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Autore: _Aranel_    06/09/2011    2 recensioni
"Non ricordava di essere mai stato più furioso e frustrato. La sua stanza da prefetto, sempre immacolata e perfettamente ordinata in quel momento luccicava come uno smeraldo" Se vi incuriosisce un minimo, fate un salto! Non mi offendo :)
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Hey pazzi avventurieri!Pronti per una storia no sense?NO?! Oh bhe fa niente! Sentiti auguri ed eventualmente condoglianze, ci si sente alla fine...Arrivateci dai!!...bye J

P.s. Ovviamente i personaggi non sono miei (Damn!), ma della cara vecchia zia Ro, non scrivo per soldi (anche perché non penso che qualcuno pagherebbe per nugae simili...nugae=cosuccie..mi sento intelligente adesso!:) ) e cosa ancora? Basta penso...

 

-Lacrime di smeraldo-

 

Non ricordava di essere mai stato più furioso e frustrato.  La sua stanza da prefetto, sempre immacolata e perfettamente ordinata in quel momento luccicava come uno smeraldo per colpa dei frammenti di un grande specchio in frantumi che, disseminati su tutto il pavimento, riflettevano la luce verdastra entrante dalla finestra. Le raffinate tende del baldacchino erano abbandonate come stracci strappati e corrosi sul materasso graffiato, mentre le piume dei morbidi cuscini squarciati le incorniciavano dando alla scena un aspetto surreale e sinistro; pagine dei più svariati libri galleggiavano ancora a mezz’aria come foglie autunnali che cadendo dagli alberi finiscono inevitabilmente per poggiarsi sull’inospitale terra gelata.

 Il possente armadio era stato buttato a terra ribaltato e le ante di legno finemente intagliato si aprivano vuote all’immacolato soffitto, come a volerlo inghiottire e preservare dalla furia che le aveva, per prime, investite sfregiandole irrimediabilmente. 

Un ragazzo di 17 anni, incurante delle lacerazione alle mani e ai piedi, camminava come un folle in mezzo ai detriti della sua stessa camera distruggendo tutto quello che di ancora intero rimaneva. Era accecato dal dolore e dall’ira,ma solo la seconda ammetteva di provare; gridando al mondo tutto se stesso continuava a ripetersi che non poteva essere vero.

Con uno scatto repentino del braccio afferrò fra le lunghe, pallide dita la prima pagina della Gazzetta del Profeta abbandonata su quello che rimaneva del suo principesco letto e portatala bruscamente davanti al volto stravolto, rilesse per l’ennesima volta il gigantesco titolo nero che incombeva come un presagio di morte su di essa. Sentì l’ira svanire come una traccia magica troppo flebile da poter essere seguita, come in trance si avvicinò alla cupa finestra e allungando la mano sporca del suo stesso sangue al vetro cominciò a tracciare delle linee vermiglie mentre il dolore prendeva il controllo del suo corpo ferito. Se gli abitanti del Lago Nero avessero raccontato lo spettacolo che si stava aprendo ai loro occhi, sarebbero stati sicuramente derisi e accusati di calunnia, ma mai come in quell’occasione avrebbero potuto affermare che le apparenze spesso ingannano,che il bianco può divenire nero,che il Male può derivare dal Bene e che il giusto e lo sbagliato spesso convivono sotto il medesimo tetto.

Draco Malfoy si stupì di se stesso quando una calda goccia salata gli percorse il profilo della guancia andando a bagnare amaramente le sue labbra serrate.Non si ricordava quando era stata l’ultima volta che aveva versato una sola lacrima per qualcuno o qualcosa; glielo avevano sempre impedito,suo padre,la sua famiglia,l’etichetta,il suo orgoglio e la maschera che gli era stata tessuta abilmente addosso. Con un dito tremante la catturò e se la portò davanti agli occhi grigi come il cielo in tempesta, che sempre di più gli si addicevano. Studiò quella piccola goccia luccicante come se non ne avesse mai vista una prima, come se fosse stata una creatura sconosciuta, la studiò finché non si assorbì sul suo polpastrello e ne sentì rotolare un’altra,un’altra e un’altra ancora sul suo viso,come a volerlo marchiare,punendolo per averle tenute prigioniere troppo a lungo.Stremato, si abbandonò contro la fredda parete di sasso e si lasciò scivolare a terra con la testa fra le ginocchia e le spalle scosse dai singhiozzi.

