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Autore: __gryffindor    06/09/2011    4 recensioni
Alzava la testa, nel buio della notte, e provava ad immaginare un mondo nuovo, o solo qualcosa che colorasse il grigio attorno a lui. A volte ci riusciva: vedeva margherite, che un tempo aveva tanto deriso, su un prato verde bottiglia, scorgeva la muta e silenziosa luna e intravedeva ancora i verdi occhi di Lily.
Terza classificata al contest "How much stuff in this packet!" di _Aras_
Genere: Fluff, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lily Evans, Sirius Black | Coppie: Sirius/Lily
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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A volte, una margherita è meglio di tanti altri regali

Nella sala comune di Grifondoro non era rimasto quasi nessuno: la maggior parte degli studenti era scappata in giardino per occupare l’ombra di un albero, o si era nascosta tra gli scaffali della biblioteca per tentare di allontanarsi da quel caldo soffocante, che da giorni non dava tregua né agli alunni né al corpo docenti.
Quel giorno Sirius, stranamente, aveva preferito la poltrona della sua Sala ai raggi solari che illuminavano la folta e fresca erba di Hogwarts, e Lily aveva fatto altrettanto, perché costretta dal malandrino.
« Ehi, Evans, cosa mi consigli per un regalo a una ragazza? » aveva chiesto, grattandosi la testa con la mano sinistra.
« Una margherita ». China sul libro di Trasfigurazione, non aveva neppure alzato il capo per guardarlo negli occhi.
Sirius era scoppiato in una risata che sapeva più di un latrato di animale che di un suono umano, e aveva spaventato un ragazzino del primo anno, facendolo sobbalzare, che tentava di scrivere una lettera al proprio genitore qualche metro di distanza dai due.
« Una margherita… » la canzonò, continuando a sogghignare.
La compagnia della Evans non gli era mai stata di gradimento, quel giorno però gli piaceva.
« Avresti un’idea migliore, Black? » domandò con un sopracciglio alzato, chiudendo il libro per osservare la sua espressione.
Il ragazzo si alzò in piedi e uscì dal quadro della Signora Grassa, proseguendo a ridere su quel fiore e, in maggior misura, sul suggerimento che gli era stato proposto. Tornò poi, qualche minuto più tardi, con un mazzo di margherite in mano, che gettò tra i capelli di Lily. « Un bacio, una rosa forse, ma mai delle margherite! » aveva risposto infine al quesito, che gli era stato proferito dall’unica ragazza che James Potter non era in grado di conquistare.
Lily, furibonda, gridò contro di lui e, cercando di recuperare la calma perduta, pose una nuova domanda, la cui risposta però, mai sarebbe giunta alle sue orecchie. « Perché sei andato a raccoglierle, allora? »


E’ l’unico regalo che posso donarti e l’unico che tu desideri.


Ma non proferì mai ad alta voce questo suo pensiero, perché sapeva che i bambini che giocano col fuoco si bruciano le dita, e che Lily Evans era proprio quel fuoco.


***


Alzava la testa, nel buio della notte, e provava ad immaginare un mondo nuovo, o solo qualcosa che colorasse il grigio attorno a lui.
A volte ci riusciva: vedeva margherite, che un tempo aveva tanto deriso, su un prato verde bottiglia, scorgeva la muta e silenziosa luna e intravedeva ancora i verdi occhi di Lily.
Durava tutto pochi attimi: il tempo necessario che gli permetteva di rendersi conto che era tutto un’illusione, che era cascato di nuovo nel mondo dei sogni.
E, quando lo capiva, tornava a urlare come un dissennato.


Questa è Azkaban, Sirius.

  
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