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Autore: Jaded_Mars    10/09/2011    2 recensioni
Beverly si diresse alla porta rapidamente, fermandosi prima di aprire. Quando si sentì pronta aprì e si trovò davanti un tipo che proprio non si aspettava.
“Salve sono Nikki Sixx, il signor Sullivan mi manda a sostituirlo, al momento è in vacanza.”
Genere: Erotico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nikki Sixx
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Premessa : è la primissima cosa in assoluto che scrivo di questo genere, sono totalmente alle prime armi, perciò perdonatemi se risulterà ridicola. Il titolo è dalla canzone "Walk On the Wild Side" di Lou Reed. Se riuscite ascoltate Land di Patti Smith in sottofondo. Immaginatevi Nikki nel periodo 89-90, io l’avevo in mente così mentre scrivevo.

Ringraziamento doveroso e fortemente sentito *ommamma che formale!* a Ellie, partner in crime di conversazioni senza la quale questa flashata sarebbe rimasta tale, appunto, solo una flashata senza sviluppo. herzlichen Dank ;)

Ringrazio Patti Smith, anche se non saprà mai dell’esistenza di niente di quello che scrivo, ma che mi ispira tanto con la sua musica e le sue parole. Se qualcuno conosce il testo di Land, potrà ritrovarne delle tracce di ispirazione qui.

Ringrazio chi leggerà. Spero vi piaccia. E se vi farà schifo, beh, almeno vi ho ispirato un sentimento, è sempre qualcosa. :)

-Mars-



Beverly si stava annoiando quel pomeriggio. Era estate, faceva un caldo afoso e insopportabile e anziché essere al fresco in piscina con le sue amiche si trovava a casa ad aspettare l’idraulico. I suoi genitori avevano approfittato del bel tempo ed erano andati via per il week end, lasciandola sola. Viveva in uno di quei quartieri tipicamente americani, con intere vie di villette dai giardini ben curati e abitazioni impeccabili. Seduta al tavolo della cucina stava cercando inutilmente di leggere un libro, ma dopo avere sfogliato qualche pagina senza riuscire a memorizzarne il contenuto lo chiuse e lo riportò in camera al piano superiore. Mentre lo stava mettendo via, prese un vecchio vinile che aveva ereditato da suo padre e scese da basso. Le note di Toys in the Attic iniziarono a suonare nell’aria, riempiendo il silenzio in cui era immerso il quartiere. Probabilmente con le finestre aperte la musica si sarebbe sentita anche per strada, ma poco importava, a quell’ora di pomeriggio fuori era come un deserto. Proprio in quel momento il campanello d’ingresso squillò vivacemente. Beverly si diresse alla porta rapidamente, fermandosi prima di aprire per sistemarsi il fresco e corto vestititino azzurro che indossava e che le lasciava scoperte le spalle e gran parte delle lunghe gambe leggermente dorate. Quando si sentì pronta aprì e si trovò davanti un tipo che proprio non si aspettava. Non era il signor Sullivan, l’anziano panciuto idraulico che conosceva da anni e che abitualmente veniva a sistemare le piccole perdite di casa, questo era completamente diverso. Alto, con lunghi capelli rasati di lato raccolti in una coda, le orecchie bucate da alcuni orecchini e un braccio coperto di tatuaggi, se ad aprire fosse stata sua madre probabilmente sarebbe svenuta o avrebbe chiamato la polizia spaventata. Invece lì c’era Beverly che lo stava guardando affascinata.

“Salve sono Nikki Sixx, il signor Sullivan mi manda a sostituirlo, al momento è in vacanza.”

