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Autore: Smeralda Elesar    09/09/2011    3 recensioni
A volte per vincere le reticenze di un innamorato troppo introverso c'è bisogno di piccoli grandi gesti.
Dal testo "Aioros era decisamente frustrato: ci aveva messo tre giorni per inventarsi tutta quella messa in scena e adesso scopriva che il suo piano non aveva funzionato!" Chissà se Amore alla fine vincerà?
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Gemini Saga, Sagittarius Aiolos
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Amor che a nullo amato amar perdona

 

 

Dentro da se, del suo colore stesso

mi parve pinta de la nostra effige

per che il mio viso in lei tutto era messo

 

Divina commedia, Paradiso XXXIII vv 130-132

 

 

Le onde del mare si infrangevano con un lento mormorio ai piedi di Aioros.

Il sole era appena tramontato dietro i monti dell’Attica e la sera estiva profumava di macchia mediterranea e di sabbia arroventata dal sole, e per Aioros profumava dolcemente di speranza.

 

“Verrà, ne sono sicuro”

 

Ripeté a se stesso.

Tornò a sedersi con la schiena appoggiata alla Rocca di Ilio.

La Rocca di Ilio era uno scoglio che affiorava dalla sabbia ed era chiamato così perché tutti i giovani Saint avevano giocato là fingendo che quella fosse la rocca teatro delle battaglie dell’Iliade.

Durante quei giochi Aioros era sempre Achille e Saga era Patroclo.

Aioros sorrise a quei ricordi lontani così colmi di tenerezza.

Un rumore improvviso lo fece scattare in piedi, un passo che Aioros avrebbe riconosciuto tra miliardi di altri anche nel fragore di una battaglia.

 

“Saga”

 

Se lo trovò davanti all’improvviso.

Gli sembrava stanco, come se si fosse fatto carico di un peso troppo grave anche per le spalle imponenti di un Gold Saint.

 

:-Eccomi, Aioros-:

 

:-Grazie di essere venuto, Saga-:

 

Fece un passo verso di lui stando attento a non spaventarlo.

Sapeva che Saga era fragile.

 

:-Era mio dovere: dovevo riportarti questo-:

 

E gli tese un piccolo involto di tela.

 

:-Stamattina, quando me lo hai lasciato, hai detto che era una cosa a te molto cara. Spero di non averla danneggiata-:

 

Aioros sorrise e per un attimo sembrò che Saga si lasciasse accarezzare da quel sorriso come un bocciolo da un raggio di sole.

Tese la mano e nel riprendere l’involto trattenne le dita di Saga tra le sue più del necessario.

 

:-Bene, adesso è meglio che vada-:

 

Saga stava per scappare via di nuovo, ma stavolta Aioros non aveva intenzione di lasciarlo svanire come nebbia.

 

:-Aspetta, ti prego! Dimmi, Saga, lo hai aperto?-:

 

Lui lo guardò quasi scandalizzato.

 

:-Certo che no! Mi avevi detto che era un segreto!-:

 

:-No, io avevo detto che era un segreto per tutti tranne che per te! Davvero non ti sei chiesto cosa potesse essere così importante per me?-:

 

Saga abbassò lo sguardo.

 

:-Non credo che siano affari miei-:

 

:-Sì invece! Io ti avevo detto in quel modo perché volevo che tu aprissi quella cosa, volevo che sapessi-:

 

Aioros era decisamente frustrato: ci aveva impiegato tre giorni ad inventarsi tutta quella messa in scena, e adesso scopriva che il suo piano non aveva funzionato!

 

:-Io solo dovevo sapere? Perché?-.

 

:-Aprilo ora, così capirai-:

 

E gli rimise tra le mani il pacchetto.

Saga lo rigirò perplesso.

 

:-Hai detto “la cosa più preziosa che ho, per questo potrei morire, sai? È tutta la mia vita”

Vuoi davvero che io sappia cos’è?-:

 

Aioros annuì convinto.

Saga cominciò a sciogliere il laccio con mani tremanti e sotto le sue dita d’argento la tela cadeva strato dopo strato.

 

:-Questo…? Tutto questo per… uno specchio?-:

 

:-No, non per lo specchio. Guardalo, Saga, e dimmi cosa vedi-:

 

:-Bè, vedo… me stesso… ah!-:

 

Lo specchio gli scivolò di mano e si conficcò nella sabbia.

 

:-Bene, credo che tu abbia capito-:

 

:-Ma, Aioros… perché?-:

 

:-Perché? Non c’è un perché, Saga, io ti amo e basta-:

 

Superò veloce la distanza che li separava e lo strinse in un abbraccio.

Lo sentì tremare all’inizio, poi Saga si abbandonò completamente.

 

:-Dimmi la verità, Ros… ma tu non hai mai pensato di rinunciare?-:

 

:-No, mai. E tu?-:

 

Saga lo strinse più forte.

 

:-No… in realtà neanche io-:

 

 

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Konnichiwa, mina-san!

Questa fiction è un souvenir delle mie vacanze perché mi è venuta in mente a Creta, durante il tragitto in pullman per un’escursione. Sapete quelle ore che non passano mai e si rischia di morire di noia? Bene, il risultato è questo!

Spero vi sia piaciuta e ringrazio in anticipo chi è arrivato a leggere fin qui

   
 
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