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Autore: ViXi    11/09/2011    5 recensioni
E' quando piove, che sento la tua voce scrosciare sulle mie guance. Sfiorarmi come un tempo. Tempi mai vissuti, dimenticati. Guance vuote, senza le tue carezze. Inesistenti.
Ti amo, Lily. E qui continua a piovere.
Genere: Malinconico, Sentimentale, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Lily/Severus
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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When it rains.

 

*

 

E' quando piove, che sento la tua voce scrosciare sulle mie guance. Sfiorarmi come un tempo. Tempi mai vissuti, dimenticati. Guance vuote, senza le tue carezze. Inesistenti.

Ti amo, Lily. E qui continua a piovere.

 

 

 

 

 

E' passato tanto tempo, ne è passato abbastanza per poter dichiarare di avere dei ricordi un po' sfocati, confusi. La scuola, la Vita. Ormai tutto questo, non è che un ritratto sbiadito di un'esistenza altrettanto ambigua. E poi c'è lei. Nitida, chiara, precisa. Una macchia rossa, in quel collage grigiastro che ho affisso in testa. Nel mio cranio, v'è solo Lei.

Com'era bella. Lo era davvero. Ed era intelligente, eccome se lo era. Era una degna avversaria, nelle lezioni del Professor Lumacorno, nell'ora di Pozioni. Ad ogni passo Lily, è così che si chiamava, emanava luce. Emanava una luce candida, che solo il povero Severus riusciva a scorgere. Ed un profumo di brezza impestava le mure di Hogwarts.

E l'ho conosciuta. Ho conosciuto quell'angelo. Il povero Mocciosus, cammina vicino a quella creatura.

 

Pioveva, quel giorno, come piove adesso. Le stesse gocce picchiettavano sui vetri delle finestre dei dormitoi, sporcandoli. Ma noi eravamo fuori, a goderci quel pittorico paesaggio. La nebbia, le nuvole, l'acqua precipitare dal cielo. E noi.

 

«Grazie di tutto, Sev.» mi dicesti timidamente, con un filo di voce. Il tuo viso, pallido e perfettamente bianco, ora presentava graziose sfumature rossastre, lì sulle tue guance candide. Quelle parole uscirono dalla tua bocca come cucchiaiate di miele, e accarezzarono la mia pelle rovinata, ravvivandola.

«E di cosa, Lily? Grazie a te.» anche io, ora ero arrossito. E la mia voce veniva spezzata dalla mia infinita timidezza. O forse vergogna, paura. Paura della tua risposta. Quante cose avrei voluto dirti.. avrei dovuto dirti. Ma questo mago, non ha fegato. La mia gola era bloccata da un ostacolo inesistente. L'angoscia barricava la mia trachea. Respiravo a stento.

 

«No, Sev! Non ringraziarmi. Non faccio mai niente, per tirarti su. Ti vedo, lo sai? Non sei felice, non lo sei affatto! E l'ho capito, ormai.. Ho capito perchè quando sei assieme a me sorridi, e sei sereno. Ormai ho capito tutto, non sono una stupida.. Non così tanto.» Lily ora si seduta. Gambe conserte, sguardo serio, severo. Quegli occhi mi rimprovaravano.

 

«Lily, tu non capisci.. E' più forte di me. Non posso fingere ancora.. devo dirtelo, ormai.» ero deciso a confessarmi. Ero deciso a dirle tutto, tutto ciò che non le avevo detto in quegli anni. Anni sprecati. Non avevo nulla da perdere, lei sapeva già tutto. Avrei solo dovuto chiarirle un po' le idee. Avrei solo dovuto farmi amare.

