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Autore: maka29    07/09/2011    4 recensioni
Missing moment dal film "Harry Potter e i Doni della morte Parte 2", precisamente dall'uccisione del serpente all'entrata in Sala Grande di Ron e Hermione mano nella mano.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Ron/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Ron stringeva forte Hermione tra le braccia. Sapeva che sarebbero morti da un momento all'altro. Nagini, il serpente di Voldemort, stava per attaccarli e non avevano scampo. Ron cercò di proteggere Hermione quanto più possibile, in modo che fosse lui più esposto all'attacco del serpente. In quei brevi secondi, che apparvero un'eternità, i due si sentirono più vicini che mai. Avevano rischiato di morire molte volte, ma adesso che la fine sembrava così vicina erano davvero pronti?

L'urlo di un ragazzo squarciò il silenzio nella Sala d'ingresso, seguito dal rumore di una lama sferzata nell'aria.

Ron fu il primo ad aprire gli occhi. Neville era in piedi di fronte a loro con una spada tra le mani. Guardò Ron e Hermione e rivolse loro un sorriso trionfante.

Hermione, finalmente aprì gli occhi.

“Neville”, disse Ron.

“Come state?”, chiese Neville.

“Noi...Gra-grazie. Ci hai salvato la vita”, balbettò Ron.

“Ma quella è la spada di Godric Grifondoro”, asserì Hermione, il panico ancora nella sua voce.

“Io... l'ho trovata nel Cappello Parlante, non so chi ce l'ha messa”, disse Neville.

“La spada di Godric Grifondoro compare a qualunque valoroso Grifondoro. Te la sei meritata, Neville”, la voce di Hermione era un sussurro.

“Io...io non lo sapevo. Wow”, si stupì Neville.

“Grazie, Neville”, continuò Hermione, “Se non fossi arrivato tu, probabilmente saremmo...morti”, trasalì dicendo l'ultima parola.

“Sul serio, Neville”, mentre parlava, Ron aiutò Hermione a rimettersi in piedi, “Grazie infinite, amico”.

“Ma... dov'è finito il serpente?”, chiese Hermione.

“Si è polverizzato non appena l'ho colpito con la spada”, rispose prontamente Neville. “Harry è ancora a combattere contro Voldemort? Il serpente ha qualcosa a che fare con lui, vero?”

“Diciamo che ora che l'hai ucciso, hai reso Voldemort più vulnerabile. Il serpente era una specie di protezione”, spiegò Ron.

“Oh, grande. Se non vi dispiace, tornerei in Sala Grande da Luna. Era preoccupatissima quando le ho detto che sarei andato in cerca del serpente.”

“Certo, non ci sono problemi. Hai fatto già tantissimo, Neville. Non potremmo mai ringraziarti abbastanza”, disse Ron.

Neville sorrise ai due e si allontanò.

Ron fissò Hermione negli occhi, “Stai bene?”

Hermione ricambiò il suo sguardo, “Si”, e mentre lo disse le si spezzò la voce e i suoi occhi cominciarono a riempirsi di lacrime.

“Cosa succede, Hermione?”, le chiese preoccupato Ron.

“Ron”, singhiozzò Hermione, “Ho avuto tanta paura. Io-io credevo saremmo morti e... quel serpente era lì che ci stava venendo contro, e poi...”

“Shh-shh”, tentò di tranquillizzarla Ron, “Hermione, calmati. Va tutto bene, sei salva, siamo salvi, il serpente è morto e non può più farci del male”, e l'abbracciò, lasciando che lei piangesse contro la sua spalla, mentre le accarezzava i capelli.

Ron si guardò intorno. Quasi non riconobbe il luogo in cui si trovavano, nonostante avessero trascorso lì gli ultimi sei anni della loro vita. La Sala d'ingresso era irriconoscibile. La lunga scalinata che portava ai piani di sopra era ricoperta di macerie, tanto che non era possibile vedere gli scalini. Tutt'intorno c'erano massi di diversa grandezza e il lampadario enorme giaceva al centro della sala, buttato giù da chissà quale maledizione.

Quando Hermione si fu tranquillizzata smise di singhiozzare e sciolse l'abbraccio. Ron prese il suo viso tra le mani, la fissò intensamente negli occhi e posò dolcemente le sua labbra su quelle della ragazza. Hermione, fu sorpresa da quel gesto, sentì che le gambe stavano per cederle, ma rispose dolcemente al bacio, che sembrava darle forza.

Quando si staccarono fu lei la prima a parlare.

“Dovremmo continuare a farlo tutte le volte che siamo a un passo dalla morte?”

“Spero di no”, disse Ron. “Vorrei poterlo fare ogni volta che ne ho voglia”.

“Hai il mio permesso”, disse Hermione.

“Vieni”, Ron le offrì una mano.

Lei la prese, “Dove stiamo andando?”, chiese.

“In un posto più tranquillo”, rispose lui.

Ron guidò Hermione sulla scalinata, facendo attenzione a non inciampare sui massi.

Entrarono in un'aula vuota al primo piano e Ron si chiuse la porta alle spalle.

“Perché siamo qui, Ron?”, chiese Hermione.

“Perché io devo dirti una cosa”, rispose il ragazzo.

Hermione lo guardò preoccupata.

