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Autore: New_Across    05/09/2011    2 recensioni
Quella che vi proponiamo è una fic scritta a quattro mani sulla vita quotidiana (e che vita!) di due coppie (ATTENZIONE: sono tutti maschi quindi si tratta di relazioni omosessuali). Il freddo guerriero che accompagna un principe indipendente e un gentile paladino protettore di un tenero e viziato principino. Ecco come possiamo riassumere i loro caratteri. Spero vi divertiate e siate clementi, è la nostra prima fic!
Genere: Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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yin

Lo Yin e lo Yang

Capitolo 1:


La volpe e la tigre


Inaspettatamente un orsacchiotto volò per la stanza, fino ad atterrare sulla faccia di Mikael. Il peluche viaggiò alla velocità del volo di una mosca, ma Mikael era troppo sorpreso ed irritato per schivarlo; inoltre ora aveva un motivo per passare al contrattacco. Mikael rimase immobile, l'orso scivolò lentamente e cadde a terra. Bastò una manciata di secondi per far sì che il ragazzo raccogliesse la morbidosa arma e la rispedisse al mittente.

Il cosiddetto “mittente” si chiamava Ronnie, che grazie alla sua bassa statura riuscì a schivare il missile senza muoversi più di tanto. Il povero orsacchiotto si schiantò contro il muro con un tonfo (tunf). Il piccolo Ronnie guardò il suo giocattolo costretto ad un riposo forzato sul pavimento.

E la guerra ebbe inizio.

Innumerevoli palle di pelo volavano tra i due contendenti. Ronnie aveva più munizioni, ma poca forza e agilità, così per avere un po' più di vantaggio, ammassò i peluche più grandi per fare un muretto di fronte a lui. Intanto Mikael, preso dalla sua furia, lanciava con forza inaudita tutto ciò che gli capitava a tiro; peccato che in quella stanza non ci fosse niente di abbastanza pesante o affilato da danneggiare il suo avversario. Del resto, era impossibile che oggetti del genere ci fossero nella stanza di Ronnie: tutto ciò che lo riguardava doveva essere rigorosamente carino e morbido. Ma come ci era finito Mikael in posto del genere?

Una decina di minuti prima, il suo vicino di casa, Ronnie, aveva bussato alla porta di casa sua. Appena aprì la porta e vide il piccoletto lentigginoso dai capelli rossi sorridergli dal basso, per istinto gli richiuse la porta in faccia.

'Hey! Aspetta! Ti devo chiedere una cosa! Dai, aprimi!'. Mikael, riluttante, riaprì.

'Miky, vieni a giocare con me? Dai, porta i tuoi peluche!' disse Ronnie col suo sorriso smagliante e fissandolo coi suoi innocenti occhi verdi.

'Perché diamine dovrei venire a giocare con te?! IO ho ben altro da fare!' rispose Mikael scocciato.

'Che hai da fare, scusa? Abraxas non c'è, e non ti permette di fare le pulizie (sennò distruggi tutto)! E poi non studi mai senza di lui...'

Mikael rimase senza parole. In effetti fino a quel momento era stato spaparanzato sul divano ad annoiarsi. Sempre in silenzio andò nella sua cameretta a prendere i suoi pochi esserini pelosi.

Intanto la battaglia infuriava. Mikael lanciava delle cannonate contro il muro di Ronnie, demolendolo pezzo per pezzo. Il lentigginoso cucciolo tappava i buchi meglio che poteva mentre pensava ad un'arma più potente da usare. Finché il suo sguardo non si posò sull'enorme orso imbottito alle proprie spalle.

Mikael stava cercando qualcos'altro da lanciare. Poi tutto divenne buio: un'ombra enorme lo stava per travolgere. Non fece in tempo a girarsi che l'orso enorme lo spiaccicò a terra.

