Anime & Manga > Detective Conan
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Autore: PiccolaEco    05/09/2011    4 recensioni
A volte dobbiamo necessariamente vivere nelle illusioni perchè se volessimo "restare con i piedi per terra" la realtà ci annienterebbe.
Rimpiangeremo in seguito di esserci lasciati andare, ma spesso l'importante è che le illusioni ci facciano stare bene al momento...
Genere: Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Stupida~. 

E mi ritrovo qua, a guardarlo per l’ennesima volta. Non posso staccargli gli occhi di dosso, ha qualcosa che mi attrae, che mi incanta, che mi affascina. Ha qualcosa che mi ricorda tremendamente lui. Shinichi. Anche lui assumeva sempre quella posizione quando rifletteva su un caso o quando semplicemente leggeva uno dei suoi gialli preferiti. Scuoto la testa con decisione.

Stupida. Mi sto creando ancora delle illusioni.

Stupida. A credere che Conan possa essere davvero Shinichi.

Stupida. A credere che lui possa essere così vicino.

Stupida. A credere che un giorno lui possa tornare da te.

Stupida. A farti queste dannatissime paranoie.

Stupida. Stupida. Stupida. Non riesco a dirmi altro: dopo due anni lo sto ancora aspettando. Dopo due anni sto ancora sperando in suo ritorno. Dopo due anni sono ancora innamorata di lui come la prima volta. Come una stupida.

Mi accascio per terra e comincio a singhiozzare silenziosamente. Non troppo silenziosamente però per sfuggire allo sguardo indagatore di Conan.                                                  

Il piccolo Conan che è sempre lì quando ne ho bisogno.

Il piccolo Conan che riesce sempre, in qualche modo, a leggermi nel pensiero solo guardandomi negli occhi.

–Ran, cos’hai?- mi chiede con dolcezza appoggiandomi una mano sulla spalla. Nella posizione in cui mi trovo riesco ad arrivare alla sua altezza.                                   

Lo guardo in quegli occhi azzurri e limpidi in contrasto con i miei rossi e gonfi di pianto. Ancora una volta non posso che rivedere lui in quegli occhi che adesso mi stanno scrutando con un misto di dolcezza e preoccupazione.                                            
Istintivamente e senza rendermene conto lo stringo forte a me, come se non volessi farlo andare più via.                                                                                                   

–Tu non mi lascerai mai, vero fratellino? Resterai sempre accanto me, non è così? Promettimelo Conan…promettimi che almeno tu non mi abbandonerai mai-.

Stupida.  Sto scaricando la mia angoscia e la mia frustrazione su un bambino di soli otto anni.

Stupida.  Invece di chiamare Sonoko e sfogarmi con lei, la mia migliore amica, mi sto facendo consolare da Conan, che forse nemmeno ha capito cosa mi sia preso d’un tratto.                                                                                                                                       
Sento le sue esili braccia avvolgermi le spalle e una piccola mano accarezzarmi i lunghi capelli castani.                                                      

–Te lo prometto, Ran… ti prometto che non ti lascerò mai sola. Mai. -.                      

Resto scioccata dalle sue parole. No, Conan non l’aveva detto solo per tranquillizzarmi e per farmi sentire meglio. No. Conan era consapevole di ciò che mi aveva detto, la sua non era stata semplicemente una risposta dettata dall’istinto.

*Ti prometto che torno subito *

Un flashback. Io e Shinichi a cena in un ristorante di lusso. Un ennesimo caso da risolvere. E lui non ha saputo resistere. L’ho aspettato per un’ora, due, tre…non lo ricordo più ormai. Fatto sta che non l’ho più rivisto. Eppure anche lui quella volta mi aveva promesso che sarebbe tornato.

Stupida. Ti stai di nuovo facendo abbindolare da una promessa. Sei una masochista. Una stupida, dannatissima masochista, Ran.

Ma quella promessa  mi faceva sentire bene. In quel momento mi faceva sentire protetta, al sicuro e con la consapevolezza che qualcuno non mi avrebbe mai abbandonato. Che qualcuno ci sarebbe sempre stato per me, in qualunque occasione. E quel qualcuno era Conan.

Stupida. Mi sto illudendo di nuovo.

Ma non mi importa. Non adesso almeno. Se dovrò star male per essermi illusa ancora una volta, così sia. Ma adesso no: ora voglio lasciarmi cullare dalle piccole e fragili braccia di Conan e dimenticare tutto per un istante.                                                                            
Sì sarò stupida perché mi sto facendo consolare da un bambino di otto anni, ma quel bambino è parte della mia famiglia. E io voglio che sia lui a starmi vicino: lui e nessun altro. Perché nessuno meglio di Conan conosce quello che ho dentro, né mio padre, né mia madre, né Sonoko.                                                               
Mentalmente continuo a ripetermi di essere solo una stupida. Ma va bene così.                                   
In fondo non devo dar spiegazioni a nessuno se voglio che un bambino con occhialoni e farfallino rosso mi accarezzi e mi continui a ripetere che non sarò mai sola.

Io sono felice. E per adesso va bene così.

  
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