Film > Pirati dei caraibi
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Autore: biondich    05/09/2011    3 recensioni
[libero seguito del quarto episodio della saga, Pirati dei Carabi- Oltre i confini del mare]
Sembra che Jack Sparrow non si sia dato per vinto con il voler ingannare il tempo e la sua assidua ricerca dell'eterna giovinezza lo condurrà dove nessuno è mai giunto prima.
C'è una mappa che non porta a nulla.
C'è una donna che indossa menzogne.
Un Viceammiraglio troppo ligio al suo dovere.
C'è il mare, silenzioso alleato di ognuno di loro.
C'è il Globo che vuole impedire che la meta sia raggiunta.
Genere: Avventura, Comico, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hector Barbossa, Jack Sparrow, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Ladies and gente,

Biondich è tornata! Via i ceri, le corone e quant’altro, non servono più!

Tornata da un luogo dimenticato da Dio e da Fastweb in cui mi sono ritrovata per più d’un mese, vi propongo quest’oggi il famigerato undicesimo capitolo.

Ho impiegato un mese per scriverlo, a causa di molteplici blocchi dello scrittore, ma il risultato è grosso modo soddisfacente.

Che altro dire? Ringrazio chi ha letto e recensito lo scorso capitolo, chiedo venia per non aver risposto in tempi decenti. Lo farò.

Anyway, se vi ricordate ancora di me, spero vorrete seguitare a farmi sapere cosa ne pensate di questa storia, grazie in anticipo, enjoy the reading,

Biondich!

 

 

 

 

 

Qualcosa serpeggiava nelle profondità marine; oscurava i fondali, travolgendone ogni masso ed estirpandone la flora che si strappava e attorcigliava intorno alle grandi scaglie della bestia, in una nuvola dalghe. Il Leviatano fiancheggiò ancora una volta la Perla Nera, ferendola e costringendola a rollare senza sosta.

Un grande occhio, dun giallo sporco, saettava irrequieto in ogni direzione, roteando con scatti fulminei nelle acque scure.

I sibili del mostro risalirono lo scafo della nave e raggiunsero i parapetti, torturando le menti provate dei marinai che indietreggiarono ancora di un passo, ammassandosi verso il centro del ponte di batteria. Qualcuno pregava, ripromettendosi che, se tutto fosse andato per il meglio, avrebbe abbandonato la pirateria per unonesta vita monastica; cera chi improvvisava un segno di croce piuttosto tremante ed impacciato, invertendo padri, figli e spiriti santi, in una gara di blasfemia che ben sintonava alle imprecazioni che scaturivano dalle bocche di molti.

Hector Barbossa attendeva.

Rigidamente composto, scrutava attentamente la distesa dacqua davanti a sé, oramai quasi del tutto libera dalla nebbia, e aspettava quell occhio ocra che celebrava la morte e la rispecchiava. Puntò la protesi, allennesimo buffetto che aveva fatto tremare la nave e arricciò le labbra, certo che ormai non mancasse molto. La bestia era affamata.

Non mi hai mai detto come si è conclusa quella curiosa avventura con la tua barchetta.- Jack Sparrow si avvicinò con discrezione al collega, deglutendo nervosamente e osservando con meticolosa attenzione la rigidità del volto di Hector, pietrificato lì bel bello sul ponte.

Sono qui, come vedi.- rispose seccamente il pirata più anziano, mentre un ghigno sardonico gli occupava le labbra. Gli occhietti azzurri lampeggiarono minacciosi, mentre le sopracciglia si inarcavano pericolosamente verso lalto.

Dovevi essergli indigesto, allora.- commentò Sparrow, con una smorfia orribilmente consapevole sul volto bruciato dal sole, puntando lo sguardo nella medesima direzione dellaltro.

Gli ho cavato un occhio con le mie mani.

E non ti ha mangiato? Onestamente, io ti avrei mangiato.- Jack ne fu quasi indignato e scrollò le spalle intorpidite, celando così lagitazione. Sentì lo sguardo azzurro di Hector perforargli la pelle e tirò un sorriso di circostanza, conciliandolo con un Assaggiato, almeno.

La nave rollò ancora una volta, mentre le assi scricchiolavano, stressate dalla forza della bestia che si apprestava a spalancare le fauci in un morso devastante per lo scafo della Perla. Le cime tremarono, accompagnando i fremiti di paura che tormentavano i marinai dalle pelli increspate, tese assieme ai nervi, in quella che pareva unattesa interminabile.

Cosa sta accadendo!- lo sconcerto e il disorientamento negli occhi del giovane George Coventry rispecchiavano a pieno il suo stato danimo scombussolato. Il naturale scetticismo dellufficiale inglese vacillava, a fronte degli avvenimenti degli ultimi giorni.

La bestia ci reclama a gran voce!- ringhiò Barbossa, mentre un boato sinistro copriva le sue parole, facendo tremare le sartie e i verricelli. Lo scricchiolare dello scafo si faceva sempre più intenso, man mano che le zanne del Leviatano incombevano maggiormente sulle assi ammuffite e lerce del grande galeone leggendario.

Che cosa?

Godetevi lo spettacolo, viceammiraglio, presto o tardi ci trascinerà tutti sul fondo delloceano.- mugugnò a denti stretti Hector, facendo saettare lo sguardo azzurro intorno a sé, pronto a cogliere la possente figura di un mostro che aveva già incontrato.

È impossibile! Dobbiamo trovarci su delle secche, non vi è altra spiegazione!- deglutì George, piuttosto allarmato. Ma gli occhi dellequipaggio, sgranati in espressioni al limite dello sbigottimento e del terrore, gli davano ad intendere quanto quel che dicesse fosse totalmente privo di senso. Ma gli risultava inevitabilmente grottesco, dare per più probabile leventualità daver sotto ai piedi un mostro marino.

