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Autore: FlyingEagle    06/09/2011    0 recensioni
Chi non ama i gatti? Andrea, il protagonista della nostra storia. Ma chi li invidia? Sempre Andrea, che ad una settimana dal ritorno a scuola sente il bisogno della libertà felina smepre più come un sogno.
Tra situazioni impossibili e scelte alquanto stupide, seguiremo Andrea nelle sue grottesche avventure.
Genere: Avventura, Comico, Commedia | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 1 - The Cat




Osservo annoiato il gatto, appollaiato sul davanzale, osservami annoiato, in uno scambio molto intenso di sguardi annoiati. Era inutile negare l'evidenza, l'invidia mi divorava. L'invidia per uno stupido felino, alto quanto la mia caviglia, che anche saltando non sarebbe arrivato oltre il ginocchio, eppure non avevo mai provato un sentimento così forte, rodevo inesorabilmente dentro di me.
Sospiro e rimango a fissarlo, mentre l'altro, pigramente socchiude gli occhi guardando altrove. Anche il mio gatto mi snobba. Sbuffo e mi rivolgo al mio amico, sdraiato di fianco a me. "Sarebbe fico essere un gatto, di quelli da appartamento... Ti svegli, ti stiracchi, miagoli un po', mangi, bevi e torni a dormire, poi ti lisci il pelo, sonnecchi, ti guardi in giro, mangi e poi dormi... insomma, una pacchia!"
" Tu sei fuori, pensa a studiare! tra una settimana c'è scuola e non abbiamo ancora finito i compiti assegnati! ed è inutile cercare di rimorchiare il tuo gatto per farti fare i compiti, non è uno così facile, lui!" Ride, soddisfatto, ma io non lo trovo divertente, anche se, devo ammetterlo, avrei fatto questo ed altro per farmi fare i compiti dal mio gatto, anche se le risposte alle domande fossero tutti dei “Miao”confusi.
Aveva ragione Marco, stavo completamente divagando e le righe davanti a me non si riempivano da sole.
Poggio la penna sul foglio, ho completamente dimenticato quello che stavo scrivendo, così rinunciandoci riprendo:
" Tu non daresti qualunque cosa per essere un gatto?"
" Un gatto può reggere un joystick, Andrea? Ecco, ti sei risposto da solo ad entrambe le domande" Così dicendo si sistema gli occhiali sul naso, si scompiglia l'ammasso informe di capelli castani e torna a scrivere, assorto.
Lo guardo male e torno col naso sul libro, di fianco al foglio, cercando di capire con cosa avessi precisamente intenzione di riempirlo, di tanto noioso, da guardare con invidia uno stupido felino. " Tu stai troppo tempo con il joystick in mano, ti verrà una malformazione alle mani e in breve tempo non potrai far altro che reggere uno stupido telecomando in mano. Così stupidamente non troverai lavoro e andrai a fare uno stupidissimo senzatetto sotto uno stupidissimo ponte"
Il mio amico mi guarda con aria critica " Non pensi di farmi esaltare troppo con queste parole? potrei montarmi la testa... Poi non voglio sentirmi fare una predica da un malato di fumetti come te! Prima o poi comincerai a guardarti intorno alla ricerca di baloon o di onomatopee che ti dicano quale rumore faccia un automobile!"
" Ho anche altri interessi io... tu invece vivi per quello e basta" dico contrariato, toccato su un nervo scoperto. Odio quando ha ragione e lui lo sa... diventa così insopportabilmente saccente e... stupido! e io mi sento così infantile e... stupido!
Marco ride e fa " Salve a tutti, sono Andrea, ho 15 anni, sono un appassionato di fumetti e fumetti e fumetti e fumetti... e poi come dimenticare i fumetti! Inoltre seguo discretamente la musica, tanto da ascoltare ancora canzoni di cinquant'anni fa come fossero hit del momento e, quasi dimenticavo, la mia parola preferita è, udite udite, STUPIDO!"
Sospiro rassegnato, mentre lui rotola a terra per le risate che la sua infantile presa in giro ha provocato a lui e solo a lui. È sempre bello avere un amico con la carica sarcastica di una donna con la sindrome premestruale, ( non so questo cosa significhi precisamente, ma mia madre una volta l'ha definito così e ha fatto ridere talmente tanto mio padre che deve essere vero per forza) ma a volte sopportarlo riesce difficile anche a me quando decide di vomitare le sue battute acide tutt'intorno, così glielo faccio notare.
" Sai se indicessero un concorso per Miss Sarcasmo vinceresti anche se fosse riservato alle sole donne!"
