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Autore: Arashinoharuka    08/09/2011    1 recensioni
“..Ma sei comunque così straordinario che, nonostante tutti i tuoi innegabili difetti, voglio ancora lottare per averti con me, anche se so che è una decisione suicida.”
Ma quest’ultima frase che Inghilterra disse prima di voltarsi ad annunciare ai suoi generali di preparare l’esercito per la guerra incombente, era una cosa che America non avrebbe mai nemmeno lontanamente immaginato.

{One-shot, da prendere come shounen-ai oppure no, a vostra scelta. Enjoy :3}
Genere: Guerra, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Canada/Matthew Williams, Inghilterra/Arthur Kirkland
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Una cosa chiamata ‘vita’.
 
 
 
“Hey Inghilterra, lascia stare, io sono più che sufficiente qui! Dopotutto io.."
“Oh per favore, evita la battuta dell’’eroe’, razza di idiota.”
“Ma..”
“Davvero, America, non potremmo semplicemente cooperare questa volta? Solo per una volta?”
America non lo sapeva. Tutti i ricordi che riusciva a richiamare riguardo Inghilterra erano inzuppati d’odio. Non sapeva se poteva cooperare con qualcuno che aveva sempre odiato.
 

“Signor Inghilterra?”
“Solo Inghilterra, per favore.. Dimmi, America?”, disse l’uomo al bambino, sorridendo come per scusarsi mentre si voltava.
“..Grazie”. Poi il ragazzino si rigirò nel letto e sembrò addormentarsi istantaneamente, nonostante la luce che si riversava nella stanza dalla porta aperta davanti cui Inghilterra stava in  piedi.
“Ah..E per che cosa”, biascicò in risposta mentre usciva e richiudeva silenziosamente la porta. “L’unico che deve ringraziare qualcuno qui sono io, aggiunse incamminandosi lungo il corridoio, verso la propria camera.
Ma questa era una cosa che America non seppe mai.

 
“Per favore, America, non puoi rimanere a casa questa volta? È un incontro importante. Ed è soltanto tra me e Francia, sarebbe piuttosto strano se portassi anche te..”, pregò Inghilterra ad un America ormai cresciuto con una mano sulla sua spalla – che era più alta della propria.
“Si, ma voglio imparare come essere una nazione! Voglio davvero essere come te quando sarò da solo!”, protestò America.
Inghilterra sospirò. “Non oggi, America. Ma ti prometto che ti porterò con me nel prossimo incontro importante che faremo, va bene?”.
America sembrava deluso, ma si sforzò di capire. “Va bene. Ehm..torna presto”, biascicò guardandosi le scarpe.
“Certo”, rispose Inghilterra mentre si voltava e usciva dalla casa.
“Non ti preoccupare, America, sei già molto più forte di quanto tu abbia capito finora..Lo sei sempre stato.”, aggiunse una volta che si fu chiuso la porta alle spalle.
Ma questa era una cosa che America non seppe mai.
 

“Ehm..Inghilterra?”, chiese la voce perplessa di America.
“Si?”, e l’uomo si voltò per guardare in faccia un America pre-adolescente, vestito con un elegante completo nero.
Lui abbassò uno sguardo perplesso sul nodo della propria cravatta. “Perché devo mettere questo?”, chiese afferrando gentilmente un bordo dell’elegante giacca nera in doppiopetto.
“Beh, ti fa sembrare così elegante e maturo. Ti sta davvero bene”, rispose Inghilterra sorridendo dolcemente e lisciando una piega sulla spalla di America, camuffando un impacciato gesto d’affetto.
“Ah..Va bene, disse America facendo spallucce. Seguì Inghilterra lungo il corridoio, borbottando a voce bassa e delusa, “In effetti mi fa solo assomigliare a te.”
Inghilterra sentì una piccola fitta al cuore a questa frase, ma continuò a camminare e fare finta che l’osservazione fosse passata inosservata.
Ma questa era una cosa che America non seppe mai.

