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Autore: evenstar    09/05/2006    6 recensioni
Dopo molti dubbi e incomprensioni alla fine Tonks e Lupin stanno insieme, sembra che la loro vita sia perfetta e felice. Ma se un giorno Lupin notasse un cambiamento nella ragazza? E se questo cambiamento non fosse poi solo uno, ma una serie di piccole cose "sbagliate"...
Genere: Romantico, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Siamo al penultimo capitolo, come dice il titolo, il peggio è passato... o no?

 

Un raggio di luce

 

Remus uscì dalla sua stanza al Paiolo Magico alle sette di sera, per andare a casa di Tonks. Avevano deciso di mangiare insieme a casa della ragazza, in modo che lui le potesse raccontare tranquillamente quello che avevano detto nella riunione con Arthur Weasley. In breve tempo raggiunse l’appartamento e suonò il campanello.

- Ciao, - la salutò quando la vide sulla porta, i capelli rosa acceso che facevano contrasto con il volto pallido. – Non stai bene? - chiese preoccupato entrando e accarezzandole la guancia. Lei fece uno scatto indietro, come a voler evitare il contatto con la sua mano, fu solo un attimo, ma fu abbastanza perché Lupin se ne accorgesse.

- No, sto bene, sono solo stanca.

- Giornata dura in ufficio? - le chiese, sedendosi sul divano.

- Non più del solito, - rispose lei evasiva. – Allora che cosa volevano dirti oggi?

- Niente di particolare.

- Racconta.

- Non è interessante Ninfadora, - le rispose fissandola, lei non parve accorgersi del nome che lui aveva usato però gli si avvicinò, posandogli la mano sulla gamba e sfiorandogli le labbra con le proprie.

- Mi interessa sapere come hai passato la giornata, - gli disse, baciandolo.

Lupin si allontanò. – Sai che i tuoi capelli non cambiano più colore come prima? - disse fissandola negli occhi. Un lampo di incertezza passò nello sguardo della ragazza, per un attimo lei evitò gli occhi che la stavano scrutando. Lupin si rese improvvisamente conto che era da quando era cambiata non aveva più notato variazioni improvvise nel colore dei capelli, si chiese se questo poteva significare qualcosa o se fosse solo un caso e niente di più.

Lei mosse la mano lentamente, risalendo sulla sua gamba. – Non pensiamo ai miei capelli ora, - disse ritornando ad avvicinarsi a lui.

- Aspetta... - lui di nuovo si scostò.

- Cosa? - disse lei, scocciata.

- Non volevi che ti raccontassi cosa voleva Arthur?

- Sì, dimmi, - disse lei tirandosi a sedere, improvvisamente attenta.

- Lo sai che non potrei dirtelo, vero? Non una parola, con nessuno.

- Certo, stai tranquillo.

Remus la fissò, ormai sicuro che ci fosse qualcosa che non andava. – Hanno trovato una nuova sede per l’Ordine della Fenice.

- Ah, sì. Meno male, dove?

- A londra. Sta sera faranno la prima riunione, per decidere il nuovo custode segreto.

- Quindi per adesso sono senza protezione?

- E’ rischioso, ma è solo per questa sera.

- E dove sarebbe?.

Lupin la guardò, non sapendo se parlare o meno, poi disse lentamente. - Al 3 di Marple Lane.

Tonks si illuminò, sorridendogli soddisfatta, poi scattò in piedi. – Merlino, mi sono dimenticata che per questa sera ho preso un impegno. Remus non ti dispiace vero? - gli disse. – …Remus ma che…?

Remus si era alzato con lei, puntandole la bacchetta contro. – Mi dispiace. Stupeficium! - disse guardandola cadere sul divano, schiantata. Fece apparire delle corde legando la ragazza, poi scompare per riapparire pochi minuti dopo insieme a Moody e ai coniugi Weasley.

- Remus ma che cosa hai fatto? - chiese allibita Molly, dirigendosi a passo spedito verso la ragazza legata.

- Stai lontana Molly, - le disse duramente Remus.

