11 Settembre 2011
Il cimitero di Blackburn era vuoto, come sempre. Le lapidi bianche scorrevano ordinate sotto i miei occhi. Il passeggino non faceva nessun rumore sull'erba umida del mattino. Mi fermai davanti a una delle lapidi, una uguale a tutte le altre. Eppure, per me era diversa.
Per me quella lapide significava la fine del tutto e l'inizio del niente. Lessi le piccole parole incise sulla pietra: Josh Raynolds, London 12/8/1983 – New York 11/9/2001. Mi sedetti sull'erba bagnata.
“Ciao, Josh.” riuscii a dire “Sono passati dieci anni. Strano,eh? Diciassette anni con te e dieci solo con la mamma.” scoppiai in una risata senza allegria.
“Sono diventata mamma, sei mesi fa... È un maschietto, Dean. Mi sono sposata tre mesi fa, con Dodge. Te lo ricordi, Dodge?Lo odiavi tantissimo. Dicevi che non avrebbe fatto altro che il cameriere. Ora, ha un nuovo lavoro. Scrive per un giornale. E... abbiamo una bella casa vicino a quel parco che ti piaceva tanto, da bambino. Mi è stato vicino tutto questo tempo,per questi dieci anni. La mamma non mi riconosce più... non riconosce nessuno, ormai...”
Una lacrime mi scende sulla guancia.
“E se non fossi partito per quella vacanza studio? Se fossi rimasto a casa, come sarebbero andate le cose? Probabilmente mi avresti vietato vi vedere Dodge, o l'avresti picchiato perchè mi ha messo incinta, ma credo che mi sarei sposata con lui comunque... E magari ti saresti sposato anche tu, magari con Amy. Sinceramente, mi stava antipatica. Non si è mai fatta sentire, dopo il funerale.”
Il vagito di Dean mi distrae. Mi alzo e lo prendo in braccio.
“Ecco,” sussurro “quello lì è lo zio Josh, piccolo mio.”
mi fermo a fissare la foto di mio fratello, sorridente, sereno, come se andasse tutto bene.
Ma non va tutto bene, da dieci anni.
“Sono dieci anni che vivo in un inferno!” sbotto e comincio a piangere. Dean si appoggia al mio petto palpitante.
“Perchè te ne sei andato, Josh? Perchè?!”
“Non è colpa sua, Johanne.” alzo lo sguardo e fisso mio marito, serio e triste come non mai.
“Dodge... Dieci anni...” farfuglio. Lui mi abbraccia.
“Lo so, Jo. Lo so...” entrambi fissiamo la lapide.
“È uno schifo...” rimaniamo in silenzio per dieci minuti, poi Dodge dice:
“Secondo te, mi avrà accettato?”
“Non credo proprio...” sorrido io. Lui scrolla le spalle.
“Non fa nulla.” appoggia a terra un mazzo di Non-ti-scordar-di-me. Mi guarda negli occhi.
“Ho preso una giornata libera. Torniamo a casa e facciamo qualcosa, ok?”
“Ok.” prende il passeggino e si avvia. Rimango ancora lì, da sola. Tiro su col naso.
“Allora... ci vediamo, fratellone.”
Angolo della lady
Come mi è venuta quest'idea? Bè, sono quasi le due del mattino ed è l'11 Settembre, e mi è sorto un dubbio...
Cosa fanno ora, i parenti delle vittime dell'attentato, dopo dieci anni? E così ho elaborato questa One-shot. Sono molto soddisfatta di questo piccolo lavoro. E a voi piace? Lasciate una recensione! E ricordatevi di quelle vittime di dieci anni fa, e anche dei loro parenti.
Un bacio,
Yaz