 
“America? Dove sei? C’è qualcuno che dovresti venire a salutare”, furono le prima parola che America sentì quando Inghilterra rientrò in casa.
Si affrettò giù per le scale, urlando in risposta, “Che c’è adesso?”
“Non essere così maleducato e non urlare, per favore. Beh, questo è il tuo fratellino, Canada; l’hai mai visto prima?”
America fissò gli occhi blu ombreggiati di viola del giovane ragazzo in piedi accanto ad Inghilterra. Deglutì sentendolo dire: “Ciao, America”, con una voce bassa e timida.
“Ciao, fratellino”, rispose con un veloce sorriso nervoso.
“L’hai mai visto prima?”, ripeté Inghilterra, con una sfumature d’impazienza nella voce.
“Si, un sacco di tempo fa”, rispose facendo spallucce. Poi si voltò, e, dopo una piccola esitazione dove si chiese quale sarebbe stata la reazione di Inghilterra, si diresse di nuovo alle sue stanze al piano superiore.
Inghilterra sospirò. Si voltò verso la giovane nazione sulle cui piccole spalle la sua mano era ancora appoggiata con fare rassicurante; “Non ti preoccupare..Sono sicuro che non lo conosci bene, ma credimi, non è male come è sembrato ora. E’ un ragazzo così piacevole, davvero. Dovresti parlargli domani, forse; probabilmente ora è stanco..”, disse al ragazzino con un piccolo sorriso di scusa.
Canada annuì arrossendo. “Lo farò”.
Ma questa era una cosa che America non seppe mai.

 
“Uhm..Signor Inghilterra..”
Non era esattamente la cosa giusta da dire nel bel mezzo della notte dopo essersi intrufolato nella stanza di Inghilterra per farlo svegliare, ma America non riuscì a farsi venire in mente nessuna frase migliore.
“Mmh”, grugnì l’uomo sotto le coperte. “America, sei tu?”
“Si..Signor Inghilterra-“
“Solo Inghilterra”, disse stancamente l’uomo seguendo per la maggior parte un automatismo.
“Io..La mia stanza mi fa paura”, si lamentò. “Non c’è vento né erba che si muove e nessun piccolo animale viene a coccolarsi con me per farmi addormentare. Non riesco ad addormentarmi..”, spiegò abbassando lo sguardo sul pavimento.
“Vuoi dormire con me..?”
“Io..”
“E’ solo per stanotte, e solo perché è la tua prima notte qui, siamo intesi?”
America annuì velocemente e si arrampicò sul letto e si rannicchiò contro il petto caldo di Inghilterra. Dopotutto, faceva piuttosto freddo fuori dalle coperte. Dopo ciò, si addormentò quasi subito.
Inghilterra sospirò e con una braccio circondò il suo piccolo corpo. Poi lo cinse anche con l’altro; e pochi minuti dopo, sospirò accorgendosi di aver finito per abbracciarlo e stringerlo più vicino al proprio corpo.
Ma, visto che si svegliò prima di America la mattina successiva, questa era una cosa che America non seppe mai.