" ovvio!" replicò sorridendo, soddisfatto di sé. Decido di lasciar cadere il discorso e torno a far ruotare lentamente la penna nella mia mano, fissando incantato le righe del quaderno. Marco non è il tipico ragazzo popolare, ma il suo carattere sicuro di sé, la sua intelligenza e il suo sarcasmo, soprattutto quello, gli hanno sempre assicurato il rispetto degli altri, così, nonostante il suo fisico non troppo aitante, benché sia asciutto, i suoi capelli non proprio alla moda, anzi sempre scompigliati e disordinati, la sua passione per i videogames, che lo classificherebbero come “nerd”, ha sempre almeno una ragazza intorno, anche se non ne approfitta ancora e io mi chiedo ancora il perché.
Devo ammettere, però, che in fondo è un tipo apposto, lo conosco fin da piccolo e nonostante i nostri interessi e i nostri caratteri siano diametralmente opposti niente ci ha impedito di mantenere una salda amicizia. Tutt'ora è, infatti, il mio migliore amico e unico confidente, nonché l'unica persona che abbia l'onore di aver visto la mia vasta collezione di comics e manga.
Lui è, invece, il mio contrario, praticamente, e questo spiega anche perché io non abbia ancora uno straccio di ragazza. Lui è molto aperto, solare, allegro, è amico di tutti, ma allo stesso tempo non si tira indietro se c'è da litigare, io invece non riuscirei mai a buttarmi nella mischia, a sostenere le mie idee fino ad arrivare alle mani. Ho pochi amici e mi consolo definendoli “ pochi ma buoni”, anche se, di fatto, lo sono. Anche fisicamente siamo diversi: io sono un po' più alto di lui, ho i capelli biondi e, per mia somma vergogna, crescono in imbarazzanti boccoli; per questo motivo li porto sempre molto corti: non li sopporto, né nel colore, né nella forma. Stesso discorso per gli occhi, di un, fin troppo anonimo, color fango. Marco ha, invece, gli occhi verdi, non di un verde così brillante, ma pur sempre verdi, colore che non ricorda niente di imbarazzante o sporco o puzzolente, insomma, un colore rispettabile. Perso nei miei pensieri, all'improvviso, sento uno schiocco e un dolore bruciante sul collo, mi volto verso di lui con lo sguardo furente, tirandomi a sedere.
" Eri talmente perso nei tuoi pensieri che ho trovato necessario riportarti sulla terra" gli occhi verdi atteggiati ad uno sguardo ironico.
"Stupido! Pensa a fare i compiti!" mi giro e vedo che il mio gatto, quell'odiosissimo gatto, aveva scambiato il mio quaderno per una lettiera e stava adempiendo ai suoi sporchi affari su di esso. Con un salto e un grido lo scaccio mentre Marco, incredulo, non ha neanche la forza di ridere; prendo a sventolare furiosamente il quaderno, ottenendo solo l'espandersi dell'incriminata macchia, così, con aria ansiosa, volto pagina per controllare l'entità del danno. MALEDIZIONE! Le pagine precedenti a quella macchiata hanno assorbito i liquidi corporei di quell'inutile felino rovinandosi inesorabilmente. Guardo sconfitto, a bocca aperta, quell'orribile opera d'arte firmata da un certo odiosissimo animale domestico.
" CHE DIAVOLO!! STUPIDISSIMO GATTO, MI HAI STUFATO QUESTA VOLTA!!! TI FIONDO GIU' DALLA FINESTRA ADESSO! INUTILISSIMO, STUPIDISSIMO GATTO!DOVRO' RICOPIARE TUTTO, CHE PALLE!" mi fiondo come una furia sul gatto, che continuava a guardarmi, una punta appena di preoccupazione nello sguardo, bloccatosi nell'atto di lisciarli il pelo dorato sulle zampe. mentre mi accingo a tirargli un calcio spettacolare quello salta, venendo sfiorato appena dal mio 45 e mezzo, ma urlando, ugualmente, a squarciagola.
All'improvviso sento una porta sbattere, mentre il gatto si allontana furbescamente verso la fonte del rumore. Vedo mia sorella, di 5 anni più piccola, corrermi incontro come una furia
" CHE COSA HAI FATTO A MISS KITTY?!" Mi cadono le braccia, non può essere vero, quel gatto mi ha totalmente fregato. Stupido gatto. Stupido me!!
"QUELLO STUPIDO GATTO HA PISCIATO SUL MIO QUADERNO, CHE DIAVOLO!" "NON E' AFFATTO STUPIDO MISS KITTY E... oh, hai detto una parolaccia!!” fa con tono meravigliato, come se si fosse appena resa conto dell'imperdonabile misfatto, poi grida “ MAAAMM.."
