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Autore: Daisy Potter    10/05/2006    4 recensioni
Sana e Akito … due anime simili che si incontrano al secondo anno di liceo … un passato difficile, un presente in comune, un futuro da scrivere … forse insieme …
Genere: Generale, Romantico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Akito Hayama/Heric, Aya Sugita/Alissa, Sana Kurata/Rossana Smith, Tsuyoshi Sasaki/Terence
Note: OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 10

Capitolo 10.

 

DRIN DRIIIIIN

Lo squillo del telefonino risuonò nella grande villa di Sana.

DRIN DRIIIIIIIIIIIN!

La ragazza dai capelli rossicci si rigirò infastidita nel letto, tirandosi le coperte fin sulla testa e rannicchiandosi un po’ di più su se stessa.

DRIN DRIIIIIIIIIIIIIIIIIN!!

L’insistente suoneria la costrinse ad aprire gli occhi assonnati e a tendere una mano verso il comodino, cercando a tastoni il suo cellulare.

Dannazione, mi sono dimenticata di spegnerlo! si maledisse. Lo prese e con lo sguardo ancora un po’ appannato cercò di mettere a fuoco la scritta sul display.

DRIIIIN DRIIIIIIIIIIIIIIIIIN!!!

Con qualche difficoltà riconobbe il nome di Aya che lampeggiava durante l’ennesimo squillo. Premette il tasto di accettazione della chiamata e svogliatamente si portò il telefono all’orecchio.

“Si può sapere che diavolo ti salta in mente di chiamarmi a quest’ora?? Stavo dormendo!!!” si lamentò nella cornetta. Dall’altra parte la salutò una voce allegra, che non fece caso più di tanto al tono alterato dell’amica … ci era abituata.

“Buongiorno anche a te, Sana!” esclamò Aya. “E per tua informazione è già la mezza …”

“Umph” bofonchiò l’altra, alzandosi a sedere e stiracchiandosi. Sentì Aya sorridere, e sgarbatamente le chiese cosa ci fosse di divertente.

“Niente” sorrise lei “Solo che è incredibile quanto somigli ad Hayama …!”

A sentire quel nome, Sana arrossì, e Aya sembrò magicamente accorgersene …

“Scommetto che sei tutta rossa! Cosa darei per vederti ora!” le disse, ridendo. Ma come diavolo faceva?! Sana non rispose.

“Senti, l’hai più sentito Hayama dopo l’altra sera. Ho visto che eravate molto … ehm … affiatati …”

“Primo, non sono affari tuoi!” sbraitò Sana. “Secondo, ti ricordo che stavo dormendo fino a poco fa e mi piacerebbe tornare a farlo, quindi se non hai nient’altro di cui discutere ti saluto!” e fece per riattaccare, ma l’amica riuscì a fermarla in tempo.

“Va bene, tregua!” gridò nella cornetta. Un altro umph le fece capire che l’armistizio era stato concesso e, trattenendo a stento un risolino, disse:
“Il motivo per cui ti ho chiamata è che, essendo la Vigilia di Natale, potremmo fare un giro insieme questo pomeriggio …”
“Non ho intenzione di fare shopping natalizio, né di qualunque altro genere!” la interruppe Sana, ma Aya si affrettò a rassicurarla:
“Lo so che lo detesti, quindi ho pensato ad una normale uscita tra amici, tipo andare a prendere una cioccolata calda in un bar e passeggiare nel parco … allora?” chiese poi sentendo che l’amica non rispondeva. In realtà, stava rimuginando sulle parole di Aya.

“Hai detto ‘amicI’? …” le chiese infatti poco dopo. “Non ‘amichE’? Di chi parlavi?”

Bingo! Ora doveva dirglielo per forza …

“Intendevo io, te, Tsu e … Hayama!”

Se non fosse già stata seduta, Sana di sicuro sarebbe crollata a terra. Un pomeriggio fuori con Akito?? Aya e Sasaki sarebbero di sicuro rimasti appiccicati tutto il tempo e loro due … loro due cosa?! Perché pensava a cose simili? Era solo un’uscita tra amici, no?