Secche? Quali secche! Saremo noi a restarci secchi! - lo rimbrottò Jack, sobbalzando sul posto e roteando gli occhi scuri verso la sagoma sconcertata del giovane inglese. Poi, come colto da un lampo di consapevolezza, ruotò su sé stesso e rivolse unocchiata complice e orribilmente inquieta al collega pirata - Dì un po, questa bestiola è sola o in compagnia di papino?

Il Leviatano è legato alla sua nave e alla strega che lo comanda. Dove cè uno, cè laltra. Se Leroux ha liberato la bestia, non deve distare molto da qui. Ama osservare le navi affondare, non perderà certo lo spettacolo di vedere la Perla piegarsi ai suoi voleri.- gracchiò Hector, flettendo lateralmente il collo, nellintento di riassestare i nervi tesi e le ossa intorpidite da tanta umidità.

Ah -si limitò a commentare Sparrow, ritraendosi dun passo, mentre una smorfia intimorita si faceva prepotentemente spazio sul suo volto - Un tipo simpatico.

Un boato ancora più forte e la nave rollò come mai prima dora, sballottando i marinai a terra, fra rantoli soffocati e scricchiolii dossa, fin quando le onde non sincresparono e ribollirono, tentando di rifuggire la spaventosa sagoma che si apprestava ad emergere. Le scaglie scure rilucettero dun bagliore verdastro, colpite a pelo dacqua dalla pallida luce dun cielo grigiastro, mentre un grande occhio di topazio saettava irrequieto, impaziente di mettere a fuoco le proprie vittime. Unimmensa cresta, che avvolgeva lampia testa del rettile, si spiegò, disegnando un cerchio scarlatto attorno al mostro, mentre le fauci si spalancavano, avide di carne, legname e velame. Il muso abominevole del Leviatano scaturì dalle profondità marine, accompagnato da un vortice dacqua e un nauseabondo fetore di carne imputridita, seguito dal suo terribile verso che pareva provenire dallInferno stesso.

Maria madre di Dio …”- soffiarono in molti, quando le loro teste vennero oscurate dalla creatura infernale che si ergeva come una colonna sul mare, mentre una cascata dacqua si riversava sul ponte di batteria, assieme ad alghe e carcasse dogni genere.

I prodi marinai del galeone leggendario caracollarono verso le proprie postazioni, brandendo sciabole e fucili, preparando i cannoni, con mani tremanti e cuori scoraggiati al cospetto del gigantesco rettile che si elevava a pochi metri dalla nave.

George Fitzwilliam Coventry perse buona parte del suo colorito, mentre i suoi occhi chiari si posavano sul grande Leviatano e scorrevano il lungo busto squamoso, dai riflessi scuri e le piccole pinne vermiglie.

I cannoni esplosero i loro colpi, i fucili spararono, alcune fiocine sferzarono laria, ansiose di scalfire le dure scaglie della bestia, mentre il rinculo delle armi sbalzava di qualche passo lequipaggio, costringendolo a riassestarsi in fretta e furia, subito dopo.

Le palle di cannone sballottarono lo spesso tronco del Leviatano che vacillò sul posto, provocando un maremoto attorno alla Perla che cominciò a beccheggiare tormentata, accompagnata dallagghiacciante boato emesso dalla gola della creatura che si immerse rapidamente, in una nuova colonna dacqua, sotto lo sguardo sbigottito e velatamente rincuorato di molti marinai.

Tutto qui? Scappa, scappa, scappa ed è tutto qui?- uno scettico mastro Pintel levò un sopracciglio, arricciando il labbro superiore in quella che poteva parer comprensibile delusione.

Per tutta risposta, la nave sussultò, come avesse il singhiozzo, sospinta dal potente muso della creatura tornata fra le profondità marine. Furono in molte le occhiate furenti che incenerirono lo sventurato mozzo, mentre ognuno tornava al proprio posto. Il Leviatano riemerse con ferocia, con il grande occhio giallo illuminato duna luce selvaggia e spaventosa che non lasciava presagire nulla di lontanamente positivo. Spalancò le possenti fauci e spiegò le creste, prima davventarsi sulle balaustre della Perla, ben deciso a privarne la nave. I prodi marinai cercarono riparo verso il centro del ponte, mentre la bestia strappava loro di mano un cannone, sbalzandolo in mare aperto e trascinandosi dietro un giovane mozzo di Dominica che non voleva abbandonare il suo strumento. La bestia lo inghiottì, soffocando il suo grido e sovrastando, con il proprio verso, il sinistro rumore dossa che si frantumavano nella sua gola.

Mannaggia, mannaggia, mannaggia! - Jack Sparrow strabuzzò gli occhi, arricciando le labbra ed incominciando a correre in maniera a dir poco esagitata, sbracciandosi, mentre evitava le schegge di legno che volavano a destra e a manca lungo il ponte - Signor Gibbs! Mi si fa incredibilmente attraente lidea di aver tra le mani del rum!
Il rum il rum! - Eleonore Bennett, nascosta sotto le scalette che affacciavano sul castello di poppa, ponderò attentamente lidea che le era balzata in mente. Prese un lungo respiro, mentre il suo animo, fortemente provato dalla terribile visione duna bestia di tale stazza, si riassestava. Puntò gli occhi in direzione dei comandanti e scelse quello oggettivamente più affidabile, sperando che intendesse a pieno le sue parole - Barbossa! Il rum!

Hector si voltò, regalandole unocchiata folle e complice, mentre un ghigno raccapricciante gli deformava il volto in quello che doveva parere un sorriso dassenso -Il rum!

Il rum? Quel rum? - Jack guardò entrambi con rimprovero, contrariato e sconvolto da una proposta così folle e priva di senso alcuno. Barbossa ringhiò furioso, facendo vibrare la piuma del suo cappellaccio e puntando la spada contro il volto di Sparrow che deglutì nervosamente.

