Akito e Sana, 17 anni giorno di metà compleanno.

' Devi farlo, hai aspettato troppo, DEVI FARLO!!! ' era questo che mi ripetevo mentre, non so con quale coraggio, mi dirigevo verso di lei.
Era di una bellezza sconvolgente. Avevea un vestitino rosso che le arrivava sopra al ginocchio, le calze color carne e un paio di ballerine nere. I capelli le scendevano liberi sulle spalle e non aveva neanche un velo di trucco. Il mio cuore non smetteva di battere lo ammetto ma non l'ho mai detto a nessuno. A quel tempo la mia aria da antipatico e scostante era essenziale per la sopravvivenza.
" Sana ti posso parlare un secondo?" le sue gote si fecero rosse come se già sapesse dove volevo andare a parare ma non disse niente e fece un leggero cenno di assenzo.
Dopo aver preso le giacche uscimmo fuori dove la neve non rendeva molto agile il passaggio. 
Le mie mani incominciarono a tremare, così per evitare che se ne accorgesse, le misi in tasca.
" Sana io non ti ho portato un regalo ma.... "
" Idiota lo sai che per me l'importante è il pensiero"
" Lo so Sana ma ti prego lasciami parlare... bhè lo sai che non sono mai stato bravo con le parole quindi ora ti benderò gli occhi e farò una cosa, ma se non vorrai mi arrenderò perchè non posso aspettare per sempre" era una grossa bugia, l'avrei aspettata per tutta la vita se fosse stato necessario. Lei era confusa ma non mi feci intimidire, le bendai gli occhi con la mia sciarpa e mi avvicinai.
Le mie mani uscirono istintivamnte dalle tasche per prendere il suo volto tra le mani così che le mie labbra combaciassero meglio.
Scoprì però una cosa che non avevo mai notato. Esse combaciavano perfettamente, come se fossero state create per essere unite.
Lei non si mosse per un minuto poi, quando ormai stavo perdendo le speranze mi abbracciò e ricambiò il bacio con una foga che non mi sarei mai immaginato.
Forse lo aspettava come lo aspettavo io.
Mi staccai da quello splendido contatto per un semplice motivo: volevo risposte.
" Ora dimmi Sana tu provi quello che provo io?"
" Tu cosa provi Akito?" 
Rimasi di sasso. Non era mai stata così diretta. Vedendo la mia difficoltà lei disse:
" Akito io sono ossessionata da te, sono gelosa di te, sono attratta da te in un modo che non saprei mai spiegare. Provo per te un sentimento incondizionato e puro. Ma se tu sei ancora così titubante pens..."
" Ti amo"
" Cosa hai detto?" mi disse come se non credesse a ciò che avevo appena detto.
" Ti amo dal primo momento in cui ti ho vista"
"Se mi ami davvero io non ti lascerò mai andare Akito lo sai?"
" Non chiedo di meglio" e l'avvicinai di nuovo a me baciandola con passione. Non avrei mai pensato di poter provare tanta felicità, di sentire il cuore sbattere come se mi volesse uscire dal petto e una voglia irrefrenabile di non lasciarla mai andare. 
           




                                                                                                                                                                                                                                                                                                                          Sana e Akito, 18 anni e una promessa.

Non gli avevo mai detto ' Ti amo'. Era una cosa strana. Insomma, due persone che stanno insieme si dicono ti amo.
Ma io ancora non ne avevo avuto il coraggio. Non perchè non lo amassi ma perchè avevo paura di perderlo.
Lo so è assurdo ma non sarei Sana se non pensassi cose assurde.
Così quella mattina di agosto decisi che era il momento giusto. Il mio amore era immenso almeno quanto il suo. Non mi avrebbe abbandonata.
Bussai alla porta di quella maledetta casa che mi divideva da quell'ignobile testa di cavolo che mi aveva rubato il cuore.
Fù lui ad aprirmi ma non lo guardai e entrai di scatto in casa. Non c'era nessuno. Il padre era a Los Angeles per lavoro e Natsumi al mare con i suoi amici. 
Il mio sguardo era era rivolto a terra. Le mie mani tremavano. E in quell'istante, nell'istante in cui alzai gli occhi e li incrociai ai suoi mi accorsi di vivere per lui.
" Prometti che non mi abbandonerai mai" piangevo perchè non riuscire più a sopportare tutto quell'amore, era insostenibile.
Lui mi venne incontro e mi abbracciò. Era sconvolto, una volta mi aveva confessato, sotto tortura naturalmente, che ogni volta che mi vedeva piangere si sentiva morire.
" Cos'hai Sana? Ti prego non farmi preoccupare" non era mai dolce ma quando lo faceva mi faceva tenerezza. Era impacciato ma trasmetteva una grande tranquillità.
" Tu promettimelo, non devo sapere altro"
" Te lo prometto"
Ed ecco il momento in cui non c'era nient' altro da fare che dirlo, il momento perfetto dove tutte le certezze che mi servivano erano ormai diventate insignificati perchè in realtà non mi servivano a nulla, era lui l'unica cosa di cui avevo bisogno.
" Ti amo".  Da quell' istante i ricordi sono sfuocati perchè troppe erano le emozoni. Baci, carezze, un letto, sospiri e amore. L'unica cosa che ricordo chiaramente e che io e Akito, quel giorno in quel letto che sembrava immenso ci siamo scambiati amore, tanto di quell'amore che mi sorprendo non abbiano messo quella data nei libri di storia.







Spazio autore:
Onestamente non è una delle mie oper migliori, ma la trovo carina.
Non sono molto brava a descrivere i sentimenti di un ragazzo infatti mi sono trovata molto impacciata nei suoi panni ma credo che come noi ragazze anche i ragazzi siano molto complicati.
Ho descritto un Akito leggermente più cresciuto. Intendo dire che comunque dopo anni si cresce e si diventa adulti, più responsabile e sopratutto più pratici nelle questioni d'amore.
Spero che vi piaccia.
Saluti **.