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Autore: Seeker of the Secret    07/09/2011    0 recensioni
- Perché é nei tuoi occhi che si cela il segreto. Senza di esso, saremo tutti dannati. -
La ragazza continuò a fissare il vecchio, non più spaventata. - Non m'importa, ormai. Voglio solo che questa storia finisca. -
Albus Silente si alzò dalla sedia e le si avvicinò - Ah, ma non sarai di certo tu a mettere la parola "fine" a tutto questo. Vedi, il mondo si sorregge tra il precario equilibrio che esiste tra bene e male. Continuerà comunque a ricadere nel baratro della follia, in un modo nell'altro, con o senza Voldemort. E tu? Che ruolo hai in tutto questo? Non capisci che il destino della tua esistenza è impresso in quell'orologio? Non penso tu l'abbia dimenticato. Avrai commesso i tuoi errori, ma solo perché io ti ho lasciato libera di farli. A tirare i fili sono stato io. Ti sei lasciata condurre come un burattino tra le mie vecchie e stanche mani. Tra un anno cosa farai, però? Sarai sola, senza l'amore di una famiglia e la guida di un grande, saggio, uomo come me. -
- Modestia a parte, eh professore? - sibilò la ragazza.
- Oh, in questi casi preferisco sempre lasciare la modestia da parte signorina Jones. O dovrei chiamarla col suo vero nome? -
- No, grazie. - ribattè gelida - Lizzy Jones è diventata parte di me. E così sempre sarà. Sempre. -
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George, e, Fred, Weasley, Il, trio, protagonista, Nuovo, personaggio
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7, Da V libro alternativo
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 Prologo: Who am I?

 

She lives in a fairytale

Somewhere too far for us to find

Forgotten the taste and smell of the world

That she’s left behind…

~ Brick by Boring Brick, Paramore

 
 
