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Autore: AlissMalfoy    08/09/2011    1 recensioni
Alexandra e Diego, due persone complettamente diverse. Lui un avvocato playboy molto famoso e lei una semplice studentessa che per mantenere gli studi lavora in un bar. Come possono andare d'accordo due persone così?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 E all’improvviso arrivi tu

1 capitolo

Il rumore fastidioso della sveglia fece svegliare l’uomo che stava dormendo alla grossa a pancia i giù e con il lenzuolo aggrovigliato tra le gambe.
L’uomo, con un grugnito la spense e mettendosi a sedere sbadigliò rumorosamente.
Il timer del caffè programmato per le sette in punto partì, inondando la casa di un piacevole profumo.
Diego, se ne versò un poco nella tazza bianca di porcellana e prendendo il New York Times, che aveva da poco raccolto dalla veranda, lo aprì alla pagina politica.
“Pronto” Rispose farfugliando al cellulare che stava suonando da qualche secondo.
“ Non dirmi che ti sei appena svegliato! Lo sai che tra mezz’ora bisogna essere in tribunale!”
Diego sgranò gli occhi e sputo il caffè sul giornale.
“Oh cazzo … mi ero proprio dimenticato!” Rispose lui correndo verso la camera.
“ Lo sapevo, se non ci fossi io … ma come mai ti sei dimenticato? Non dirmi che hai fatto le ore piccole con quella rossa tutte gambe e tette” Ridacchiò l’uomo dall’altra parte della cornetta.
“Chiudi quella bocca Lucas Thompson” Lo sgridò fermandosi a sistemarsi i capelli allo specchio.
“Ma che permaloso! Sembri mia suocera.” Lo apostrofò Luc. “Vabbè dai ti lascio che devo andare dal procuratore, hai venti minuti per arrivare al tribunale!” e così lasciandolo Diego chiuse la telefonata ridacchiando, sapendo che non sarebbe mai arrivato al tribunale in orario con il traffico che c’era a New York.
“E vaffa” Disse di rimando correndo verso la porta.







Nel frattempo da un’altra parte di New York…






“Maddai non è possibile che Victoria sia stata così stupida di aver lasciato Marcus per Jimmy!” Esclamò una ragazza alla cassa.
“Te lo giuro!” Rispose un’altra mentre serviva due clienti “ Vicky mi ha telefonato ieri sera e mi ha raccontato filo per segno. E mi ha fatto anche la comparazione tra i due” ridacchiò.
“Quella non la voglio sapere, grazie.” Le rispose la biondina facendo una smorfia e sbarrando gli occhi.
“Avete finito voi due? Alis, vai a servire i due signori invece di chiacchierare con Nadia” L’apostrofò il Boss dalla cucina.
“ Certo capo” rispose la biondina prendendo il block notes azzurro.
Avvicinandosi al tavolo infondo al bar si soffermò sui due uomini: il primo lo conosceva, era Luc, suo cognato. Biondo con occhi scuri, vestito in giacca e cravatta. Bello. Invece il secondo era ‘Uao’. Capelli corvini e occhi scurissimi. Anche lui era vestito con giacca e cravatta.







Diego si sistemò al tavolo togliendosi gli occhiali scuri.
“Hai visto che alla fine sono arrivato in tempo?” Chiese al suo amico Luc. Quest’ultimo iniziò a ridere.
“Si, sei entrato come una furia, con la camicia mezza aperta e con i pantaloni quasi slacciati. Avevo paura che il giudice Kent ti avrebbe sbattuto fuori!”
“Nah, quella vecchiaccia mi ama da impazzire, non hai visto che al posto degli occhi aveva i cuoricini, mentre tentavo di allacciarmi i pantaloni?”
“ Lo hanno visto tutti!” E iniziarono a ridere tutti e due.
“ Scusate se vi interrompo, ma volete ordinare?”
I ragazzi la guardarono. Luc fece un grande sorriso prima di rispondere.
“Ma non avevi lezione stamattina tu?”
La cameriera lo guardò e rispose di rimando. Diego la osservo meglio: bionda, occhi azzurri, alta. Non era particolarmente bella, ma aveva quel qualcosa che lo incuriosiva.
“Diego, uuu, ci sei?” Chiese Luc sventolando la mano davanti agli occhi del suo amico.
Che figura che aveva fatto.
“Si ci sono stavo solo pensando al caso di stamattina” Rispose arrossendo.
“E io faccio finta di crederti” disse Luc ridacchiando.
“Comunque stavo dicendo che lei è Alexandra, detta Alis, la sorella di mia moglie” la indicò “mentre lui è Diego, un mio amico”.
Alexandra annui ritornando a scrivere sul block notes.
“Cosa desidera ordinare?” chiese lei guardandolo.
Te nuda su questo tavolo ricoperta solo di panna e cioccolato.
“Ehm … due muffin e un caffè”
“Io invece il solito”
Lei annui e andò a prendere le ordinazioni.
Diego la osservò mentre si allontanava. Cazzo, quello si che è un culo. Quanto vorrei toccarlo … ma che cazzo dici? E tu accuccia. Disse guardando il suo coso.
“Hai finito di guardarle il sedere?” Chiese Luc bevendo un po’ di caffè che lei aveva appena portato.
“Dovresti smetterla di farti le canne la mattina” rispose Diego morsicando il muffin, mentre guardava con occhio assassino il suo amico.