Le tappo la bocca e sbotto:
"STA' ZITTA! E' STUPIDO, STUPIDISSIMO! E INOLTRE E' UN MASCHIO, M-A-S-C-H-I-O! METTITELO IN TESTA! E SE ANCHE FOSSE FEMMINA NON SI CHIAMEREBBE CERTO MISS KITTY, PERCHE' E' UN NOME STUPIDO!"
il silenzio che piomba intorno a me lo percepisco solo dopo qualche secondo, Marco è sulla soglia, lo sento dietro di me, e mia sorella mi guarda stupita per alcuni secondi, mentre cerco di riprendere fiato.
"Andrea..." Marco cerca di dirmi qualcosa, ha l'aria preoccupata, forse ho urlato più di quanto non volessi o non credessi, ma non riesce a dirmi altro perché dei passi sulle scale ci riscuotono e rompono il silenzio mentre Laura, mia sorella, comincia a piangere disperatamente ed io cerco di scappare di nuovo in camera; ovviamente non faccio in tempo e sento una mano afferrarmi per il colletto e sbatacchiarmi con malagrazia.
Oh-oh...
Mia madre comincia ad urlare una cosa dopo l'altra, ma non capisco una parola di quel che dice dato che mia sorella urla molto più forte di lei. Riesco solo a cogliere qualche spezzone della strapazzata, tra cui " ... tuo padre... combinato... tua sorella... paghetta...” e “punizione" sbuffo e mi lascio cadere all'indietro, cercando di rendere il compito di trattenermi per il colletto il più difficile possibile a mia madre. Incrocio le braccia e guardo con odio un punto imprecisato del muro di fianco a Marco che è ancora fermo sulla soglia della mia camera a guardarmi sconsolato. Ha capito che di compiti oggi non se ne parla. Mia madre mi lascia di botto e finisco col sedere per terra, protestando con un sonoro "HEI!" che mia madre soffoca con uno dei suoi sguardi.
"Che è successo, Laura?" chiede con voce dolce come il miele. Mi chiedo come faccia a cambiare atteggiamento così in fretta! che soffra di un qualche sdoppiamento della personalità? Possibile! Ma se mia madre è schizofrenica allora mia sorella è un genio del male, o della recitazione, perché con voce rotta ma dannatamente dolce, da cariare i denti, comincia a disegnarmi come il più malvagio degli orchi, che calcia, no, mangia i gatti ancora vivi e che vuole distruggere il mondo solo perché odia odia queste angeliche creature che neanche emettono fluidi corporei!
" ... e poi ha... ha...ha... dato dello stu..stu..stupido a Miss Kitty!" Annuncia con un singhiozzo a fine racconto. Guardo il soffitto interessato, mentre attendo che mia madre mi fulmini con lo sguardo. " Andrea, adesso basta, questa volta..."
non la lascio finire, tanto so già quello che ha da dire, e inizio l'arringa in mia difesa cercando di spiegarmi
" Ma mamma! Ha fatto pipì sul mio quaderno! E stavo facendo i compiti! E ora mi toccherà..." anche lei mi interrompe, dev'essere da lei che l'ho imparato.
" Prima di tutto se tu facessi i compiti al tavolo o per tempo tutto questo non..."
"AAH! E BASTA!" non ho voglia di sentire per la milionesima volta le stesse stupidissime ramanzine. Mi tiro su e torno in camera, spingendo dentro Marco e chiudendomi la porta alle spalle mentre mia madre continua a sgridare il legno lucido della porta di camera mia.
"... e non chiudere la porta mentre ti parlo!"
sbuffo sonoramente e sospiro mentre Marco mi guarda annoiato. Ormai ci avrà fatto l'abitudine, lo vedo raccogliere la sua roba e dirigersi con un sorrisetto alla porta.
" Mi dispiace, ma ho paura che dovrai aprire la porta al mostro ancora una volta".
Sorrido, sa sempre come allentare un po' la tensione, anche con una battuta stupida e insensata come quella.
"Tranquillo... ci sentiamo più tardi!"
"Ciao"
Apro la porta e vedo mia madre che soffia il naso a mia sorella, la quale non strepita più, anzi mi sembra quasi soddisfatta, il gatto invece è dietro di loro che finisce di lisciarsi il pelo sempre con la solita, perenne aria annoiata. All'improvviso, vedendomi uscire dalla camera, Laura corre a prendere il gatto e se lo stringe al petto, grattandogli le orecchie, mentre il gatto fa le fusa. Lo guardo con odio, mia madre e Marco si salutano, poi accompagno il mio amico alla porta. Mentre torno in camera passo di nuovo davanti allo sguardo incendiario di mia madre, quello imbronciato e vendicativo di mia sorella e quello pienamente soddisfatto dai grattini, incurante e placido del gatto. Quanto diavolo vorrei essere uno stupidissimo gatto come quello!!!
