Anime & Manga > No. 6
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Autore: _Ella_    10/09/2011    4 recensioni
Era bello farlo ridere, anche per una sciocchezza – anche se rideva di lui – era bello vederlo sorridere contento, la sera quando tornava a casa, trovando il solito odore dei dolci ad attenderlo, assieme a qualcosa di caldo; era meraviglioso fingere di dormire e mettere le coperte scompostamente, per vederlo preoccuparsi per lui ed alzarsi a rimboccargli le coperte.
Shion si rendeva conto che senza l’aroma di ciliegie e senza le coperte rimboccate, la sua permanenza al Distretto Ovest non avrebbe avuto un senso, perché sarebbe stato meglio lasciarsi andare al volere del No.6 piuttosto che non avere nulla.
Quel posto malandato che continuava a sgretolandosi nel tempo era molto più accogliente di quanto potesse sembrare, solo perché c’era Nezumi.
Nezumi/Shion
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Alba.

La notte era fredda, quasi asettica.
La gola bruciava al passaggio dell’ossigeno, come se fossero penetrati mille aghi di ghiaccio a pungergli la pelle chiara.
Stretto nel cappotto beige, Shion fissò il cielo buio e spento, senza luna né stelle; strofinò il palmo della mano sotto al naso gelido che iniziava a colare, prima di infilarla nuovamente nelle tasche del cappotto.
La realtà, l’aveva chiamata Nezumi, ed era opposta ad ogni cosa che aveva creduto sino ad allora, distante anni luce dalla sua vita di un tempo, lungi dal No.6.
Era fatta di macerie, la realtà? Pezzi distrutti di ciò che era stato un tempo, carcasse di un qualcosa che sarebbe servito il futuro.
Aveva imparato, dopotutto, che distruzione e creazione si susseguono in un circolo indiscusso, come la notte ed il giorno, l’inverno e l’estate.
Se doveva essere sincero con se stesso, quella realtà non gli piaceva poi molto.
Un fulmine, un tuono lontano. Tra poco avrebbe piovuto, con quel gelo gli sembrava impossibile che non nevicasse; tuttavia, forse, quella terra arida fatta di macerie non era adatta per qualcosa di tanto puro come la neve.
Un po’ come lui, che si trovava come un pesce fuori d’acqua in quella città di reietti, di disillusi, di miscredenti.
Lui credeva ancora in qualcosa, nonostante tutto. Voleva ancora fare qualcosa di buono, voleva trovare il modo per rendersi utile e salvare persone innocenti. Non riusciva a pensare a se stesso, non più da quattro anni a quella parte, da quando Nezumi era entrato nella sua vita – da quando si era infiltrato nella sua stanza come un ladro – e gli aveva fatto capire che rendersi utile, soprattutto con chi pareva non avere più luce nello sguardo, poteva essere bello.
Era stato magnifico, infatti, vedere la luce della speranza affiorare da quegli occhi grigi, gelidi come un lago ghiacciato. Era magnifico tutt’ora, in effetti.
Era bello farlo ridere, anche per una sciocchezza – anche se rideva di lui – era bello vederlo sorridere contento, la sera quando tornava a casa, trovando il solito odore dei dolci ad attenderlo, assieme a qualcosa di caldo; era meraviglioso fingere di dormire e mettere le coperte scompostamente, per vederlo preoccuparsi per lui ed alzarsi a rimboccargli le coperte.
Shion si rendeva conto che senza l’aroma di ciliegie e senza le coperte rimboccate, la sua permanenza al Distretto Ovest non avrebbe avuto un senso, perché sarebbe stato meglio lasciarsi andare al volere del No.6 piuttosto che non avere nulla.
Quel posto malandato che continuava a sgretolandosi nel tempo era molto più accogliente di quanto potesse sembrare, solo perché c’era Nezumi.