Alis percorreva le vie del centro lentamente, guardando qua e la qualche vetrina. Oggi non aveva fretta, perché aveva finito di dare l’ultimo esame, quindi aveva qualche settimana solo per lei.
Si era fermata a guardare uno splendido vestito verde in vetrina, quando un uomo le venne addosso.
“Mi scusi, non l’ho fatta apposta”disse lui, ma lei udì solo una voce profonda e bella, prima di alzare la testa e perdersi in quegli occhi chiari. Rimase pietrificata per qualche secondo, riconoscendo l’amico di suo cognato.
“Lo dica alla mia borsa!” Rispose lei ripulendo alla ben meglio con un fazzoletto bianco la sua tracolla marrone.
Lui sorrise. “Non sei la sorellina di Monica?”
“Si sono io, ora se non ti dispiace devo andare” Farfugliò qualcosa sottovoce mentre lo sorpassava.
“Aspetta, stai andando alla cena di Luc e Moni?” chiese raggiungendola.
Lei si fermò e lo guardò.
“Si perché?” chiese dubbiosa.
Lui sorrise di rimando e buttando il bicchiere di ‘Starsbuck’ ormai vuoto le rispose.
“Perché ci vado anche io, se è così ti accompagno” Le fecce segno di raggiungerlo vicino ad una Maserati nera.
Lei gli si fermò vicino, poi alternando lo sguardo tra lui e la macchina chiese.
“E perché dovrei venire con te?”
Lui alzò le spalle, poi le aprì lo sportello.
“Forse perché tra poco saranno le sei” E avvicinandole il viso le disse sussurrando “ e tu sai quanto Moni si arrabbia se qualcuno non arriva in tempo alle sue cene”
Alis ebbe un brivido sulla schiena. Ma ricordandosi di quanto perfida poteva diventare la sorella, si sedette sul sedile di pelle nera.
Lui sorrise e fecce il giro della macchina, raggiungendo il volante.







Stavano percorrendo le affollate strade di New York in silenzio ormai da dieci minuti. Lei gli osservava la mano forte sul volante e l’altra sul cambio. Dio quanto mi piacerebbe avere quelle mani addosso.
“Allora, dimmi, oltre a lavorare nel caffè, studi?” Alis lo guardò stupita. Lui non pareva un uomo che si interessava degli altri, ma balbettando un po’ gli disse che studiava alla NYU nella facoltà di economia. Gli disse anche che viveva da sola in un piccolo appartamento vicino al campus. Lui le chiese anche la sua età e lei rispose che ne aveva venti, poi per curiosità ne chiese quella dell’uomo.
“Trentadue” Lei lo guardo sbalordita. Sembrava più giovane.
“Hai la stessa età di Luc. Ma non ha moglie e figli?”
“Naaah, non fanno per me” Rispose lui parcheggiando la macchina davanti alla casa della famiglia Thompson.
Scesero dalla macchina, poi si fermarono davanti alla grande casa bianca.
“Allora sei pronta ad entrare nel mondo dei marmocchi e dei pannolini sporchi?” Chiese lui prendendola a braccetto.
Lei lo fulminò con lo sguardo.
“Si sono pronta” gli disse togliendo il braccio. “Io sono abituata ai marmocchi e ai pannolini, invece per te sarà più dura”
Lui sbuffò e spense la sigaretta che aveva accesso in macchina.
“Non sono mai pronto di entrare in questa casa. Non puoi neanche immaginare che agguati ti possono tendere due marmocchi di quattro anni”.
Lei ridacchio e seguendolo bussarono alla porta.

Salvee!

Sono nuova di qui e questa è la prima storia che pubblico.

Allora prima di tutto la NYU e La New York University ed esiste davvero.

Ditemi se vi piace la storia, altrimenti mi toccherò cancellarla :(

Ci vediamo al prossimo aggiornamento.

Ciaoo!!

  
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