Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio!
Segui la storia  |       
Autore: AngelSword    07/09/2011    5 recensioni
Pensieri, parole, emozioni. Solo tracce d'inchiostro su carta, ma delle persone ci hanno creduto davvero.
Una raccolta di One-Shot che vedono i protagonisti dell'Ancient Saga come i "pensatori".
!!!ATTENZIONE: Per leggere questa raccolta bisogna aver letto almeno il primo volume della serie!!!
Genere: Generale, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Ancient Saga'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Premessa

Hmmmm.... Ok, so che questa fic saprà molto di già detto e bla bla bla, ma l'ho scritta in un momentino di tristezza, quindi sì.... il finale sarà dolsce dolsce da carie XD Chiedo perdono fin da ora XD
Ed abbiamo una nuova sezione in grassetto *o* Salutate tutti la....
Coming Up Soon: Jen; Seph; Nex; Ruby; Zalenia. Ho anche una mezza idea su uno dei Mugi, ma devo ancora vedere se è fattibile XD
Ricapitolando, scusate se il capitolo vi sembrerà ripetitivo, please cercate di capirmi ^^"
Ridetto ciò, ringrazio di cuore chi mi lascia le sue parole e chi anche solamente legge in silenzio ^^ Grascie mille ragasssss!!! =D
Buona Lettura ♥

 D

5. Notte

È buio. C’è silenzio. Non so dove mi trovo. Davanti a me solo oscurità. Non c’è né sopra né sotto, né destra né sinistra.

Poi mi accorgo di un respiro affannato in lontananza. Si fa sempre più vicino fino a quando non è proprio accanto a me. Ma sono sola. Lentamente un’immagine comincia a delinearsi davanti ai miei occhi, il nero si schiarisce. Un paio di mani, piccole, sporche di terra e sangue che tremano lievemente. Mi rendo conto che quel respiro affannato è il mio. Si ferma un momento per ingoiare la poca saliva nella bocca secca e poi riprende, forse anche più velocemente di prima. Osservo i giovani palmi, li giro per osservarne i dorsi tagliati da chissà quale oggetto affilato. Anche quelle mani sono mie. Sto correndo. Sento i miei piedi calpestare il duro terreno, pesanti ma veloci. Non so se sto scappando od inseguendo. Non ne so nemmeno il perché. L’unica cosa che sento è la paura che mi attanaglia lo stomaco ed il cuore che mi batte forte. Non percepisco né dolore né benessere. La completa apatia. Devo andare avanti e basta. Come se mi avessero chiamato, alzo la testa e guardo quello che mi circonda. Mi viene da urlare ma la voce mi si soffoca in gola. Voglio fermarmi ma le gambe non mi obbediscono. Intorno a me ci sono solo cadaveri immersi in pozze di sangue scuro che mi fissano coi loro occhi vitrei quasi volessero accusarmi. Non riesco a capire chi sono ma sento di conoscerli. Giungono alle mie orecchie le urla, strazianti lacerano l’aria. Esasperata da quella corsa senza fine mi lascio cadere, andando a strusciare senza dolore contro la terra umidiccia. Mettendomi in ginocchio torno ad osservare quei volti immobili. Ne riconosco alcuni come i miei amici d’infanzia. Poi vedo mio fratello e mia sorella accanto a me. Perché solo io sono in piedi? Perché sono sporca io del loro sangue? I miei occhi sgranati per il terrore cadono infine sui corpi ai miei piedi. E mi basta vedere una corta capigliatura verde zuppa di sangue rosso scuro per urlare al cielo nero tutto il mio orrore, tutta la mia colpa per quel massacro che avevo commesso.

Scatto a sedere sul letto, il fiato corto, il cuore a mille. É buio, ma i pallidi raggi della luna rischiarano la stanza quel che basta per definirne i contorni ei mobili. Una goccia di sudore mi solletica la tempia sinistra. Tengo gli occhi spalancati fissi sul lenzuolo stropicciato sopra le mie gambe, quasi stessi ancora guardando quel cadavere. Stringo convulsamente il cotone bianco con le mani madide mentre la mia mente ancora è nel terrore. È stato solo un sogno, cerco di dirmi, ma non mi ascolto. La notte mi spaventa. È quando non c’è il sole che le paure e i ricordi tornano a galla, facendomi ogni volta entrare nel panico più dubbioso. Quella carneficina c’è stata davvero? Sono tutti morti? Sento il terrore stringermi lentamente la gola, il respiro strozzato, le lacrime che spingono per uscire agli angoli degl’occhi.

Poi un tocco leggero sul mio braccio mi fa sobbalzare per la sorpresa, un sussurro mi calma subito dopo. Volto piano la testa, come se avessi paura che le ossa del mio collo si rompano in seguito a movimenti troppo veloci. E ti vedo là, disteso accanto a me, che mi guardi serio, la mano ancora tesa. Ti osservo come se fossi un fantasma, spaventata. Sento di voler correre via ma i tuoi occhi neri, appena visibili nella semioscurità, mi tengono incatenata lì. Ti metti anche tu a sedere, il legno del letto scricchiola piano, senza rompere mai il contatto visivo. Mi abbracci mettendomi una mano dietro la testa, pressandomi gentilmente la fronte sulla tua spalla nuda e calda. Stringo i denti per non piangere mentre mi carezzi dolce i capelli. Sento un’altra lieve pressione sul capo e capisco che mi ha appena dato un bacio. Non dici niente, lasci che sia il silenzio notturno a parlare.

Mi abbandono completamente al tuo sostegno e tu mi riporti lentamente giù con un leggero sospiro. “Non sono morto,” mi sussurri e sento vibrare la tua cassa toracica.

La notte io ho paura, e questo lo sai. La mattina dopo al mio risveglio non so cosa è successo durante quelle otto ore in cui non avevo pieno controllo di me. Un vuoto nero, privo di qualsiasi cosa come il cielo notturno oscurato dalla nuvole. E tremo. Dove sono le mie stelle? Dove sono io? Mi accorgo che la luna è di nuovo sola in quell’enorme distesa glauca, quasi non appartenesse a quel cielo. Sono sola.

“Io sono qui con te. Ci sarò sempre, Aqua,” mormori poi, quasi leggendomi il pensiero. Sento le tue braccia stringermi a te. Le nuvole si aprono, gentilmente spinte dal vento, rivelando quel piccolo e vivo scintillio vicino alla luna argentea. Come quelle nubi, sento che la mia paura si dissipa sulle note dei calmi battiti del tuo cuore. La notte ho smesso di essere sola. Sei tu la mia stella, la luce che mi guida e mi ricorda che l’alba, prima o poi, ritorna, che tiene lontane le mie paure più oscure. Sento un piccolo sorriso tendermi le labbra mentre sussurro inconsciamente il tuo nome. “Ti amo,” mi dici, la voce un po roca ma dolce.

Ora anch’io ho la mia stella polare. La notte non è più sinonimo di Paura, Solitudine e Morte. É diventata il riflesso di due cuori che si amano, il calore di un corpo e la luce della luna con la sua stella accanto.
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > One Piece/All'arrembaggio! / Vai alla pagina dell'autore: AngelSword