò un istante che parve interminabile. Poi parlò, stavolta con sincerità –Forse sei il primo coglione egocentrico semi decente che mi ritrovo in giro per casa. Posso solo concordare e mettere da parte l’orgoglio, ammetto che avrei preferito abbassarmi a concordare con qualcosa detto dal moralista casa e Chiesa dell’ultimo piano, ma non posso negare l’evidenza. Fallo capire anche a Grace però. Gli altri li vedeva una volta sola e almeno non si faceva-
-Questo lo dici tu- borbottò l’amica deglutendo rumorosamente
-Bè, io e Grace siamo amici-
-Io sono la tua groupie e tu la mia rockstar- concordò lei
-Peccato che tu non sia una groupie, e tu non sia una rockstar. Però, contenti voi…-
Esatto. Contenti loro. Lanciò un’occhiata fugace al cellulare. No, non ancora. Era ancora presto. 

 

 


Salve a tutti!!!!!
Rieccomi su efp!!!! Come va la vita?? Tra poco, col finire dell'estate, ricomincerà la solita routine...pfff
Eh niente, che dire...questa non è la storia che stavo scrivendo e di cui ho perso un pezzo (ne ho parlato con qualcuno). Si tratta di una nuova che spero vi piaccia. Voglio ringraziare Black Lily, theresistance e I_Want_Wonderland (non ti sento da un po' accidenti! D:) che sono un po' le mie tre muse xD
In particolar modo Lily, che mi ha fatto scoprire, con le sue storie, un gruppo musicale che ammetto di non aver mai ascoltato: i Franz Ferdinand. Grazie <3 Adesso mi piacciono da matti!
Un bacione a tutti quanti, fatemi sapere! :D
Giulls

   
 
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