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Autore: pucia    10/09/2011    2 recensioni
Tom Riddle diverrà mai Lord Voldemort? sarà lui il buono della storia? Come mai Harry Potter è il cattivo della situazione?
Tom purtroppo scoprirà una verità che non si aspettava. Perchè questa è soltanto una sua vita parallela.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Tom O. Riddle, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
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Lettera da uno sconosciuto

Mancavano ancora ore all'alba, ma Tom era già sveglio. Era rimasto a guardare il suo riflesso nello specchio, che ora non era più quello del giorno precedente. Per quanto potesse guardarlo, era sempre il solito.
«Cosa mi sta succedendo?» si domandò inutilmente.
Il suo compagno di stanza Edgar stava ancora dormendo beatamente. I suoi movimenti e la sua voce non l'avevano svegliato.
«Beato te che dormi, mio caro Edgar», disse ad voce più alta. Era inutile, non l'avrebbero svegliato neanche le cannonate.
La mattina arrivò lenta, anche troppo visto che era stato sveglio praticamente tutta la notte. Decide di passare ancora alcuni minuti a letto, ma quei minuti furono fatali. Al suo risveglio si accorse che era tardi e il suo turno in cucina doveva esser iniziato già da dieci minuti.
In tutta fretta si preparò. La camicia perfettamente bianca dentro i pantaloni perfettamente piegati con sopra la giacca perfettamente liscia. Era tutto così perfettamente noioso.
Un ciuffo ribelle si posizionò in mezzo alla sua testa. Si leccò la mano e la passò sui capelli, in modo da rimetterli in ordine. Ci riuscì al terzo tentativo e intanto i minuti passavano.
«Mannaggia devo sbrigarmi!»
Tic Tac.
Appena uscito dalla stanza una voce lo bloccò.
«Sei di fretta Riddle?», era la voce di Billy.
«Non è il momento Billy»
«Oh poverino! Per lui non è il momento», replicò il ragazzo con voce smielata, lo stava imitando. «Anche per voi ragazzi non è il momento?» chiese poi sarcasticamente agli altri due.
In cambio ricevette soltanto risa, l'unico che non rideva era proprio Tom che ogni tanto lanciava occhiate all'orologio sulla parete.
Tic Tac.
«Si, non è il momento!», ripetè con tono minaccioso e strinse di nuovo le mani in due pugni lungo la schiena.
«Ora non farai uno dei tuoi trucchetti, sei solo, non c'è il tuo compare ad aiutarti o la tua vecchietta a salvarti»
«Non osare parlare di Arabella in quel modo»
La rabbia di Tom stava crescendo di nuovo, era qualcosa di incontrollabile.
«Oh piccino, abbiamo offeso la tua amichetta? Come mi dispiace»
Le sue mani iniziarono a prudere fortemente.
Tic Tac.
Immobile, iniziò a respirare velocemente, ma questa volta riusciva a controllare il respiro. I pugni erano ancora più serrati e...
BANG.
L'orologio del corridoio era andato in frantumi. I vetri erano sparsi su tutto il pavimento.
«Riddle!»
Urlò una donna dall'altra parte. Billy e i suoi compari furono ben lieti di darsela a gambe, mentre il giovane Tom rimase li in piedi.
«Hai rotto l'orologio!» lo accusò.
«Non sono stato io... » ma era inutile, tanto non gli avrebbe creduto.
«Bene! Oggi starai in camera tua tutto il giorno!»
Con la testa bassa, eppure allo stesso tempo un po' felice per avere il permesso di stare senza far niente, si avviò di nuovo verso la sua camera.
«Dolce far niente!» disse soltanto buttandosi sul letto puramente ripiegato.