- Ma...? sei impazzito, perché l’hai legata?

- Non credo che sia Tonks, - rispose lui.

- Cosa? - chiese Arthur, fissando l’amico come se fosse diventato pazzo.

- Non… non credo che sia solo una maledizione imperius.

- Come fai a dirlo, - chiese Moody.

Lui non rispose ma fissò la donna che era sul divano e lo guardava con odio. – Basterà aspettare un’ora al massimo, sapremo subito se sono impazzito o meno,- disse infine.

 

Rimasero in silenzio, seduti in salotto, ognuno perso nei propri pensieri, fu Moody a riscuotersi per primo. – Guardate! - disse alzandosi e dirigendosi verso Tonks. La ragazza stava cambiando, i capelli si stavano scurendo, gli occhi passavano dall’azzurro pallido a un nero profondo.

Anche Lupin si avvicinò, fissandola con odio. – Arthur hai preso quello che ti ho chiesto?

- Sì.

- Dammelo per favore.

L’uomo tirò fuori una fiaschetta dalla tasca della veste, passandola a Lupin sotto lo sguardo indagatore della moglie e dell’ex auror.

- Che cos’è Arthur? - chiese alla fine Molly.

- Veritaserum, - disse Moody che aveva riconosciuto il contenuto.

Arthur annuì.

- Dove lo hai preso?

- Al Ministero.

- Ma è…

- Molly ti prego, - disse l’uomo.

Rimasero in silenzio mentre Lupin si avvicinava alla donna stesa sul divano.

- Bellatrix, - disse con odio. – Ti do la possibilità di dirmi spontaneamente dove si trova Tonks.

- Sì, e immagino che se lo faccio mi lascerai libera.

- Non lo farei mai, finirai ad Azkaban comunque. Puoi solo scegliere se dirmi la verità di tua spontanea iniziativa o sotto l’effetto del Veritaserum.

- Puoi anche andare al diavolo allora, licantropo, - disse lei mentre un sorriso malvagio le arricciava le labbra.

- Come vuoi, - disse lui avvicinandosi alla donna insieme a Moody. Le aprì le labbra con forza mentre Remus le faceva cadere qualche goccia di liquido in gola, aspettarono qualche attimo e poi le chiese. –Allora, dove si trova Tonks?

La strega fece una smorfia di dolore, stava cercando di combattere l’effetto della pozione, ma questa era troppo potente, anche per lei. – E’…

- Parla avanti, - le disse Moody.

- …E’ al 15 di Winter Street, - disse alla fine la donna, facendo una smorfia di disgusto.

Lupin partì all’istante; sentì, mentre si smaterializzava, la voce di Moody che gli stava parlando, ma non gli importava minimamente cosa stesse dicendo, non gli importava che a Winter Street ci fosse qualcuno, non gli importava di nulla.

Voleva solo arrivare il prima possibile.

Si ritrovò davanti alla porta della casa, la fece saltare con un incantesimo, facendo irruzione all’interno, dietro di sé avvertì un paio di schiocchi secchi, vide arrivare un mangiamorte da una stanza vicina, ma prima che potesse fare qualunque cosa lo vide cadere a terra, schiantato da Arthur che gli stava dietro. –Grazie, - gli disse procedendo senza fermarsi verso una porta chiusa davanti a sè. Fece saltare anche quella, entrando in una stanza buia, fredda, nella quale aleggiava un odore stantio. Si mosse alla cieca, non notando la figura raggomitolata a terra, stava per uscire quando sentì una mano che lo fermava, appoggiandosi sulla sua spalla.

-Remus guarda, - gli disse Arthur  avvicinandosi alla massa immobile. – E’… è Tonks.

Lupin si diresse di corsa verso di lei, inginocchiandosi di fronte alla ragazza che rimase immobile con gli occhi chiusi. Vedeva il suo petto alzarsi ed abbassarsi rapidamente, al ritmo irregolare del suo respiro. – dora! - notò le catene che le tenevano ferma e le fece saltare, le braccia della ragazza caddero verso il basso, senza che lei facesse nulla per fermarle e poi la vide accasciarsi al suolo. La prese prima che toccasse terra con le spalle, facendola appoggiare contro di sé, avvertendo il calore che emanava il suo corpo. – E’ viva, - disse rivolto ad Arthur. – Deve essere svenuta, è caldissima.

