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Autore: PoisonVeleno    10/09/2011    0 recensioni
Questa Fanfiction è una storia scritta a quattro mani interamente ideata e scritta da me e Incanta.
E' ambientata prima della nascita di Harry ma non ci sarà nulla sulla profezia. Voldemort acquisterà sempre più potere con i suoi mangiamorte;l'unico modo per contrastare finalmente Silente e possedere l'immortalità, avverrà attraverso oggetti che si troveranno solo in un certo paese. Commissionerà Lucius Malfoy fedele servo per recuperarli.
Riusirà a compiere la missione affidatagli dal Signore Oscuro? e cosa succederebbe se incontrasse qualcuno che gli avrebbe dato filo da torcere?
Severus, invece, non se la cavava molto bene. Dopo aver sfiorato la morte con un dito scopre di essere stato salvato da una strana persona.
La prima parte della ff sarà a capitoli alterni ovvero: i protagonisti saranno alternati tra Lucius e Severus, la seconda parte invece avrà i quattro personaggi principali assieme.
Buona lettura, speriamo che apprezziate l'idea.
Genere: Avventura, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Lucius Malfoy, Nuovo personaggio, Severus Piton
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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risveglio1

 

RISVEGLIO.

 

Aprì  gli occhi con fatica. Dov’era? Non riusciva a distinguere nulla, era tutto una massa informe di blu e grigio ai suoi occhi. E cos’era quel rumore? Onde che si infrangevano sugli scogli, senza dubbio. Ma cosa ci faceva su uno scoglio?

Provò a muovere un braccio, non ci riuscì, “fango” mormorò. 

Era disteso su un terreno fangoso. Una mano andò automaticamente a toccarsi i capelli a quel pensiero.

“Ehi tu!”

Chiamavano lui?  Chi era? Che cosa voleva da lui?

 “Ehi, mi senti? Si può sapere che diavolo ti è preso a stare fuori durante una tempesta?”

Era una voce di donna, non più grande di lui.

“Allora?” incalzò la donna arrivata. Lui la guardò senza parlare. Capiva quello che diceva ma non era in grado di darle una risposta. Sbatté le palpebre. Lei sbuffò e lo aiutò ad alzarsi.

“Puoi camminare?” ancora silenzio. “fantastico” disse tra sé la ragazza.

 

 Un’ora dopo l’uomo era all’interno di una catapecchia di legno, aveva una coperta di lana puzzolente e sporca sulle spalle e mangiava una zuppa calda. Appena finito reclinò la testa, abbandonandosi ai suoi pensieri. “grazie…” sussurrò.  La donna continuava ad osservarlo.

“Allora, adesso mi spieghi cosa ci facevi là fuori?” lui aprì gli occhi di scatto, confuso. “C’è stata una tempesta” continuò la ragazza.

 “Quando?” chiese finalmente recuperando l’uso delle corde vocali.

“Due giorni fa. È finita stamattina.”

“E tu che facevi fuori dopo una tempesta?” domandò sospettoso.

“Ero uscita per cercare le barche, anche se non credevo che avrebbe portato a qualcosa. Infine  ho trovato te.”

“Abiti qui?”

“…Non proprio. Per adesso si”

“Spiegati” ordinò l’uomo autoritario.

“Prima tu. Non hai ancora risposto” ribattè.

 “Questa è casa tua?”

 “Si. Vivo qui, contento? E non ho tempo da perdere con arroganti ingrati come te, né io né nessuno in questo paese! Credimi, faresti meglio a tornare da dove sei venuto alla svelta! Nessuno ama gli stranieri qui, per di più se danno ordini, fanno domande e non danno risposte!”

“..questo paese? Ci sono altre persone?” la donna rimase in silenzio ostinato.

“Dimmi almeno dove mi trovo! Così magari posso andarmene più velocemente” disse sprezzante.

 “Un paesino di una piccola isola in mezzo all’Atlantico” rispose indifferente

 “Azkaban?” farfugliò l’uomo all’improvviso allarmato. La donna alzò un sopracciglio: “Questo paese ha molti nomi, ma di certo non Azkaban” disse freddamente

 “Non sai cos’è Azkaban?” chiese di nuovo sbalordito “E…Hogwarts?”

 “Prego?” rispose ancora più irritata.

“Sei una babbana!” esclamò disgustato alla fine alzandosi.

“Mi stai prendendo in giro? Di cosa parli?”

 “Niente. Non puoi capire, voglio andarmene da questo posto orribile”

 “E tu cosa ne sai se posso capire o no?” ribattè la ragazza sempre più innervosita dal comportamento di quello “e comunque questa casa è abbandonata da anni, io vivo qui solo da una settimana, scusi tanto mio signore se non è di suo gradimento!” e gli strappò la coperta di mano gettandola in un angolo. Sotto lo sguardo dei due questa si piegò da sola. L’uomo la osservò di stucco.