Il ragazzo indossava una sgualcita salopette di jeans con qualche strappo sulle ginocchia e una canottiera bianca piuttosto aderente che lasciava intravedere un bel fisico, in mano reggeva la cassetta degli attrezzi. Quando parlò, a Beverly venne un groppo in gola, aveva una voce così profonda e suadente che non sembrava nemmeno vera. Ma finse indifferenza per evitare di fare la figura della stupida e lo fece entrare in casa. Lo condusse molto tranquillamente in cucina, facendogli strada fino al lavandino dove gli espose il problema. C’era un tubo intasato e gli mostrò come l’acqua non scendeva dal rubinetto. Il ragazzo si mise al suo fianco per esaminarlo meglio. Beverly lo stava osservando mentre guardava il rubinetto, quella vicinanza le permise di sentire il suo odore forte e invitante. Sapeva di buono.
Era ancora assorta nei suoi pensieri quando lui si girò dicendo di avere capito come sistemare il tutto. Le chiese di spostarsi e si mise all’opera aprendo l'armadietto sotto il lavandino. Una volta sdraiato a terra iniziò ad armeggiare con i tubi. La ragazza si sistemò su un alto treppiedi al bancone della cucina, come soleva sempre fare quando c’era qualche operaio in casa, per tenerlo d’occhio ed evitare che combinasse casini o rubacchiasse qualcosa. Aprì una rivista di moda e iniziò a guardare le prime pagine, mentre Nikki lavorava.                                                                              
Passò un po’ di tempo, doveva essere una cosa semplice ma si fece più lunga del previsto.                     
Beverly lanciò un’occhiata al ragazzo in ginocchio e notò che aveva iniziato a sudare un po' per il caldo, un po’ per lo sforzo. Era affascinata da quella chiara pelle lucida, i muscoli delle braccia erano più evidenti ora che era impegnato a stringere viti e bulloni. Il suo sguardo indugiò a lungo su quei bei tatuaggi colorati, non ne capiva il significato, ma la intrigavano moltissimo. Continuò ad ammirarlo mentre trafficava con i suoi attrezzi, era troppo attraente  così impegnato per non essere guardato per bene. Dallo stereo la voce di Steven Tyler cantava Sweet Emotion quando Nikki finalmente finì  di armeggiare coi tubi e si alzò sbuffando,

“Dovrebbe essere tutto a posto, proviamo a vedere.”

Al che la ragazza si avvicinò per vedere se le modifiche che aveva fatto erano sul serio servite a risolvere il problema. Nikki girò la manopola ma non si vide traccia di acqua scorrere, se non che dopo qualche secondo il rubinetto esplose a getto inondando i due ragazzi. Nikki era ora completamente bagnato con la canottiera che aderiva per bene al suo bel corpo. Anche Beverly aveva un po’ i capelli gocciolanti ma certamente non era inzuppata quanto lui. Scoppiarono insieme in una fragorosa risata di fronte a quel danno. E sì Beverly rideva, in una circostanza in cui normalmente sarebbe stata furiosa perché, dopo tutto, non le riusciva possibile incazzarsi con un ragazzo del genere. Il moro si scusò, non aveva verificato la pressione dell’acqua prima di aprirla ecco perché era scoppiata in quel modo.

“Non preoccuparti, adesso è tutto a posto giusto?” gli disse lei, affrettandosi ad aggiungere con un sorriso “se aspetti un minuto vado a prenderti un asciugamano e una maglietta che sei fradicio.”

Mentre lui iniziava a slacciarsi la salopette bagnata Beverly corse su in bagno a raccattare un asciugamano pulito e morbido per poi andare in camera a cercare una delle sue magliette da football extra large che usava quando andava a dormire. Ridiscese le scale veloce per darglieli, non si fermò nemmeno a guardare allo specchio che aspetto aveva, sentiva come un senso di urgenza, urgenza di trovarsi nello stesso spazio vitale del ragazzo.

Lo trovò di schiena, senza maglia, con le mani appoggiate al lavandino e notò quanto fosse tonico e in tensione. Gli occhio della ragazza si allargarono leggermente di fronte a quello spettacolo. Fece un respiro impercettibile e si avvicinò, allungandogli la salvietta. Lui gliela prese dalle mani, ringraziandola con un sorriso così inaspettato che per poco non la stese. Si asciugò in un modo che le sembrava abbastanza provocante anche se in realtà non lo era affatto, era tutto uno scherzo della sua fantasia. Era  ipnotizzata dal passaggio dell'asciugamano intorno al suo collo, sulle spalle.

Per non sembrare una guardona, approfittò di quel momento per offrirgli qualcosa da bere, così si girò verso la credenza prendere un bicchiere. L’unico neo era che i bicchieri per gli ospiti li tenevano su una mensola alta e lei, anche se in punta di piedi, non ci arrivava. Mentre si stava sforzando, sentì il corpo di Nikki aderire alla sua schiena, il suo respiro caldo sul collo e vide il suo braccio teso a prenderne uno senza la minima difficoltà. Quel contatto fu letale per Beverly che ebbe una fitta al cuore, e non solo. Si trattenne dal mettergli le mani addosso, concentrandosi invece nel ringraziarlo e  senza guardarlo in faccia gli sfuggì via, andando a riempire il bicchiere. Glielo porse pieno di coca cola, insieme alla maglia che aveva preso per lui. Nikki prese la maglia con un sorriso, la aprì per guardarla, ma invece che metterla, la appoggiò sul tavolo. Prese il bicchiere appoggiando anch’esso sul tavolo.

