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Autore: CatchingLightning    05/09/2011    5 recensioni
Talia ha voluto sperarci fino all'ultimo.
Non ha voluto credere a quello che gli altri dicevano nemmeno dopo averlo visto con i propri occhi.
E Talia ci spera ancora. Perché anche quando tutto il mondo sembra avercela con te e ti senti come se stessi per cadere dall'orlo di un precipizio, devi trovare un appiglio e continuare a sperare.
O, almeno, continuare a sognare il tuo strano, impensabile ed improbabile lieto fine.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Talia Grace
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
- Questa storia fa parte della serie 'Lieto fine?'
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Nessuna risposta


Quella mattina, ancor prima che il sole sorgesse, mi trovavo sul monte Tam. Quello stupidissimo ammasso di rocce dove Luke ed il Generale avevano intrappolato Annabeth, Artemide e dove il "povero-sfortunato-assetato-di-sangue" Atlante continuava a sorreggere il Cielo, borbottando maledizioni in greco antico e deprimendosi canticchiando Jesse McCartney.
Avevo impiegato poco tempo ad arrivare a San Francisco da New York, quel 19 Agosto. Ero letteralmente volata via, non lasciando alle altre Cacciatrici nemmeno un biglietto di spiegazioni. Era appena finita la guerra contro Crono e forse si sarebbero preoccupate per me, ma in quel momento non me ne importava un granché.
Non c'era nessuno con me, ero completamente sola. Non che volessi essere trovata, ovvio.
Ero lì, in piedi, nel punto esatto da dove lui era caduto un paio d'anni prima.
La brezza mi scompigliava i capelli. Non avevano bisogno di essere più scompigliati, in realtà: erano sempre così carichi di elettricità che le spazzole, i pettini ed i bigodini scappavano per paura di rimanerci secchi.
Sospirai, guardando il fondo del burrone.
Voglia di vivere? E chi l'aveva più?
Avrei potuto buttarmi da un momento all'altro, che avevo da perdere?
Al massimo avrei raggiunto Luke negli Inferi... non sarebbe stato affatto male, considerando come stavano andando le cose per me in quel momento: il giorno prima ero stata bloccata sotto una stupidissima statua di trenta tonnellate sull'Olimpo, impossibilitata persino a vedere la morte dell'uomo di cui ero innamorata.
Tutto questo per confermare come la sorte se la fosse presa con me per qualche motivo che non mi era tenuto conoscere.
Sospirai di nuovo, convinta di non dover più soffrire per quello stupido figlio di Ermes. L'avrei raggiunto, quello era poco ma sicuro.
Alzai lo sguardo al cielo e vidi Zoe Nightshade che mi scrutava con un'espressione perplessa dalla costellazione della Cacciatrice.
    -Sai anche tu quello che sto per fare, Zoe.- le dissi, ostentando una tranquillità che non avevo affatto. In compenso, ero veramente risoluta. -E sai che è la cosa giusta.
Zoe, dal canto suo, continuò a fissarmi confusa, senza darmi nemmeno uno straccio di risposta.
Abbassai lo sguardo, per concentrarmi nuovamente sul fondo del burrone.
Chiusi gli occhi per evitare che le lacrime mi rigassero il volto, e saltai.
Non potevo più fermarmi, ero in caduta libera.
Sentii l'urto contro la superficie rocciosa, ma nulla accadde.
Mi aspettavo di veder crollare il mondo da un momento all'altro, di iniziare a vedere tutto buio e di svegliarmi negli Inferi. Niente di quello che successe soddisfò le mie aspettative.
Ero sicura di non stare morendo.
Aprii gli occhi e mossi le dita delle mani, un po' dolorante. Ma il dolore che provavo dentro era un milione di volte peggio di come mi sentivo esteriormente.
Mi guardai attorno, senza però osare alzarmi dalla superficie di pietra: riuscivo ancora a vedere le rocce, le loro minime crepe ed il muschio che ne avvolgeva una parte; riuscivo ancora a sentire i grugniti del drago Ladone in lontananza ed i richiami di qualche uccello notturno.
No, decisamente non ero morta.
Nel constatarlo, la rabbia s'impossessò di me. Mi rialzai, infuriata e frustrata, ed inizia a gridare al cielo in greco antico.
    -E così adesso non posso neanche morire, eh? Nemmeno questo mi è concesso ora?- sbraitai, inferocita. -Forza, uccidetemi! Voglio morire, capito? Voglio morire!
Tuoni e fulmini interruppero la pacata quiete del primo mattino, scatenando una tempesta come non se n'erano mai viste. Quella volta avevo veramente perso il controllo.
L'immagine del volto di Luke mi ricomparve davanti: sorridente e con gli occhi scintillanti, come lo ricordavo io quando ero dodicenne, però con la cicatrice lungo la guancia. Aveva lasciato questo mondo solo un giorno prima del mio tentato suicidio e non me n'ero ancora fatta una ragione.
Mi sentii gli occhi pericolosamente umidi.
    “Non piangere, Talia.” mi dissi, tentando di calmarmi. “Sei una figlia di Zeus, tu non puoi piangere.”.
Ma fu del tutto inutile: una lacrima più testarda e più salata delle altre mi rigò la guancia, giungendo poi sino al mento e cadendo sulla roccia.
Infondo, perché non potevo piangere? Chi aveva detto che una figlia di Zeus non poteva permetterselo?
Già, datemi una valida spiegazione del perché non potessi restarmene là, in piedi in mezzo a quella tempesta, a piangere come una stupida.
Il dolore lacerante che provavo dentro era qualcosa d'inimmaginabile: ancora non riuscivo a capacitarmi del fatto che Luke fosse morto davvero.
Speravo di vederlo comparire da un momento all'altro da dietro una roccia con un sorriso dicendo “Ehi, ci sei cascata! È stato tutto uno scherzo, ah ah!”. Chiaramente, poi gli avrei tirato un pugno nello stomaco e sarei scoppiata a ridere. Forse gli avrei tirato anche più di un pugno.
Ma uno scherzo è bello finché dura poco: allora perché Luke non sbucava fuori? Perché non ricevevo alcuna risposta?
La pioggia continuava a bagnarmi i capelli, ma nemmeno quella riusciva ad appiattirmeli un po'.
    -Luke!- lo chiamai, con un debole accenno di sorriso.
Nessuna risposta.
    -Luke, tanto so che ci sei!- la voce mi tremò un po'.
Nessuna risposta.
    -Luke, so che questo è uno scherzo!
Nessuna risposta.
    -Luke, stammi a sentire!- urlai ancora più forte, per essere sicura che la tempesta non coprisse la mia voce. -Luke, io tornerò da te!
Nessuna risposta.
    -Con o senza questa maledettissima immortalità!
Nessuna risposta.
    -Luke, questa è una promessa!
Anche quella volta, nessuna risposta.