Quando cominciò a piovere e il cielo riversò sulla terra quelle gocce di pioggia, fu allora che Nezumi lo raggiunse, rimanendo in piedi dietro di lui, cercando di capire dove l’albino avesse puntato il suo sguardo.
Ma non l’avrebbe mai capito, il sorcio, perché quel ragazzo aveva sempre guardato troppo lontano, troppo oltre, in un mondo che non aveva niente a che fare con la realtà, qualunque essa fosse.
Sospirando, si accomodò al suo fianco, sul terreno ormai umido e coprì entrambi con il proprio mantello, per non bagnarsi.
Shion girò appena il viso e gli sorrise; uno di quei sorrisi caldi ed intensi che solo lui sapeva fare, quei sorrisi che ti davano la forza per continuare. Poteva essere così magico, tirare in su gli angoli della bocca?
«Che ne dici di rientrare?» la voce di Nezumi ruppe l’armonioso suono della pioggia, tuttavia Shion si rese conto che per quanto potesse essere bello quel suono della natura, la voce calda del ragazzo al suo fianco era decisamente meglio.
Gli venne un brivido, al pensiero di quando cantava
«Posso… posso farti una domanda?» chiese febbrilmente e l’altro rimase in silenzio come per accordargli il permesso «Perché mi hai salvato, Nezumi?»
Lo sentì irrigidirsi, al suo fianco e la cosa lo lasciò perplesso: da quanto Inukashi gli aveva detto, non mostrava mai i suoi sentimenti, mai. Di questo anche l’ingenuo Shion se n’era reso conto, visto che l’aveva visto sempre distaccato agli insulti, ai complimenti e alle minacce di ognuno, chiunque esso fosse. Tuttavia, proprio come Inukashi gli aveva detto e proprio come lui stesso aveva notato, Nezumi si permetteva di ridere, di preoccuparsi e di arrabbiarsi solo e soltanto con lui e non sapeva se esserne lusingato o meno. Per quanto ne sapeva, Nezumi poteva anche odiarlo, per questo.
Il ragazzo coi capelli cerulei sorrise appena al cielo piovente, ricordando il passato mentre il viso venne illuminato dalla luce di un fulmine
«Perché in passato qualcuno mi ha aiutato quando credevo di non avere più alcuna speranza» accennò, sotto lo sguardo incredulo di Shion «Mi hai dato una seconda opportunità… ed anche se io non potevo offrirti né un maglione né una fetta di torta, mi sono detto che dovevo ricambiare, in qualche modo… solo che la cosa mi è sfuggita di mano» ammise infine, con un sorriso amaro
«In… in che senso, Nezumi?»
«Mi ero ripromesso che non avrei dovuto affezionarmi a te ma… come vedi, mi hai fatto fare un buco nell’acqua.»
Coperte da quel mantello nero, ormai lucido per via della pioggia che si faceva sempre più battente, le mani si stringevano strette, com’era stato quattro anni prima e come, probabilmente, sarebbe sempre stato. Perché – mentre le nuvole cominciavano a tingersi di rosa, ed uno spiraglio di sole creava un arcobaleno – Nezumi si rese conto che, proprio come Shion gli aveva sempre detto, non esisteva solo “nero o bianco”, “bene o male”. E quelle mani strette alla luce dell’alba ne erano la vera ed unica dimostrazione.


fghjklpouytvbnm, *implode*
Allora.
Rieccomi qui, di nuovo per vostra sfortuna.
Sono troppo belli, 'sti due scemi, quindi è impossibile non scrivere su di loro, eggià u.u
Bene, allora.
Ieri ho visto lepppisodio 10 e devo dire che Shion schizzato me gusta mucho e che Nezumi che piange è così fottutamente strapazzoso che stavo per piangere anche io, non potendo andare ad abbracciarlo.
Tipo ero lì che urlavo a Shion: ABBRACCIALOOOOo!""!!"111ONEPIECE!"£"!!!!" NON VEDI CHE TI AMAAAAHHHHHHH!!?!?!?"££!!!!
Ma vabe', che ci possiamo fare u.u
Beh, che dire, CapsLock's Syndrome a parte, spero che questa piccola one shot sia piaciuta, perché ci ho messo tutto il mio cuoricino zuccherosoH *-*

See ya!

 

   
 
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