Come i petali di una primula.
Guardarsi allo specchio ogni tanto lo faceva star male, si guardava e si malediva, si guardava e si odiava, perchè? Perchè aveva scelto il momento sbagliato per dire la cosa giusta? Che cosa aveva in mente? Stupido. Stupido. Stupido.
<< Sei davvero un'idiota Percy Weasley!>> ripeteva scrutandosi, ma poi non poteva fare a meno di piangere.
E si sentiva ancora più stupido.
Tutti facevano le condoglianze a George, era il suo gemello, era ovvio. Ma nessuno pensava a lui, agli altri fratelli, nessuno pensava al loro dolore, al suo dolore. Era anche suo fratello, nessuno pensava a come si sentisse lui. Il senso di colpa che lo divorava, il dolore costante, sordo che gli faceva così male che anche respirare alcune volte era difficile, così invadenti che non riusciva a pensare ad altro.
Vedeva quel lampo, sentiva le voci, gli bastava chiudere gli occhi per tornare lì, e vedere George era uno strazio, era un'impresa che non poteva compiere, non ce la faceva.
Qualche anno più tardi il dolore si fece meno sordo. Ma non per questo era scomparso.
Ogni tanto tornava al cimitero, da solo, con una primula blu, la posava sulla tomba chiara sussurrando..
-Scusa Freddie.
Solo due parole che riecheggiavano tra le tombe e gli alberi, un sussurro che precedeva un pianto.
Poi il vento gli sferzava il viso e asciugava le lacrime. E quel dolore sordo, per un po' ,volava via, come i petali di una primula.