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Autore: NightCrawler    05/09/2011    1 recensioni
Un incidente banale. Il semaforo era scattato, lui non se n’era accorto e la macchina l’aveva preso in pieno. Fine della storia. Assolutamente un incidente banale. Nessuno penserebbe mai di doversene andare così, chi se lo merita dopotutto?
Non se l’erano meritato i familiari, distrutti dal dolore, che versavano lacrime sulla sua bara.
Non se l’era meritato la fidanzata, che avrebbe preferito morire lei stessa piuttosto che questo.
Non gli amici, troppo sconvolti per gridare, troppo sconvolti per fare qualunque cosa.
No, non tutti loro. Lui, proprio lui se l’era meritato: e adesso, marciva all’inferno.
Genere: Drammatico, Horror, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Postmortem
 

Hell – Prologo
 

Un incidente banale. Il semaforo era scattato, lui non se n’era accorto e la macchina l’aveva preso in pieno. Fine della storia. Assolutamente un incidente banale. Nessuno penserebbe mai di doversene andare così, chi se lo merita dopotutto?
Non se l’erano meritato i familiari, distrutti dal dolore, che versavano lacrime sulla sua bara.
Non se l’era meritato la fidanzata, che avrebbe preferito morire lei stessa piuttosto che questo.
Non gli amici, troppo sconvolti per gridare, troppo sconvolti per fare qualunque cosa.
No, non tutti loro. Lui, proprio lui se l’era meritato: e adesso, marciva all’inferno.
 
 
 
Oh.
Buio. Freddo. Odore acre. Pareti attorno a me.
Non ricordo. Ma cosa dovrei ricordare poi?
Sento qualcuno piangere in lontananza, ma dove? E dove sono io?
Eppure questo pianto… C’è qualcosa che non va, eppure non riesco a ricordare, ma so che dovrei! Perché? PERCHé?
 
Lentamente, iniziò a tastare lo spazio circostante, cercando di raccapezzarsi un minimo. Nemmeno lui sapeva cosa stava facendo, ma quel pianto… Quelle voci… Sapeva che doveva fare QUALCOSA.
Toccò qualcosa di freddo e liscio, sicuramente metallo.
Era chiuso in una scatola di metallo?!
 
Non può essere.
 
Un barlume di memoria iniziò a riaffiorare nella sua mente, un ricordo molto confuso di due fari che si avvicinavano e subito dopo un dolore violentissimo, lancinante, in tutto il corpo.
No, così non andava. Era sbagliato, tutto troppo sbagliato.
Eppure era esattamente ciò che temeva. Era morto, sicuramente morto; certo, non aveva visto la “luce”, ma poco contava, aveva sempre pensato che tutti, lui compreso, fossero dei peccatori, perciò non si aspettava il paradiso. L’inferno l’aveva immaginato anche troppe volte.
Ma questo… Tutto questo non aveva senso.
Iniziò a ricordare, riuscendo persino a capire a chi appartenevano quei versi strazianti che venivano dall’esterno. Uno in particolare non l’avrebbe potuto scordare nemmeno volendolo: la voce di lei, la sua fidanzata, la sua Helena, era la più terribile di tutte da sentire. Riusciva a immaginare il suo viso tondo, con quegli occhi splendidi color marrone intenso, distrutto dal pianto.
Voleva uscire, andare lì ad abbracciarla, a consolarla, dirle che lui c’era, non se n’era andato, non poteva abbandonarla.
Tuttavia, mentre pensava a come fare per uscire, sentì le voci che si allontanavano sempre più, fino a sparire del tutto.
 
Merda!
Lei se n’è andata e io sto qui, bloccato in questa maledetta bara! Voglio uscire maledizione, fatemi uscire! VOGLIO USCIRE!
 
Voleva colpire la superficie della bara, desiderava romperla, ma lo spazio era troppo angusto per consentirgli una certa libertà nei movimenti.
La rabbia, la frustrazione e la paura esplosero nel suo corpo: cercò di caricare il più possibile il pugno sinistro e tirò il colpo. Quello che avvenne non se lo sarebbe mai aspettato nemmeno in vita. Il metallo cedette sotto la pressione della sua mano. Rincuorato, inizio a dibattersi il più che poteva, cercando di rompere le pareti intorno a lui. Era improvvisamente diventato forte, anzi, fortissimo. Spaccò senza difficoltà la bara, ritrovandosi sdraiato in mezzo ai detriti all’interno della tomba. 
Con un calcio, buttò giù “l’ingresso” del loculo, ultima barriera rimasta fra lui e il mondo esterno. Infine, facendo leva con le braccia, tentò di strisciare verso l’esterno, cadendo in terra sopra dei pezzi di marmo.
Finalmente fuori, respirò a pieni polmoni l’aria del tramonto.
 
Che sciocco.
 
Non aveva colto l’ovvietà da subito, troppo spaventato per rendendosi conto che ormai non era più necessario: riusciva a percepire gli odori ed era comodo, ma oramai non sentiva più il bisogno effettivo di respirare.
Questa nuova prospettiva delle cose, per quanto scontata, gli fece capire a pieno cos’era successo: era morto e, per chissà quale ragione, era “risorto”. Un morto fra i viventi.
Sarebbe rimasto lì stesso per sempre a compiangersi, ma sapeva che una persona, sdraiata in mezzo alle macerie di una tomba rotta, poteva destare sospetti, e lui non se lo poteva permettere, doveva trovare un piano per andare da lei e spiegarle quella faccenda assurda, sperando reggesse il colpo.
Fece per muoversi verso l’uscita del cimitero, mosso dall’unico desiderio di vederla, quando all’improvviso si bloccò: sentiva qualcosa di diverso crescergli dentro, qualcosa di strano, una sensazione del tutto nuova. Doveva cercare qualcosa, ma non era più lei, o almeno, non importava fosse lei. A questo nuovo impulso seppe dare un unico nome, prima di perdersi completamente nel nulla della sua mente: fame. Aveva fame. Fame di carne umana.



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Salve a tutti i lettori! Innanzitutto mi scuso per qualsiasi errore di grammatica etc., purtroppo deficio di betareader XD (anzi, se qualcuno si offrisse volontario, potrei fargli una statua), poi vorrei invitarvi a commentare la storia, sia che vi sia piaciuta o no :)! Necessito di critiche costruttive per migliorare il mio stile, perciò fatevi pure avanti con tutte le critiche che vi vengono in mente xD! (Siete autorizzati a tirarmi dietro ogni genere alimentare e non che vi capita sotto mano)

Anche se ormai è inutile per questo capitolo, consiglio per la lettura della storia queste canzoni:
South of Heaven - Slayer
Raining Blood - Slayer
Among the Living - Anthrax
10.000 Days - Tool
Die Die My Darling - The Misfits

Crediti:
Titolo storia: Postmortem - Slayer
  
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