Quando i singhiozzi lasciarono il posto ad un pianto più controllato ed un barlume di follia misto ad amarezza gli attraversò gli occhi arrossati, alzò la testa come a voler perforare con lo sguardo il soffitto che lo sovrastava ed andare molto oltre. Con il tipico ghigno che l’aveva sempre accompagnato durante la sua permanenza a Hogwarts e la voce tremante per le troppe emozioni pronunciò cinque piccole parole che a un estraneo sarebbero potute apparire banali, fuori luogo, senza senso, ma che, per chi invece lo conosceva, non sarebbero suonate più autentiche ed opportune seppur inusuali per lui.

“Guarda cosa mi fai fare!”

Blaise Zabini che fino a quel momento era rimasto fuori dalla stanza dell’amico, intimorito dalla sua furia cieca, mai vista prima d’ora scatenata con così tanta irruenza, non sentendo più alcun rumore attraversare la pesante porta di legno sulla quale poggiava l’orecchio,decise di arrischiarsi schiudendola. Un bagliore fulmineo di un verde più vivido rispetto all’atmosfera che aleggiava tra quei muri, gli oscurò per una frazione di secondo la vista non appena ne varcò la soglia. Draco giaceva riverso sul pavimento con ancora la bacchetta stretta nel palmo sanguinante,una ciocca di capelli biondissimi che,scompigliati gli coprivano gli occhi velati e le guance rigate, la bocca piegata nel suo ultimo sorriso di scherno rivolto all’unica persona che era riuscita a far breccia nel suo gelido cuore portandogli un po’ di calore; calore che ora lo stava lentamente abbandonando per andare a mischiarsi con quello dell’amico, che singhiozzante lo stringeva al  petto domandandosi il motivo di quel folle gesto.

L’ombra vermiglia di una scritta fatta sul vetro di una finestra si stagliava sfuocata sulla prima pagina della Gazzetta del Profeta, sancendo l’unione di due anime.Un nome vergato col sangue,un nome tanto odiato quanto bramato ed amato,un nome un destino, capitolava come un presagio di morte sul gigantesco titolo nero che occupava più di mezza pagina del giornale del mondo magico.

-Harry Potter,il Bambino Sopravvissuto, ha tragicamente perso la vita liberando definitivamente il Mondo della Magia dalla presenza di Colui-che-non-deve-essere-nominato.-

 

0o. Spaziuccio .o0

Non è molto allegra come prima ff e dire che amo il lieto fine...bho...spero comunque che possa essere apprezzata e, sì anche questo, commentata:)

Piccola spiegazione per chi non avesse compreso i sottointesi dato che non credo di essere un genio ad esprimermi e il mio cervellino malato fa dei collegamenti a dir poco indescrivibili e contorti...

Bene, sotto ragazzi!

-La frase che Draco pronuncia “Guarda cosa mi fai fare”: Draco Malfoy non ha Mai fatto qualcosa perché gliel’ha detto qualcuno se non suo padre,benché meno da Harry; ergo questo,dovrebbe,far capire che “San Potter” era entrato talmente nella sua vita e nel suo cuore che la sua assenza era più dolorosa che la morte stessa,morte che si dà da solo per poter tornare a stare con lui (il bagliore fulmineo di un verde più vivido che vede Blaise-l’Avada Kedavra)

-La parola, o meglio il nome che Draco scrive sulla finestra e che si riflette come un’ombra sulla Gazzetta del Profeta è quello di Harry.

-Il titolo “Lacrime di Smeraldo” si rifà alle lacrime di Draco che è un Serpeverde, indirettamente agli occhi di Harry che sono altrettanto verdi e alla luce dell’Avada Kadavra che è del medesimo colore e che utilizza Draco (serpeverde) per tornare da Harry(occhi ).

UFF!!Che fatica! OK dovrei aver finito di “spiegarmi”... SALUTI!  Ar.

 

 

  
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