 
“America. Apri la porta.”, ordinò Inghilterra dopo aver bussato un paio di volte alla porta di legno delle stanze private di America.
“Che vuoi ora?”
“Ti ho detto di aprire la porta”, ripeté Inghilterra. Sentiva la rabbia bruciargli nel petto, ma si sforzò di mantenere la calma per il momento.
La porta fu lentamente aperta e America ripeté sfacciatamente: “Che vuoi ora?”
“E’ questo il comportamento giusto da tenere con me -  e con tuo fratello più giovane?”, chiese calmo Inghilterra.
“Suppongo tu ti aspetti che io risponda di no”.
“America, smettila di ribellarti. Non capisco nemmeno a che cosa ti stai ribellando! Qual è il problema adesso? Pensavo che la situazione sarebbe stata abbastanza stabile d’ora in poi. Presto ci sarà un altro incontro organizzato tra le nazioni europee, e tu potai venire con me come rappresentante della mia colonia..”
“E’ questo tutto ciò che siamo per te, Inghilterra? Davvero? Solo colonie? Pupazzi che puoi mostrare in giro e di cui vantarti quando parli con le altre nazioni?!”
“America, abbassa la voce.”
“Tutto quello che io ti abbia mai chiesto era un minimo della mia vecchia libertà e un po’ di affetto cosicché non mi sarei sentito solo! Ma tutto quello che tu mi hai fatto provare era che sono stato solo un giocattolo con cui tu potevi giocare, niente più di una bambolina, perché non sei capace di farti degli amici ma hai bisogno di dimostrare che non sei debole come in realtà sei! Non mi consideri il tuo fratellino, vuoi solo mostrarmi in giro, vuoi solo mostrarci in giro!”.
Non era la prima volta che litigavano, ma era la prima che America credeva in tutto quello che aveva urlato ad Inghilterra. La prima, in assoluto.
Le mani di Inghilterra tremavano leggermente mentre si portava un pugno chiuso al petto e si voltava per uscire dalla stanza, cosicché le lacrime passassero inosservate.
“Ho sempre lottato per tenerti con me e me soltanto, America. Ho sempre voluto averti al mio fianco come mio amico, mio fratello, il mio ragazzo*. Mi dispiace di non averlo dimostrato abbastanza.”, disse con la voce rotta dal pianto, e subito dopo lasciò America da solo.
Ma questa era una cosa che America non avrebbe mai ammesso di essere a conoscenza.

 
America batté le mani aperte sul tavolo di legno. “Non riesci a capire! Non provi nemmeno a capirmi! Per favore, Inghilterra, facciamo un accordo. Sai che sono già abbastanza forte da battere te e probabilmente qualsiasi alleato tu possa farti. Quindi per favore lasciami andare, lasciami avere l’indipendenza, non voglio doverti ferire.”
Inghilterra chiuse gli occhi facendo un respiro profondo, lasciando che l’amarezza uscisse dai suoi polmoni. “Credi davvero che ti lascerei andare così facilmente, America?”
America esitò, gli occhi di Inghilterra erano ancora chiusi, ma poteva capire che stava soffrendo come se fossero stati aperti e lacrimanti. “Io..Lo speravo tanto.”
Inghilterra soffocò una risata priva di qualsiasi traccia di ilarità in gola e sorrise amaramente. “Sei così ingenuo, America..”, fu tutto quello che riuscì a dire mentre risollevava le palpebre.
“Posso anche essere ingenuo, ma sono assolutamente capace di dichiarare la guerra aperta tra di noi.”, replicò America gelido, e uscì dalla stanza un attimo dopo.
“..Ma sei comunque così straordinario che, nonostante tutti i tuoi innegabili difetti, voglio ancora lottare per averti con me, anche se so che è una decisione suicida.”
Ma quest’ultima frase che Inghilterra disse prima di voltarsi ad annunciare ai suoi generali di preparare l’esercito per la guerra incombente, era una cosa che America non avrebbe mai nemmeno lontanamente immaginato.

 
“E-ehm.. Signor America?”
“Cosa sono queste formalità? Inghilterra non sta ascoltando.”
Canada arrossì e si corresse immediatamente: “America, allora? Monsieur Inghilterra-“
“Chiamalo solo ‘Inghilterra’, mi dice di farlo da quando sono venuto a vivere con lui. Ed è un bel po’ di tempo fin ad adesso”, lo interruppe nuovamente America.
“Beh, Inghilterra mi ha detto che avrei dovuto venire a parlare con te oggi”, dichiarò timidamente.
“Davvero? E che cosa ti fa pensare che questa sia la cosa giusta da fare?”, chiese America.
J-je.. Beh lui ti è affezionato e vuole che io vada d’accordo con te, je crois..”.
 “Perché dici metà delle parole in francese, ragazzino? Mi dà fastidio. E comunque. Inghilterra è solo un’egoista nazione conservatrice”, replica America, con un sorrisetto e fissando quasi crudelmente gli occhi del suo fratello più giovane; “Che non è affezionato a un bel niente e vuole solo che il suo popolo vada d’accordo con i suoi soldi.”
Canada abbassò lo sguardo arrossendo ancora di più. Quasi in tono di scusa, sussurrò: “Mi dispiace. In fondo sono per metà francese. Ma smetterò se ti disturba, fratellone..”.
America rise leggermente e scompigliò con nervosismo i capelli biondo scuro di Canada. “Fai solo attenzione che non ti leghi troppo stretto a sé”, borbottò voltandosi e lasciando Canada da solo nel verde, profumato giardino all’inglese.
Dietro una pesante tenda blu scuro e una finestra aperta per metà proprio di fronte al bambino solitario, un Inghilterra totalmente stordito non fu capace di fare nulla tranne deglutire il soffocante nodo alla gola e impotentemente sentire le lacrime bollenti scorrergli lungo le guance e macchiare il colletto bianco della sua camicia di amarezza.
Ma, a cause del fatto che s’era nascosto dietro alla tenda, questa era una cosa che né America né Canada seppero mai.

