Guardo fuori dalla finestra, sta diluviando... Sento il rumore della pioggia battere sulle finestre. Sono a casa il dottore aveva detto che aveva da fare oggi perciò non ci sarebbe stato per cena. Mi sentivo un po' sola, ma la solitudine di adesso non assomigliava neanche lontanamente a quella a cui ero abituata, era più calda, dolce, era diversa. Ad un tratto sentii un bussare energico alla porta ne rimasi stupita, non immaginavo che qualcuno avesse avuto il coraggio di uscire con quel tempo.

-Chi è?- -Sono Mistuhiko!!!- A quelle parole corsi alla porta e mi trovai davanti un bambino tutto zuppo che mi implorava di farlo entrare. -Avanti entra ma aspettami qui- -Si grazie della gentilezza Ai-. Salì le scale e andai nella camera degli ospiti, dove c'erano le pantofole di Conan e alcuni suoi vestiti. Presi i più grandi che trovai, visto che Mistuhiko era più alto di lui, poi li portai giù. -Tieni eccoti un paio di pantofole pulite ed un cambio almeno eviti di prenderti qualche malanno puoi andare a cambiarti in bagno- -Grazie!-. Lo vidi disorientato non era mai stato da noi. -In cima alle scale prima porta a destra- si voltò mi sorrise e poi corse su per le scale -Grazie!!!-. Mi voltai e mi diressi verso il frigorifero almeno volevo sapere cosa c'era per mangiare, notai che aveva lasciato una ciotola di donburi troppo grande solo per me e la cosa mi puzzava un pochettino, ma mi smentii pensando che forse pensava di tornare per cena. Dopo un po' sentì rumore di passi mi voltai e vidi scendere quel bambino, prima bagnato fradicio e tutto spettinato, ora asciutto e pettinato con la camicia e la giacca blu che cercava vanamente di annodare il papillon. Mi avvicinai a lui e mettendo le mani sopra le sue lo guidai. -Non porto questi cosi perciò non so come si mettono-. Lo vidi arrossire leggermente mentre si grattava la testa con una mano e abbassava lo sguardo. -Non preoccuparti-. Sorrisi quasi istintivamente, diventando paonazza. Cercai di togliermi da quella situazione andando di fretta verso il frigo e aprendo lo sportello per coprirmi. -R....Rimani per cena...?- -Non lo so...non vorrei disturbare....- -Non temere...n...non disturbi dopo tutto sta sera....sono da sola...e...e poi fuori ancora non ha smesso di piovere....- -G....già....ha...hai ragione-. Ero emozionatissima non riesco neanche a descrivere quello che ho provato in quel momento, le parole non mi uscivano, e mi sentivo estremamente fuori posto. -Beh....allora se non disturbo....-. Sentì il cuore che mi esplodeva nel petto e non riuscivo a formulare una frase di senso compiuto. -A.....al...allora.....rimani.....?- -S...sì- -...Ti piace il donburi?.....il..dottor Agasa ha lasciato solo quello.....- - Buono!! Mia mamma non lo fa mai!-. Sorrisi e misi a scaldare la cena. Mangiammo tutto e durante il pasto non ci dicemmo molto, più che di parole il nostro discorso era stato di sguardi. Aveva degli occhi bellissimi, mi ero persa più volte nel suo sguardo, quel nero così dannatamente perfetto mi lasciava senza alcuna difesa ogni sua parola mi colpiva senza che opponessi un minimo di resistenza.


spero che vi piaccia mi sono impegnata moltissimo in questa storia e mi piace come è venuta se vedo che piace a molti di voi continuerò con il prossimo capitolo