Amici … ma dopo ieri sera …? si trovò a pensare. Già, ieri sera … com’erano rimasti? Era questo che continuava a chiedersi. Dopo quei baci, be’, insomma, qualcosa c’era stato, no? Però non ne avevano ancora parlato, e sinceramente lei non avrebbe saputo che cosa dire.

“Ehi, Sana, ci sei ancora?!”

Sana sobbalzò riemergendo dai suoi pensieri e ricordandosi di Aya.

“Eh? Ah, sì. Be’, o-ok …” farfugliò.

“Benissimo!” esultò l’amica dall’altra parte del telefono. “Allora facciamo alle tre davanti alla solita fermata dell’autobus?”

“Va bene” disse, poi attese il saluto dell’amica, ma Aya rimase in silenzio per un istante, prima di dire:

“Sana …”

“Mmh?”

“Ti piace, non è vero?”

Sana arrossì, sapendo benissimo a chi si riferiva senza bisogno di sentirne il nome, ma nonostante ciò finse di non capire di cosa stesse parlando:
“Chi, scusa??”

“Lo sai benissimo …”
“No, che non lo so!”

“Be’, allora te lo dico chiaramente: sto parlando di Akito!”

“Non vedo come tu possa pensare che …”

“Oh, Sana, piantala! Sai benissimo che non puoi ingannarmi!” disse Aya esasperata. “Ti conosco bene, e ultimamente ho visto che è cambiato qualcosa … tu sei cambiata! Da quando hai conosciuto Hayama sei più … non so come dire … insomma, è la prima volta che ti preoccupi per qualcuno, che sei così solare, che … che indossi la minigonna che ti ho regalato!”

“E questo cosa c’entra?!” sbraitò Sana.

“C’entra, c’entra! E comunque ti ho fatto una semplice domanda: ti piace o no? Basta una parola!”

Sana rimase in silenzio. Solo di una cosa era certa: quella parola non era un ‘no’ … Ma poteva rispondere ‘sì’? In fondo, si erano solo baciati … certo, per tutta la notte! Ma nessuno dei due aveva mai confessato all’altro che gli piacesse. Alla fine decise per l’unica risposta che le parve giusta:

“Forse … non lo so ancora.”

“Be’, cerca di scoprirlo, allora!” replicò Aya, felice della risposta ottenuta. “Allora ci vediamo alle tre, ok? Ciao!” e riattaccò prima che Sana potesse aggiungere altro. Si rituffò sotto le lenzuola, ma ormai non aveva più voglia di dormire: il pensare a cosa provasse per Akito aveva scombussolato la sua mente, che ora era più sveglia che mai, intenta a tenere a bada la confusione che regnava in essa. Si alzò, fece alla meno peggio il letto e andò in bagno. Si gettò sotto il getto di acqua calda della doccia, che riuscì a rilassarla, ma la pace non durò a lungo: non appena tornò in camera, avvolta solo in un lungo asciugamano di spugna, vide il display del cellulare che aveva lasciato sul letto illuminarsi mentre la suoneria che indicava un messaggio in arrivo squillava nell’aria. Aprì l’sms, e il suo cuore ebbe un sussulto quando la ragazza scorse il nome di Akito. Leggermente emozionata iniziò a leggere:
“Ciao, cm va? Ieri sera mi sono divertito alla festa … rix”

Con il cuore che le batteva, iniziò a digitare la risposta:

“Ciao! Tt bene, mi sn svegliata sl poco fa … ^_^’. cmq ank’io mi sn divertita moltissimo …”

Dovette attendere pochi minuti per ricevere il messaggio seguente.

“Sn contento … be’, allora c vediamo oggi pomeriggio. Bye!”