**

La giornata passò, purtroppo, velocemente. Tom non riuscì a godersi molto, avrebbe voluto fare tanto di più.
Con le prime luci che tramontavano, la sua stanza ricevette quel giorno una prima visita.
«Salve Tom»
L'uomo che era entrato aveva una lunga barba bianca e i capelli altrettanto lunghi. Gli occhi erano di un blu accesso, quasi quanto il cielo (che Tom non aveva mai visto senza nubi) e sopra al grande naso portava un paio di occhiali, ritenuti da Tom troppo piccoli per poter usufruire di essi al massimo. La sua pelle era splendente, tuttavia aveva lo stesso colore della sua.
Apparentemente l'uomo poteva sembrare una persona qualsiasi, giunta fin li per occuparsi di qualche bambino o per sostituire un professore malato.
«Buongiorno»
«Io mi chiamo Albus Silente»
«Tom Riddle»
«Piacere Tom» continuò gentilmente l'uomo «forse sai già perché sono qui»
«Lei è un professore?»
«Benissimo Tom»
«Che materia è venuto a sostituire?»
«Come prego?»
«Lei... è in professore venuto a insegnare in questo orfanotrofio»
Le risate di Silente fecero intuire a Tom l'errore che aveva appena commesso.
«Oh mio caro Tom. Non sono un'insegnante di questa scuola. A dire il vero non sono neanche più un'insegnante»
Tom parve confuso, infatti l'uomo stava divagando un po' troppo.
«Perdonami. Io sono il preside di Hogwarts, una scuola per giovani maghi... come te!»
A quelle parole Tom capì anche meno.
«Mi perdoni signore. Ma lei mi sta dicendo che io sono un mago?»
«Per la barba di Merlino, ma certo! Non ti hanno mai detto le tue origini? Questo compito era stato affidato a Arabella!»
«Arabella è una strega?»
«A dire il vero è una Maganò. Saprai in seguito cosa sono», continuò Silente vedendo la faccia di Tom sempre più confusa. «Allora devo iniziare da capo. Tu sei un giovane mago. Tua madre, Merope Gaunt, era una potente strega. Conobbe tuo padre, un babbano, e per questo fu allontanata dalla famiglia. Purtroppo sai come è accaduto a lei.» dopo alcuni minuti di pausa, Silente aggiunse «mio caro ragazzo, non ti è mai capitato niente di... magico?»
«Come?»
«Non lo so, quando ti senti arrabbiato, oppure hai paura... non è mai successo niente?»
«A dire il vero...»
Tom avrebbe voluto parlargli dei fatti recentemente accaduti, ma non era forse ancora pronto. Silente capì.
«Beh tu ora sei qui e questa è per te»
Gli consegnò una lettera con un sigillo rosso a chiuderla. Aprendola vide che la carta non era quella bianca e comune, era di un color giallastro e lo spessore era molto fino. Infine sopra c'erano parole scritte a mano con inchiostro nero.
«Siamo lieti di informarla che lei è stato appena ammesso alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.
Nel seguente foglietto troverà tutte le informazioni su Hogwarts»

Prima di poter chiedere qualcosa, Tom lesse anche l'altro foglietto.
«Benvenuti nella Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts!
Necessario per la scuola:
Uniforme. Gli studenti del primo anno dovranno avere:
Tre completi da lavoro in tinta unita (nero)
Un cappello a punta in tinta unita (nero) da giorno
Un paio di guanti di protezione (in pelle di drago o simili)
Un mantello invernale (nero con ricami d'argento)
Libri di Testo. Tutti gli allievi dovranno avere una copia dei seguenti testi:
Manuale degli Incantesimi,Volume Primo, di Miranda Gadula.
Storia della Magia, di Bathilda Bath.
Teoria della Magia, di Adalbert pratica alla trasfigurazione per principianti, di Emeric Zott.
Mille erbe e funghi magici, di Phyllida Spore.
Infusi e pozioni, di Arsenius Brodus.
Gli animali fantastici: dove trovarli, di Newt Scamandro.
Le Forze Oscure: guida all'autoprotezione, di Dante Tremante.
Altri accessori:
1 bacchetta magica
1 calderone (in peltro,misura standard 2)
1 set di provette di vetro o cristallo
1 telescopio
1 bilancia d'ottone
Gli allievi possono portare un gufo o un gatto, o un rospo.
Si ricorda ai genitori che agli allievi del primo anno non è consentito l'uso dei manici di scopa personali.»

Aveva letto quasi tutto ad un solo fiato. Alzò lo sguardo dalla lettera, Silente stava sorridendo compiaciuto.
«Bene Tom, ai capito tutto?»
«A dire il vero no. Dove posso prendere tutta questa roba? Non ho neanche un soldo. E poi come faccio ad andare in questa scuola quando non mi sono mai iscritto?»
«Oh! Ma la tua iscrizione l'abbiamo ricevuta immediatamente quando sei nato. Tua madre era una studentessa di Hogwarts»
«E come faccio ad arrivare fino a li?»
«Per quello non preoccuparti, verrai via oggi stesso insieme a me!»
«Ma come? Devo prendere tutte le mie cose?» anche se di cose sue ne aveva ben poche.
«Già fatto. Le troverai quando sarai alla stazione a prendere il treno»
A Tom non restò molta scelta. La sua vita era cambiata radicalmente in un'istante e qualcuno aveva già programmato il suo futuro senza chiedere il permesso.
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