 

«Non ce n'è bisogno. L'ho capito: ti sei innamorato di quella tua compagna, Bellatrix. La cugina di Sirius. Ti aiuterò, Sev! Ma devi promettermi che devi smetterla di fingerti sereno quando sei con me, solo per non farmi stare in ansia! Non mi piace che tu non sia te stesso in mia compagnia..Voglio il vero Severus Snape! Quello buffo, che mi fa sempre ridere, che cerca di rimpicciolirsi il naso con prototipi di nuovi incantesimi, quello che fa disperare Lumacorno con le sue pozioni provette, quello a cui voglio bene, quello che voglio aiutare con tutta me stessa! Sai che non mi piace quella Bellatrix Black, ma farò il possibile per aiutarti.. Siete fatti l'uno per l'altro, d'altronde! Sai come si dice tra noi babbani? Dio li fa e poi li accoppia. E' la vostra situazione, e io voglio che tu sia felice. Sei il mio migliore amico, Sev..» sembrava decisa, Lily. Decisa ad aiutarmi. Inutilmente. Non aveva capito nulla, come al solito. Non aveva capito assolutamente niente.. E chi era poi, quella Bellatrix? Una smorfiosa come il cugino, sicuramente. Mai vista. E non mi interessava minimamente conoscere quella. L'idea non mi sfiorava di striscio. Quante cose avrei dovuto dirti, in quel momento, Lily.. Ma non lo feci. Severus 'Il Codardo' Snape stette zitto, con il volto rigato dall'acqua. Dal cielo, e dai suoi occhi. Come un bambino, Severus pianse in silenzio. Senza che quella creatura, così fragile, se ne accorgesse. Pianse come chi lo fa per sbaglio, per via di una scheggia nell'occhio, magari.

Il rancore stava mangiando le mie interiora, e da lì a momenti non avrei più retto quel dolore insopportabile.

 

 

Mi alzai, di scatto. Volto umido, appiccicoso di sale raffermo. Occhi rossi, ma quello era “colpa dell'allergia. Sai, questi pioppi non mi danno pace..”. Non dissi una parola. Non sorrisi, non feci smorfie. Non ti rivolsi uno sguardo.

E me ne pento.

Corsi via, a passi veloci, verso il castello. Ti lasciai sola, su quel prato sporco della mia miseria. Non ti merito. Diamine, non ti merito lontanamente.

Sentii la tua voce, in lontananza. Ma ora erano carboni ardenti che premevano contro la mia pelle marchiata a fuoco, dall'amore che provavo verso quella creatura.

 

Entrai nel mio dormitorio, fradicio dalla testa ai piedi. Quegli altri due, i miei “amici” dormivano. Uscii dalla camera, raggiunsi una strana porta, che non avevo mai visto prima.

L'aprii. Nessun cigolio. Strano. L'antichità dei portoni, in quel castello, faceva sì che ognuno di essi producesse un cigolio assordante, se aperto, o chiuso. Ma quello non lo fece. Era così..silenzioso.

Una camera vuota, grande poco più che uno sgabuzzino porta scope mi attendeva, nella completa oscurità che desideravo. Il buio di cui necessitavo.

Chiusi la porta. Per la seconda volta, senza alcun rumore.

Mi trovai un angolino, stretto e misero. Proprio come me. Mi raggomitolai lì, da solo. E aspettai qualche secondo. Poi piansi, con tutta la mia forza, con tutta l'aria che avevo nei polmoni. Suoni assordanti, che non avevo mai udito, uscirono quel giorno dalla mia bocca umida di lacrime. Mi bruciava lo sterno, un dolore intenso, meritato. Mi strappai qualche ciocca di capelli, per lo strazio. E' questo ciò che ti spetta, Mocciosus.

 

Ma il dolore fisico, in quel momento, non era che un solletico leggero, sulla mia pelle segnata da graffi freschi e di un rosso carminio, così simile alla chioma di Lily.

Perdonami, per averti mentito. Per l'ennesima volta. Perdonami. Perdona questo perfetto estraneo, governato dalla sua codardia. Perdonalo.

Lo sterno continuava a bruciare, e tra i mille ticchettii della pioggia, su quei vetri inesistenti, io udivo la tua voce. Essa alimentava il mio pianto. E piangere, era ciò di cui io avevo bisogno.

 

 

 

 

E' quando piove, che sento la tua voce scrosciare sulle mie guance. Sfiorarmi come un tempo. Tempi mai vissuti, dimenticati. Guance vuote, senza le tue carezze. Inesistenti.

Ti amo, Lily. E qui continua a piovere.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Amo te, non quella Bellatrix.

 

 

*

 

ViXi*

  
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