E sia, il rum!- abbaiò il Capitano, facendo cenno a quanti più uomini possibili di recuperare lunico vero tesoro a bordo della Perla.

Barbossa, aspettate! Volete far saltare in aria la bestia?- George Coventry si fece spazio fra la folla, sgomitando per avanzare e tentando di contrastare il caos che regnava sovrano sul ponte. Come potevano, quei pirati, suggerire una soluzione così perigliosa? Non avevano un briciolo di buon senso?

La signora ha suggerito unidea interessante, si. - ruggì Hector, zoppicando avanti e indietro ed osservando con ira il Leviatano, erto ancora sopra lacqua e pronto ad attaccare di nuovo - Prendete ogni barile che incontrate sulla vostra via, riempite ogni cannone di quel che trovate, dei vostri compagni stessi se necessario!

Sganciate i cannoni, muoversi, sciò!- ululò Jack, avanzando con fare baldanzoso e sovrastando la voce di Barbossa che tacque improvvisamente, lanciandogli unocchiata torva.

Coshai in mente, Sparrow !- mugghiò Hector, puntellando la gamba di legno per andargli incontro e assicurarsi che il suo gracchiare lo stordisse ben bene. Sputacchiò a destra e a manca, inumidendo la barbetta fulva e buona parte del volto del più giovane.

Il Capitano lo ignorò volutamente e tornò a rivolgersi alla ciurma piuttosto affranta e spiazzata dallultima richiesta del comandante. Ho detto, sganciate i cannoni, si, ma poi riagganciateli! Usate le cime! E chi diavolo devo uccidere per avere del rum?

Una forte spallata di Hector lo fece roteare su sé stesso e Jack fece per controbattere, quando la sua attenzione, e quella di tutto lequipaggio, fu attirata dallabominevole Leviatano che si immergeva nuovamente tra i flutti, lasciando sgomenti i marinai con le casse di rum fra le mani.

Sembrava una resa, ma capitan Barbossa non pareva essersela bevuta. Più furente del solito, il vecchio pirata sbraitò qua e là che i suoi uomini si affrettassero, che trascinassero sul ponte le casse con i denti, se necessario. Per morire cè tempo!- ruggì, mentre lui stesso legava assieme le botti, intrecciando attorno ad esse quante più cime trovava.

Discretamente, Jack Sparrow sganciava i cannoni; aiutato dallammirevolmente fedele Joshamee Gibbs, si apprestava a sabotare le uniche armi efficaci contro la creatura, per un piano che gli era balenato in mente, pochi istanti prima o giù di lì, e che il grande pirata non riusciva ancora a vedere come infallibile.

Ti dispiace spiegarmi perché diavolo stiamo facendo tutto questo, Jack?- borbottò seccato il buon quartiermastro, sganciando lennesimo cannone, per poi riavvolgerlo saldamente con delle cime, legate ben strette alle balaustre.

Slegare e legare, Gibbs, il perché non sei tenuto a saperlo! Quando lo saprò, lo sapranno tutti, sai?

Una sonora scatarrata di Joshamee segnò la ripresa delloperazione apparentemente priva di senso, eseguita con discrezione e potenzialmente inutile.

Hector Barbossa ed il suo gomitolo di rum attendevano.

Entrambi oscillando su sé stessi, in precario equilibrio, chi su un punteruolo, chi su delle cime strette scompostamente, aspettavano che il mostro facesse il suo ritorno.

Unimmensa sagoma, oblunga e scura, scaturì violentemente dallacqua, dando evidente segno di quanto il Leviatano fosse furioso. Un sibilo sinistro fece tremare lacqua che ribollì, tagliata dalla lunga coda, che, con le pinne scarlatte spiegate, puntava a gran velocità la Perla Nera.

Il corpo possente della bestia emerse totalmente dallacqua, strisciando lungo lo scafo del galeone, mentre le scaglie, dure come la roccia, si ancoravano alle assi della nave, scalfendole e sfregiandole. La grande coda irruppe violentemente sul ponte di batteria, distruggendo buona parte dei parapetti e ambendo alle carni dei marinai che si ritrassero, visibilmente colti di sorpresa. Fu allora che, con inimmaginabile tempestività, Barbossa e alcuni uomini sospinsero le casse di alcolico verso lestremità della bestia che lafferrò, attorcigliandovi intorno la coda e trascinandola a sé.

Le botti graffiarono le assi lerce della Perla, strette fra gli uncini alle sommità delle creste del Leviatano, mentre si apprestavano a raggiungere quel che restava delle balaustre di dritta, ridotte ad una nuvola di schegge, per poi capitolare in mare, nelle sue fauci.

Lestamente, Hector imbracciò un fucile e fece fuoco su quel che intravedeva delle casse, augurandosi che il piano originale avesse un esito quantomeno positivo. Un boato segnò linizio dellesplosione, seguita dal divampare di fiamme feroci che attaccarono le carni del gigantesco serpente marino che si ritrasse, avvolgendosi su sé stesso e cercando riparo nelle profondità delloceano.

Furono in molti a trattenere il fiato, con gli occhi esausti puntati sul tratto di mare infuocato nel quale la bestia si celava.

Più rum o userò quello che avete in corpo voi, per bruciare quel pesce!- ululò Barbossa, con gli occhi azzurri spalancati in unespressione esasperata e consapevole di quanto poco efficace fosse stato il loro primo attacco. Puntellò la protesi di legno avanti e indietro, rischiando più volte di finire muso a terra, incespicando nei solchi provocati dal trascinamento delle casse e dalle scaglie dellimmenso rettile.

Molti marinai si scambiarono fra loro occhiate sconsolate, constatando daver esaurito ogni scorta.