 
Le mani di Inghilterra coprivano il suo viso mentre respirava profondamente contro la sua stessa pelle. Sentì un colpo alla porta, e persino prima che il generale entrasse e gli presentasse le ultime notizie dal campo di battaglia, sapeva che erano pessime.
“Signor Inghilterra”, disse il generale togliendosi educatamente il cappello dell’uniforme militare quando fu invitato a parlare. “Il nostro esercito è in ginocchio, le forse americane ci stanno letteralmente sommergendo. Non sopravvivremo alla prossima notte.”
“Sopravvivremo comunque. La battaglia si fermerà per la notte.. Domattina raduna le truppe rimaste per l’ultimo battaglia, andrò da solo..”
“Non potete..!”
“..guidando i nostri soldati contro America. Puoi andare adesso.”, ordinò freddamente. Mentre il generale usciva dalla tenda, si alzò, già vestito con la sua uniforme militare rossa con la croce bianca sul petto; non aveva alcuna intenzione di far durare quella guerra un girono di più. Il suo esercito stava fallendo nell’intento di tenere America con lui, e non gli rimaneva nulla se non marciare sul campo di battaglia lui stesso.
Conosceva America, sapeva perfettamente che cosa voleva; e nonostante stesse ancora disperatamente lottando con tutte le sue forze per non farlo accadere, gliel’avrebbe dato.
E questa era, n effetti, una cosa che America sapeva molto bene.

 
“Dunque Canada, com’è stata la tua chiacchierata con America?”, mentì Inghilterra quando vide il ragazzino entrare nella biblioteca dove sedeva con una tazza di tè a leggere un vecchio libro di poesie.
Canada alzò lo sguardo su di lui, arrossì come al solito, e rispose: “..Mi faceva venire i brividi”.
Inghilterra non poté fare altro che sorridere dolcemente. “Ti faceva venire i brividi?”
Oui. Non vuole che io mi affezioni a voi credo, ma posso farlo, vero? Posso affezionarmi a voi, Monsieur Inghilterra?”, chiese Canada timidamente facendo qualche passo verso la sedia di Inghilterra.
“Naturalmente puoi, ma preferirei che parlassi correttamente l’inglese finché stai qui con me”, disse Inghilterra con un leggero sorriso mentre appoggiava il libro sulle proprie gambe.
“S-si mi dispiace molto! È ancora un po’ difficile per me ma farò del mio meglio per non infastidirvi!”, si affrettò a dire Canada arrossendo ancora, e subito dopo si precipitò fuori dalla biblioteca.
Inghilterra sospirò e appoggiò la schiena contro la sedia. “Perché, America? Perché rifiuti il tentativo di chiunque di andare d’accordo con te? Non avrei mai immaginato che avere un amico fosse così terribilmente doloroso.
Ma questa era una cosa che America non avrebbe mai voluto ascoltare, nemmeno se Inghilterra si fosse inginocchiato davanti a lui piangendo e urlandogliela in faccia.
Però, se solo l’avesse ascoltata, sarebbe stato pienamente d’accordo.

