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Autore: Megalie    11/09/2011    4 recensioni
Questa è una one-shot che ho scritto un po' di tempo fa, per un concorso. Dovevamo scrivere un 'restroscena', di un momento in particolare, della Saga di Harry Potter. (Purtroppo non ho vinto. ç_ç)
Bene, il mio è un momento di 'Harry Potter e Il Principe Mezzosangue.' Mi sono ispirata di più al film che al libro, semplicemente perchè questa scena mi è piaciuta davvero tanto.
'Era suo amico, avrebbe capito.'
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Harry/Ginny
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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Questa è una one-shot che ho scritto un po' di tempo fa, per un concorso. Dovevamo scrivere un 'restroscena', di un momento in particolare, della Saga di Harry Potter. (Purtroppo non ho vinto. ç_ç)
Bene, il mio è un momento di 'Harry Potter e Il Principe Mezzosangue.' Mi sono ispirata di più al film che al libro, semplicemente perchè questa scena mi è piaciuta davvero tanto.
Se avete voglia di leggerla, vi consiglio di farlo ascoltando "When Ginny kissed Harry" (http://www.youtube.com/watch?v=d7SdiUQ7X_4). Io stessa l'ho scritta ascoltandola.
Spero vi piaccia! :)

In quel momento, le labbra di Ginny sfiorarono le sue. Fu un momento, un momento soltanto, eppure gli sembrò che tutti si risolvesse, lì. E doveva rimanere lì, come aveva detto lei. Tutto sembrava maledettamente perfetto, in quell’istante … così Harry aprì gli occhi, per accertarsi che tutto fosse vero, che non era solo un sogno. Lei se n’era già andata, ma Harry sapeva che era stata lì. La Stanza delle Necessità era vuota, se così si può dire, dato che c’erano miriadi di oggetti da tutte le parti, lasciati lì da vari studenti, nel corso degli anni, che volevano liberarsi di qualcosa di proibito, qualcosa di cui non avevano più bisogno o, come nel suo caso, qualcosa che non gli apparteneva. Ad ogni modo, era solo.
Quel bacio gli era sembrato la soluzione di tutti i problemi, il motivo per cui era arrivato fino a lì e per cui doveva andare avanti. Ma non lo era, anzi, probabilmente avrebbe creato altri problemi. Si mise a camminare per la Stanza, con la mente che lavorava, che pensava. Amava Ginny, ogni volta che la vedeva era come se gli scoppiassero dei fuochi d’artificio nel petto, ma come avrebbe fatto a nascondere tutto questo? Era già tanto tempo che tentava di nasconderlo e gli risultava difficile, ma dopo quello che era successo poco prima  gli sarebbe stato praticamente impossibile. E Ron? Aveva visto la sua reazione quando Ginny stava con Dean e l’ultima cosa che Harry voleva, era litigare con Ron. E Ginny? Non voleva perderla, assolutamente.
Ormai era arrivato dalla parte opposta della Stanza, e non se ne era reso conto. Ora si trovava vicino a una vecchia libreria, all’estremità della Stanza; incredibili gli oggetti stravaganti che potevi trovare in quella stanza: Libri di tutti i generi, torce Babbane che, come Harry pensava, erano dotate di qualche incantesimo particolare, una poltrona con delle braccia vere e proprie al posto dei braccioli, fogli di pergamena strappati …
Per un attimo, ad ammirare tutti quegli oggetti e a pensare alle generazioni di studenti che erano passate lì, Harry si era quasi dimenticato di tutto il resto. Poi tornò sulla terra, decise che era meglio uscire di lì, dimenticarsi tutto per tornare a pensare a cose più importanti: come Malfoy che si comportava in modo strano, spariva dalla Mappa e si aggirava sempre al settimo piano. Malfoy che aveva stregato Katie Bell e che ogni giorno era sempre più bianco in viso. Malfoy che ora era in infermeria. Quel libro, il libro di Pozioni, che ora era nascosto nella Stanza delle Necessità e che aveva mandato Malfoy in infermeria. Pozioni … il ricordo di Lumacorno. Come avrebbe fatto ad ottenerlo? Non poteva deludere Silente, non quando era così importante. Uscì dalla Stanza delle Necessità e si avviò verso la Sala Comune, lì avrebbe risolto qualcosa, forse. Era quasi il crepuscolo, infatti i corridoi si stavano svuotando man mano che gli studenti si recavano nelle rispettive Sale Comuni, o nella Sala Grande. Era sceso di qualche piano quando lo vide: Piton, Severus Piton. Capelli untuosi, neri, che gli arrivavano fino alle spalle; vestito nero, come sempre. L’unica cosa che non era nera, in realtà, era il viso che aveva un colore olivastro, in un certo senso, malsano. Non sapeva come Silente potesse fidarsi di lui, era un Mangiamorte! Altrimenti non avrebbe giurato di proteggere Draco.
Si mise dietro una colonna, cercando di spiarlo e di capire qualcosa,  ma l’unica cosa che faceva era parlare con Madama Chips, per sapere le condizioni di Draco. Gli voltò le spalle, sapendo che se sarebbe rimasto lì, avrebbe scoperto ben poco. Fece per continuare il suo percorso, ma si bloccò quasi subito. Una ragazza dai lunghi capelli rossi, era seduta proprio di fronte a lui … leggeva un libro: ‘Manuale di Quidditch; Come essere un buon Cacciatore’. Non si accorse di lui; Harry rimase a guardarla, distante. Era così bella, come poteva lasciarla andare? Era così perfetta per lui. Rimase lì, fino a che una ragazza non si avvicinò a Ginny e lei si alzò, mise una mano fra i suoi bei capelli e seguì la ragazza che probabilmente era del suo anno. Aveva deciso: non l’avrebbe persa, no.
Era quasi arrivato alla Sala Comune, talmente preso dai suoi pensieri che non si accorse che Ron stava venendo verso di lui.
“Allora, tu e Ginny l’avete fatto?” gli chiese.
“Cosa?” domandò Harry, che non sapeva a cosa si stesse riferendo l’amico.
“Nascondere il libro!” esclamò Ron, come se la cosa, chiaramente, dovesse essere ovvia.
“Ah, si si.” Rispose Harry.
Glielo avrebbe detto, non ora, ma glielo avrebbe detto. Era suo amico, avrebbe capito.

 

  
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