La Perla Nera rollò ancora una volta, mettendo in ginocchio lequipaggio sfinito, e oscillò pericolosamente a dritta, spinta dalla potente coda del mostro, più furioso che mai, mentre la grande testa della creatura infernale si ergeva ancora una volta sul mare, con le fauci spalancate e le creste scarlatte che vibravano minacciose. Un fetore immondo colpì i marinai, aggrappati a quel che trovavano, costringendoli a storcere nasi e bocche in espressioni al limite del nauseato e del terrorizzato.

Oi! Tutti sottocoperta!- ruggì Capitan Jack Sparrow, aggrappato alle balaustre di babordo con ambedue le braccia e un piede, i denti serrati per lo sforzo e il tricorno in precario equilibrio sulla testa scura. I ninnoli fra i suoi capelli tremarono, annunciando limminente perdita del prezioso copricapo.

Codardo!- ringhiò Hector, serrando ancor di più la presa intorno allalbero maestro e ancorando al legname le unghie lerce e rovinate, nellintento di non scivolare dritto in bocca al gigantesco rettile che li attendeva a dritta.

Fifone!- replicò Jack, indignato, col volto paonazzo per lo sforzo di mantener salde le braccia intorno al parapetto.

Vigliacco!

Imbelle!

Vile!

Pusillanime!

Spaaaaarrow!

Barbossa?

Jack!

Gibbs!

Capitani!

Chi sei tu?

Un grido atterrito di Eleonore Bennett sembrò riportare lordine sul ponte della Perla Nera, costringendo i numerosi litiganti a tacere e convergere le loro attenzioni in sua direzione.

Ma la loro considerazione per la giovane ladra francese ebbe breve vita e, ben presto, lequipaggio fu costretto a cercare nuovi appigli, mentre la nave rollava in maniera oltremodo pericolosa, reclamata con prepotenza dal grande serpente marino sotto di essa.

Jack Sparrow, saldamente stretto alle balaustre, si issò, in precario equilibrio, sul parapetto di babordo, avanzando con passetti traballanti e rischiando più volte di finire o in mare o in bocca al Leviatano. Procedette con cautela, a spada sguainata, con lo sguardo folle puntato sulle cime che lui e il buon Gibbs avevano annodato. Due funi principali tenevano uniti tutti i cannoni di babordo, come fili di perle.

Una sonora sciabolata sganciò il primo cannone dalle balaustre, che tese ben bene tutte le cime restanti. La pesante arma ruotò su sé stessa, con la bocca puntata verso il grosso serpente dalle fauci spalancate, a dritta.

Una seconda stoccata, e la pesante collana di cannoni cominciò a scivolare sempre più verso il lato opposto, fra cigolii sinistri e scricchiolii di legname esausto per simili sforzi.

Non vorrà certo …”- George Coventry osservò la stravagante figura di Sparrow, con gli occhi chiari sgranati e il fiato trattenuto dallo stupore.

Vuole, vuole!- gracchiò Joshamee, sguardo azzurro puntato su di un barcollante Jack, intento a far scorrere la pesante catena di cannoni sempre più in basso.

Tagliata lultima fune, la fila di cannoni precipitò dritta su sé stessa, percorrendo a gran velocità il ponte e scivolando svelta in mare. Il primo cannone centrò, con gran meraviglia di tutti, le fauci spalancate della bestia che indietreggiò, soffocata e affranta dal peso delle armi. Le funi ressero per quel che poterono, ruotando attorno al collo del mostro e avvolgendolo come spire, sempre più strette, man mano che vorticavano.

Sopraffatto dallinsostenibile peso delle armi, il Leviatano si piegò allindietro, contorcendo il busto stressato dalle funi, fin quando non cedette e scivolò tra i flutti, trascinato sul fondale dal serpente di cannoni.

La Perla Nera, libera dalla forza opprimente della bestia, rollò ancora una volta, per poi tornare in equilibrio stabile, sulloceano, mentre le onde rifuggivano lo scafo e tornavano a tremare, colpite dal vento. Jack Sparrow, in precario equilibrio, ricadde malamente sul ponte, scivolando a terra e finendo dritto contro la base dellalbero maestro, con un rantolo soffocato.

Sospiri di sollievo si levarono dal galeone, mentre i visi contratti per la tensione si distendevano, gli animi si alleggerivano e i cuori riprendevano a battere regolarmente.

Seminascosto nella nebbia, il Globo di Atlante sferzava silenzioso le onde grigiastre, diretto verso le sue prede, animato da un vento proprio, che proveniva dalle viscere della nave stessa.

Alla vista della Globe, i marinai della Perla si armarono di quel che trovarono, tesi come corde di violino, con gli occhi sgranati e le interiora di nuovo in subbuglio, al pensiero dun possibile scontro.

Ad Eleonore Bennett mancò il fiato, mentre puntava gli occhi azzurrognoli sul galeone verdastro che le si faceva sempre più prossimo; si morse un labbro, torturandosi febbrilmente le dita delle mani, poi cercò riparo nel sottoscala del castello di prua, dove si rannicchiò, augurandosi che lintero equipaggio si dimenticasse di lei. Per una volta, non esistere le avrebbe giovato.

Jack Sparrow, discretamente e in punta di piedi, si nascose dietro lalbero maestro, auspicando di non dare nellocchio più del dovuto.

Dovè Jack Sparrow.

Theodore Leroux, distolse lo sguardo dalloculare del cannocchiale doro che aveva fra le mani e ruggì quelle parole con tono solenne, drizzando il mento e socchiudendo, come un gatto, gli occhi neri.

Hector imprecò, facendo saettare lo sguardo azzurro in ogni direzione, in cerca della seccante sagoma di quel bellimbusto di Sparrow. Appurato che quelle treccine non donavano affatto allalbero maestro, si avventò sul collega, trascinandoselo dietro con un -E muoviti!- piuttosto adirato.

