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Autore: ItsLeviosa    12/09/2011    2 recensioni
Partendo dal sesto anno dei Malandrini, ripercorriamo gli ultimi cinque anni di vita di Lily e James.
Tra amicizie, litigate, nuove infatuazioni, tradimenti e feste dove l'alcool scorre a fiumi, i nostri amici vengono catapultati, senza quasi rendersene conto, sempre di più verso la guerra imminente. E piano piano iniziano a capire il valore della vita e dell'amore.
Genere: Comico, Guerra, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, I Malandrini, Un po' tutti | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Prologo.


A Londra, il primo Settembre si era presentato come una calda giornata di sole, come se il mese a venire volesse salutare dignitosamente l'estate che piano piano se ne stava andando per lasciare posto all'autunno.

Quel giorno si preannunciava un grande giorno per molte persone.

C'era chi aspettava ansiosamente una promozione al lavoro, chi guardava orgogliosamente il figlio andare al primo giorno di scuola della sua vita, oppure chi aspettava con ansia il pranzo per vedere la persona che amava anche per pochi minuti, c'era chi festeggiava il primo anno di un intensa storia d'amore e chi finalmente iniziava il primo giorno del lavoro sempre sognato.

Robert Bishop rientrava in questa ultima categoria. Dopo anni e anni di duro lavoro nelle varie stazioni sparse per il paese finalmente ce l'aveva fatta. Era riuscito a fare domanda presso la stazione di Kings Cross.

Finalmente era il Capo della Sicurezza nella più importante stazione di Londra.

Nello spogliatoio dei dipendenti, finalmente, poteva sistemarsi fieramente la cravatta e lisciarsi la divisa blu.

Il suo turno iniziava alle dieci, e per quel giorno gli erano stati affidati i primi dieci binari dell'immensa stazione.

“Ne ho già visti alcuni” sentì un suo collega riferire ad un altro collega quello che egli aveva visto pochi minuti prima “Quei pazzi si presentano puntuali come un orologio ogni santissimo anno. Vorrei proprio sapere dove viene organizzata questa benedetta convention su strani vestiti, scope e gufi, almeno mi farei quattro risate..”

Robert fece poco caso a quelle parole e uscì eccitato dallo spogliatoio, timbrò il cartellino in velocità e infine si avviò verso i binari.

La stazione di Kings Cross, quotidianamente affollata di pendolari, studenti e viaggiatori di ogni tipo, quel giorno sembrava in qualche modo ancora più affollata.

Alle dieci e un quarto precise, arrivò un treno pieno zeppo di pendolari in giacca e cravatta che affollò, se possibile, ancora di più la stazione.

“Oh! Questi maledetti babbani, ogni anno sempre la stessa insopportabile storia, questa stazione è un inferno!”

Robert si girò curioso a quel termine mai sentito prima d'ora in tutta la sua vita.

Babbani? Cosa diamine erano i babbani?

Individuò la donna che continuava a lamentarsi a voce alquanto alta.

Era una donna sui quarantacinque anni all'incirca. Indossava un lungo mantello viola, che le svolazzava intorno ai piedi e sotto un lungo vestito nero e verde alquanto bizzarro. In testa aveva un cappello alquanto voluminoso dello stesso colore del mantello, e al collo sfoggiava un povero furetto impagliato. In una mano stringeva una grossa borsa rosso fuoco, mentre con l'altra trascinava per la manica un ragazzo all'incirca di sedici o forse diciassette anni.

“Mamma, abbassa la voce, sono babbani, ma non sono sordi!” ansimò il ragazzo, che con una sola mano, essendo l'altra arpionata dalla donna, trascinava a fatica un carrello contenente un grosso baule, una scopa ben tenuta e.. Quella dentro la gabbia era davvero un gufo?!

“Oh, ma sta zitto Frank! Guarda, quella non è Alice?”

Il così detto Frank arrossì vistosamente incrociando lo sguardo di una biondina abbastanza bassa, che poco più avanti era ferma e sventolava energeticamente una mano a mo' di saluto, anche lei munita di un carrello con all'interno un grosso baule simile a quello del ragazzo.

Robert, curioso, allungò il collo per cercare di vedere quelle strane persone che si portavano appresso un gufo in una gabbia, ma un grosso fracasso alle sue spalle lo fece girare.

Poco distante da lui una ragazza a terra cercava di rialzarsi, e di rimettere in piedi il carrello che si era appena rovesciato.

“Tutto bene?” chiede l'uomo avvicinandosi, e dando una mano alla ragazza per rimettere tutto a posto sul carrello. Ma quello non era lo stesso strano baule che avevano anche quegli altri due?!

“Si, si.. Grazie.. Tutto bene, sono inciampata e mi è scappato il carrello di mano e..”