Ronnie si rotolò a terra dalle risate, mentre la rabbia di Mikael cresceva sempre di più, finché non raggiunse il culmine. Spostò l'ingombrante essere e gli afferrò la testa. Fece appello a tutta la forza che aveva in corpo e gli strappò la testa. Batuffoli di ovatta si sparsero sul pavimento. Ronnie, inginocchiato a terra, era così sconvolto da non emettere neanche un gemito.

Si sentì il rumore di una porta che si apriva: Uriel era tornato a casa. Subito dopo si sentirono altri passi: Mikael li riconobbe subito. Era Abraxas (zan zan zaaan).

I due ragazzini rimasero immobili. Uriel entrò nella cameretta: gli bastò un secondo per notare il caos che dominava la stanza. Abraxas si affacciò dall'entrata e vide tutto quel macello. Subito dopo i suoi occhi occhi si posarono sulla testa d'orso stretta nella mano di Mikael. Il ragazzo ricambiò il suo sguardo, un brivido gli percorse la schiena e lasciò cadere la testa. Essa rotolò fino ai piedi dei due uomini.

'Che è successo?' chiese Uriel sorpreso ed incuriosito. Abraxas non proferì parola, ma continuò a guardare col suo sguardo gelido il proprio compagno, ora terrorizzato.

'Ha iniziato lui! Ha detto che Abraxas è più bravo di te! Non è vero! Tu sei più bravo di lui! Tu sei più bravo e più bello!!' urlò Ronnie.

Mikael spostò lo sguardo sul piccoletto, per poi urlare anche lui: 'Che cavolo dici! Abraxas è meglio di lui! Uriel ti vizia solo per compensare la sua... la sua... la sua impotenza!'

L'alto ragazzo dai lunghi capelli neri si irritò non poco. I suoi occhi azzurri fissarono il ragazzino con aria feroce. Mikael non si sentì più il terreno sotto i piedi. Il suo biondo partner l'aveva sollevato per la maglietta. Si avviò fuori dalla camera: 'Scusalo, Uriel. Lo sai che è un idiota. Noi torniamo a casa.'. Ed uscì.

Ronnie guardò con sguardo serio il suo ragazzo: 'Oggi Mikael mi ha fatto vedere le cose da un'altra prospettiva'. Il cuore di Uriel sussultò. Altra prospettiva? Che cosa avrà fatto vedere quel nanetto malefico al mio angioletto? Che lo abbia convinto a credere che io sia impotente...? Ma non mi avrebbe difeso così, vero? VERO?!

La battaglia dentro al ragazzo non trasparì, tant'è che chiese all' “angioletto” con voce tranquilla: 'E cosa ti ha fatto vedere?'

Ronnie si girò e cercò frettolosamente tra la marea di peluche. Poi ne tirò uno fuori e lo puntò verso il viso dell'altro.

'Questo!' urlò. Uriel vide davanti a sé il pupazzetto di una volpe con un naso rosso a pallina. Fu allora che tirò un sospiro di sollievo, cosa che non sfuggì a Ronnie: 'Che c'è?'

'Questo?' chiese il moro ridacchiando. 'E questo ti ha fatto vedere le cose da un'altra prospettiva? E da quale?'

'Io non ho una volpe! VOGLIO UNA VOLPE!' disse saltellando e agitando le braccia.

'Ma non vuoi che ti ricompri l'orso enorme? Ti piaceva così tanto!'

'No, no! Voglio una volpe! Voglio una volpe!'

'Va bene, allora vatti a cambiare, dai'.

E Ronnie saltellando e canticchiando andò nella camera di Uriel a cambiarsi.

Intanto nell'appartamento affianco Abraxas aveva mollato Mikael nella sua camera, ordinandogli con lo sguardo di non muoversi finché non fosse tornato dalla spesa. Mikael aspettò che il compagno uscisse per ricominciare a respirare e trascinarsi sul letto. Disteso a pancia in su fissò il soffitto e si perse nei suoi pensieri: lui non mi ha mai comprato un giocattolo così grande...anche io voglio un orso enorme!