Il Capitano ghignò timidamente, mentre un nodo gli opprimeva la gola incredibilmente secca, in quel momento.

Jack! È da una vita che non ci vediamo.- un cenno del capo e una curiosa smorfia che doveva parer un sorriso, Leroux fulminò Sparrow con uno sguardo agghiacciante.

E da una morte!- aggiunse nervosamente laltro, con un sorriso a labbra serrate e le braccia allargate platealmente in un mezzinchino traballante.

Sono lieto che tu sia vivo. Per il momento. - il capitano della Globe sorrise mefistofelico, spalancando i due tizzoni ardenti che aveva per occhi e ponendo entrambe le mani nelle ampie tasche della blusa che indossava.

Ma che fortuna, guarda un po.- si limitò a replicare Jack, con un sorriso tirato e le sopracciglia inarcate che tentavano di nascondersi sotto la bandana rossiccia e scolorita.

È curioso, come il Destino, a volte, si faccia di parte. Trovo la mappa di Hamlin che mi viene rubata a pochi giorni dalla partenza per la Baia e vengo a sapere che la ladra che me lha sottratta viaggia a bordo della Perla Nera, capitanata niente pò pò di meno che da Jack Sparrow in persona, mio rivale dallalba dei tempi. La Sorte mi ha fatto risparmiare una traversata. Sarei comunque venuto a cercarti, una volta tornato da Cabo de las Sombras.

Un aneddoto interessante, sono certo che sarai lanima delle feste, se lo racconterai.- Sparrow, recuperata un po di sicurezza, iniziò a passeggiare lungo il ponte privo di balaustre, osservando le punte lerce dei propri stivali, con noncuranza.

Noi avevamo un accordo, Jack, rammenti? Ho sacrificato la mia vita, nella ricerca di quella carta, e lho trovata. Secondo il nostro patto, devi cedermi ogni valore in tuo possesso. Cominciamo dalla nave.
Ah …” - a quelle parole, il Capitano arrestò il suo incedere e girò sui tacchi, guardando Theodore con un sorriso beffardo sotto i baffi spettinati -Non puoi.

Non posso?

Nossignore che non puoi! Io la invalidai, la gara di cui tu sproloqui.

La invalidasti?

Sapendoti morto e defunto, la sciolsi.

Ma io sono ancora vivo …”

Eh no, tu sei di nuovo vivo. E a proposito di questo, ho un interessante quesito da sottoporti: come?- gli occhi di Sparrow si illuminarono dinteresse, osservando quel losco figuro morto e risorto.

Non rientra nel tuo interesse saperlo, Jack. Rendimi ciò che mi spetta di diritto ed io ed i miei uomini saremo magnanimi. Forse.- sibilò spazientito Leroux, dando un pugno al parapetto pietrificato del Globo di Atlante. Digrignò i denti e fece schioccare la lingua, tediato per la poca efficacia delle sue minacce.

Non è la mia nave, che vuoi.- precisò Jack, con un indice ammonitore dritto davanti al naso.

È vero, non posso negarlo. È ciò che vi è a bordo, che bramo più di ogni altra cosa.

E io non te la do!

Come prego?

Vedi, Teddy, ripensandoci, io non debbo niente a te e tu non devi avere niente da me. Non dobbiamo doverci nulla. Ma tranquillo, saprò perdonare questa tua visita sgradita.- con un lieve inchino irriverente, Jack Sparrow metteva a dura prova la pazienza del filibustiere francese davanti a lui.

Voglio quella mappa, Jack Sparrow, e la donna che me lha rubata!- ruggì spazientito Theodore, in barba alla sua maschera spaventosamente pacata. Le sopracciglia nere precipitarono verso il basso, mentre le rughe della fronte disegnavano linee raccapriccianti sul volto delluomo.

Eleonore, celata nel sottoscala, sobbalzò, al suono di quelle parole.

Lavevo detto che non era la nave, ciò che bramavi.- lo canzonò Jack, con il sorriso di che se la intende meglio del Demonio stesso.
Puoi consegnarmele spontaneamente e aver salva la vita, o lasciare che sia io a prenderle. Nel modo più crudele possibile.- puntualizzò un Leroux ben più calmo, con entrambe le mani serrate attorno al parapetto e le unghie ancorate ad esso, che si spezzavano e piegavano, a contatto con il legno pietrificato.

Possibilmente no! -ribatté frettolosamente Sparrow, oscillando lievemente in avanti. Poi si fece improvvisamente serio e lanciò al suo interlocutore unocchiata misteriosa. Sfregò lindice ed il medio con il pollice, pulendosi le unghie trascurate con i denti - Tu tu sai che occorre lombra duna chiave, per entrare laggiù?

Non è una questione di cui debba preoccuparmi.- sorrise pieno dorgoglio Theodore, lanciando unocchiata furtiva alla spessa porta che dava sui ponti inferiori e socchiudendo gli occhi, ancora una volta.

Ce lhai?- domandò stupito Jack, con lo sguardo scuro illuminato duna luce stralunata. Unì le mani in un breve inchino, poi sorrise fra sé, al bagliore accecante dunidea che gli era balenata in mente.

Non sono certo uno sprovveduto, Jack Sparrow. Ora, fa la tua scelta.

Parlè.

Parlè?- Theodore inarcò scettico un folto sopracciglio, colto di sorpresa. Era una richiesta quantomeno insolita e dissennata, quella di Sparrow.

Mi appello al diritto di conferire con il capitano, o quello che è. Si.- puntualizzò Jack, annuendo fra sé, ben convinto della sua richiesta. Si premurò di non voltarsi per guadare i volti stupefatti dei suoi uomini, e mantenne ben fermo il suo sguardo su Leroux.

