Freddo. Quella notte faceva dannatamente e
tremendamente freddo.
L’aria pungente di Dicembre le penetrava fin dentro le ossa,
nonostante il lungo mantello nero di lana l’avvolgesse fino
ai piedi.
L’intera città era immersa nel buio più
totale. Solo la luna con i suoi pallidi raggi illuminava una figura che
si confondeva nelle tenebre: una ragazza dai lunghi capelli neri
raccolti in una coda se ne stava sulla cima dell’edificio
più alto di Nerima. Da lì riusciva a godere della
vista dell’intera città addormentata, immersa nel
silenzio più assoluto. Un silenzio tale da sembrare quasi
assordante. Lentamente la ragazza si avvicinò al cornicione
dell’edificio.
Non vi era esitazione nei suoi movimenti.
Non vi era esitazione nei suoi passi. Non vi era esitazione nemmeno del
suo sguardo di perla. Con un abile gesto della mano si
liberò del mantello nero. Quella notte indossava un body
viola a bordi neri. Lo stesso che indossava nelle occasioni
particolari. Anche quella per lei era un’ occasione
particolare, un evento importante. Aveva deciso di farla finita, una
volta per tutte.
L’ avevano sempre considerata una pazza, una folle,
un’isterica, una malata di mente.
Ma loro non avevano la minima idea di cosa significasse essere folli.
Non avevano la minima idea di cosa significasse avere un chiodo fisso
che mandasse in tilt il tuo sistema nervoso.
Non avevano la minima idea di cosa significasse essere innamorate
disperatamente. Perché quella di Kodachi Kuno era
disperazione, frustrazione. Era ossessione.
Ma quelle maledette, in fondo, cosa ne potevano sapere? Cosa ne
potevano sapere di chi fosse veramente
Kodachi Kuno e di cosa albergasse nel suo cuore?
Ukyo era la migliore amica di Ranma e sebbene anche lei soffrisse per
un amore non corrisposto, poteva comunque godere di un rapporto che
andava al di là di una semplice amicizia.
Shan-Pu era tanto bella e sensuale quanto subdola e meschina. Le
somigliava un po’ sotto quest’aspetto. Con la
differenza che nonostante questo, lei aveva Mousse, il quale nutriva un
amore così profondo, quasi inumano si potrebbe dire, da
andare al di là di ogni immaginazione. Akane… beh
lei non doveva avere di che lamentarsi. Sebbene lo nascondesse dietro
una maschera di orgoglio, Kodachi sapeva che anche lei era
profondamente innamorata di Ranma e alla fine, fra tutt’ e
tre, era quella che era riuscita a conquistarlo.
E lei? Lei stava per mandare all’aria sedici anni della sua
vita. Sedici anni della sua stupida, patetica, inutile vita. Il suo
asfissiante amore per Ranma l’aveva fatta apparire come una
pazza scatenata capace di tutto per conquistarlo, anche se
ciò significava ricorrere a mezzi subdoli e meschini che
andavano dall’anestetico al paralizzante e dal sonnifero a
veleni e intrugli vari. Probabilmente lo era, anzi: sicuramente quello
appena descritto era il ritratto della sua egocentrica
personalità.
In realtà, però, Kodachi Kuno non era altro che
una ragazza disperata e innamorata.
Frequentando un dannatissimo istituto femminile, aveva ormai
completamente abbandonato l’idea di poter provare qualcosa di
vagamente simile all’innamoramento per un ragazzo. Questo
finchè una benedetta teiera non le dimostrò
l’esatto contrario.
Da allora quel ragazzo col codino diventò il suo chiodo
fisso. Decise che non se lo sarebbe fatto scappare così
facilmente e la sua diventò una pura ossessione.
Un’ossessione che le attanagliò la mente.
Un’ossessione che le offuscò la vista.
Un’ossessione che la portò persino a progettare di
togliere di mezzo Akane. La stessa e identica ossessione che la stava
spingendo a commettere quel gesto estremo. Si dice che i pazzi
scegliessero sempre le occasioni di festa per commettere un suicidio.
Forse era vero. Forse era proprio per quello che aveva scelto la
Vigilia di Natale: perché non sopportava l’idea di
tanta gioia quando al mondo c’erano tante persona il cui
troppo amore le portava ad un gesto estremo come quello che lei stessa
stava per compiere. Guardò il vuoto sotto di sé:
non riuscì a scorgere assolutamente nulla se non il buio
totale. Era una notte senza stella e la luna che per un attimo
l’aveva illuminata, adesso era scomparsa dietro nuvole scure.
Deglutì. Un barlume di esitazione attraversò il
suo sguardo ma fu solo per un attimo.
Si lanciò. Il vento gelido di Dicembre la investì
in pieno. Fu la sensazione più gradevole che avesse mai
provato. Sfiorava l’aria come quando si esibiva nelle gare di
ginnastica ritmica.
Quella era la sua ultima esibizione.
Quella era l’esibizione perfetta.
–Addio mio adorato Ranma, ci rivedremo presto! Ahahahahaha-.
Ma quella era una risata di disperazione. Una sola lacrima
solcò la guancia sinistra della giovane ginnasta.
Per la prima volta Kodachi Kuno pianse davvero
per amore. Si udì un tonfo. Poi il nulla. Nessuno degli
abitanti del piccolo quartiere si accorse di ciò che era
appena successo se non il mattino seguente quando un’anziana
signora la trovo distesa per strada in una pozza di sangue. I residenti
di quel quartiere cercarono di portarla al più vicino
ospedale nel minor tempo possibile. Ma naturalmente fu tutto inutile.
Quella notte una Rosa Nera era appassita.
*Angolo
dell’autrice*:
Ehilà ragazzi come vi butta? xD
Lo so: dopo aver letto questa mia fan fiction vi sarete depressi al
massimo! Perdonatemi ma avevo tanta voglia di scrivere una one-shot
drammatica e deprimente sebbene il mio stato d’animo non sia
tale! X)
Sinceramente ho trovato difficoltà a scrivere questa fan
fiction dal momento che è già difficile entrare
nella mente di Kodachi Kuno, pensate un po’ a farne un
racconto! xD
Vi prego di perdonarmi se il personaggio risulterà
decisamente OOC: io ho provato in tutti i modi a renderlo
più IC possibile ma credo di non esserci riuscita molto
bene. Proprio per questo vi sarei grata se mi lasciaste una piccola
recensione: anche solo per farmi sapere se vi sia piaciuta o meno. Se
poi mi voleste anche far notare eventuali errori o semplicemente
voleste esprimere il vostro parere ne sarei ancora più
felice! ^_^
Vi aspetto con ansia, allora! Un forte abbraccio
Vostra
PiccolaEco
PS:
Quasi dimenticavo: per la frase finale mi sono ispirata al finale del
capitolo 13 di “ Notte Rossa di Plenilunio”. Spero
vivamente che all’autrice non dispiaccia ma non sapevo
proprio come concluderla, quindi… grazie mille! Akane25!
^^