Iniziò ad si avvicinarsi, lentamente. Proprio in quel momento la musica che fino a pochi secondi prima riempiva la stanza, cessò. Nikki si stava dirigendo verso di lei che contemporaneamente stava indietreggiando, lo sguardo come stregato dagli occhi di lui così verdi e intensi. Oh era così bello, così terribilmente bello che le guizzò nella mente una pazza idea “Devo essere tua.”. Beverly arretrò fino a che non le fu più possibile muoversi, bloccata alle spalle dal lavandino. Il contatto col freddo acciaio la fece rabbrividire. Nikki le accarezzò gentilmente il contorno del volto ovale guardandola profondamente fisso negli occhi.  Il battito del cuore della ragazza accelerò il ritmo repentinamente e si sentì arrossire vistosamente. ‘Calmati Bev, è meglio se ti calmi ora.’ si ordinò inutilmente.         
Il ragazzo le scostò degli scuri capelli bagnati dalla guancia, e la baciò. Non era un bacio casto oh no, tutt’altro. Era un bacio appassionato, un bacio in cui la lingua del ragazzo giocava irresistibilmente con quella di lei, lasciandola completamente senza respiro. La brunetta stava entrando in apnea e si staccò per riprendere fiato, continuando a cingergli il collo con le braccia, la fronte appoggiata a quella di Nikki. Era rovente a causa del contatto con quel corpo così bello e slanciato. 
Lui si riavvicinò alle sue labbra, ricominciando a baciarla. E questa volta le mani le fece scorrere lungo il corpo giovane e sodo di Beverly fino alle gambe, fin sotto il corto vestito, fino a ripercorre lo stesso tracciato di pochi secondi prima verso l'alto, sulla sua pelle liscia. Le mani forti e ruvide non erano bramose, ma delicate e decise. La ragazza gemeva mentre la toccava, quasi sfiorandola, la baciò sul collo e sentì tutto il suo profumo di uomo invaderla. Sentì la mano di Nikki passare sul suo corpo toccandole il piccolo seno, il ventre piatto, fino ad insinuarsi sul monte di Venere, più giù. Beverly venne trafitta da ripetute frecce di desiderio, provò a fermarlo ma era troppo caldo, così incredibilmente bello e semplice, come giocare nel mare. Si lasciò andare a profondi, brevi sospiri fino a che lui non ritrasse la mano. La voleva, la desiderava con tutto se stesso, quella ragazza, ed ora non riusciva più ad aspettare. La prese improvvisamente per le gambe, la issò bruscamente sul lavandino, le sfilò gli slip e si fece strada prepotentemente dentro di lei. Beverly stava perdendo il controllo. Inarcò la schiena in preda alla passione e si strinse ancora più forte al corpo atletico di lui. Nikki affondò il viso nel collo bianco e delicato di lei. Glielo baciò avidamente, assaporando ogni secondo di quel contatto. Beverly infilò le sue lunghe dita tra i lunghi capelli neri del ragazzo. Erano lucidi e setosi, morbidi al tatto. Li sciolse dalla coda in cui erano raccolti lasciando sprigionare un forte profumo di muschio. Venne colta dalle vertigini, graffiandogli la schiena liscia lo spronò e spinse sempre più dentro di sé. Lui, ansimante, rispose all’invito. Le ondate di piacere li travolgevano una dopo l’altra, vigorose e potenti come una carica di stalloni arabi. Avevano decisamente perso il controllo, insieme,sempre più rapidamente, minuto dopo minuto. Nikki le sussurrò all’orecchio “Dimmi che sei mia”. Lei gli bisbigliò “Sei mio.” Una spinta la scosse. Lo ripeté, “Sei mio.” Un’altra la fece vibrare, con voce sempre più alta e persa nell’oblio lo ribadì, “Sei mio.”

Un incubo, l’incubo più bello e vivido che avessero mai vissuto, come se mille scariche elettriche stessero attraversando i loro corpi uniti bruciandoli di piacere. E poi il culmine. Il cuore di Beverly ebbe un tuffo, e si sentì invasa di vero piacere nella sua più pura manifestazione. Un urlo si fece strada nella gola secca del ragazzo, ma in quel silenzio, nessuno lo sentì.

Si abbandonò dolcemente su lei, privato di ogni energia e lei lo accolse in un abbraccio.

Rimasero così per un po’, immobili, mentre il vinile dimenticato continuava a ruotare a vuoto nel giradischi.
 

 

   
 
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