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Autore: Persychan    09/09/2011    3 recensioni
Russia non si è mai tolto la sciarpa davanti a lui. Fino ad ora.
[Rusame - America/Russia] [Hurt/Comfort]
[Traduzione dal Kink meme]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: America/Alfred F. Jones, Russia/Ivan Braginski
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno
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ATTENZIONE LEGGERE LE AVVERTENZE PRIMA DI CONTINUARE!

 
Uno. Questa storia è una traduzione. E sì, è nel mio account. E sì, c'è una ragione quindi prima di iniziare a segnalare a caso, leggete quanto segue.
Allora questa storia è stata scritta per il Kink meme per tanto era in anonimo, in più la storia è piuttosto vecchia e soprattutto in una parte del meme ormai chiusa, e non sono quindi riuscita a risalire all'autore/autrice. Neanche per altre vie traverse.
Se per caso conosceste l'autrice di questa fic vi prego di dirmelo affinchè possa chiederle il permesso per tradurre o toglierla in caso sia contraria.
E anche perché vorrei leggere altre sue storie ù_ù
 
Secondo avviso. Se cercate RapeTruck!Ivan, Insane!Ivan e via discorrendo questa non è la vostra storia. Se vi aspettate un Russia psicolabile che brandisce rubinetti a caso in un orgia di sangue, il tasto rosso con una ics è lì in alto per voi. Se per voi un Russia umano che prova sentimenti e che dice qualcosa oltre a "Diventa un'unica cosa con me" è un abominio, oltre a consigliarvi di rileggere Hetalia e di dare un occhiata ad un libro di storia, vi pregherei di chiudere questa traduzione.
Non nego che tali versioni possano essere interessanti - io stessa ne ho scritto a riguardo - e che ci siano stati periodi alquanto bui nella storia russa - e questo vale in pratica per tutte le nazioni, nessuna esente - ma ciò non significa che il personaggio di Ivan sia solo questo, quindi il primo che si lamenta di ciò verrà calciorotato.
In più questa fic è ambientata ai giorni nostri, quindi...
 
Inoltre è una Russia/America (o America/Russia che dir si voglia) perciò se per caso avete aperto  la pagina a caso e il pairing non vi piace nulla vi obbliga a restarci. Ed è del RusAme Hurt/comfort, quindi se li vedete solo come coppia Hate!sex o violenta, come sopra: potete tranquillamente non leggerla.
 
Per finire questa è la mia prima traduzione quindi consigli e simili sono assolutamente graditi <3 Ah, c'è da dire che in alcuni punti ho preferito ad una traduzione letterale qualche licenza poetica per rendere meglio le frasi...
 
QUI IL LINK DELLA STORIA ORIGINALE
Il prompt lo pubblico a fondo storia essendo in pratica uno spoiler dell'intera fic <3
 

 

Achilles' Heel
(Il tallone di Achille)

 

"Sei sicuro che ti vada bene?”
“Da.”  
"Veramente? Sei okay al 110% col farlo?”
Da.”
“Sei sicuro? Perchè se non lo sei, puoi solo-”
America.”

America alzò lo sguardo dalle proprie mani, che nervosamente si torceva in grembo, a Russia che accovacciato sul bordo del suo letto fuori misura, fissava il muro lontano.  Non c’era nulla lì da vedere se non la parete bianca, ma lui continuava comunque ad osservare quel punto.
Non aveva guardato negli occhi America per tutta la sera.

“I-io volevo soltanto-”