 “Allora sei una strega!”

“Basta domande. Ma se è con una strega che vuoi parlare, ti ci porto subito, a patto che tu te ne vada di qui”

“Come fai a sapere se è una vera strega? Chi è? Portami da lei, deciderò io se lo è o meno!” così dicendo la afferrò per un braccio con violenza guardandola negli occhi. Lei si liberò con facilità.

“Non mi toccare. Ho detto che ti ci porto. Abita lontano da qui ed è molto conosciuta, tutti sanno che è una strega. Alzati” poi più tranquilla aprì la porta e mentre l’altro non guardava, lei prese una manciata di fango e lo plasmò a formare una sfera, che lasciò sospesa a mezz’aria. Pian piano la sfera si cristallizzò e si schiarì, diventando una vera e propria fonte di luce. “servirà per camminare al buio, il sole non è ancora del tutto sorto e le nubi sono molto spesse da queste parti.” Allora venne in mente all’uomo che sarebbe bastata la sua bacchetta a fare luce, ma scoprì con rammarico di non averla con sé.

Mentre camminavano con la sfera di luce come guida, un uomo anziano si stagliava all’orizzonte e veniva proprio verso di loro. La figura divenne più nitida: aveva la barba grigia non molto curata, una benda sull’occhio destro, un cappotto blu una gamba di legno, una pipa in bocca che lasciava cerchi di fumo. Anche lui era guidato da una sfera luminosa, ma aveva un colore diverso da quella della ragazza.

“Evelyn! Hai recuperato le barche?” chiese subito con fare scorbutico

“Don, come credi che avrei potuto recuperarle, tanto meno vederle con la bufera che c’è stata? Te l’avevo detto che era inutile! È facile incaricare gli altri per poi lasciargli la responsabilità!”

 “Ti consiglio di cambiare atteggiamento, ragazza. Ti abbiamo permesso di restare qui per adesso, ed è solo temporaneo e lo sai. Ma se ti rifiuti ancora di fare il giuramento” fece una pausa e guardò l'uomo accanto a lei “dovrai andartene! Insieme al tuo nuovo amico” concluse.

“Tranquillo Don, è proprio quello che voglio fare!” Don si allontanò zoppicando e maledicendola. “Donald è uno dei più anziani qui…”

 “Devi fare un giuramento?” interruppe l’uomo.

 “Si, per restare qui e diventare davvero un abitante del paese, sapere tutti i suoi segreti… ma non intendo farlo.”

“Che paese è?” chiese l'uomo.

Evelyn rise: “Non è segnato su nessuna carta, è un posto isolato da tutto. Gli abitanti lo chiamano in vari modi, gli piace sentirsi…speciali. ‘il paese’ o ‘rocca del faro’ o ‘la rocca’. Se giuri non ti potrai allontanare più di due miglia per mare e per terra. Io sono solo in transito, perciò non farò nessun giuramento e me ne andrò. Voglio andarmene.”

 “E se infrangi il giuramento…?”

Evelyn rise di nuovo. “Non si può.”

 “Vuoi dire che muori?”

“No, no. Non puoi andare più lontano di due miglia. Sei confinato dentro, non ti resta che accettarlo. È come se cercassi di oltrepassare una barriera invisibile ma insormontabile.”

 “Come lo sai?”

Evelyn esitò. Poi decise di rispondere allo straniero.

“…mio padre cercò di scappare.”

“Tuo padre vive qui?”

“Viveva. È morto una settimana fa, per questo sono tornata.”

“Ma allora tu hai passato la barriera!” esclamò, quasi accusandola.

 “Avevo 14 anni quando io e mio padre tentammo la fuga da qui… ma io non avevo ancora giurato, solo a 20 anni puoi farlo. Io riuscii ad andarmene, lui invece… rimase qua.”

 “E tua madre?” domandò ancora curioso.

 “è la strega da cui stiamo andando”

L’uomo rimase un po’ sorpreso a quelle parole, tuttavia la curiosità prevalse in lui. “Perchè è una strega?”

“Ci sono molte leggende in quest'isola. Alcune molto stupide, altre che alludono al vero. Lei abita oltre quella montagna in una capanna umida e desolata” Evelyn guardò l'uomo “Ma non vedo alcun motivo per dirtelo” tagliò corto.

Lui la scrutò. “E di grazia, come faremo a raggiungere quella montagna? A piedi? ”

“Esatto. Come vedi in questo paese, gli unici mezzi di trasporto utilizzati sono le barche ”

I due si guardarono per qualche secondo.

“Seguimi” ordinò la ragazza.

Lui esitò.

“E' la strega che volevi, giusto?”

Lui esitò ancora ma  poi decise di seguire la ragazza.

 

 

  
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