Tu stai già parlando con il capitano!- sibilò spazientito il comandante della Globe, battendo le mani sulle balaustre e sporgendosi in avanti, in uno scatto dira piuttosto insolito.

Io ti sfido. - proseguì con innaturale calma Jack, camminando con fare baldanzoso e lanciandogli unocchiata altezzosa. In assenza dun guanto, si cavò dalla mano uno dei numerosi spessi anelli che indossava e lo lanciò con forza verso Theodore; il gioiello colpì debolmente la blusa scura di Leroux, per poi ricadergli ai piedi, in un sonoro tintinnio, placato dalla durezza del legno del ponte della Globe.

Un duello?- domandò accigliato il pirata, raccogliendo lanello e rigirandoselo fra le mani, dubbioso.
Sissignore, un signor duello! Duelli?
Non mi sono mai tirato indietro, davanti ad una sfida.- diramò con alterigia Leroux, sollevando il mento affilato e socchiudendo con fierezza le palpebre pesanti.

Ma che bello! - Jack esultò gioviale, plaudendo la risposta dellavversario e sobbalzando sul posto, in un sonoro scroscio di ninnoli. Si voltò entusiasta verso il proprio equipaggio sconvolto dallatteggiamento fuori luogo del comandante, poi tornò a focalizzare la propria attenzione sullimmenso galeone dirimpetto - Secondo il codice stilato la Morgan e Bartholomew, è assolutamente, categoricamente, severamente vietato, pena la morte, duellare su una nave.- socchiuse gli occhi, tentando di ricordare gli enunciati del grande manuale, poi sorrise, riportando alla mente lo scambio dopinioni avuto pochi giorni addietro con Hector - Ma - con un indice davanti agli occhi, Jack fece una lunga pausa, prima di proseguire - ecco che ti propongo: un duello in territorio neutrale, io e te, tu ed io, soli soletti in uno scontro potenzialmente mortale. Chi vince prende tutto. Non so tu, ma io non sto più nella pelle.- sorrise infine, tentando di parer convincente.

Perdonami, Jack, ma proprio non riesco a fidarmi. Perché duellare con te, rischiando di cadere in una delle tue subdole trappole, quando posso comandare ai miei uomini e al Leviatano di trascinare la tua nave sul fondo più remoto delloceano e guardarti annegare, come fremo dalla voglia di fare?

Perché io so qualcosa che tu non sai, ma che vorresti sapere. E sapendo quel che io so, sapresti dove si trova quel qualcosa che tu non sai di voler sapere. Sai?- replicò Sparrow, con un sorriso enigmatico sul volto. Lo sguardo truffaldino si accese, illuminato da un qualcosa che gli era balenato in mente.

Potrei sempre minacciare di farti saltare le cervella e tu mi diresti tutto quel che voglio apprendere.

No. Io ti direi quel che tu vorresti sentirti dire. E a quel punto, una volta bello che morto, sarebbe difficile estrapolarmi alcunché, specie se, vivo, ti avessi mentito.

Gli uomini morti non raccontano bugie.- sibilò tediato Leroux, mettendo mano alla sua pistola, incastrata nella cintola sotto la blusa.

So dove si trova il tesoro di Jean Hamlin.- affermò con sicurezza Jack, con negli occhi un vago sguardo di sfida.

Perché mai dovrei interessarmi al suo tesoro! Non è loro, ciò che di più prezioso aveva.

Perché lha sepolto alla Baia e nessun sano di mente oserebbe addentrarsi laggiù, per seppellire poche monete. Comprendi? Avere entrambi i tesori di Jean Hamlin, ci pensi?

Theodore Leroux soppesò attentamente le parole del rivale, affascinato dal pensiero di poter aver fra le mani entrambi i grandi segreti del misterioso filibustiere scomparso in circostanze altrettanto oscure.

E sia, duelleremo.- sibilò con risolutezza il pirata francese, dallanimo nero acceso dal sentimento di sfida che si annidava in lui - Ma perché ciò si compia, ho bisogno che tu mi dia una garanzia. Qualcosa che mi lasci intendere che non si tratta di un semplice gioco.- digrignò i denti acuminati e lanciò a Sparrow unocchiata arrogante e provocatoria, lungi dal consueto sguardo scuro e gelido.

Quel che è giusto è giusto! Io la garanzia te la do eccome, garantito! - plaudì Jack, ancor più euforico. Si guardò intorno, in cerca della tremante figura di miss Bennett e la indicò con ingenua semplicità - Eccola qua!

Prego? - Eleonore sussultò, scioccata dalle parole del comandante. Sgranò gli occhi dun azzurro sporco, mentre il suo colorito smunto impallidiva ancor di più, a fronte di quanto stava per accadere. Rifuggì la mano del Capitano, rannicchiandosi maggiormente nel sottoscala, fin quando poté, e minacciando di mordere le dita di Sparrow, se si fosse avvicinato ancora.

Con una smorfia seccata sul volto ambrato, Jack afferrò la giovane ladra per un braccio e la trascinò non troppo gentilmente sul ponte, dovendo far leva sulle gambe, per trainare quel peso morto che si dimenava in modo esagitato, con le lacrime in procinto di sgorgare.

Non la consegnerete nelle mani di quel folle!- George Coventry, indignato da un simile atteggiamento nei riguardi duna donna, con lanimo disonorato per aver ceduto allinganno di quel losco figuro di Leroux, fece per soccorrere miss Bennett, ma fu presto trattenuto per le braccia da alcuni uomini e costretto a tacere.

Jack Sparrow, voi siete un mostro! No!- gridò Eleonore, divincolandosi e scalciando con quanta forza aveva in corpo, con i capelli scarmigliati che le ricadevano copiosi sul viso atterrito.

Suvvia, non essere timida, mia cara!- la incitò Jack, tentando di soffocare quel senso di colpa che, assai raramente, faceva la sua comparsa, rammentandogli quanto in verità fosse un bravuomo.