Sana scrisse il suo saluto, poi attese qualche istante prima di inviare il messaggio. Trasse un profondo respiro, poi digitò un‘altra breve parola e lo inviò in fretta:

“A dopo … tvb”

Subito dopo si gettò sul letto, affondando il viso nel cuscino.

Ma che mi è preso? Sono impazzita??! si urlò mentalmente. Ecco, ora chissà cosa starà pensando con quel tvb!

Ma i suoi pensieri furono interrotti da un altro squillo del cellulare: un nuovo messaggio. Con le mani che tremavano lo aprì …

“Ank’io … kiss” diceva semplicemente.

Sana si sentì come se quel piccolo ‘bacio’ fosse arrivato alle sue labbra. Con il cuore che inspiegabilmente sembrava volerle scoppiare, e un ampio sorriso stampato sul suo viso, si vestì e con l’umore migliore di sempre scese a pranzare con sua madre, chiedendosi cosa fosse quell’emozione che la riscaldava.

 

Intanto, a casa Hayama, Tsuyoshi stava parlando con il suo migliore amico.

“E se non le piacesse il regalo di Natale che ho preso per lei?” stava dicendo, mentre Akito, sdraiato sul suo letto con una mano dietro la nuca, armeggiava con l’altra con il cellulare.

“Voglio dire, Aya non si è mai lamentata dei regali che le ho fatto, ma se questa volta non le andasse bene? … Akito … AKITO, mi stai ascoltando????” gridò infine nell’orecchio dell’amico.

“Eh? Ah, sì …” rispose lui distogliendo lo sguardo dal display del telefonino. Tsuyoshi sospirò.

“Sana ti ha proprio cambiato” sentenziò.

“Chi? … Cos … Ma … Che …? Chi diavolo ti ha detto che sto messaggiando con lei?” esclamò il biondino.

“Nessuno, in effetti …” rispose lui. “Ma a quanto pare l’hai appena fatto tu stesso …” Akito arrossì leggermente, maledicendosi nella sua testa per aver parlato troppo.

“Allora, avevo ragione, eh? Ti piace!” incalzò Tsuyoshi.

“Cosa te lo fa pensare?” chiese lui brusco.

“Be’, prima di tutto non l’hai negato, né ieri pomeriggio, né oggi! E poi ieri notte eravate così … affiatati!”

“Non vuol dire proprio niente! Ci siamo solo baciati” si schermì lui.

“E dici poco!! Cos’altro vuoi fare se una ragazza ti piace? Portartela subito a letto??!!”

“Non dire cretinate!”

“Ecco, appunto! Allora vedi che ho ragione? Ammettilo!”

Ma Akito non aveva nessuna intenzione di parlare di questo con lui, né con nessun altro. In realtà, non ne aveva parlato ancora nemmeno con se stesso. Ma allora perché solo pochi minuti prima gli era venuta l’irrefrenabile voglia di sentire Sana? Perché le aveva scritto un sms, senza nessun pretesto? I suoi pensieri furono interrotti dall’arrivo di un altro messaggio della ragazza sul suo cellulare:
“A dopo … tvb”

Sorrise, dimenticandosi della presenza di Tsuyoshi, e dopo aver esitato un istante digitò la sua risposta, sempre senza abbandonare il sorriso dolce che era spuntato sulle sue labbra.

“Non posso crederci!” lo riportò alla realtà la voce del suo migliore amico, che lo osservava con aria stupita. “Akito innamorato! O la fine del mondo è vicina, o i miracoli accadono sul serio e io ne ho uno di fronte ai miei occhi!!”

“Se non la smetti ti sbatto fuori a calci!” intimò il biondino con occhi di fuoco.

“Non disturbarti, me ne vado io: devo andare a incartare il regalo per il mio confettino!” e prese la sua giacca, avviandosi verso la porta di casa.

“Allora ci troviamo alle tre alla fermata,eh?” gli ricordò, e lo lasciò da solo, con il cuore che, dopo quello scambio di sms, stranamente sembrava battere ad un ritmo più veloce del solito …

  
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