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Autore: shesaskyscraper    08/09/2011    8 recensioni
La sveglia suona, e io non riesco a crederci. E’ il mio giorno. Oggi il mio sogno si avvererà.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La sveglia suona, e io non riesco a crederci. E’ il mio giorno. Oggi il mio sogno si avvererà.
Mi preparo in fretta, mordo al volo una mela e scappo da Juliet che certamente starà dormendo.
Ma forse dovrei presentarmi! Scusatemi, sono sbadatissima, ho la testa da tutt’altra parte. Il mio nome è Cornelia e Juliet è la mia migliore amica. Non so se è la definizione giusta, perché è più come una sorella per me. Condividiamo tutto. Sogni, segreti, vestiti, viaggi. Lei è una di quelle ‘sorelle’ che per me ci sarà sempre, qualsiasi cosa accada, quando sono triste, lei c’è; se mi sveglio la notte e ho bisogno qualcuno con cui parlare, lei c’è; se ho bisogno di un abbraccio, lei c’è. E io ci sarò sempre per lei, perché.. no, non si può spiegare il perché, è così e basta, non so se riuscite a capire.
Insomma oggi partiremo per il nostro primo concerto. Siamo riuscite a convincere i nostri genitori per miracolo, oppure abbiamo solo scelto l’occasione giusta.
‘Juliet, sono io, dimmi che sei sveglia! Altrimenti sfondo la porta e entro.’ Naturalmente lei sa che scherzo, ma che potrei davvero farlo.
‘Calma ragazza, non vorrai pagarmi una porta vero?’ risponde aprendo la porta.
‘Tutto pur di arrivare in tempo a prendere il volo. Santo cielo, Juliet! Sei ancora in pigiama!’ Le urlo.
‘No, verrò vestita così. -dice scherzando- Dammi dieci minuti e sono pronta.’
Mi siedo comoda sul divano e inizio a pensare a quanto posso essere stata fortunata. Abbiamo avuto i due biglietti attraverso un concorso, avremmo dovuto pagare solo volo e albergo. Ero riuscita a trovare un volo davvero economico – ‘Sei un geniaccio’ mi aveva urlato Juliet- e quindi non sarebbe stato un problema pagare un albergo dove stare.
‘Sono pronta.’ Juliet interrompe i miei pensieri.
 
Dopo un’ora di chiacchierate in aereo, Juliet si appoggia sule orecchie l’auricolare e io la guardo. E penso che è la migliore cosa che mi potesse capitare. Con quei suoi capelli lunghi sul biondo e quei suoi occhi azzurri è così perfetta. Tutto il mio contrario, io ho i capelli sul castano chiaro e gli occhi color cervone. E poi lei è umile e dolcissima. Mi sa  prendere e non riesco a essere arrabbiata con lei più di due secondi.
 
Scese dall’aereo prendiamo un pullman per arrivare all’hotel e ci sistemiamo. Poche ore dopo, saremmo potute andare al concerto della nostra cantante preferita, la nostra fonte di ispirazione, la ragazza che ci ha aiutate a essere forti: Demetria Devonne Lovato.
‘Sei pronta, Cornelia? Stiamo per andare al concerto del secolo, tu lo sai, vero? Lo sai che le salterò addosso dalla gioia, eh?’ mi dice esaltata.
‘Lo so benissimo carissima. E tu sai che fra meno di cinque secondi mi metto ad urlare dalla gioia, vero?’ mi tappa la bocca e io conto. 1.. 2.. 3.. Tappo la bocca anche a lei, sapevo che avrebbe urlato peggio di me. 4.. Prendiamo fiato.. 5! Ci mettiamo ad urlare con le nostre mani in bocca di una e dell’altra, che comunque non riescono ad attutire la nostra voce.
‘Santissimi numi, Juliet, non ci posso ancora credere!’ le dico dopo esserci buttate sul letto ed esserci calmate.
‘A me lo dici? Proprio a me? Senti, secondo me dovremmo farci un pisolino prima di prepararci altrimenti poco dopo mezzanotte cadremo a terra dal sonno’ consiglia.
‘Massì, hai proprio ragione e poi manca ancora tanto!’ perciò impostiamo la sveglia e ci appoggiamo al cuscino. E non so come, riesco ad addormentarmi. Pur essendo esaltata, pur sapendo che vedere Demi mi avrebbe cambiato la vita, riesco ad addormentarmi.
 
Dopo il suono della sveglia ci alziamo più esaltate di prima e ci prepariamo.
‘Sto bene con questo vestito? E’ comodo e perfetto per un concerto, che ne dici?’ Le chiedo con occhi sognanti.
‘Staresti bene anche in pigiama, fidati.’ Ci mettiamo a ridere come solo noi sappiamo fare. Quella risata che solo con lei riesco a tirare fuori, un risata che viene dal cuore, che mi fa sentire meglio, che mi fa sentire VIVA.
 
Un’ora dopo..
‘Ragazza, è ora di andare! Sei pronta? Dimmi di sì.’ Annuncia Juliet, di solito è lei quella in ritardo, ma questa volta.. Insomma, alla fine ho deciso di mettermi pantaloncini e maglietta, per questo ho fatto tardi.
‘Certamente! Andiamo!’ Così dicendo la prendo sotto braccio e corriamo verso il palco dove si tiene il concerto, quasi sotto il nostro albergo.
 
E’ esattamente come pensavo, tante persone prima di noi in attesa che Demetria salga sul palco; ma non ci avevano annunciato una cosa che sarebbe stata una sorpresa per tutti.
‘Are you ready?’ si sente urlare. La conosco perfettamente quella voce, ma non riesco a capire da dove proviene, sul palco ci sono solo gli strumenti. Poi accade tutto in un secondo, gente che urla a squarciagola e lei, proprio LEI affianco a me e Juliet. Non posso credere minimamente a quello che vedo, eppure eccola, affianco a me, che mi prende per mano e mi trascina verso il palco. E io che non riesco a capire quel che succede.
Poi un lampo di genio. La lettera, quella lettera che le avevo inviato circa un mese prima delle date, con la mia foto. Le avevo detto che al suo concerto non sarei mai mancata, che il mio sogno era di essere lì per lei, per supportarla sempre, che avrei voluto seguire la sua strada, che sarei stata forte come lei qualsiasi cosa mi avrebbe detto. Lei mi aveva riconosciuta, mi aveva vista, SAPEVA CHE ESISTEVO.
‘I love you too.’ Mi sussurra.
Guardo Juliet che ricambia il mio sguardo incoraggiandomi ad andare, perché sapeva che quello era il mio sogno, sapeva che doveva lasciarmi andare perché era quello che desideravo.
Ed eccomi lì, sul palco, con Demetria Devonne Lovato. La mia forza, la ragazza che mi ha insegnato ad andare avanti e sorridere, il mio esempio da seguire.
‘This girl could make me cry with a single letter. She is so sweet, and tonight I want to sing with her, ‘cause I want to listen her magic voice.’
Mi illumino. Lei vuole cantare con me. La ragazza che avevo paura non avrei mai incontrato, vuole cantare con me. E poi inizio a sentire le note di ‘Me, myself and time’. Inizio a cantare, come se nulla fosse attorno a me, come se esistessimo solo io, la musica e Demi. Come fosse una cosa normale.
Chi lo avrebbe mai detto che un giorno sarei stata al suo fianco?
  
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