- Guarda… - disse Arthur, dovette schiarirsi la voce prima di riprendere a parlare. – Guardale i polsi e la gamba.

Remus vide i polsi violacei, con i segni delle manette impressi nella pelle, la gamba, dove era stata morsa, si era gonfiata ed era arrossata, si sentì montare una furia cieca e si pentì di non aver ucciso Bellatrix quando ne aveva avuto l’occasione.

- Remus? - la sentì mormorare.

- dora! Sono qui piccola, è finito, è tutto finito, adesso ti porto in ospedale, - le disse appoggiando le labbra sulla fronte bollente di lei.

- Sei di nuovo un’allucinazione? - mormorò la ragazza, chiudendo gli occhi e appoggiandosi meglio contro di lui.

- Cosa? No, sono qui. Arthur la porto al San Mungo.

- Sì andiamo. Moody ha già portato via il mangiamorte.

 

In poco tempo Tonks fu nelle mani dei guaritori, Lupin fu lasciato in una saletta ad aspettare con Arthur, in breve furono raggiunti anche da Molly.

- Come sta? - chiese preoccupata.

- Male, - le rispose Lupin fissandosi le mani, sprofondato in una sedia della sala d’aspetto silenziosa.

- Se la caverà? - sussurrò la donna, con le lacrime agli occhi.

- Non sappiamo Molly, - le disse il marito avvicinandosi a lei e cingendola con un braccio.

Rimasero in attesa, in silenzio, il tempo parve fermarsi, i minuti si dilatarono, divennero ore, giorni. Alla fine Remus parlò. – E’ stata tutta colpa mia.

- Che cosa?

- Cercavano di estorcere informazioni a me, e hanno usato lei. Non avrei dovuto permetterle di starmi accanto.

- Non dire così. Non è colpa tua, - gli disse Molly.

- si che lo è, - le urlò contro.

- Calmati Remus, - gli disse Arthur.

- come posso calmarmi? - gli rispose, sempre urlando, l’uomo.

La porta della stanzina si aprì e un guaritore entrò guardando curioso i due uomini che si fronteggiavano in piedi, uno di fronte all’altro. – C’è qualche parente della ragazza? – chiese.

- No, - rispose Molly. – Siamo amici, lui... - disse guardando Lupin interrogativa.

- Sono il suo fidanzato, - disse lui piano, ignorando gli sguardi dei coniugi. – Come sta?

- Male, - i tre lo fissarono, colpiti da quella dichiarazione diretta. – Mi dispiace essere stato brusco, ma dovete rendervi conto che le condizioni sono critiche. E’ disidratata, ha una brutta infezione alla caviglia, la febbre alta ed ecchimosi varie su tutto il corpo.

- E’… - Lupin deglutì. – E’ sveglia?

- Non è in coma, se è questo che intende. Parla nel sonno, chiama sempre un certo Remus... - i Weasley si girarono verso Lupin. – E’ lei? - chiese il guaritore, lui annuì. – Credo che alla ragazza farebbe bene ad averla al suo fianco, stia con lei, non perda le speranze.

- Non potete fare nulla? - chiese Molly piangendo.

- Quello che potevamo lo abbiamo fatto, ora dipende dalle sue capacità di ripresa. Avere una persona vicino non può che aiutarla, - dicendo questo si diresse alla porta lasciando i tre di nuovi da soli. Lupin si alzò dirigendosi verso la parte opposta della stanza, uscì diretto all’uscita dell’ospedale.

– Cosa fa? - chiese Molly al marito, osservandolo andare via.

- Non lo so, ma credo di avere un’idea. Vado da lui, - le rispose il marito uscendo e seguendo l’uomo nell’atrio. Lo raggiunse prima che uscisse.

- Remus, - chiamò.

