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Autore: joestambourine    10/09/2011    3 recensioni
« un doppio decaffeinato senza... » bloccai la persona prima che potesse finire la sua ordinazione.
« un doppio decaffeinato senza schiuma con doppia mousse e latte alla cannella a parte, lo so joseph, lo so. » ogni mattina era la stessa storia. Joseph, un ragazzo sulla ventina, veniva ogni giorno a far colazione qui, e preciso come un orologio svizzero, arrivava a quell'ora ordinando sempre la stessa cosa. per quanto quell'ordinazione fosse così lunga e contorta, ero riuscita ad impararla a memoria, tanto che durante la giornata la ripetevo nella testa quasi fosse una filastrocca.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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"grazie, arrivederci" ripetevo quella frase, trenta, quaranta volte al giorno? ormai era diventata un'abitudine. Era così che salutavo i clienti di quello starbucks dove lavoravo. porsi il sacchetto con su disegnato il logo del bar, e aspettai che il prossimo cliente facesse la sua ordinazione. 
Lavoravo lì per pagarmi la casa e l'università, e anche se lo stipendio non fosse niente male, a malapena riuscivo ad arrivare a fine mese, ma ero disposta a tutto questo pur di realizzare il mio sogno. Studiavo all'università da già due anni, volevo diventare un'attrice. Avevo sempre avuto la passione per la recitazione, fin da piccola. Così, dopo aver terminato gli studi nel mio paese natale, l'italia, mi trasferii a New York, ed è così che mi ritrovai a lavorare qui.
« un doppio decaffeinato senza... » bloccai la persona prima che potesse finire la sua ordinazione.
« un doppio decaffeinato senza schiuma con doppia mousse e latte alla cannella a parte, lo so joseph, lo so.>> ogni mattina era la stessa storia. Joseph, un ragazzo sulla ventina, veniva ogni giorno a far colazione qui, e preciso come un orologio svizzero, arrivava a quell'ora ordinando sempre la stessa cosa. per quanto quell'ordinazione fosse così lunga e contorta, ero riuscita ad impararla a memoria, tanto che durante la giornata la ripetevo nella testa quasi fosse una filastrocca.
« andiamo ser, sai che odio essere chiamato joseph, mi sa di vecchio. » disse appoggiando i gomiti sul bancone.
« beh, è quello che sei infondo. » dissi sorridendo per poi voltarmi a preparare il suo caffè.
« oh, ma quanto sei simpatica oggi. » disse sorridendo sarcasticamente.
« grazie, nonnino. » dissi girandomi e porgendogli la grande tazza di caffè, potendo vedere la sua faccia in quel momento e scoppiai a ridere.
« nonnino a chi? »  disse prima di correre dietro al bancone e cominciare a farmi il solletico. cominciai a ridere all'impazzata mentre tutti i clienti ci guardavano divertiti, ma la voce autoritaria di Katherine mi riportò alla realtà.
« SERAPHINE- urlò così tanto che credo l'avessero sentita anche in Patagonia.- quante volte ti ho detto che non devi distrarti mentre lavori? questo ragazzo è la tua rovina, sai che potrei abbassarti lo stipendio » disse rientrando nel privé e sbattendo la porta rumorosamente.
« si, scusami Katherine » dissi sussurando, come se potesse sentirmi. mi voltai verso joseph per far si che non si scusasse, ma mi precedette.
« scusami ser, non avrei dovuto. » commentò dispiaciuto, portandosi una mano dietro la nuca.
« è tutto okay, joe. non preoccuparti. » gli dissi sorridendo.
« beh, forse è meglio che vada. oh, quasi dimenticavo. Buongiorno raggio di sole. » mi salutò con un bacio sulla guancia e uscì da quella porta dopo aver preso il suo caffè, lasciando il suo profumo sparso per il locale, mentre io ricominciavo ad armeggiare con quelle macchinette produci caffè.

  
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