 
Il signor Weasley era visibilmente preoccupato.
Stava dietro l’imponente porta in legno, quella che l’avrebbe portato nell’aula in cui si teneva l’udienza di Harry, con la fronte imperlata di sudore e uno strano senso di impotenza.
Il signor Arthur Weasley mai avrebbe pensato di provare tanta ansia per un ragazzo estraneo al suo nucleo familiare. Eppure, Harry Potter era entrato nella sua vita in modo tanto palese che sembrava impossibile non iniziare a considerarlo come uno di loro.
E non solo perché era il migliore amico di suo figlio. Harry aveva salvato la vita a Ginny e fatto così tante altre cose buone per la sua famiglia che a stento riusciva a contarle.
Perciò non avrebbe potuto permettere che gli accadesse qualcosa. No, non sarebbe stato sbattuto ad Azkaban per un semplice caso di magia minorile. L’udienza tenuta nelle aule del Wizengamot, poi! Roba da matti. Assolutamente inconcepibile.
Perso in quel vortice convulso di pensieri, il signor Weasley non si rese conto di aver iniziato a passeggiare avanti e indietro per il corridoio, furioso con se stesso e con il Ministero. Non si rese neanche conto di una misteriosa figura che lo osservava nervosa dietro un angolo dell’atrio.
Arthur Weasley si torse le mani, fece schioccare le dita e decise di sedersi per terra, a causa della mancanza di sedie nel corridoio.
“Roba da matti, assolutamente inconcepibile…” continuava a ripetersi fra sé e sé.
Il suo sguardo stava vagando da un punto all’altro dell’immenso corridoio di piastrelle nere, quando notò finalmente una strana sagoma dietro l’angolo.
Era avvolta da un pesante mantello nero e una cascata di liscissimi capelli chiari si srotolavano da un piccola pinza usata a mo’ di elastico. Il volto era immerso tra le pieghe del mantello, quasi non volesse guardare ciò che aveva davanti.
Il signor Weasley rimase leggermente sorpreso da quella figura. Avrebbe potuto essere un ragazza, non più grande di suo figlio Ron. Cosa ci faceva una quindicenne nel bel mezzo del Livello più basso del Ministero? Non era accessibile a nessuno, quella zona.
Incuriosito, decise di avvicinarsi a quella strana ragazza ma sembrava che dormisse: il respiro regolare e l’abbassarsi lento e ritmico di quello strano mantello lo lasciavano presagire.
Strano” si disse Arthur Weasley “eppure avrei giurato…”
Non ebbe il tempo di finire la formulazione del suo pensiero. La porta dell’aula si aprì e i famosi membri del Wizengamot ne uscirono in un mare di tuniche nere. Molti confabulavano tra loro, un’espressione soddisfatta in volto, mentre altri arrancavano dietro i loro colleghi con aria furiosa. Ne uscì anche Silente, da qualche parte, ma Arthur non ci fece caso. In quel momento voleva solo trovare Harry e dimenticare di quella strana signorina…
- Signor Weasley! – gridò una voce.
 - Harry! – fece Arthur – Harry, cosa è successo? –
 Il signor Weasley vide farsi strada un ragazzo magro, dall’aria un po’ smunta, con un grosso paio di occhiali tondi e un’arruffatissima zazzera di capelli neri.
   - Mi hanno assolto! Mi hanno assolto… - Harry raggiunse il signor Weasley , cupo in volto.
  - Ma Harry è una notizia meravigliosa! Perché quella faccia? – chiese Arthur Weasley.
  - Si… anche se il professor Silente sembrava, bè ecco, strano. Lui è venuto in qualità di difensore, credo , e… -
  - Lascia perdere Silente, ragazzo! Dobbiamo subito andare a casa, dirlo a Molly e agli altri! – il signor Weasley rise gioviale, eccitato per le bella notizia.
  La sua espressione bastò a scacciare Harry strani presagi, il quale si concesse un largo sorriso e abbracciò il signor Arthur, a un tratto sollevato.
 Si fermarono ancora qualche minuto per parlare e aggiornarsi, dando libero sfogo alle loro precedenti preoccupazioni.
 Ma quel breve momento di tranquillità si interruppe bruscamente quando i grandi occhi verdi di Harry si bloccarono su un punto oltre la spalla del signor Weasley.
   - … e poi dovremmo dire a Molly che non c’è bisogno di andare a… -
 - Signor Weasley… cos’è quella cosa? –
 Arthur si voltò seguendo la direzione puntata dal dito di Harry.
Ed eccola lì.
Quella figura mezza stravaccata a terra, la testa sepolta nel mantello che la copriva interamente come un fagotto, la cascata di capelli biondissimi, quasi bianchi.
 Stavolta il signor Weasley e Harry si avvicinarono esitanti alla figura, troppo attoniti per rivolgersi una sola parola.
Quando furono a pochi passi da lei Harry Potter si chinò, una strana luce in volto. – Ehm … mi scusi? –
-Al suono della sua voce, la ragazzina scattò in piedi allarmata. Era più bassa di Harry, aveva degli enormi occhi scuri e un viso da bambina. Incominciò a torcersi nervosamente una ciocca di capell   – C-che vuoi? Chi sei? Lasciami in pace! – sussurrò, sull’orlo del pianto.
  - Noi… non vogliamo farti del male. Volevamo solo sapere… bè chi sei? – domandò Harry a voce bassa, quasi meccanicamente.
 Il signor Weasley rimase impietrito. Qualcosa in quella bambina, o ragazza che fosse, aveva risvegliato in lui ricordi nascosti. C’era qualcosa in quegli stranissimi occhi che gli sembrava familiare… ma non era possibile. Probabilmente si stava immaginando tutto. Stava dando di matto.
- Io sono… ma è importante saperlo? Non credo. – disse la ragazzina abbassando lo sguardo.
Harry sorrise divertito – Ma certo che è importante! Come credi che possa chiamarti se non mi dici il tuo nome? Almeno dimmi questo. – (NdA: Scemo, ingenuo Harry XD)