Lui si girò fissandolo con sguardo vuoto. - Cosa c’è Arthur? – chiese stancamente. Aveva l’aspetto distrutto, le cicatrici risaltavano sul volto pallido e teso, gli occhi erano lucidi e arrossati per la stanchezza e la tensione accumulata in quelle ore.

- Perché non vai a vedere come sta Tonks?

- Lo so già come sta.

- Non vuoi stare con lei? - chiese gentilmente.

- No. La cosa migliore che posso fare è andarmene via più velocemente possibile, e possibilmente non farmi più vedere né da lei, né da nessun altro. Tutte le persone a cui ho voluto bene nella mia vita sono morte, non posso permettere che succeda di nuovo.

- Ti riferisci a James, Sirius e Lily immagino.

- Certo.

Arthur annuì. - A Harry vuoi bene?

- Cosa c’entra? Certo che gli voglio bene.

- E mi pare che lui stia benone al momento.

- Ma…

- Noi ti consideriamo quasi un membro della famiglia…

- Grazie, - mormorò l’uomo.

- E anche noi stiamo bene.

- Cosa vuoi dimostrarmi Arthur? - chiese stancamente Lupin fissando negli occhi l’amico che gli stava di fronte sorridendogli comprensivo.

- I tuoi amici sono morti, ma non è stata colpa tua Remus.

- Se Dora non fosse stata con me non l’avrebbero rapita.

- Non lo puoi sapere.

- Volevano informazioni da me, per quello l’hanno presa.

- Volevano informazioni da un membro dell’Ordine, l’avrebbero potuto rapire ugualmente. Non ti accusare per colpe che non hai.

- Ma…

- Non è stata colpa tua, ma se adesso te ne vai e la lasci da sola, allora sì che potrai ritenerti colpevole di qualcosa. Ha bisogno di te, adesso più che in qualunque altro momento, hai sentito quello che ha detto il guaritore, adesso dipende da lei. Se ti sente vicino sarà incoraggiata, se sente che non sei al suo fianco, non ce la farà da sola. E’ te che vuole, lo hai sentito anche tu, più volte.

Lupin lo fissò con gli occhi arrossati questa volta anche dalle lacrime che minacciavano di scendergli da un momento all’altro.– Non posso sopportare di perdere anche lei, Arthur. Non ce la faccio.

- Non succederà, vedrai ce la farà. E’ una ragazza forte. Andiamo, - gli disse prendendolo per un braccio e accompagnandolo di nuovo all’interno dell’ospedale. Raggiunsero la camera di Tonks, all’interno c’era Molly che le teneva del ghiaccio sulla testa, la ragazza si rigirava nel letto, inquieta.

- Remus, vieni, - disse la donna alzandosi dalla sedia di fianco al letto e facendo sedere lui al suo posto. Remus si avvicinò, prese la mano di Tonks che era posata sul letto, era ghiacciata.

- Ciao piccola, - disse passandole una mano sulla fronte, resa umida e fredda dal ghiaccio appena tolto.

- Remus.

- Sono qui.

- Bella…

- Va tutto bene, l’abbiamo presa. Passerà ad Azkaban il resto della sua vita questa volta.

- L’hai…l’hai riconosciuta.

- Certo che l’ho riconosciuta. Tu sei unica, Dora, non posso confonderti con nessun’altra.

- Mi hai salvato, - gli disse chiudendo poi gli occhi, stremata.

I Weasley li lasciarono da soli, promettendo che sarebbero tornati presto e chiedendo di essere informati subito di eventuali novità. Lupin rimase a guardare la ragazza stesa nel letto, sembrava ancora più giovane e indifesa in quel momento; da quando l’aveva visto al suo fianco gli aveva stretto la mano nella sua, una stretta bella forte, che aveva stupito Remus, il quale non pensava che le rimanesse ancora tutta quell’energia in corpo, con la mano libera le passava il ghiaccio sulla fronte, di tanto in tanto lei si svegliava o parlottava nel sonno, ma continuava ad avere la febbre alta.

Alla fine anche  Lupin si addormentò, con la testa appoggia al letto.

  
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