Nessuna risposta



My little corner:
Beh, salve a tutti!
Lo so, il titolo è estremamente stupido, ma per una storia priva di alcun fondamento ci vuole un titolo all'altezza.
Francamente non avrei voluto nemmeno postare questa fic, dato che non era in programma: in più, ero partita dall'idea di scrivere una Talia x Luke, ma di quel buon intento è rimasto poco o niente. ç-ç Vabbè, mi rifarò (prima o poi... :3).
Ah, se state dicendo: -Ma che corta questa storia!- avete perfettamente ragione. Ero partita dal presupposto di farla diventare una flashfic e non di più, dato che ero vittima di un momento di follia alquanto passeggero, ma ho voluto comunque allungare ed ecco qua!, a metà tra la flashfic ed una one-shot che si possa definire tale.
Ovviamente, dato che il mio momento di follia ha ormai fatto le valigie e ha tolto il disturbo, non riesco proprio a vedere nulla di buono in questa storia... =.="
Grazie per la pazienza e per anche solo aver letto! Se poi sarete così gentili da lasciarmi un vostro parere al riguardo, grazie in anticipo.
Alla prossima!
Bacioni, Aly.

Credits:
Characters © Rick Riordan
Title Font = Windlass
Text Font = Arial

Questi personaggi non mi appartengono, ma sono di proprietà di Rick Riordan. Questa storia non è stata scritta a scopo di lucro.

   
 
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