Ron fece un respiro e cominciò a parlare, “Voglio chiederti scusa, Hermione. Scusa per tutte le volte in cui ti ho fatto soffrire, mi sono sempre comportato da imbecille con te. Forse è da egoisti, ma in questi ultimi mesi ho rischiato troppe volte di perderti e mi sono davvero reso conto che non so cosa farei senza di te. Tu sei sempre così buona e disponibile e io ho sempre mandato tutto all'aria, comportandomi da stupido. Perciò ti chiedo scusa per tutte quelle volte in cui ti ho fatto piangere, quando in realtà amo da impazzire in modo in cui ridi. Scusa se ti ho rovinato il Ballo del Ceppo al quarto anno, scusa se ti ho fatto stare male con la mia relazione con Lavanda e scusa se ho abbandonato te e Harry mentre eravamo in cerca degli Horcrux. Prometto che non soffrirai mai più a causa mia, non lo permetterò. Se solo ripenso a quando eravamo dai Malfoy e tu eri da sola lì su a farti torturare da Bellatrix, e io rinchiuso di sotto, sentivo le tue urla, Hermione, e non potevo fare niente, mi ha ucciso sentirti gridare dal dolore in quel modo”, le lacrime cominciarono a scorrere sul viso di Ron, “io-io...”

“Ron”, sussurrò Hermione. Era stata in silenzio per tutto il tempo e adesso piangeva anche lei.

“Hermione,” continuò Ron, “non permetterò più a nessuno di farti del male. Io ho bisogno di te, non voglio più separarmi da te, e anche se prima ero troppo stupido per rendermene conto, adesso ne sono certo. Hermione, sono follemente innamorato di te, e lo sono da un bel po' ormai e avevo bisogno di dirtelo, ho già aspettato troppo tempo.”

Hermione, scioccata da quella rivelazione, non staccò gli occhi pieni di lacrime dal viso di lui.

Erano a pochi metri di distanza, lei camminò lentamente verso di lui, gli prese entrambe le mani e se le portò alla bocca, baciandole dolcemente. Poi le lasciò andare e guardandolo intensamente negli occhi, prese il suo viso tra le mani e colmò quella distanza tra i loro volti. Lo baciò così appassionatamente che perse la sensibilità delle gambe e ringraziò le braccia di Ron che prontamente la strinsero stretta, impedendole di cadere.

Dopo quasi un minuto si staccarono per riprendere aria e Ron aspettò che fosse lei la prima a proferire parola.

“Ron,” comincò lei. “non devi prenderti tutte le colpe. Io sapevo fin dall'inizio cosa provavo per te, ma ho voluto comportarmi da ragazzina stupida e aspettare che fossi tu a fare il primo passo, nonostante sapessi quanto tu sia insicuro e timido ad affrontare certi argomenti. Sono io quella che ha aspettato troppo e come te non voglio più aspettare. Anche io non voglio separarmi da te. Se non ci fossi stato tu a proteggermi tutte queste volte, non so che avrei fatto. Mi ha dato la forza di affrontare tutto questo, devo ringraziare te se sono ancora viva. E anche io sono innamorata di te, non immagini quanto.”

A quelle parole il volto di Ron si illuminò in un sorriso, “Oh, sì che lo immagino”, disse infine.

Questa volta fu Ron a prendere l'iniziativa e a baciarla dolcemente sulle labbra, lei si lasciò trasportare ricambiando il bacio.

Quando si staccarono fu Ron il primo a parlare.

“Per quanto vorrei restare qui con te per l'eternità, credo sia il caso di scendere di sotto. Voglio assicurarmi che Harry sia salvo e mia madre stia bene.”

“Oddio, Harry”, disse Hermione allarmata, “Lo abbiamo lasciato a combattere contro Voldemort. Spero ce l'abbia fatta, ormai tutti gli Horcrux sono distrutti.”

“Coraggio, allora”, disse Ron. “Andiamo ad assicurarcene.”

La prese per mano e insieme si avviarono fuori dall'aula.

Scesero nella Sala d'ingresso e si accorsero della quiete che regnava nella scuola, fu una sensazione rilassante.

Le mani ancora intrecciate, entrarono nella Sala Grande. La prima cosa che videro fu Harry che andava loro incontro, il sorriso stampato sul viso. Poi Harry abbassò lo sguardo e lo rivolse alle mani unite dei suoi amici e, se possibile, sorrise ancora di più.

Ce l'aveva fatta. Aveva sconfitto Voldemort, glielo si leggeva sul viso. Aveva salvato l'intera comunità magica da quella grande minaccia che aveva seminato il terrore per anni.

Ron e Hermione abbassarono anche loro lo sguardo sulle mani intrecciate e rivolsero un sorriso timido a Harry.

Ce l'avevano fatta anche loro. Erano anni che si inseguivano senza mai afferrarsi, troppo impauriti da quel sentimento così grande.

In quel momento Pix attraversò la Sala Grande cantando a squarciagola.

“Abbiam vinto, viva viva Potter,

Vold è mort, con le ossa tutte rotte!”

I tre scoppiarono a ridere di gusto. La guerra era finita, i buoni avevano vinto, Voldemort se n'era andato per sempre.

Con il cuore di nuovo leggero e speranzoso in un futuro promettente, i tre amici uscirono dalla Sala Grande, attraversarono la Sala d'ingresso e si diressero fuori dal castello.





Author's Note: E' la mia prima fan fiction, spero di non aver combinato casini.  Mi piaceva pensare a cosa fosse successo qualche momento prima dell'entrata di Ron e Hermione in Sala Grande (sono una grandissima fan della coppia). 
E' un missing moment del film, ma pensavo fosse divertente inserire la canzoncina di Pix che leggiamo nel libro, visto che è l'unico momento in cui mi sta simpatico XD
Spero vi sia piaciuta. 
Vi prego di darmi consigli e magari chissà? Può darsi che scriverò ancora.

  
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