Ma la ragazza non riuscì a finire la frase, che un'altra voce la interruppe.

“Santo cielo Jo, non riesci nemmeno più a trasportare un carrello senza combinare disastri?”

La ragazza a terra alzò lo sguardo, e appena vide il viso di colei che l'aveva appena rimproverata, le sue labbra si aprirono in un sorriso splendente e con uno slancio avvinghiò l'amica in un abbraccio che quasi le fece cadere a terra.

Scoppiarono entrambe in una risata rumorosa mentre si staccavano. La ragazza che era inciampata finì di raccogliere le sue cose e poi si incamminò con l'amica.

“Oh, Lene! Quanto tempo, come ti sono andate la vacanze?” Poi quasi ricordandosi di qualcosa si bloccò di colpo e si girò. “Grazie mille, signore. E buona giornata!” Urlò prima di sparire tra la folla.

Robert iniziò a camminare tra le piattaforme dei binari, chiedendosi se tutto quello che aveva appena visto potesse considerarsi normale. Certo, lavorando in varie stazioni di gente strana ne aveva vista eccome, ma mai così strana. E pensare che lui si aspettava un primo giorno tranquillo, dove le uniche cose gravi sarebbero state un bambino che si era allontanato un po' troppo dalla madre, nella peggiore delle ipotesi.

E invece si ritrovava persone che giravano con dei grossi rapaci in gabbia. E chissà cos'altro lo aspettava ancora.

Riprese ad osservare i lunghi binari alla ricerca di qualche infrazione o cose del genere, ma i suoi pensieri vennero di nuovo interrotti da un'altra voce abbastanza alta.

“Maledetti. Quei due, se li becco.. Hai visto dove si sono cacciati, Pet?”

Un ragazzo sui sedic'anni abbastanza sciupato e con vari graffi sul volto, stava quasi sbraitando contro un ragazzino piccolo e grassoccio che, al suo fianco, lo guardava con aria quasi spaventata.

“Non li sopporto. Non siamo nemmeno saliti sul treno, diamine! E quei due sono già chissà dove a combinare disastri. Ci metterei una mano sul fuoco che stanno tramando qualcosa.”

I due superarono Robert in velocità, trasportando i loro carrelli colmi di cose bizzarre.

“Muoviti Pet, il treno parte alle undici, e se quei due non riescono a salire sul treno sarò davvero, ma davvero felice di non avere tra i piedi quei due rompiscatole!”

Le ultime parole del ragazzo si affievolirono man mano che i due si allontanavano, quindi Robert non fu sicuro di aver capito in modo corretto l'ultima parola pronunciata dal ragazzo.

L'uomo alzò speranzoso lo sguardo al grande orologio sopra di lui. Se davvero come il ragazzo affermava, quelle strane persone se ne sarebbero andate dalla stazione alle undici in punto, così finalmente lui avrebbe potuto godersi il suo primo giorno di lavoro in maniera normale.

Sospirando fiducioso, Robert prese a camminare lungo i binari nove e dieci. Ma, sfortunatamente, per lui le sorprese non erano finite.

Poco più avanti vide una ragazza dai capelli rossi, affiancata da un'altra ragazza bionda, che parlottava con un ragazzino all'incirca sugli undic'anni. Quest'ultimo sembrava alquanto spaventato, e, essendo il suo lavoro mantenere la sicurezza all'interno della stazione, si avvicinò.

“..vedi, non è difficile, se ti spaventa tanto basta che chiudi gli occhi e fai una bella corsa, va bene?” finì la ragazza con un grande sorriso di incoraggiamento.

Robert si avvicinò, si schiarì leggermente la voce e chiese con fare abbastanza autoritario:

“Mi scusi, signorina, tutto bene?”

Ma le sue buone intenzioni, purtroppo, non andarono a buon fine. Non riuscì nemmeno a concludere la frase, che la ragazza, giratasi con un gesto fulmineo, lo fulminò con lo sguardo.

“Mi scusi” iniziò tagliente “Non vede che sto parlando con questo ragazzino? La buona educazione l'ha lasciata a casa oggi?!”

“Co-come scusi?” boccheggiò Robert, non aspettandosi minimamente una risposta del genere.

“Beh, senta, non ho tempo da perdere, di conseguenza grazie e arrivederci, e ci pensi un attimo prima di interrompere le persone senza permesso la prossima volta.” disse sbrigativa mentre si rigirava, recuperava il proprio carrello e, a passo fiero, se ne andava.

“E tu seguimi!”

Quasi sbraitò al ragazzino, che impaurito le corse dietro, urtando con il proprio carrello almeno una decina di persone.

Intanto la ragazza bionda, che era rimasta immobile, lanciò un'occhiata di scusa all'uomo e poi seguì la rossa.