“Mi hai chiesto di lasciarti...fare questo per anni, da? E ora hai il permesso.”
“Lo so, ma-”
“Non vuoi più farlo?”
“No, io voglio... io voglio vedere il tuo collo-”
“Allora falla finita."
America deglutì a fatica. Lui lo voleva. Lo desiderava da tantissimo tempo, sin da quando aveva imparato che il collo di Russia era off limits. Era stato secoli prima, quando, molto più giovane, aveva cercato di rubare per scherzo la sciarpa e Russia era scoppiato in un impeto di rabbia che aveva lo spaventato fino quasi alle lacrime. Solo più tardi si era reso conto che anche Russia era stato terrorizzato e molto più di lui.
E più vicini diventavano e più voleva ricevere delle risposte: lui non aveva mai avuto alcun segreto con Russia e non gli sembra giusto che l’altro invece gli tenesse nascoste così tante cose.
Lo aveva domandato ancora e ancora, tutte le volte che ne aveva avuto il coraggio, di quella sciarpa e di che cosa nascondesse...
Finalmente, poi, Russia aveva ceduto  e, dopo anni di domande, gli aveva raccontato tutto.  Aveva iniziato perfettamente calmo, spiegando la sua infanzia (c’era così tanto che non aveva mai detto ad America, così tanto), di come l’Impero Mongolo era cresciuto ed aveva iniziato a volere Russia soltanto per sé...ma la sua calma era crollata con il proseguire della storia e alla fine Russia si era trovato a tremare tra le braccia di America con la stessa violenza con cui le parole gli spillavano incontrollabili dalle labbra, raccontando ogni orrore che invece avrebbe voluto dimenticare. America semplicemente lo aveva stretto e aveva pianto, pianto perché Russia non poteva farlo.
Ora sapeva tutto, delle cicatrici nascoste dietro la sciarpa e delle cicatrici che Russia non poteva sopportare di far toccare o soltanto vedere a nessuno. Sapeva che l’altro avrebbe preferito finire nella tomba senza lasciare scorgere a nessuno le terribili memorie del giogo mongolo e ancora...e ancora America voleva vedere. In parte era curiosità ed in parte desiderava che Russia si fidasse abbastanza di lui da lasciargli conoscere tutto, fidarsi di lui con questa sua parte più segreta e fragile.
Aveva cercato di spiegarlo a Russia, ma non era stato sorpreso quando la sua richiesta era stata rifiutata. Forse avrebbe dovuto lasciar perdere... ma lui voleva vedere, lo voleva più di qualunque altra cosa. Aveva chiesto più e più volte,  scivolando casualmente sull’argomento durante le conversazioni o citandolo con disinvoltura, temendo che Russia si sarebbe tirato indietro se avesse esagerato.
Per sua sorpresa, un giorno finalmente Russia acconsentì, “per zittirti, America”, disse cercando di far suonare la voce come se si trattasse di un'inezia, ma il suo tono e il suo sorriso lo tradivano, anche quando insisteva che non c’erano problemi e che poteva lasciargli guardare sotto la sua sciarpa se proprio ci teneva...
 
E adesso Russia era immobile come una statua, intento a fissare il muro respirando in modo lento e misurato. America deglutì ancora e si trascinò più vicino.
"Forse dovresti...um, toglierti la  camicia prima?"  chiese dolcemente e fu sollevato quando Russia, riluttante, annuì iniziando ad armeggiare con i bottoni della camicia che, in fretta, fu tolta e gettata oltre il bordo del letto.
America prese un ampio respiro e passò una mano contro il braccio nudo di Russia. La nazione più antica si tirò indietro con il panico a lampeggiargli negli occhi  non appena incontrò, per la prima volta in tutta la sera, gli occhi dell'altro...e li abbassò rapidamente arrossendo di rabbia.

"E' tutto a posto", bisbigliò America,"Non ho intenzione di farti male-"

"Lo so questo."  Ringhiò Russia, stringendo le mani a pugno.

“V-vuoi farlo un'altra volta? Non deve essere per forza questa sera…"

“Nyet."  Un inspirare irregolare e un espirare tremante. "Facciamola finita."

America annuì e tentò ancora, appoggiando le mani contro le braccia e le spalle prima di muoversi verso la sciarpa. Russia, però, finì lo stesso per irrigidirsi completamente,  i muscoli tesi e immobili sotto le sue dita, e un altro piccolo spasmo lo colpì non appena America iniziò a tirar via la stoffa.

"Dimmelo se vuoi che mi fermi," Disse dolcemente leccandosi le labbra nervoso. "Soltanto...soltanto dillo, io mi fermerò non appena lo farai. Ma devi avvisarmi, non posso saperlo se non dici nulla."

