«Io sono la tua vera madre»
Quella frase continuava a ronzare nella mente di Elena. La ragazza era distesa sul letto, con il viso nascosto nel cuscino ormai intriso delle sue lacrime che non volevano saperne di smetterla di continuare a sgorgare.
Continuava a guardare quella foto che ormai posavo sul suo comodino da sempre. I suoi genitori. ‘’o meglio, i miei genitori adottivi’’ pensò.
Fuori dalla sua finestra, qualcuno passeggiava tranquillo. Klaus.
I due avevano deciso – dopo la maledizione – di cercare di avere un rapporto normale, quasi di amicizia.
L’ibrido guardò verso l’alto, sentiva che era in camera sua e che non stava per niente bene. Veloce entrò in camera sua e si sedette sulla finestra sorridendo «Disturbo?» chiese cogliendola di sorpresa.
Una voce fece sussultare Elena che velocemente si voltò in direzione della finestra.
«Che cosa ci fai qui?» gli chiese asciugandosi le lacrime con il dorso delle mani.
«Passavo» rispose tranquillo e si spostò per avvicinarsi al letto sedendosi accanto alla ragazza. Sentiva che probabilmente Elena avrebbe preso male quel gesto e che si sarebbe alzata allontanandosi da lui.
«Per una volta ho idea di non essere io il motivo della tua tristezza» continuò Klaus.
Elena avvicinò le ginocchia al petto poggiandovi sopra il mento e lo guardò scettica
«Infatti, non sei tu il motivo della mia tristezza» sospirò e abbassò lo sguardo «non si nascondono secondi fini dietro la tua visita?» ritornò a fissarlo.
«No Elena, niente secondi fini. Passavo di qui, ho sentito che stavi male, e ho pensato che ti avrebbe fatto piacere parlare con qualcuno» il fatto che Elena non si fosse spostata dalla sua vicinanza sorprese Klaus. Fece una piccola pausa e i suoi occhi si spostarono sulla foto che Elena stava guardando qualche secondo prima che arrivasse «Sono i tuoi genitori?» chiese indicando la foto.
La ragazza rivolse uno sguardo veloce alla foto per poi distoglierlo con la stessa velocità.
«Si o almeno lo credevo fino a qualche minuto fa» - ripensò a quella donna bruna, di bella presenza e con un viso ben curato: Isobel – «Come si può vivere per tutta la vita avvolti in un inganno? Cosa spinge alcune persone ad agire in determinati modi?» quelle domande più che rivolgerle a lui, le rivolse a se stessa.
«Cosa vuol dire che lo credevi? Non lo sono?» le chiese accigliato
«No, non lo sono» Elena iniziò a giocherellare con le sue dita nervosamente «Poco prima che arrivassi tu è venuta a trovarmi una donna, Isobel. Mi ha rivelato di essere la mia vera madre e quello che credevo fosse mio zio è il mio vero padre» gli occhi le si riempirono di lacrime che desiderò con tutta se stessa ricacciare dentro «E’ tutto così terribilmente assurdo» le lacrime ripresero a sgorgare e continuava a chiedersi perché ne stesse parlando proprio con lui, ma non le importava perché proprio lui in quel momento la faceva stare bene.
Klaus vide quella giovane ragazza così fragile in quel momento, si avvicinò a lei e la strinse in un abbraccio « Isobel conosce Katherine da moltissimi anni. Forse dovresti sapere qualcosa di più su di lei»
«Grazie» sussurrò Elena «Tu sapresti parlarmi di lei?» guardò i suoi occhi come se ci fosse scritto tutto lì dentro.
L’ibrido si appoggiò allo schienale di legno color ciliegio del letto « So poco su di lei, ma quel poco che so se vuoi te lo racconto. Non è vampira da molto, più o meno lo è diventata dopo la tua nascita. Ha iniziato a interessarsi di vampiri per caso e..» fece un sospiro « Ha cercato un vampiro che la trasformasse perchè era quello che voleva. E tu conosci bene quel vampiro»
Elena aggrottò le sopracciglia « io conosco quel vampiro? » domandò incredula « e... e chi sarebbe?» la sua voce era flebile e insicura, temeva di conoscere già la verità.
Klaus sorrise «Quel vampiro è Damon, Elena… è lui che se ne va in giro a trasformare piccole umane in vampire» il suo tono era ironico, ma in cuor suo sapeva benissimo che c’era ben poco da scherzare.
Per Elena fu come essere trafitta da una lama tagliente, immagini prendevano vita d’avanti ai suoi occhi. Damon nutrirsi di Isobel. Scosse la testa cercando di allontanarle
«No, non può essere stato lui»
«Mi dispiace» le disse piano «Lei l’ha cercato e lui l’ha accontentata»
La ragazza strinse la coperta in un pugno, si sentiva presa in giro dalle persone a lei più care
«Non so davvero come ringraziarti» gli disse evitando di guardare i suoi occhi «per tutto» le accarezzò il viso il un gesto spontaneo allontanando dal suo volto quelle lacrime che le uscivano prepotenti «Però dovresti darle una possibilità» le disse rimanendole vicino.
«Come potrei dare una possibilità a una donna a cui non gli è importato nulla di me?» ritornò a guardare i suoi occhi «Non ci riesco, almeno per il momento non riesco a perdonarla. I miei genitori resteranno coloro che mi hanno cresciuta e amata come se davvero fossi la loro figlia... »
«Quello non credo cambierà in ogni caso. Ti stavo solo dicendo che potresti darle la possibilità di farsi conoscere, non certo di sostituirli» le disse pensando a quanto era davvero diversa da Katherina.
«Hai ragione. Credo che si meriti anche lei una possibilità dopo tutto» Elena sorrise appena notando come tutto le fosse più chiaro in quel momento, averne parlato con qualcuno le alleviava quel groppo peso che le opprimeva il petto, nonostante quel qualcuno fosse Klaus «Adesso mi è tutto più chiaro» cercò conforto ancora nelle sue braccia.
L’uomo dai capelli dorati la strinse forte sorridendo «E' stato un piacere» le disse per poi allontanarsi così velocemente che lei nemmeno se ne accorse lasciandole quel senso di sollievo e un sorriso sulle labbra per quella nuova e insolita amicizia


Angolo Autrice:
Ed ecco la mia prima vera one-shot.
Come avete potuto vedere parla di Elena e Klaus e di un'insolita amicizia che si è instaurata tra di loro.
Questa one-shot è stata estrapolata da una mia role con Klaus e i discorsi e le sensazioni dell'ibrido sono per la maggior parte frutti suoi, io ho solo messo insieme i pezzi.
Spero che vi sia piaciuta e che mi lasciaste un commento cattivo o buono che sia.
Baci Jupiter_