“Lily, che ne dici di raffreddare i bollenti spiriti? Non vorrei iniziare a recuperare membra umane dato che ogni persone che ti parla rischia di prendere fuoco con le occhiate che mandi..” la rimproverò mentre scivolavano tra la folla.

“Sta zitta Emm.”

Robert sospirò affranto appena vide la chioma rossa sparire dalla sua vista. Quella ragazza era spaventosa. Speranzoso lanciò un'ennesima occhiata all'orologio sopra di lui e sollevato, vedendo che mancavano nemmeno dieci minuti alle undici, riprese a camminare per i binari.

In quel momento la maggior parte di quelle strane persone stavano per salire sul treno e di conseguenza non le avrebbe mai più viste, o almeno era quello che sperava.

L'uomo lanciò un occhiata attraverso la stazione per controllare che non ci fossero altre persone bizzarre nei dintorni. Poi, con le mani dietro la schiena ricominciò il suo lavoro.

Con passo svelto controllo tutti i primi dieci binari, e mentre tornava sui propri passi sentì provenire dal bagno un gorgoglio alquanto bizzarro.

Si avvicinò cauto, per poi spingere in avanti la porta dei bagni maschili.

Per poco non venne investito da due ragazzi scalmanati che, trascinando i loro carrelli, correvano all'impazzata ridendo sguaiatamente.

“Muoviti Pad, o altrimenti perdiamo il treno..” urlò quello occhialuto, mentre l'altro rideva ancora a voce alta.

Il dipendente, ancora all'entrata del bagno, si accinse a seguirli, ma un gorgoglio molto più intenso del primo lo vece voltare verso le cabine dei water disposte in fila. Con un grande tonfo, la porta dell'ultima cabina si aprì, sbattendo violentemente contro il muro e una poltiglia arancione iniziò a riempire completamente il bagno, poi un esplosione, che partiva molto probabilmente dal water, macchiò completamente il soffitto del bagno e Robert da capo a piedi.

Completamente sporco di quella sostanza simile alla gelatina, l'uomo a passo di marcia e cercando di contenere la rabbia si avvicinò allo sportello, dove un suo collega, vedendolo, rimase ammutolito.

“Ferma tutti i treni in partenza alle undici. Immediatamente!” sibilò minaccioso, mentre si girava per scrutare la folla all'interno della stazione.

Oh, se li avrebbe trovati quei due mocciosi. Eccome se li avrebbe trovati. E avrebbero dovuto ripulire il bagno loro stessi, con uno spazzolino! E gli avrebbero anche dovuto ricomprare la sua divisa. La sua divisa nuova!

“Ehm..” indugiò un attimo il collega dietro lo sportello “Robert, non ci sono treni che partono alle undici. Non oggi almeno.”

Robert si rigirò con sguardo stupito. Non poteva essere. Li aveva sentiti. Quel ragazzo aveva detto che il treno partiva alle undici. E poi l'occhialuto aveva intimato all'amico di muovesi altrimenti avrebbero perso il treno.

Doveva esserci uno sbaglio. Un enorme, gigantesco sbaglio.

L'uomo sospirò, passandosi una mano sulla fronte sporca di gelatina arancione.

Quello, in assoluto, era il primo giorno di lavoro più strano di tutta la sua carriera.

Note dell'Autrice:
Bene l'ho pubblicata. L'ho pubblicata veramente?! D:
Eeehm.. Saalve (: E dopo anni e anni che non pubblicavo niente su EFP, ecco qua che ci riporvo. :S Speriamo bene..
Vabbè, in questo prologo, ho inserito bene o male tutti i personaggi principali di questa FF, tranne Robert Bishop, ovviamente ;) L'idea non so nemmeno come mi è venuta, fatto sta che mi sembrava carino cominciare con  un normale babbano che vede tutta sta gente strana che riempie la stazione il primo di settembre ;)
Come dicevo i personaggi principali sono quasi tutti nominati qua, poi più in là, se va tutto come penso, dovrebbero esserci forse delle new entry. Gli approfondimenti dei personaggi sono man mano che i capitoli vanno avanti.  
Ultima cosa, il titolo me l'ha ispirato la canzone "5 years time" dei Noah and the Wale, gruppo che adoro. Casualmente gli anni dal sesto anno alla morte di James e Lily sono proprio cinque  (si, credo siano proprio cinque.. a meno che io non mi sia proprio rincretinaita tutto d'un colpo.. D:) Ad ogni modo, la canzone è questa : http://www.youtube.com/watch?v=T8YCSJpF4g4
Eeeh, non so più cosa scrivere, quindi spero che almeno il prologo vi piaccia..
Un bacio,
ItsLeviosa

  
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