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Autore: AngelSword    10/09/2011    4 recensioni
"Amore" non è una parola fatta solo di lettere messe in fila. È fatta di sentimenti, di desideri, di sorrisi e di lacrime. Perchè nessuno ha detto che è una cosa semplice.
[Partecipante alla Challenge "Raccolte... Che Passione!!" di Superkiki92]
E rieccomi qua con un'altra raccolta!! XD Semplicemente non potete liberarvi di me!! =P
Beh, buona lettura.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Roronoa Zoro, Un po' tutti
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'Ancient Saga'
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Premessa
 

Hehe... Eccomi qua con un'altra bella raccoltuccia ^^ Ah, sia chiaro, l'altra è ancora in corso, mica posso abbandonarvi così!!
Occhio, parlerò principalmente di Zoro ed Aqua ;p  E fate attenzione anche alla glicemia: qui sfegherò tutta la mia sdolcinatezza!! XD
Non so se mettere OOC.... Ditemi voi! XD
Questa prima One-Shot è ambientata dopo la fine del Primo Volume, quindi Aqua-chan è felicemente sottoterra =p Mi pare ovvio di chi saranno i pensieri XD
Ah, ho infilato qua e là delle citazioni dalla canzone a cui è ispirata la storia, quindi tutti i credits vanno agli autori =p
Bene, bene, bene... Come ho già detto nell'introduzione, questa raccolta partecipa alla Challenge "Raccolte... Che Passione!!" di superkiki92 ^^
Dato che è una Challenge basata sulla musica, consiglio l'ascolto di "I'll Love You 'Till The End" - The Pogues ♥
Spero vi piaccia anche questo mio sclero =) Buona lettura a tutti ♥


Io, Che Ho Solo Aspettato E Desiderato


 Tre giorni. Incredibile, non avrei mai pensato che il tempo potesse passare così in fretta. I secondi passano cadendo come gocce. Scendono, passano, scendono, finchè non formano pozze di minuti, laghi di ore e oceani di giorni.

Tre giorni e non sono ancora guarito. Beh, che mi aspettavo? Non sono mai stato bravo a guarire, e quella cicatrice che ho sul petto ne è la prova lampante. Però... pensavo di aver sviluppato una resistenza naturale al dolore. Mi sbagliavo.

Non avevo preso in considerazione la possibilità d’innamorarmi. Certo, devo pensare ad allenarmi, non all’amore! Ed invece eccomi qui, innamorato pazzo di una donna letteralmente caduta dal cielo. Più e più volte ho cercato di distogliere la mia attenzione da lei, di dirmi che non avevo il tempo di amare se volevo diventare il migliore. Ed ancora una volta mi sbagliavo. Semplicemente non potevo scappare.

Prima è cominciato come un semplice interesse: lei era un’ottima spadaccina e marinaia, oltre che ad essere una ricercata come me. Ma dopo ogni volta che posavo gli occhi su di lei sentivo che non era più semplice curiosità. La stavo cercando. Io, il lupo solitario, quello che evita la compagnia di tutto e tutti, quello che descrivono come “fanatico” e “misantropo”. Odiavo non averla sott’occhio, non sapere dove fosse... Aveva completamente monopolizzato la mia attenzione.

Ed infine ho lasciato che mi abbracciasse. Credo sia stato in quel momento che mi sono accorto che c’era qualcosa... qualcosa d’importante. Perché? Perché era la prima volta che il tocco di qualcuno mi piacesse, la prima volta che desiderassi un altro abbraccio subito dopo il primo. Adoravo sentire le sue dita fredda viaggiare leggere sulla mia pelle, bollente per via delle ore passate ad allenarsi. Adoravo sentire nell’aria il suo profumo di brezza marina. Ma soprattutto adoravo quel suo sorriso. Non ho parole per descriverlo se non radioso come il sole.

Lentamente ho cominciato ad essere dipendente da lei, dalla sua semplice presenza. Ho cominciato a desiderare di poterla prendere e portare via con me. Ho cominciato a desiderare di poter essere lì quando la luce dell’alba irrompeva, illuminandole il volto. Ho cominciato a desiderare di poterci essere quando la pioggia la prendeva di sorpresa.

La prima volta che ho avuto un pensiero del genere mi sono dato uno schiaffo. La seconda ho riso. La terza ho sentito l’amaro in bocca perché sapevo che ciò non si sarebbe mai avverato.

Poi l’ho vista piangere. Sembrava così smarrita, e per un momento mi sono sentito perso anch’io. Fino a quel momento non aveva mai vacillato. Avevo anche cominciato ad ammirare la sua determinazione. Così quando l’ho vista scossa dai singhiozzi mi è apparsa per quello che realmente era: un essere umano. Ed io meglio di tutti so che gli esseri umani, prima o poi, ti abbandonano. Ma non erano quelli i miei pensieri. Pensavo che volevo vederla ridere, non piangere. Perché si meritava il meglio di questo mondo. Così avevo promesso di non farla mai più piangere se non di gioia.

E quella volta che hai insistito a dormire con me per via degl’incubi? Ancora la ricordo benissimo. La stringevo a me con un braccio intorno alla vita, le sue spalle contro il mio petto. Pensavo sarebbe stato solo per quella volta, ma mi sono reso conto che volevo sentirla quando la notte indossava in suo mantello. Non mi bastava più averla accanto tutto il giorno, dovevo sentire il suo respiro anche mentre dormiva. Dovevo avere la certezza ad ogni ora del giorno e della notte che questo non fosse solo un sogno.

Tutto questo mi è stato strappato via dalle mani.

Sapevo che desideravi sentire le mie parole, ma non volevi ascoltare. Sapevo che volevi sentire il mio respiro, come io volevo sentire il tuo. Ma non hai lasciato parlare.

Ho sentito il mondo cadermi addosso quando ti stringevo morta tra le braccia. Non sapevo cosa fare, ero perso fra le parole, perché all’improvviso mi ero reso conto di tutte quelle cose che non ti avevo ancora detto.

Morta. Mi sei morta davanti agli occhi. E cosa ho fatto? Niente. Sono stato a guardare.

Ed io che aspettavo solo l’occasione per dirti “Ti amo, fino alla fine”.
  
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