Chiudo la porta e faccio scattare la serratura mentre mamma mi urla, dal corridoio, di non chiudere a chiave, raccolgo le mie cose e cerco di ripulire il pavimento dalla regale urina felina di cui il mio amatissimo animale domestico mi ha fatto dono con tanta generosità.
Finita l'ardua operazione mi sdraio sul letto e afferro il primo fumetto che mi capita a tiro, cominciando a leggerlo distrattamente, pensando ad altro, fin quando il cellulare non squilla, sul comodino, così mi allungo, lo afferro e, senza guardare il mittente della chiamata, rispondo con un annoiato “Pronto?”
“ Andrea, sono io” La voce di Marco dall'altra parte mi coglie di sorpresa.
“ Marco, lo so che sono irresistibile, ma cerca di resistere altri cinque minuti, non sei neanche arrivato a casa tua e già ti manco?”
“ Dai, smettila di fare lo scemo, ho dimenticato di dirti una cosa importante: domani mattina ci vediamo al bar davanti alla scuola per studiare un po', ci sei?”
“...”
“ Avanti, lo so che non hai voglia di studiare! Ma ci saranno tutti e almeno così studi!”
“Non preoccuparti per i miei voti, Marco, so cavarmela! E poi sai che a me la mattina piace dormire...”
“Su, non fare capricci da prima donna! Ci saranno tutti! Luca, Daniele, Paola, Beatrice...”
“Ok, vengo”
“... che risposta repentina... ha qualcosa a che fare con Be...”
“Ho detto che vengo, non farmi cambiare idea! Ed è per lo studio e basta, hai ragione, non posso essere bocciato!” cerco di salvarmi in calcio d'angolo.
Lo sento che ride e poi risponde “ Ok, a domani alle nove in punto, mi raccomando!”
“Io sono puntualissimo, sei tu che hai bisogno della balia per arrivare in orario! A domani”
E riappendo. Non avevo voglia di sentire la sua risposta sarcastica su le tante volte che avevo fatto ritardo. Non avevo voglia semplicemente perché era una situazione diversa, questa. C'erano tutti e non avrei mai fatto aspettare tutti.
Il telefono squilla ancora, ma questa volta è un messaggio.
Lo apro, è da parte di Marco:

-Hai ragione, sono sicuro che sarai puntualissimo, in fondo non faresti mai aspettare Beatrice!:P

Fisso inorridito il display del cellulare, chiudo il messaggio e lo cancello, rosso in viso, lanciandolo sul comodino, dov'era prima.
Riprendo in mano il fumetto e torno con il viso appiccicato alle avventure di Spiderman, senza però vederle affatto.
Sospirando mi chiedo quando, precisamente, lui abbia capito del mio interesse, del tutto intellettuale, lo premetto, verso Beatrice. Una cosa è certa, non sono un libro così aperto! Lui certamente l'ha capito perché è da molto che ci conosciamo, ma nonostante tutto mi sento a disagio.
Alla fine devo però capitolare: è vero che domani non farò ritardo, è vero che ci andrò, è vero che mi sento molto più allegro e leggero rispetto a prima. Ed è vero che tutto questo ha a che fare con lei.
Poggio il fumetto sul letto, incapace di stare fermo. La notizia mi ha fatto troppo piacere, mio malgrado, non riesco a non avere stampato in faccia un sorriso ebete, così mi alzo e comincio a girare per la camera. Sono le cinque di pomeriggio e comincio già a preparare il materiale da portare domani al bar.
Con me stesso devo ammetterlo: mi sento in braccio a Dio. Dopo tre mesi senza vederla il mio cuore non riesce più a rimanere in sede.
Finisco di prepararmi per il giorno seguente in cinque minuti, poi, non contenendo l'eccitazione, scendo al piano di sotto tra mille sorrisi e gli sguardi preoccupati di mia sorella e mia madre che, lo si vede chiaramente, si stanno chiedendo con quale sostanza io mi droghi.
Ma sono troppo contento, domani sarà fantastico!

Ecco qui il primo capitolo, spero ne abbiate capito il titolo, anche se è un po' idiota xD Spero che qualche anima pia commenterà, anche se so che sarà un'impresa ardua. aspetto qualche commento e qualche consiglio. A presto!
  
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