La ragazzina parve prendere confidenza con i modi gentili di Harry – D’accordo, allora. Puoi chiamarmi Lizzy. –
 Harry rispose con un sorriso gentile e Lizzy ricambiò, anche se non in modo così aperto.
 Stendendo lentamente le labbra, sul volto di Lizzy si era potuto notare un taglio,  che le attraversava il labbro inferiore fino al mento. Una cicatrice, bianca e quasi invisibile.
 La ragazza sembrava a corto di parole e così anche Harry. Fu in quel momento che il signor Weasley decise di prendere coraggio – Allora, Lizzy. Cosa… cosa ci fai qui? – sfoderò un sorriso un po’ tirato.
 Lizzy lo fissò con la bocca semiaperta. Forse non l’aveva notato, nascosto così com’era dietro Harry, ma lei rispose lo stesso – Io… aspetto i miei genitori. Lavorano al Wizengamot. Tra un po’ dovrebbero finire un’udienza e… dopo mi vengono a prendere. Si, è così. – concluse.
 Il signor Weasley e Harry si scambiarono un’occhiata di intesa. Dal modo in cui parlava si capiva che la ragazza non era inglese. E una nota di esitazione trapelata dalla sua voce era riuscita a far capire loro l’enormità della bugia che aveva appena detto.
 Cercando di suonare il più gentile possibile, Arthur Weasley si chinò per fronteggiare l’altezza della ragazza – Ne sei sicura, signorina Lizzy? Davvero sicura? -
 Lizzy lo guardò con tanto d’occhi; sembrava di nuovo spaventata e confusa, ma annuì comunque con fare incerto.
  - E, quindi, vorresti dire che ti sei addormentata in questo corridoio aspettando i tuoi genitori? Del Wizengamot? – riprese il signor Weasley.
Lizzy annuì di nuovo.
- I…ehm, membri del consiglio del Wizengamot sono già passati. L’udienza si è già conclusa, tesoro. –
- No, no, i miei… - fece Lizzy – i miei saranno ancora lì d-dento e …-
- Lizzy. – la chiamò Harry con voce ferma – ti posso confermare che l’udienza si è ufficialmente conclusa. Te lo posso dire perché l’accusato… ero io. –
La ragazzina sbarrò gli occhi e restò pietrificata per qualche minuto. Presa da chissà quali pensieri, si appoggiò in silenzio al muro e prese a torcersi nuovamente una ciocca dei suoi capelli chiari.- Lizzy… i tuoi genitori non sono qui, vero? – chiese il signor Weasley.
  Annuì.
 - E dove sono ora? – chiese di nuovo.
  Lei scrollò le spalle in tutta risposta.
 - Sono a Londra? –
Lizzy scosse la testa.
- Sono… -
 - morti? – concluse Harry al posto suo, una nota di amarezza velata.
 Un cenno d’assenso arrivò dalla ragazzina.
- Come mai sei qui? – domandò Harry corrucciato.
- Non sapevo dove andare… io non ricordo di dove sono o chi siano i miei, ma sono morti credo. E quindi… mi sono infilata qui, nella speranza che qualcuno mi aiutasse. – rispose piano.
 - Non hai un posto dove andare, dei parenti?
 - Te l’ho detto. Io non mi ricordo. – disse semplicemente.
 Harry fissò il signor Weasley. Quest’ultimo, in segno di muta risposta, porse una mano a Lizzy – Allora dovrai pur andare da qualche parte, in attesa che ti ritorni la memoria. Io sono Arthur Weasley e lavoro al Ministero. Perché non vieni da noi, per un po’? –
 Il signor Weasley, in seguito a questa azione, si chiese mille volte il perché del suo insolito atteggiamento nei confronti della ragazzina. Forse provò una sorta di tenerezza, quasi paterna, per lei, forse gli dava l’aria di somigliare a un cucciolo smarrito. Magari pensava che fosse arrivata la salvezza dell’intero mondo magico. O forse, il semplice fatto è che Lizzy sembrava avere uno strano effetto su qualsiasi persona le fosse accanto.
In poche parole, era diversa. Perfino per essere una strega, cosa di cui si era certi, non era nella norma, con quei capelli di un bianco spaventoso. Inoltre, sembrava circondata da un’aura di pura magia e candore. A volte, Lizzy riusciva a mettere in soggezione anche grazie alla sua sola presenza.
Si dissero tante cose sul suo conto, sulle sue misteriosi origini e sul suo intricato passato. Ma erano solo vaghe supposizione. Nulla si poteva ritenere certo, di quella ragazza. Che fosse un angelo caduto dal Cielo, che fosse una specie di Veela o che fosse una misteriosa parente dei Potter… nessuno poté dirlo con certezza, all’inizio.
Fatto sta che, di fronte a quell’affettuoso invito del signor Weasley, il cuore della ragazza si scaldò di gioia. Altro non fece se non allungare la mano verso il proprio futuro, piccole lacrime simili a cristalli che solcavano veloci le guance candide.




*.*Angoletto Potteriano*.*
Saaaaaaaaalve :D Probabilmente sono ancora una novellina in EFP, ma ciò non ha permesso alla testarda sottoscritta di provare a pubblicare una long – fic!
Quindi, hi everybody! I’m C. L. Phantom ^_^ Sono ancora alle mie prime armi in campo di autrice, perciò spero che le poche persone che si degneranno di leggere questa storia siano abbastanza clementi con me. E soprattutto che lascino una recensione, negativa o positiva non importa. L’importante è che voi, veterani autori e recensori, mi facciate capire gli errori che ricorrono nel testo e, già che ci siete, qualche consiglio per migliorare.
Intanto, spero che il prologo vi incuriosisca… ma so anche io che effettivamente questa prima parte non è uno dei miei migliori lavori <.< In caso, posto anche gli altri due capitoli. Magari, il mio stile migliorerà nel corso dello svolgimento.
Ora smetto di annoiarvi con questo inutile angoletto! Spero di trovare qualche recensione e di avere la possibilità di farvi partecipi della fanfic a cui mi sono affezionata più di tutto il resto, Castle Walls.
A presto :)
*.*C.L.*.*
  
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