America aspettò fino a quando  Russia non gli diede un piccolo cenno per poi di continuare sciogliendo la sciarpa delicatamente finché  il suo collo non fu completamente esposto.
Il respiro gli si bloccò nel petto.
Eccole lì, le cicatrici, terribili e tormentate e bellissime. Erano avvolte tutto intorno al collo di Russia come una ragnatela di sottili collari, ritorte assieme ed affioranti  appena  dalle pelle normale, pallide e scolorite là dove non era stato loro permesso di guarire prima di essere riaperte un'altra volta.
Allungò una mano, esitante, per toccarle, ma Russia sussultò facendosi sfuggire un gemito al suo tentativo.

"Fermo!"

America ritirò immediatamente la mano, combattendo con la strana ondata di nausea colpevole che lo trafisse nel vedere Russia raggomitolarsi in avanti stringendosi nelle spalle. Non era ciò che desiderava.  Voleva  che Russia si fidasse di lui, che fosse a suo agio con lui che con chiunque altro...
 
"Mi dispiace," borbottò America. "Non dobbiamo più continuare. Possiamo fermarci qui-"
 
"N-nyet," mormorò  Russia. " V-va bene. Sto bene ora."
 
"No, sul serio. Non voglio che tu lo faccia se questo ti deve dare fastidio-"
 
"Non è così."
 
"Non devi fare finta che sia tutto a posto. So che ora sei spaventato. Hell, lo sono anch'io."

"Io non son-" Iniziò Russia, ma abbandonò la bugia ancora prima che uscisse completamente dalle sue labbra. "Non importa...se desideri continuare, va bene."

"Sei sicuro?"

Russia finalmente alzò lo sguardo e diede ad America un sorriso traballante. "Hai promesso di non farmi male, da? Allora va bene."

America gli sorrise di rimando e lentamente andò a toccare ancora una volta il collo di Russia. La nazione più anziana trasalì di nuovo, ma scosse la testa quando l'altro si fermò.
 
"Bene. Va tutto bene. Continua."

America annuì riprendendo con le dita la sua esplorazione, percorrendo la consistenza levigata del tessuto cicatriziale e muovendosi fino alla schiena di Russia per osservare meglio le cicatrici più spesse che si trovavano nella parte alta della spina dorsale: erano quasi come dei fiocchi, strani bianchi fiocchi, e lui si chinò a baciarli.  Un brivido percorse il corpo di Russia a quel contatto e un gemito sottile gli sfuggì dalle labbra, ma non chiese ad America di fermarsi.
La verità era che, se lo avesse voluto, per America ferirlo sarebbe stata la cosa più semplice del mondo e le cicatrici sotto le sue dita, improvvisamente, gli parevano fragili come gusci d'uovo, mentre questa nuova consapevolezza dava a tutto un significato più grande.
 
"God," Bisbigliò America contro la nuca di Russia,  imprimendo  centinai di piccoli baci sopra i fiocchi di cicatrici. "God, sei così bello."
 
" N-nyet...nyet...io sono…il mio collo  è…"
 
"Bellissimo." Ripeté andando a sfiorare con le dita quelle cicatrici che con le labbra non poteva raggiungere.
 
"F-fermo." Mormorò Russia debolmente ed una piccola bandiera rossa scattò nella testa di America:  gli aveva promesso di fermarsi se glielo avesse chiesto, ma ora era troppo affascinato per riconoscere che cosa Russia aveva appena detto o i fremiti che gli correvano su e giù lungo la schiena  sempre più forti.

"Ti amo", ansimò tra baci. "Ti amo,collo e cicatrici e tutto il resto."
Un tremito enorme scosse l'intero corpo di Russia e America, finalmente, si fermò allontanandosi: il tremore era diventato troppo forte per essere soltanto dei brividi. Russia si era raggomitolato , le spalle raccolte quasi fino alle orecchie, ancora tremante e producendo un suono un po' buffo e soffocato... America gli girò intorno per vedere nuovamente il suo viso e si bloccò congelato quando vide le lacrime scendere dai suoi occhi serrati e le sue labbra strette in un vano tentativo di zittire i piccoli singhiozzi soffocati che continuavano a sfuggirgli.