Lasciatemi! No! NO!

Una buona chiave, apre ogni tipo di porta, se capisci che intendo, gioia.- le sussurrò con discrezione Sparrow, ammiccando con unaria vagamente complice.

La scortò di peso verso quel che restava delle balaustre, facendo cenno a Pintel e Ragetti di preparare una scialuppa, in fretta e furia.

Che cosa?- sibilò confusamente la ragazza, osservando interdetta il fascinoso pirata che la stava condannando.

Arrivederci!- sorrise ilare infine lui, issandola sulla barchetta ed ignorando i violenti tremori che la assalivano.

È una follia, io non …”- balbettò sconcertata la giovane ladra, lanciando unocchiata supplichevole ad ogni membro ammutolito della ciurma che la osservava, costernato.

Adieux, mademoiselle!- ghignò sardonico Barbossa, con tanto di cappello fra le mani, lanciandole unocchiata mefistofelica e soddisfatta. Poi inclinò lievemente il capo, regalandole con discrezione uno sguardo ben più umano e compassionevole che si sbrigò a nascondere nuovamente.

La scialuppa fu ben presto calata in mare, bagnata dai flutti e dalle lacrime di coccodrillo duna giovane criminale, costretta ad affrontare la realtà dei fatti, disarmata delle proprie subdole ed ingannevoli armi cui era avvezza.

Tirò su con il naso, ben decisa a dissimulare la sua paura, mentre veniva issata con forza dal quartiermastro e scortata al cospetto della figura aguzza di Theodore Leroux, rigidamente composto, con uno sguardo inquisitore negli occhi neri accesi dira.

Eleonore Bennett. È così che vi fate chiamare, dico bene?- sibilò derisorio, increspando le labbra in un ghigno malevolo, per poi fulminarla con lo sguardo.

Cane!- sibilò la giovane, prendendo un poco di coraggio, senza osar levare lo sguardo sul proprio incubo personale. Rabbrividì, avendo la conferma di quanto Leroux fosse ben informato su di lei.

La sua vita sarebbe presto capitolata, ne era ormai certa.

Siete proprio voi, non vi sono dubbi.- sibilò il comandante, con un tono che le fece raggelare il sangue nelle vene -Signor Boulange, scortate la nostra prigioniera nella sua cella.

N-non volete uccidermi?- tartagliò la fanciulla criminale, accigliata.

E liberarvi così da pene e affanni? - replicò candidamente il filibustiere francese, lasciandola basita - No, certo che no. Ho in mente qualcosa di più eterno, mademoiselle.

La giovane ladra sentì le ginocchia cederle, afflitta da terribili tremori, mentre tentava di dare un senso alle oscure parole del temibile pirata, e si lasciò trascinare nelle viscere della nave, senza opporre alcuna resistenza, troppo scossa per proferire parola o scalpitare.

In rigoroso silenzio, Eleonore Bennett sprofondò nella sua paura più grande.

Oi! - Jack Sparrow richiamò presto lattenzione di Theodore , sbracciandosi con foga ed ammiccando qua e là - Sei un uomo di parola?

Si.- rispose risoluto Leroux, allargando le braccia in segno dovvietà.

E allora parliamo! - il rivale schioccò le dita, soddisfatto, ben deciso a prender tempo e quantaltro per il suo ingegnoso piano ancora non ben definito - Ti concedo di scegliere larma per la nostra singolar tenzone.

Non sei nella posizione di poter concedere alcunché, Sparrow!- ringhiò il comandante della Globe, intollerante, ormai, allimpudenza dellavversario.

Questo te lo concedo! Ma, a parer mio, la scelta dellarma è alquanto significativa ed inevitabilmente importante, il ché mi porta a sottolineare che se sta a te la selezione degli strumenti, a me tocca, ben più umilmente, la scelta dun luogo. E, a questo proposito, io lavrei già trovato il suddetto loco. Quella là. - Jack strappò di mano un cannocchiale a Hector e puntò lo sguardo su di unisola assai prossima ai due grandi galeoni - Cioè là.- la indicò col braccio, dovendosi spostare leggermente, per mantenerne la visuale.

Molto bene.- sibilò Leroux, dando ordine allequipaggio silenzioso di riprendere le mansioni, per poi dare un ultimo sguardo severo ed agghiacciante alla Perla Nera.

Che cosa stai cercando di fare, Jack?- Hector Barbossa si avvicinò con discrezione allillustre collega, schiarendosi la voce e lanciando unocchiata rancorosa allimmenso galeone che li affiancava.

Richiedimelo quando saremo a terra.- bisbigliò Sparrow, con gli occhi scuri e folli che saettavano qua e là, furtivi e inquieti, evitando le scorse inquisitorie di Gibbs e quelle furiose e indignate di George, con gli occhi chiari ricolmi dodio.

Ci ha salvati dalla bestia.- soffiò Joshamee, mantenendo lo sguardo azzurro dritto davanti a sé e prendendo un lungo sorso dalla sua riserva personale di rum, per poi riporre la fiaschetta al sicuro, sotto la giubba.

Ha condannato a morte una donna, consegnandola ai pirati.- sibilò astioso Coventry, con le mani fra i capelli, mentre lanciava occhiate malevole ai due comandanti.

Gli riusciva incredibilmente malagevole persuadersi che quei pirati fossero i buoni della storia.

Credi davvero che a Londra avrebbe fatto una fine diversa, ragazzo?

La sua condanna sarebbe stata decisa in seguito ad un processo.- sbottò punto nel vivo il giovane ufficiale, volgendo il capo verso il quartiermastro in buona parte brillo che parlava a sproposito.

Lho vissuto un processo e posso dirti per certo che i vostri giudici sono degli attori straordinari. Sembra quasi che sia la giustizia, a prevalere.

Come osate, voi !

