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Autore: Rastaban    12/09/2011    3 recensioni
dal prologo: “Ecco dove stava la fregatura di tutto. È certo di vincere a quanto pare” sebastian aggrottò le sopracciglia. Voleva giocare Grelle? Ebbene, avrebbe avuto il suo gioco. Dopotutto la possibilità di disfarsi di quella sottospedie di stolker in tacchi alti era decisamente troppo allettante perché Sebastian la lasciasse sfumare.
Grelle propone a Sebastian una sfida, se sarà lui a vincere Sebastian sarà costretto a uscire con lui per un giorno intero; se perderà sparirà per sempre dalla vita del maggiordomo.
Sebastian accetta certo di vincere. Trenta giorni possono essere infiniti se hai attaccata una piattola come Grelle, Sebastian scoprirà quanto possono esserlo mentre lo shinigami cerca di farlo innamorare
Genere: Comico, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Grell Sutcliff, Sebastian Michaelis, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Romeo e Giulietta in trenta giorni

 

 

 

Sebastian sospirò, chiedendosi per l'ennesima volta cosa diamine avesse fatto di così tremendo per metarsi una simile punizione -e doveva essere proprio tremenda, quale che fosse, la sua azione per giustificare il tormento a cui era sottoposto-.

Poi quell'indicibile tormento deviato gli chiese, con quella sua voce così teatrale facendo sfoggio dei suoi modi esagerati -che a lui, così pacato e distante davano un vago senso di disgusto- se, per caso, stesse male, e se avesse bisogno delle sue cure. Ovviamnte non fece utilizzo di queste parole, ma Sebastian preferiva non riutilizzare tutti quei termini stucchevoli, insulsi e tutte quelle proposte sconce nascoste nella frase. Era già abbastanza schifato così com'era. Era un diavolo per la miseria! Come diamine poteva ammalarsi lui? Ma ovviamente quella primadonna non ci aveva pensato. Non che pensasse di solito, secondo il maggiordomo almeno. Perché, perché il signorino non lo chiamava per tormentallo con una delle sue pretese? Mille volte meglio pensare al marmocchio viziato e alla sua -deliziosa- anima che stare con quell'essere.

-Sebaaaas-chan!!! Allora, mi stai ascoltando?

Eccolo di nuovo con quella sua voce piagnucolosa a strapparlo dalle sue riflessioni. Possibile che non avesse niente da fare? Niente di meglio da fare che tormentarlo. Ovvio che non lo stava ascoltando. Nemmeno lo guardava. “Stupido essere con manie di protagonismo.” Pensò sconsolato il maggiordomo, “e stupidi i suoi superiori che lo lasciano girovagare così, senza controllo dopo quello che aveva combinato. Ma avevano loro la vaga idea del fastidio che era stato il doversi procurare una marsina nuova dopo appena sei mesi dall'ultimo acquisto? No, ovviamente no.

-SEBAAAAAAAAAAAAS-CHAN!!!

Sebastian sbuffo seccato. Era decisamente petulante. Troppo petulante. Il maggiordomo accarezzò l'idea che il mondo fosse effettivamente troppo piccolo per entrambi. Poi dopo 18 minuti e 45 secondi da che quel coso e le sue perverse idee gli si erano presentati di fronte si degnò di guardalo. Facendo in modo che nel suo sguardo trasparise l'immane disgusto che provava nello stargli vicino.

-Cosa diamine c'è Sutcliff? Chiese infine esasperato. Mortalmente esapserato.

-Ah, sebas-chan era ora direi! Ti dicevo ,ti va di fare un giochetto? Chiese ammiccante.

Sebastian mandò gli occhi al cielo. Decisamente. Parlare con Grelle era stata una pessima idea.

-No,Sutcliffe. E ora, sparisci, prima che attenti -di nuovo- al tuo viso.

-Ma come siamo cattivelli oggi Sebas-chan! Trillò quello dandogli le spalle e incamminandosi con l'icedere tipico delle donne verso il cancello della villa.

-E dire, che, se tu avessi vinto, ti saresti potuto liberare di me...

disse poi, guardandolo malizioso da sopra la spalla destra.

