Era un bel momento.
La terra era tiepida e la luna nuova illuminava con la sua luce fioca l’acqua del lago che ospitava sulla sua superficie le creature della notte.
Due figure si erano incontrate là quella notte, e gli alberi avevano visto tutto.
Avevano scorto dei movimenti furtivi in uno, aggraziati nell’altro.
Due uomini si erano amati nel punto in cui l’erba si faceva meno fitta e l’acqua cominciava a bagnare il terreno.
Uno dei due era fatto di colori contrastanti, si scorgeva la pelle chiara, i capelli scuri che accarezzavano con morbide curve il collo, aveva delle belle mani. Gli occhi non si videro, l’uomo li tenne sempre chiusi.
L’altro, era febbrile. Si muoveva contro l’altro come se ne andasse della sua stessa vita.
Aveva della labbra sottili, che tremavano e sussultavano ogni volta che il ragazzo candido pronunciava il suo nome.
Stettero lì molto, delle ore forse.             
Tirarono dei sassi lisci nell’acqua finché non finirono per ridere ed accasciarsi l’uno sull’altro,
e si amarono ancora e ancora finché all’alba si alzarono e presero la via da dove erano arrivati.
Gli alberi dicono che fecero qualcosa di fanciullesco prima di incamminarsi: nella terra erano disegnate due lettere, una J e una R a quanto pare.
Ma si sa, gli alberi possono sbagliare.
  
 
Questa l’ho scritta in dieci minuti, in attesa che mi venga in mente il finale per l’altra che sto scrivendo.
Ma, ahimè, l’ispirazione gioca a nascondino e mio padre (Che scrive anche lui, molto ma molto meglio di me) mi prende in giro dicendomi: ‘Non trovi l’ispirazione? Cercala dentro il comodino in camera mia’
Umpf.
Se vi piace recensite vi prego T.T fatemi sentire meno sola!
^^