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Autore: I Walk With Shadows    08/09/2011    5 recensioni
E il sangue toccava le pareti, le piastrelle erano piene, e quando gocciolava di nuovo si sentiva distintamente il rumore di esso, insieme alle risate sempre più forti del ragazzo.
Walks is fuckin' back.
Genere: Drammatico, Horror | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Max Green , Ronnie Radke
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: Questa FF non è scritta a scopo di lucro. E' il 7 settembre, sono le 21.37 e io non ho nulla da fare. Abbiate pazienza. E inoltre, avete presente da quanto non scrivo? Abbiate pazienza anche per quello. Grazie e arrivederci.

 

 

 

I'm here to tell you a story.
A story that will torture your thoughts by day and poison your dreams by night.

 

 

 

The Emptiness.

 

 

Era incredibile il modo in cui Ronnie fosse masochista.
Fin da piccolo aveva sempre trovato divertente farsi del male, trovava che il sangue che usciva dal suo dito quando si tagliava con la carta fosse qualcosa di suggestivo, di particolarmente pittoresco, e in qualche modo trovava anche una certa... goduria nel vederlo. E così trovava divertente immergere la testa nell'acqua senza respirare, oppure chiudersi il dito nella porta. Crescendo capì che quello era stupido, e così passò alla droga.

Fu quando incontrò Max che cercò di smettere: quando scopri che c'è qualcuno disposto ad amarti, a stare con te per tutta la vita, qualcuno che sai non ti tradirà mai, cambi. Cerchi di odiarti di meno, per quanto ti sia possibile. E così fu per lui, quella vita passata ad odiarsi, a farsi del male, a cercare di capire cosa ci fosse di così orribile nel ficcarsi un coltello nel braccio, se non una siringa, svanì in un batter d'occhio: quel vuoto, quel vuoto che lo aveva sempre perseguitato, quello che non lo faceva dormire la notte finiva ogni volta che guardava troppo intensamente gli occhi color ghiaccio del ragazzo.
Tutto, però, ha una fine. Fu così che i giorni passarono, si trasformarono in mesi e in anni. Max era la cosa più importante, lo era sempre stata, fin dal liceo. Eppure sembrava che lui non lo capisse.
Insomma, non era abbastanza quello che gli aveva detto, quello che gli aveva espresso? In punto di morte l'unica scia di luce che Ronnie avrebbe visto sarebbe stata quella del suo sorriso eterno, e nient'altro.

Non l'aveva capito, non l'aveva capito affatto, e così l'aveva cacciato, l'aveva cacciato dalla sua vita sapendo che non sarebbe tornato più.

E così, il vuoto era tornato, più forte di prima, ora che motivo aveva di andare avanti? Lo conosceva da anni, non sarebbe stato così facile cancellare il suo ricordo.
Lo avrebbe perseguitato. Sempre.

Tanto valeva andare a bussare alle porte dell'inferno. Sbaglio?

 

Sbattè la testa contro il vetro della finestra, pur non rompendo il vetro continuò a provarci.

La prese a pugni, a testate ancora più forti di prima, e non sapeva se quelle che gli attraversavano le guance erano lacrime o gocce di sangue.

La testa iniziava a fare male, sentiva le ossa del naso scricchiolare e le labbra, che continuava a mordere, gonfiarsi. Il cuore batteva sempre più velocemente, sentiva il sangue salire su per le vene distintamente. Sorrise.

Una goduria così, tutta insieme, non l'aveva mai provata.

Iniziò a fumargli il cervello, aveva troppo alcol in corpo, le nocche ormai erano spellate e mancava poco perchè l'osso uscisse del tutto. Così si staccò e vide quello che ora era veramente.

I suoi capelli erano sporchi di sangue, quello che gli usciva dal cranio. Il suo naso era probabilmente rotto e le sue labbra avevano il segno degli incisivi profondo nella carne.

Sorrise, e tirò un pugno per spaccare il vetro, in modo che la sua mano destra sanguinasse ancora di più, con tutti quei piccoli pezzettini di vetro ficcati dentro.

E il sangue... ora gli percorreva le braccia, mentre colava sul pavimento del bagno.

Si sedette sul pavimento, ormai stava ridendo come non aveva mai fatto.

E il sangue toccava le pareti, le piastrelle erano piene, e quando gocciolava di nuovo si sentiva distintamente il rumore di esso, insieme alle risate sempre più forti del ragazzo.

Quando il dolore si alleviò Ronnie prese la bottiglia di whisky accanto a sé. Non ne aveva mai bevuto così tanto in tutta la sua vita, sembrava fosse l'unico liquido conosciuto.

Si leccò le labbra, il sapore di sangue era... inebriante.

Strofinandosi una mano sul naso ne sentì anche l'odore, una goduria. Piegò così la mano per sentire ancora una volta le goccioline cadere.

Poi spaccò la bottiglia.

