Oscar si affacciò alla finestra.

Il vento fresco le scompigliava i capelli, che erano ormai lunghissimi. La luce della luna giocava con le case di fronte a lei facendo bellissime ombre, e le stelle erano più belle che mai.

- André, sei arrivato!?-

-Si...é ora di andare. -

Oscar fece segno di si con la testa.

-Sai stavo ripensando a tutto quello che é successo dopo la rivoluzione. Questa piccola casa, la morte di Maria Antonietta, mio padre e mia madre che sono venuti a vivere qui e poi la nascita di nostra figlia...-.

Disse queste ultime parole con visibile imbarazzo e arrossendo. André sorrise di questa reazione, erano ormai passati 14 anni ma la sua Oscar era rimasta la stessa.

-Già, Charlotte é ormai una signorina e ogni giorno che passa ti assomiglia sempre di più. -

-Ma ha i tuoi occhi. -

Si guardarono dolcemente negli occhi, come non facevano da tantissimo tempo.

-Oscar, é proprio ora, dobbiamo andare. Hai salutato Charlotte e i tuoi genitori?-

-Gli ho dato un bacio sulla fronte. Stanno dormendo, non mi va di svegliarli. -

-Come vuoi amore. Andiamo?-

-Si. -

Una ragazzina aveva assistito a tutta la scena e una lacrima le solcò il viso. Insieme erano davvero belli, come se li era sempre immaginati.

All’ improvviso il padre di Oscar entrò nella stanza. Corse verso il corpo della figlia che si trovava per terra, chiamando il suo nome. Poi scorse la ragazzina che era nascosta dietro una porta.

- Charlotte che cosa é successo? -. Piangeva e la voce che un tempo era forte e fiera era ora interrotta dai singhiozzi.

-Papà é venuta a prenderla. -

-Cosa? -. Il volto dell’ex generale de Jarjayes era sconvolto.

-Si. Papà è diventato un angelo, ne sono sicura, ed é venuto qui a prendere la mamma. -

L’uomo guardo il cielo come se stesse cercando qualcosa. Aveva ancora in braccio il corpo di Oscar.

-Perché me la hai portata via Andrè? -

Poi il pianto prese il sopravvento e non riuscì a dire più nulla.

Charlotte corse in camera sua e si chiuse a chiave. Adesso erano felici, erano insieme e questa era la cosa più importante di tutte perché così i suoi genitori potevano essere felici. Non avrebbe mai più visto la madre sospirare con aria triste guardando le stelle.

Guardò la finestra e vide una lucciola che si era posata sul davanzale come per farle ricordare i dolci momenti passati.

Poi con gli occhi pieni di lacrime guardò il cielo, sorrise

-Addio, mamma .-