Ci fu una pausa, dove anche i suoi pensieri si fermarono, per poi tornare più forti ed ostinati: glielo chiederò! Gli chiederò di comprarmi un orso enorme! Ma come...?

Mille idee gli frullavano per la testa, scartandone una dopo l'altra, finché, in quella confusione, si addormentò.

Il biondazzo tornò. Lasciò le buste in cucina ed andò a chiamare il nano malefico per farsi dare una mano a mettere a posto la spesa. Lo cercò nella sua stanza e lo vide accoccolato sul letto. Dormiva. Lo osservò per un paio di minuti. Poi un ghigno beffardo si disegnò sul suo volto ed urlò: 'Mikael! Svegliati, fannullone!' Il piccolo bruno si alzò di soprassalto per poi girarsi sorpreso ed impaurito verso il suo compagno. I suoi occhi neri in cerca di pietà incontrarono quelli freddamente grigi dell'altro. Per un attimo Abraxas sorrise dolcemente, per poi dire con voce grave 'Alzati, e vieni a darmi una mano'. Ovviamente, il ragazzino eseguì.

Messa a posto la spesa Abraxas iniziò a cucinare, mentre Mikael apparecchiava stando attento a non fare danni. Il pranzo era principalmente dominato dal silenzio, cosa molto strana visto che erano soliti litigare. Leggermente preoccupato dello strano comportamento del suo compagno, Abraxas cercò di cominciare un discorso: 'Che hai? Ti vedo pensieroso. Ed è strano che tu pensi!'

Mikael lo guardò circospetto, senza badare all'ultima frase.

'S-sai l'orsacchiottone di Ronnie?'

'Quello a cui hai staccato la testa?'

'S-si, q-quello...', disse abbassando lo sguardo.

Ci fu una breve pausa, poi Abraxas disse: 'Lo vuoi anche tu?'

Mikael aspettò un attimo, poi annuì impaurito girando la testa dall'altra parte.

Abraxas sogghignò compiaciuto: adorava vedere il suo schiavetto imbarazzato e senza difese.

Era raro vederlo comportarsi così senza averlo stuzzicato. Era come un dolce servito su un piatto d'argento, e questo lo faceva eccitare, ma si trattenne. Si alzò, si avvicinò al suo amore indifeso e lo baciò sul collo. Mikael si tranquillizzò un po'. Abraxas iniziò a sparecchiare, poi disse: 'Fatti un pisolino che dopo usciamo'. Mikael eseguì.

Verso le 17, uscirono e si diressero verso un negozio di giocattoli. Appena entrati, Abraxas andò incontro ad un commesso, mentre Mikael era fermo all'entrata. Il biondo gli fece cenno di seguirlo, e lui lo raggiunse. Salirono al piano di sopra e si fermarono davanti a due orsi di peluche grandissimi. Il piccoletto non sapeva cosa dire: era sorpreso e sospettoso, felice ed inquieto allo stesso tempo.

Abraxas disse 'beh, scegli quello che ti ispira di più'. Mikael lo guardò come un cervo abbagliato dai fari di una macchina: tutto ciò era troppo strano.

'D-davvero o per s-scherzo?'

'Ho la faccia di uno che scherza?'

Mikael non rispose e fissò gli orsi. Poi si guardò attorno. Ad un certo punto vide stesa a terra una grande tigre bianca, candida e fiera. I suoi occhi scuri rimasero incantati. Abraxas lo notò. Osservò il viso infantile di Mikael per poi chiedergli: 'Hai cambiato idea?'