Sebastian si morse il labbro inferiore. C'era un trucco, ci doveva sicuramente essere un trucco. Grelle era -evidentemente- certo di vincere. Esitò fissando la sagoma dello shinigami che si allontanava sempre più. Se ne sarebbe pentito. Di sicuro se ne sarebbe pentito.

-E che gioco dovrei fare con te.. Grelle.

L'interpellato si voltò e lo raggiunse -praticamente a balzi- con un sorriso inquitante stampato in volto.

-Èh, no. Sebas-chan, caro troppo comodo. Devi accettare a scatola chiusa! Dichiarò Grelle gongolante per essere finalmente riuscito ad ottenere la completa attenzione del moro che gli stava di fronte.

ecco dove stava la fregatura” pensò Sebastian “sarà certamente qualcosa di disgustosissimo che mi rifiuterò di fare”

-E sentiamo Sutcliff- Grelle si imbronciò per il ritorno all'uso del congnome da parte dell'adorato Honey-cosa dovrei fare, nel caso, improbabile, che perda? Chiese ironico sebastian.

-Uscire con me il giorno di San Valentino honey tesoro! Tutto il girno, io e te. E sarai a mia completa disposizione!

Ecco dove stava la fregatura di tutto. È certo di vincere a quanto pare” sebastian aggrottò le sopracciglia. Voleva giocare Grelle? Ebbene, avrebbe avuto il suo gioco. Dopotutto la possibilità di disfarsi di quella sottospedie di stolker in tacchi alti era decisamente troppo allettante perché Sebastian la lasciasse sfumare.

-E sia Sutcliff, accetto la tua sfida. E ora dimmi in csa consiste il gioco.

Grelle si leccò le labbra, estasiato dalla piega che aveva preso la giornata, fissando Sebastain come il predatore fissa la propria preda. Il maggiordomo si ritrovò a pensare che forse accettare la sfida di quel deviato era stato un errore.

-È semplice Sebas-chan. Io avrò un mese di tempo per farti innamorare di me. Un mese in cui tu non potrai in alcun modo cacciarmi da te. Se al termine del mese ancora non mi amerai honey caro io sparirò dalla tua vita, altrimenti avrò vinto io.

L'espressione di Sebastian si era fatta più depressa parola dopo parola. Eccola, infine la fregatura. Quel depravato si era comunque assicurato un mese intero in sua compagnia. Sì decisamente accettare la sfida di Grelle era stato uno sbaglio. Un grosso, grossissimo sbaglio.

-Solo se tu non mi metterai in modo alcuno le mani addoso, Grelle. Puntualizzò il maggiordomo, cercando di salvare il salvabile.

-E va bene Sebas-chan. Ma potrò comunque toccarti! Sebasian annuì. Quello poteva concederglielo. Poi, pensò speranzoso che magari il signorino si sarebbe arrabbiato abbastanza per quello che aveva fatto da ordinargli di uccidersi. Magari se fosse stato fortunato...

-Sù honey andiamo! Dovrai dirlo al tuo mocchioso che abiterò con voi per trenta giorni no?

Trenta lunghissimi giorni pensò Sebastian depresso.

-Ah, Grelle, visto che dovrò convivere con te potresti evitare di rivolgerti a me con qel disgustoso soprannome?

-Quale? Sebas-chan?

-No, honey. Ma ora che mi ci fai pensare se tu mi chiamassi direttamente Sebastian sarebbe fantastico.

-A honey posso rinunciare, ma tu sei e rimani Sebas-chan. Un leggero sospiro lasciò le labbra del maggiordomo. In fondo era un compromesso accettabile.

-Ah, se tu potessi evitare anche di rivolgerti al mio bocchan in termini offensivi, quantomeno in sua presenza te nesarei infinitamente grato.

-Se proprio ti fa piacere Sebas...

Grelle non pareva propriamente soddisfatto della cosa, ma evidentemente il cercare di far colpo su di lui doveva essere un po' più interessante che offendere il piccolo Pantomhive.

E così, chi con tetri pensieri chi ebro di gioia, diavolo e shinigami si avviarono a braccetto verso il portone di ingresso della villa che gli avrebbe visti a stretto contatto per un mese.

Questa fanfiction è dedicata alla mia grandissima amica Fracchan, è il premio che le avevo promesso per la sua promozione di questo settembre.

  
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