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Autore: Vex89    06/09/2011    1 recensioni
Questo breve racconto parla della breve storia di un vero amore.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ho passato tutta una vita ad aspettare un ragazzo serio poi all'improvviso è arrivato, non ci pensavo neanche piu ma è comparso come una scheggia.
L'ho presa con calma senza fretta, affezzionandomi a lui lentamente, anzi se devo dire tutta la verità sono stati i suoi modi dolci, sensibili, pieni di affetto che giorno dopo giorno mi hanno fatto sentire amata e protetta in un modo che ho visto solo nei film e che pensavo irreale...almeno fino a quel momento.
Ma la distanza ci ha separato sin dall'inizio, abbiamo trascorso un mese e mezzo intenso in cui potevamo vederci ogni minuto, bastava uno sguardo e capivamo che avevamo bisogni di stare anche solo un paio di secondi insieme, un abbraccio, un bacio erano sufficenti per l'intera giornata, poi ci saremmo rivisti...
ma la consapevolezza di trovarlo in quel preciso posto era di grande conforto per me e sopratutto era bellissimo sapere che di li a poco l'avrei rivisto e abbracciato.
Ma purtroppo le cose non sono continuate, eravamo destinati ad un'amore a distanza pieno di ostacoli con muri alti e filo spinato tutt'intorno.
Prima di lasciarci ero stata io a rincuorarlo dicendogli che avremmo superato tutto e insieme.
Ma probabilmente non mi conoscevo bene nemmeno io perchè ero all'oscuro della mia fragilità emotiva, non conoscevo ancora le lacrime vere, non conoscevo la vera sofferenza, il dolore per la mancanza...non conoscevo l'amore.
Mi piace piangere perchè capisco che ricordare quei momenti, che credevo di aver perso ma che invece sono ancora così freschi nella mia mente, mi fa sentire sensazioni di un'affetto e di una dolcezza che credevo persa ma che invece è ancora nascosta nel mio cuore. Il ricordo del suo viso, il sorriso, il modo in cui mi faceva stare al di fuori del mondo è una cosa che mi manca, mi rinchiudo in me stessa e piango...ritengo sia la cosa più utile adesso.
Ripensare a lui a quegli attimi cosi belli in cui tutto il mondo era nostro, nessuno ci poteva separare e non lo avremmo mai fatto fino al momento in cui tutto cambiò.
Quando me non sono andata ci siamo fatti mille promesse, mille baci, coccole, ho visto la tristezza nei suoi occhi e l'angoscia nel mio cuore, qualcosa di grande ci aspettava, qualcosa che ero certa il nostro amore avrebbe abbattuto, come un martello gigante pronto a buttare giù un muro di cemento.
Ma il muro è solido fatto di un materiale ancora a noi sconosciuto, a volte siamo riusciti a scavalcarlo, aggirarlo,passargli addirittura sotto ma come una magia ritornava sempre a sbarrarci la strada.
Come si sarà capito quel muro rappresenta la distanza...odiosa, difficile, come una lama che ti trafigge il cuore ma che semplicemente non ti uccide ma ti fa restare il vita per soffrire, una sofferenza faticosa ed eterna.
Solo una persona poteva curare quel taglio e lo fece per ben due anni.
Due anni che non riesco a descrivere perchè la mente umana non potrebbe mai riuscire a concepire, ma sopratutto le emozioni, quelle si che sono impossibili da spiegare con semplici parole.
Questo lo porta via da me, io che ancora non ho trovato la mia strada, io che non riuscivo più ad aspettarlo fino a tardi con un "ciao amore!" che tanto gli mancava, ma che mancava anche a me.
Ho notato che spesso nel suo carattere qualcosa mi irritava, non capisco cosa ma prorpio non riescovo a farne a meno ed anche il suo atteggiamento nei miei confronti non era piu come prima, come se la mia presenza per lui fosse scontata.
Aveva un carattere cosi difficile da non riuscire a capirlo, se eravamo insieme facevamo pace anche subito ma da lontanto le cose si complicavano e molto.
Entrambi eravamo orgogliosi, a volte cercvo di chiudere una discussione facendo finta di niente o addirittura dicendo che ho torto io pur di tornare felici, ma dentro di me non sono contenta, vorrei che ci capissimo che ci spiegassimo.
La verità è che dovevamo essere uno di fronte all'altro e non uno a 280km di distanza dall'altro.
Una sera feci uno strano sogno, una bambina mi parlava all'orecchio mentre dormivo sussurrandomi <>, continuò a ripetermelo finchè non mi svegliai con una sensazione strana addosso.
Ogni lunedì ci vedavamo, lui scendeva in macchina o io lo raggiungevo in treno, ma un giorno qualcosa andò male.
Me lo portarono via, come un soffio di vento invernale, freddo, fastidioso, da mettere i brividi.
Non l'ho potuto vedere, non ho potuto essergli accanto per dirgli che qualcosa di noi cresceva in me, che saremmo stati sempre uniti, legati da un'amore che avrei voluto fosse stato capace di farlo restare nella mia vita e che ora a distanza di pochi anni continua a farmi ripensare all'amore vero che ho perso e che non riavrò mai.
Ma che in fondo mi ha lasciato un dono che continua a crescere dentro di me.

Grazie a chiunque legga questa breve storia, non vi dirò se è autobiografica o meno ma spero vi piaccia o almeno vi emozioni un pò.=)
Vex 

  
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