Stavo vaneggiando, ancora, come al solito. Dove sarei potuta essere in quel momento se solo fosse andata diversamente? Cosa avrei fatto? Ma soprattutto, se le cose fossero andate diversamente avrei potuto sfiorargli la mano, o affogare tra quei suoi occhi che mi lasciavano ogni volta senza fiato?! Sarei mai riuscita a incontrare Bieber di persona e di potergli dire: “voglio disperatamente cantare insieme a te”? Come potevo amare quel ragazzo più di quanto amo me stessa? Come? Già, solite tare mentali che mi facevo per auto-commiserazione. Avevo da poco compiuto quindici anni, ed era giunta l’ora, per me, di prendere in mano quel sogno che avevo tenuto dentro me fino a quel momento e farlo diventare un capolavoro, come quelli di Picasso. Quale sogno? Cantare e Ballare. È sempre stata una parte fondamentale di me, sin da quando ero in pancia di mia madre e sulle note di “I love rock’n’ roll” scalciavo come un’ossessa. Amo essere un tutt’uno con la musica, scriverla, interpretarla, suonarla, TUTTO. Non era una coincidenza che in quel momento, mentre mi dileguavo a pensare a tutto forchè a dormire, avessi le cuffiette alle orecchie. “Sai Bieber, -pensavo- oggi è il mio compleanno. Ho immaginato tante volte come potesse essere il compleanno con tante persone che nemmeno avrei conosciuto ma che avrei subito trovato simpatici solo perché erano amici tuoi, ma soprattutto con TE. Sono dall’altra parte dell’Oceano, in un paese che mi impedisce di essere ciò che sono; che stai facendo ora, sapendo che qui sono le 2 di notte e lì da te sono le 18, eh? Pfff, sono una cretina a pensare di avere le doti per poter duettare con te un giorno, sono proprio un illusa mega-galattica. Tu non sarai mai mio, non saprai mai quanto, in questo mio cuore 15enne, sia l’amore per te. E sai il bello? Che una belieber qualunque si rassegnerebbe, perché magari non ha abbastanza fiducia in se stessa. Io, al contrario, di fiducia ne ho da vendere, e sono convintissima di poter riuscire a rendermi visibile ai tuoi occhi, un giorno.” Ed ecco una, due, tre e poi tante altre lacrime inzuppare il cuscino di nostalgia, lasciando l’alone. Erano le 2 del mattino del 27 giugno 2011, giorno del mio compleanno, mentre, col cuore, spedivo parole a Bieber. Presa dalla stanchezza mi addormenti tra quei fidati sogni, dove sicuramente Lui sarebbe stato Mio. Ah, approposito, mi Chiamo Giorgia. Sono una quindicenne irrazionale che trova la felicità nella musica, e che sogna un futuro lontano da questo paesino veneto sperduto nel mondo, e vicino a Lui.