Miss Bennett se la caverà, non grazie a Jack, questo è certo. Ma neanche grazie a voi.- lo quietò Gibbs, arricciando il naso e grugnendo sonoramente, con un sobbalzo.

Cosa ve lo fa pensare?- George sembrò placarsi ed osservò il vecchio marinaio, sollevando il mento ed inarcando un sopracciglio castano, mentre inspirava profondamente.

Lha fatta in barba a Leroux, alla Marina e, sotto sotto, credo abbia messo nel sacco anche tutti noi.

E che ne sarà di noi, ora, signor Gibbs?

Combatteremo per il nostro Capitano, ragazzo, come bisogna che si faccia. Ti conviene scegliere da che parte stare, e alla svelta! Non farmi sprecare una spada, se poi mi ti rivolti contro, intesi?

Siete stato cristallino, Gibbs.

C- Capitano, c-con tutto il rispetto, non staremo andando verso …”

Più in là, un mozzo biondiccio tese il lungo collo ossuto e si sporse leggermente, in punta di piedi, con locchio buono puntato sul tratto di terra stranamente familiare cui la Perla e il Globo si dirigevano incontro.

Si, mastro Ragetti, è lì che andiamo. E visto che sembrate il solo ad averlo notato, vi pregherei di tenervelo per voi, stretto come se davvero fosse un segreto. - ghignò sardonicamente Hector, fulminando con lo sguardo il sottoposto che ritrasse il collo, come una testuggine al cospetto dun feroce rapace.

Non è un caso che tu abbia scelto quellisola, dico bene?- indagò Barbossa, lanciando unocchiata complice a Jack, accanto a lui. Questi sobbalzò, colto evidentemente di sorpresa.

Cosa, caso? È unisola come le altre, Hector, solo che si muove.

Perché tornare là? Coshai in mente? Non sei stanco di veder la Perla tra le fauci delle più svariate e letali bestie?

Tu parli troppo.

Attento, Jack, ricorda che la mia alleanza ti è necessaria.- tuonò pericolosamente il pirata più anziano, con gli occhietti azzurri spalancati al limite ed il naso importante che incombeva minaccioso sulla fronte di Sparrow.

Di male in peggio! - gesticolò il Capitano, allontanandosi dun passo dalla sagoma minacciosa di Hector. Girò sui tacchi, facendo mulinare le treccine ed i ninnoli ad esse connessi che si scontrarono contro lispida barbetta del collega, e si concentrò sui due poveri Pintel e Ragetti, poco lontani - Tu e tu! Baderete alla barca e quando io vi è tutto.

Non lascerò di nuovo la mia nave a questi due idioti!- ruggì Barbossa, pungolandogli una spalla e costringendolo a voltarsi nuovamente verso di lui.

Capitan Barbossa, lultima volta abbiamo appurato che, tecnicamente, non eravamo noi a muo …”- intervenne timidamente Ragetti, torturandosi le dita ed abbozzando un sorriso tenue e giallastro; fu presto costretto a distogliere lo sguardo, ad unocchiataccia truce del comandante.

Io ce li lascio eccome sulla mia nave, invece, pensa un po. - proseguì Jack, oscillando sul posto e dando un buffetto alla spalla di Hector che lo guardò in cagnesco, mugugnando qualche parola inintelligibile. Poi, ben più gioviale, Jack Sparrow annunciò sei parole assai più che scioccanti - Oh, e ti nomino temporaneamente Capitano!

In molti, sul ponte, trattennero il fiato, spalancando gli occhi in espressioni stupite, scioccate, sconcertate. Pintel arricciò così tanto il labbro superiore, che la linea della bocca finì dritta nellocchio che a sua volta si perse fra i radi capelli che aveva in testa.

Gibbs mandò giù di traverso quel po di rum che era riuscito a serbare per i tempi avversi, avvampando improvvisamente e ritrovandosi muso a terra, fra rantoli e singulti.

Come?- il neo comandante (ufficialmente, sintende) grugnì annichilito, arricciando le labbra e scoprendo le gengive malsane. Sgranò gli occhi azzurri e gonfiò il petto, tirando in dentro il mento, piuttosto colpito dalle parole del collega.

Hector Barbossa aveva ottenuto ciò che desiderava da tempo: Sparrow aveva rinunciato a qualunque diritto sulla Perla, spontaneamente. Era forse possibile?
Jack! Lo hai …”- Joshamee soffiò, rischiando dinciampare su Ragetti, a cui era caduto locchio.

Capitan Barbossa. In effetti, suona bene. Ora, Hector, prendi il timone, abbaia e impreca a destra e a manca, fa quello che facevo io. Non ti dovrebbe venir difficile, si? Anche se io lo facevo meglio.

Coshai in mente, Sparrow!- ringhiò il nuovo capitano della Perla Nera, agguantandolo per la spalla e costringendolo a compiere una maldestra piroetta su sé stesso.

Guarda che se non lo vuoi, questo titolo, me lo riprendo!- sorrise candidamente Jack, gesticolando ed oscillando al contempo.

Col cavolo!- Hector lo spinse via, zoppicando verso il timone, sotto lo sguardo incerto dellequipaggio, ancora scombussolato dalle ultime nuove.

Lasciare la Perla a Barbossa? Sicuro di sapere quel che fai, Jack?- mastro Gibbs si appropinquò con discrezione al compagno davventure e avversità, lanciando unocchiata furtiva a Barbossa che col petto ricolmo di soddisfazione si atteggiava ancor più del consueto a comandante.

Guardando indietro nel tempo, valutando attentamente gli ultimi eventi e, possibilmente, immaginando lesito prossimo di quel che mi propongo di fare, probabilmente no.

Dobbiamo preoccuparci, ehm Capitano?

Quando mai non ci siamo preoccupati, signor Gibbs?

   
 
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