Con un solo gesto la buttò contro la vasca da bagno, e i pezzetti di vetro volarono a milioni. Qualcuno gli andò addosso, ma niente di che, il dolore fu minimo. Furono quelli grossi, quelli che staccò direttamente dalla bottiglia, o quello che restava di essa che si infilzò direttamente nella carne del braccio, trascinandoli verso le dita. E così fece sulle gambe, strappandosi prima i pantaloni e lasciandoli a galleggiare nel sangue, ficcandosi i vetri così profondamente da riuscire a toccarsi l'osso.

Qualcosa, nella testa di Ronnie, era andato storto, del tutto. Morire così gli sembrava... banale. Prevedibile.

Fu allora che si ricordò che lì aveva anche una pistola. La prese, senza alzarsi, era lì davanti a sé, e mai la morte gli era sembrata così dolce come in quel momento. Sorrise.

La pistola in gola, forse, gli avrebbe fatto più male. Si sarebbe sentito il ferro sulla lingua, nei denti, quella sensazione gelida in tutto il corpo gli avrebbe fatto vibrare la testa fino a farla scoppiare nel momento in cui avrebbe premuto il grilletto, ridendo, godendo. Puntata alla testa sarebbe stato più veloce, ma una volta sparato, la prima persona ad entrare, ovvero Max, -sapeva che sarebbe stato Max, lo sentiva, lo sperava- avrebbe visto l'orrendo spettacolo senza aver bisogno di alzare la testa al soffitto.

Si ficcò la pistola in gola, tirando giù il cane fino in fondo e... aspettando. Era come se lo immaginava. Il freddo gli arrivava fino al cervello, gli stava facendo vibrare la pelle e sentire male. Alzò la testa, guardando il soffitto.

Sorrise, e fu qualcosa che aumentò di più quando sentì la porta aprirsi.

 

Max entrò in casa correndo verso la camera da letto.

-Ronnie?

Aprì la porta, vedendo che non c'era. Pensò ad uno scherzo, inizialmente, e Ronnie era il tipo da fare una cosa del genere dopo che Max lo aveva lasciato. O almeno lo pensava.

-Non sei divertente, cazzo! Per favore, dimmi dove sei!

Chiuse la porta sbattendola violentemente. Aveva bisogno di parlargli, sapeva com'era fatto, sapeva cosa avrebbe fatto se non fosse intervenuto.

Era ancora in tempo per salvarlo, lo era ancora...

E lo pensò fino a quando non vide il sangue uscire dalla porta del bagno.

Sentì il cuore fermarsi per un attimo, i suoi pensieri scomparvero e tutti i suoi ricordi insieme a loro. Tutto era diventato completamente vuoto.

Sentiva il sangue bagnargli le scarpe e Ronnie ridere da dentro la stanza. Non sapeva cosa fare, al momento: entrando, la reazione dell'altro non la sapeva. Quando sbirciando dalla serratura vide la pistola capì che avrebbe potuto premere il grilletto così come, vedendolo, avrebbe potuto metterla giù.

Respirò, e sentì Ronnie fare la stessa medesima cosa dall'altra parte della porta.

Appoggiò la testa contro il legno, e l'altro, sentendolo, scoppiò a ridere.

Non aveva mai avuto così tanta tensione in corpo. La mano tremava quando la appoggiò sulla maniglia.

Aprì.

Ronnie lo guardò dritto negli occhi un ultima volta, prima di premere il grilletto sorridendo. E prima che Max vedesse quanto male gli aveva fatto in una sola volta, era tutto finito.

Sentì lo sparo, lo sentì distinto tra tutti gli altri suoni, e gli restò impresso nella mente per gli anni seguenti. Vide la mano dell'altro sul proprio sangue, bianca.

Chiuse gli occhi.

Il vuoto ti perseguiterà.

 

***Walks' Angle.

Sottolineiamo che è l'una e mezza di notte, che questa fic l'ho iniziata a scrivere alle nove e mezza e che non sono completamente in me.

Chiaro? Ok.

Questa è una tra le poche cose che ho scritto che con la mia vita non c'entra un cazzo. Ci terrei a sottolineare il fatto, visto che certe persone leggendola potrebbero pensare ad una cosa. L'idea mi è venuta perchè avevo voglia di scrivere non so cosa, ho messo il mix degli Alesana in ripetizione su Facebook, ed essendo innamorata della metà delle loro canzoni è uscito questo. Nient'altro. E vi giuro, che rileggendolo non sembro neanche io ad averla scritta.

E' assurda, anche se -sì, nemmeno questa- non mi piace granchè. Ma cazzo, non posso credere di averla scritta. Non è da me qualcosa di simile.

Detto questo, auguro buonanotte a mEHM! a tutti, sìsì.

Vi prego recensite, ci tengo davvero a sapere cosa ne pensate.

 

Peace, love and Mannie. ♥

Walks.

  
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