"Oh…" Tutta l'aria gli abbandonò i polmoni in quell'unica sillaba. Era fottuto. Era veramente fottuto. Aveva...aveva fatto piangere Russia. La più dannatamente grande  nazione dell'intero mondo, sopravvissuta ai Mongoli, ai Nazisti, alle rivoluzioni e a Joseph Fucking Stalin, lui l'aveva appena fatta piangere.
 
"Mi dispiace,"  boccheggiò America. Improvvisamente aveva anche lui voglia di piangere. "Mi dispiace così tanto non volevo ferirti, veramente non volevo-"
 
Occhi viola si aprirono baluginanti, provocando la caduta di nuove lacrime lungo il viso arrossato di Russia che tentò di asciugarle via tra i singhiozzi con le dita tremanti. "Tu...tu...." tentò di  spiegare, ma sembrava non essere capace di forzare le parole attraverso le lacrime.
America deglutì e afferrò la sciarpa gettata sul letto, spingendola nuovamente  tra le mani di Russia. "Mi dispiace" disse ancora. "Ecco... riprenditi la sciarpa. I-io ti lascio solo ora. Mi dispiace. Non avrei dovuto chiedere-"
"Nyet!" soffiò in fine con voce strozzata, stringendo la petto la sciarpa. "I-io non...ri-rimani, per favore..."

"T-tu mi vuoi ancora qui? Anche dopo che io-"

"Tu h-hai fatto... niente di male. Niente "
 
"E allora perché piangi?"
 
Russia abbassò la testa, arrossendo di vergogna, mentre si asciugava via le lacrime con la sciarpa. "Era...." deglutì, tirando su con il naso e tentando ancora di parlare. "Era...era così tanto. Tutto in una volta. T-tu hai detto che era bello anche…anche mentre stavi...guardando il mio collo...e hai detto che..." I suoi occhi traboccavano di nuovo di lacrime. "Che mi amavi."

"Perché è così!" Gridò America. "E' la verità, era quello che volevo dire, veramente, perciò per favore non piangere più, per favore...."

"N-non è …p-perché non ti c-credo."

"Allora perché-"

"Felice. Sono ….solo molto felice. Sollevato. Che tu abbia ...guardato il m-mio collo...senza...esserne disgustato-"

America gli afferrò una spalla e lo tirò in un abbraccio feroce, attento, ora, ad evitare il collo. "Sei così fottutamente stupido," bisbigliò trattenendo le proprie lacrime. "C-come avrei potuto essere disgustato? Come hai potuto pensare che io…io potessi amarti di meno o cos'altro...God, sei così..."
 
Non c'erano più parole ora, Russia soltanto crollò contro America lasciandosi stringere fino a quando le lacrime non si asciugarono. Ci volle parecchio tempo prima che si accorgesse che il collo era ancora esposto e che la sciarpa era ammassata tra le sua mani. In qualche modo però, stretto tra le braccia di America, ciò non aveva alcuna importanza.


 
*^*^*

 
 
La storia è stata scritta per il prompt: "In tutti gli anni in cui America ha conosciuto Russia, non ha mai visto il suo collo. Neanche una volta, visto che Russia rifiuta di togliersi la sciarpa di fronte a chiunque. America è consapevole delle cicatrici sotto la sciarpa di come lasciarle vedere agli altri faccia sentire Russia vulnerabile, ma continua a volere che Russia si fidi di lui abbastanza da lasciargli vedere il collo.
Dopo numerose sollecitazioni, Russia finalmente si arrende e permette ad America di togliergli la sciarpa, il tutto mentre è in preda all'ansia e prova vergogna che ciò lo sconvolga così tanto. America comprendo quanto sia difficile per Russia tutto ciò e di come sia a disagio, cerca con ogni mezzo di essere gentile e di far sentire Russia al sicuro e amato (dicendo cose gentili, baciando le cicatrici, ecc.)
 
Bonus
- Se c'è del sesso, America sta sopra.
- Russia inizia a piangere ad un certo punto (preferibilmente giusto dopo che America gli ha detto che lo ama o qualcosa di simile.) Questo fa fermare America in quello che sta facendo e gli fa dare fuori di testa che pensa di aver seriamente ferito Russia in un qualche modo.

   
 
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