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Autore: PiccolaEco    09/09/2011    4 recensioni
L'avevano sempre considerata una pazza, una folle, una malata di mente.
Ma loro non avevano la minima idea di cosa significasse essere folli.
Loro non avevano la minima idea di cosa significasse avere un chiodo fisso che mandasse in tilt il tuo sistema nervoso.
Loro non avevano la minima idea di cosa significasse essere innamorate disperatamente.
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Kodachi Kuno
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Obsession ~.

Freddo. Quella notte faceva dannatamente e tremendamente freddo.
L’aria pungente di Dicembre le penetrava fin dentro le ossa, nonostante il lungo mantello nero di lana l’avvolgesse fino ai piedi.
L’intera città era immersa nel buio più totale. Solo la luna con i suoi pallidi raggi illuminava una figura che si confondeva nelle tenebre: una ragazza dai lunghi capelli neri raccolti in una coda se ne stava sulla cima dell’edificio più alto di Nerima. Da lì riusciva a godere della vista dell’intera città addormentata, immersa nel silenzio più assoluto. Un silenzio tale da sembrare quasi assordante. Lentamente la ragazza si avvicinò al cornicione dell’edificio.
Non vi era esitazione nei suoi movimenti.
Non vi era esitazione nei suoi passi. Non vi era esitazione nemmeno del suo sguardo di perla. Con un abile gesto della mano si liberò del mantello nero. Quella notte indossava un body viola a bordi neri. Lo stesso che indossava nelle occasioni particolari. Anche quella per lei era un’ occasione particolare, un evento importante. Aveva deciso di farla finita, una volta per tutte.
L’ avevano sempre considerata una pazza, una folle, un’isterica, una malata di mente.
Ma loro non avevano la minima idea di cosa significasse essere folli.
Non avevano la minima idea di cosa significasse avere un chiodo fisso che mandasse in tilt il tuo sistema nervoso.
Non avevano la minima idea di cosa significasse essere innamorate disperatamente. Perché quella di Kodachi Kuno era disperazione, frustrazione. Era ossessione.
Ma quelle maledette, in fondo, cosa ne potevano sapere? Cosa ne potevano sapere di chi fosse veramente Kodachi Kuno e di cosa albergasse nel suo cuore?
Ukyo era la migliore amica di Ranma e sebbene anche lei soffrisse per un amore non corrisposto, poteva comunque godere di un rapporto che andava al di là di una semplice amicizia.
Shan-Pu era tanto bella e sensuale quanto subdola e meschina. Le somigliava un po’ sotto quest’aspetto. Con la differenza che nonostante questo, lei aveva Mousse, il quale nutriva un amore così profondo, quasi inumano si potrebbe dire, da andare al di là di ogni immaginazione. Akane… beh lei non doveva avere di che lamentarsi. Sebbene lo nascondesse dietro una maschera di orgoglio, Kodachi sapeva che anche lei era profondamente innamorata di Ranma e alla fine, fra tutt’ e tre, era quella che era riuscita a conquistarlo.
E lei? Lei stava per mandare all’aria sedici anni della sua vita. Sedici anni della sua stupida, patetica, inutile vita. Il suo asfissiante amore per Ranma l’aveva fatta apparire come una pazza scatenata capace di tutto per conquistarlo, anche se ciò significava ricorrere a mezzi subdoli e meschini che andavano dall’anestetico al paralizzante e dal sonnifero a veleni e intrugli vari. Probabilmente lo era, anzi: sicuramente quello appena descritto era il ritratto della sua egocentrica personalità.
In realtà, però, Kodachi Kuno non era altro che una ragazza disperata e innamorata.
Frequentando un dannatissimo istituto femminile, aveva ormai completamente abbandonato l’idea di poter provare qualcosa di vagamente simile all’innamoramento per un ragazzo. Questo finchè una benedetta teiera non le dimostrò l’esatto contrario.
Da allora quel ragazzo col codino diventò il suo chiodo fisso. Decise che non se lo sarebbe fatto scappare così facilmente e la sua diventò una pura ossessione.
Un’ossessione che le attanagliò la mente.
Un’ossessione che le offuscò la vista.
Un’ossessione che la portò persino a progettare di togliere di mezzo Akane. La stessa e identica ossessione che la stava spingendo a commettere quel gesto estremo. Si dice che i pazzi scegliessero sempre le occasioni di festa per commettere un suicidio. Forse era vero. Forse era proprio per quello che aveva scelto la Vigilia di Natale: perché non sopportava l’idea di tanta gioia quando al mondo c’erano tante persona il cui troppo amore le portava ad un gesto estremo come quello che lei stessa stava per compiere. Guardò il vuoto sotto di sé: non riuscì a scorgere assolutamente nulla se non il buio totale. Era una notte senza stella e la luna che per un attimo l’aveva illuminata, adesso era scomparsa dietro nuvole scure.
Deglutì. Un barlume di esitazione attraversò il suo sguardo ma fu solo per un attimo.
Si lanciò. Il vento gelido di Dicembre la investì in pieno. Fu la sensazione più gradevole che avesse mai provato. Sfiorava l’aria come quando si esibiva nelle gare di ginnastica ritmica.
Quella era la sua ultima esibizione.
Quella era l’esibizione perfetta.
–Addio mio adorato Ranma, ci rivedremo presto! Ahahahahaha-. Ma quella era una risata di disperazione. Una sola lacrima solcò la guancia sinistra della giovane ginnasta.
Per la prima volta Kodachi Kuno pianse davvero per amore. Si udì un tonfo. Poi il nulla. Nessuno degli abitanti del piccolo quartiere si accorse di ciò che era appena successo se non il mattino seguente quando un’anziana signora la trovo distesa per strada in una pozza di sangue. I residenti di quel quartiere cercarono di portarla al più vicino ospedale nel minor tempo possibile. Ma naturalmente fu tutto inutile.
Quella notte una Rosa Nera era appassita.

*Angolo dell’autrice*:

Ehilà ragazzi come vi butta? xD
Lo so: dopo aver letto questa mia fan fiction vi sarete depressi al massimo! Perdonatemi ma avevo tanta voglia di scrivere una one-shot drammatica e deprimente sebbene il mio stato d’animo non sia tale! X)
Sinceramente ho trovato difficoltà a scrivere questa fan fiction dal momento che è già difficile entrare nella mente di Kodachi Kuno, pensate un po’ a farne un racconto! xD
Vi prego di perdonarmi se il personaggio risulterà decisamente OOC: io ho provato in tutti i modi a renderlo più IC possibile ma credo di non esserci riuscita molto bene. Proprio per questo vi sarei grata se mi lasciaste una piccola recensione: anche solo per farmi sapere se vi sia piaciuta o meno. Se poi mi voleste anche far notare eventuali errori o semplicemente voleste esprimere il vostro parere ne sarei ancora più felice! ^_^
Vi aspetto con ansia, allora! Un forte abbraccio

Vostra
PiccolaEco

PS: Quasi dimenticavo: per la frase finale mi sono ispirata al finale del capitolo 13 di “ Notte Rossa di Plenilunio”. Spero vivamente che all’autrice non dispiaccia ma non sapevo proprio come concluderla, quindi… grazie mille! Akane25! ^^

  
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