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Autore: Ker    06/09/2011    0 recensioni
Storia a sfondo romantico di un innamorato ragazzo degli anni 70,Gregory.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era un freddo inverno del ’73 quando conobbi Marion: io ero un ragazzotto ricciolino che andava a correre alle 8 di mattina e lei una giovane donna dagli occhi di ghiaccio che giocava nella neve con il suo husky,ogni volta che la vedevo rimanevo incantato della sua bellezza e della sua grazia anche a correre nella neve e non potevo fare a meno di chiedermi se fosse una visione o cos’altro. Erano passate quattordici mattine da quando l’avevo vista la prima volta-lo so perché ogni volta passavo davanti i rifiuti del sig. Mustard, mercoledì pizza e venerdì pesce-e ogni volta di più rimanevo in estasi alla sola visione di quella ragazza: Marion era piccola e minuta,troppo piatta per i gusti di qualcuno,i capelli neri e vaporosi che cadevano sulle spalle,con dei lineamenti dolci decorati da un nasino all’insù,la sua voce era soave  e la sua risata contagiosa tanto che a volte dovevo trattenere una risatina mentre correvo. La giornata la trascorrevo con la testa tra le nuvole pensando se avevo le visioni,alla sera mi coricavo convinto che erano allucinazioni ma poi la mattina dopo tutte le certezze cadevano e lei era sempre lì con un berretto viola e la sciarpona: un mercoledì ventoso le volò via il berretto,il fato volle che io lo presi al volo e approfittando del vento favorevole mi feci avanti per conoscerla e con il mio sorriso timido le riportai il berretto,lei sorrise grata e le sue guance si arrossarono delicatamente. Da quel mercoledì continuammo a frequentarci e in due mesi diventammo grandi amici,anche se io ero follemente perso di lei e lei innamorata del ricciolo che mi cadeva sulla fronte
“è così forte,sempre indipendente,lui non segue la massa..deciso,che neanche la pioggia o il vento possono far cambiare idea..sembra che voglia raggiungere il pizzetto..capretta!”e così ammirava un semplice arrotolamento di capelli mentre io godevo con un timido sorriso quel poco contatto.
Notando quella grande amicizia che era nata in soli due mesi-e spinto anche dalla notizia della morte della zia Rose Mary La Zitella- presi coraggio e il mercoledì di San Valentino comprai un  bouquet di fiori per regalarglieli; stavo al tavolino in cucina e giravo il disco del telefono per comporre il suo numero, finchè rispose
“C-ciao Marion!Hai vo-voglia di venire al p-parco?..perfetto,ti-ti aspetto lì!”e così presi i fiori,mi vestii, respirai profondamente imponendomi di non emozionarmi in modo da non balbettare e potei finalmente uscire fiutando aria di romanticismo. Camminavo con i fiori dietro la schiena mentre mi guardavo le scarpe lasciare l’impronta su quella poca neve rimasta ,quando la vidi arrivare dietro la curva e con un passo accelerato la raggiunsi.
“Marion!!Io devo darti..”
“No no aspetta,prima io!!Ho una grande notizia!!-wow,stai migliorando con la balbuzia!”
“Oh beh,mi sto impegnando..dai dimmi!” le diedi la precedenza noncurante che quella notizia mi avrebbe fatto cadere il mondo sulle spalle,ed infatti si tolse il guanto dalla mano sinistra esibendo un anello
“Robert,il mio ragazzo,mi ha chiesto di sposarlo!”esultò felice
“Oh..oh!Wow..wow che bella notizia Marion,davvero..che bello,buon per te!” mi impegnai molto per mentire,accennai un sorriso per essere più convincente ma lei era troppo presa dall’anello per guardarmi
“Lo so! Dai ora tocca a te!Cosa devi darmi?”chiese sporgendosi verso di me vedendo i fiori dietro la schiena
“Eeeeeh io..io devo darti l’onore di chiederti un consiglio..mia sorella compie gli anni,e dato che sei una femmina volevo chiederti se questi fiori le potrebbero piacere..”
“Oh si certo!Sono molto belli per essere di questa stagione!Non sapevo che avessi una sorella!”
“Pure io mi stupisco di averla..beh allora meglio che vado altrimenti..ritardo..alla festa”accennai un sorriso malinconico e ripresi la strada per casa gettando i fiori sopra la pizza del sig. Mustard: mi sentivo così male,mi sentivo sporco,avevo il cuore spezzato in mille pezzi,avrei voluto andare a correre ma solo l’idea di uscire mi faceva balbettare anche i pensieri,allora corsi a farmi una doccia per lavarmi da tutto quel dolore e passai la serata a giocare a Monopoli con il mio coinquilino
“..3,4,5 sei in corso Magellano,devi darmi 1200!”
“Sono al vuoto Stephan..”
“Come sempre!Allora voglio la tua camicia azzurra,Gregory!”
“Va bene,prenditela..”
“Hai visto che ho spostato il divano?” chiese mentre contava i soldi
“Ah,non avevo notato..”
“..non è andata come volevi?”
“No..”
“Dai Gregory,non abbatterti!Puoi sempre farcela,usa il tuo asso nella manica,usa una tua capacità!” e anche qui aveva ragione,ma che abilità avevo? Un’ abilità che non uso dall’età di 7 anni quando mio cugino Eliah saltò fuori dall’armadio urlando e la mia balbuzia ebbe inizio,così dopo più di 10 anni presi il materiale di cui avevo bisogno e mi rinchiusi in camera.
   
 
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