Il ragazzino si girò lentamente verso di lui. In realtà lui non voleva essere viziato o fare il capriccioso, lo faceva già Ronnie, e sapeva che al suo Abraxas un atteggiamento del genere non sarebbe piaciuto. Era dispiaciuto e impaurito. Il “candido” fissò quegli occhi neri, così pieni di emozioni contrastanti; questo era un aspetto di Mikael che non aveva mai visto. Dopotutto, era felice e soddisfatto, perciò premiò volentieri il suo cucciolo. Chiamò il commesso e si fece portare la tigre alla cassa per pagarlo.

Tornarono a casa. Mikael, tutto pimpante, posizionò la tigre al centro della sua stanza e si stese sopra. Pochi minuti dopo un tornado entrò in casa e si fiondò con tutta la sua furia rossa in camera di Mikael.

'Miky! Miky! Ora anch'io ho le volpi! E ne ho tantissime!' disse Ronnie con la sua voce squillante.

Il ragazzino alzò lo sguardo con fare beffardo: 'Tsk! Le volpi sono molto poco fighe. Le tigri sono molto meglio.'

'Ma non ti fa paura quel gattone così feroce?'

Mikael tentò, invano, di imitare il ghigno da superiore del suo amante: 'Paura, io? Tsk. Io sono molto più feroce di una tigre!'

'Se sei più feroce di una tigre, allora perché ogni volta invece di ruggire urli come una donnicciola?', disse con un vero ghigno da superiore, il chiaro Abraxas.

La “feroce tigre” rimase ammutolita con la bocca spalancata: gli venivano troppe cose in mente, perché stava dicendo tutte quelle cose cattive? Tutte quelle cose cattive di fronte a Ronnie, poi!

Ronnie, intanto, se la rideva di gusto.

'Ah, giusto. Tu SEI una donnicciola.'.

Mikael, tutto rosso in volto, ora non riusciva nemmeno a pensare.

Ronnie ora era steso a terra, piegato in due dalle risate.

Uriel entrò nella stanza osservando la scenetta: 'Cosa hai da ridere tanto? Io non ti ho mai sentito ruggire!'

L' “angioletto” si ricompose. Si inginocchiò e con i suoi grandi occhi verdi disse: 'Io non l'ho mai fatto perché pensavo non ti piacesse. Ma se vuoi ruggisco! Roar~' e, mentre parlava, mimò la zampetta della tigre. Uriel rimase terribilmente sorpreso. Subito dopo un brivido lo scosse. Prese la zampetta di “Ronnie La Tigre”, la tirò verso di sé, avvicinò il viso al suo e disse 'Mostramelo.' E lo trascinò via.

Intanto nella mente di Mikael erano apparsi altri pensieri. Perché non ho avuto l'idea di Ronnie?! Perché?! PERCHE'?! Abraxas lo osservava divertito, dopo di che si sedette a gambe incrociate di fronte a lui. 'Sai, non dovresti mentire. Non mi piacciono i bambini bugiardi.' Sorrise crudelmente, mentre gli si avvicinava sempre di più. Erano a pochi centimetri l'uno dall'altro. Mikael era terrorizzato ed eccitato allo stesso tempo: il cuore gli batteva all'impazzata; in mente aveva solo due possibilità: sarebbe stato baciato, o morso? Non ne aveva la minima idea. Anche se, probabilmente, gli sarebbero andati bene entrambi. Ma Abraxas si allontanò da lui, si alzò in piedi e disse 'Mmh... penso che ti punirò.'

Il ragazzino rimase pietrificato. Cosa l'aspettava?!

CONTINUA...



Ciao! Siamo Giucchan e Acchan. Durante i nostri scleri estivi (il caldo fa sempre male) ci è venuta in mente questa fanfiction. I personaggi hanno seguito, all'inizio questo schema:

Tsundere* – seme* dello tsundere / Uke* – seme dell'uke

Quando ci siamo accorte che era un po' incasinato nominarli, abbiamo deciso di dargli dei nomi decenti. La Giucchan non segue yaoi (ma l'Acchan la sta istruendo per bene). Il frutto di questa istruzione è questa fanfiction, ergo (perché Miles Edgeworth insegna il Latino meglio delle nostre prof) aspettatevi di tutto, dal puccio, al poVno al pizzico di romanticismo. Si, esatto, il romanticismo è solo un pizzico.