 
Dopodiché, anche i bambini più piccoli delle scuole elementari sanno come è andata a finire la Guerra d’Indipendenza americana.
Persino America, nella sua totale mancanza di serietà e incosciente ignoranza, sapeva di aver vinto; aveva vinto perché era più forte di Inghilterra. E non soltanto in fatto di eserciti.
E Inghilterra aveva imparato come ci si sentiva ad affezionarsi ad un amico e poi perderlo per I propri errori, e America aveva imparato che chiunque ti dica che sarà il tuo ‘fratello maggiore’, il tuo ‘protettore’, il tuo ‘salvatore’, vorrà soltanto reclamare il suo possesso su di te – eccetto lui stesso. Perché voleva credere di essere diverso e migliore di Inghilterra, di Francia, di Spagna; di qualsiasi altro Stato europeo che aveva soppresso intere popolazioni imponendo loro i propri usi.
Non avrebbe mai avuto paura; non sarebbe mai stato debole come lo era stato Inghilterra.
Non si sarebbe mai, mai permesso di affezionarsi a qualcuno, di avere degli amici.
Non si sarebbe mai permesso di diventare amico di Inghilterra di nuovo.
Perché sapeva che l’avrebbe amato di nuovo, e amandolo, avrebbe avuto bisogno di lui, e avendo bisogno di lui, sarebbe diventato di nuovo il suo fedele apprendista in tutte le cose; solo per scoprire che la sua pazienza per lui non riusciva a sostituirla passione che una volta brillava nei suoi occhi.

 
“Hm”, grugnì America pensando. “No, non possiamo cooperare questa volta”, disse con u sorriso e si voltò per fare I conti con la situazione che sapeva di poter gestire perfettamente anche da solo.
Sentì una piccola fitta al cuore mentre lavorava da solo, ma non se ne curò. Si sentiva solo, si sentiva respinto, si sentiva di troppo, solo per scoprire che lui stesso era il primo e l’unico a causarsi tutti quei sentimenti.
“Inghilterra..”, disse fermandosi all’improvviso. “Non mi meritavo tutto questo. Come sei riuscito ad amare una persona come me..?”
E fissò gli inesistenti occhi versi della nazione inglese nella sua stessa testa, mentre imparava com’era sentire le lacrime scorrergli sulle guance; mentre rabbrividiva e imparava com’era avere paura del silenzio più totale mentre il suo cuore si disintegrava in piccoli pezzi taglienti; e capì, capì perché odiava Inghilterra. Entrambi si erano sempre amati così tanto che i loro occhi erano stati resi ciechi, e non erano capaci di vedere i sentimenti che si offrivano l’un l’altro giorno dopo giorno, anno dopo anno, delusione dopo delusione.
Capì, ma ancora non voleva essere suo amico, non gli importava di avere amici o meno. Aveva appena scoperto qualcosa per cui aveva sempre vissuto, e non si può proprio essere amici della persona per cui vivi.
..Sarebbe così imbarazzante.
Ma questa è una cosa che Inghilterra non saprà mai, si promise silenziosamente America.

 
 
 
 
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*: per l’amor del ccccielo {leggi: ci-i-è-elle-o}, non in QUEL senso. :3
Necrologio finale.
Ossignore, che roba depressa è questa? -.- Non sono capace di scrivere qualcosa che non sia depresso, soprattutto quando c’è di mezzo Inghilterra. >///<
Spero apprezziate comunque. I riferimenti storici sono, come dire, rimanipolati alla bell’e meglio, soprattutto il particolare dell’ultima battaglia della guerra d’indipendenza, che non ho la più pallida idea di dove e come si sia svolta.
Chi riconosce la citazione nel penultimo paragrafo vince un biscotto e una valanga di cuoricini da parte mia o__e Per tutti gli altri, la frase in corsivo “Perché sapeva che l’avrebbe amato di nuovo, e amandolo, avrebbe avuto bisogno di lui, e avendo bisogno di lui, sarebbe diventato di nuovo il suo fedele apprendista in tutte le cose; solo per scoprire che la sua pazienza per lui non riusciva a sostituirla passione che una volta brillava nei suoi occhi” è tratta {e un po’ rimanipolata} dal libro Armand il Vampiro di Anne Rice. :3
Spero vi sia piaciuta; in ogni caso, lasciate una recensione, apprezzo le critiche costruttive u__ù
Farewell ^3^
 
Frankie
   
 
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