Mentre scrivevamo, ogni volta che c'era una parte con Abraxas l' Acchan non faceva altro che dire 'zan zan zaaan!', ergo (di nuovo?!) dovrete dirlo anche voi. Anche perché Abraxas è uno zan zan zaaan vivente.

Comunque, abbiamo deciso di scrivere delle schede personaggio in modo da farveli inquadrare bene. In questo capitolo pubblichiamo quelle dello tsundere e dell'uke.

SCHEDA PERSONAGGIO N° 1

Nome: Mikael

Ispirato a: Mikael di Angel Sanctuary

Sesso: M

Età: 22

Altezza: 1.70 m

Caratteristiche fisiche: capelli castani (quando non sono tinti), sempre scompigliati; occhi neri; magro, poco muscoloso; orecchino ad anello d'argento all'orecchio sinistro.

Professione: studente della Facoltà di Ingegneria

Hobby:  1) dare fastidio
             2) distruggere tutto ciò che tocca

Attività preferita: litigare con Abraxas

Videogioco preferito: Guitar Hero

Manga/Anime preferito: Ao no Exorcist

Preferenze sessuali: omosessuale

Nomigliolo affibbiato dalle autrici: il nano malefico, il tigrotto mancato


SCHEDA PERSONAGGIO N° 2

Nome: Ron, detto Ronnie

Ispirato a: Ron DeLite di Phoenix Wright Trials and Tribulations e Ron Weasley.

Sesso: M

Età: 18

Altezza: 1.50 m

Caratteristiche fisiche: capelli rossi a caschetto; occhi verdi; lentiGGini; lineamenti del viso molto femminei; magrolino; deboluccio

Professione: erede della ditta PlushTom e ideatore dei migliori peluche

Hobby: 1) collezionare tutto ciò che è carino e morbido

             2) stuzzicare Uriel

Attività preferita: portare a spasso Bellorso e Maddy la Medusa

Videogioco preferito: God of War

Manga/Anime preferito: Higurashi no Naku Koro ni

Preferenze sessuali: Uriel.

Nomigliolo affibbiato dalle autrici: l' “angioletto”, il leoncino, lo yandere* mancato



Speriamo che i nostri scleri almeno vi abbiano fatto divertire. E ricordate: zan zan zaaaaan! * fuggono *

Giucchan e Acchan


* Ma cosa sono gli uke, i seme, gli tsundere e gli yandere? Ecco una breve spiegazione, presa da Wikipedia!

Uke: termine utilizzato in anime e manga, soprattutto yaoi, yuri ma spesso anche hentai. Contrapposto a "seme", indica, in una coppia, il personaggio passivo, non solo a livello fisico sebbene tale fosse in principio la sua origine, ma anche più remissivo da un punto di vista caratteriale. 


Seme:  termine utilizzato in anime e manga, soprattutto yuri, yaoi ma spesso anche hentai. Contrapposto a Uke, indica, in una coppia, il personaggio attivo, non solo a livello fisico, ma anche dominante da un punto di vista caratteriale.


Tsundere: termine della lingua giapponese che indica uno stereotipo di personaggio arrogante e combattivo che in seguito si rivela generoso e di buon cuore, rivelando una contraddizione fra la propria vera personalità e la sua esteriorità.


Yandere: termine giapponese che indica uno stereotipo di personaggio apparentemente dolce, che si rivela in seguito ossessionato dalla persona verso cui rivolge le sue attenzioni, spesso di genere amoroso. Un personaggio capace di una gelosia brutale e violenta nei confronti di chi lo indispettisce, sia essa la persona amata o un terzo incomodo. 















   
 
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