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Autore: ChopSuey    13/09/2011    2 recensioni
[Transformers]
Ho imparato il concetto di “dogma” molto prima di conoscere la parola usata per descriverlo: “Sides ci sarà sempre” è stata la mia personalissima verità assoluta da che mi è dato ricordare.
All’epoca, però, non avevo ancora il minimo sospetto che questo sarebbe equivalso ad una vita infernale.

Fanfic in tre parti sui LamboTwins: AU, humanformers e disastri!
Genere: Comico, Commedia, Fluff | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Generation I
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Dogma:
sm
verità rivelata da Dio e proposta dalla Chiesa ai fedeli, con l'obbligo di credervi
sm
[in senso figurato] principio assoluto affermato come verità indubitabile e indiscutibile

 
 
 
Ho imparato il concetto di “dogma” molto prima di conoscere la parola usata per descriverlo: “Sides ci sarà sempre” è stata la mia personalissima verità assoluta da che mi è dato ricordare.
 
All’epoca, però, non avevo ancora il minimo sospetto che questo sarebbe equivalso ad una vita infernale.
 
Chiariamoci subito, io a Sides gli voglio bene. E’ che a volte mi chiedo cosa abbia fatto di male per non essere nato figlio unico.
Il problema è che mio fratello ha una strana, non necessaria e completamente inspiegabile sindrome da crocerossina, quando si tratta del sottoscritto. Il semplice fatto che sia nato per secondo farebbe di lui il “fratello maggiore che deve prendersi cura del più piccolo”, e neppure i mille testi scientifici e legali che l’ho obbligato a leggere per fargli capire che siamo gemelli e quindi tale distinzione è puramente convenzionale sono serviti a qualcosa.
 
“Non preoccuparti Sunny! Ci sono qua io adesso!” è la frase che più mi terrorizza al mondo, quando è mio fratello a pronunciarla.
 
Io lo so che non lo fa apposta a essere così stupido e fastidioso borderline suicida, ma questo non mi aiuta nel buon proposito di non commettere fratricidio. Almeno finchè non abbia trovato un buon alibi, intendo.
 
La prima volta che ho avuto uno scorcio della mente disturbata di Sides avrò avuto si e no quattro anni, e vi giuro che non mi sono immaginato quello che sto per riportare fedelmente.
Eravamo seduti per terra, intenti a costruire una torre di cubi di legno (Sideswipe) e  disegnare (il sottoscritto. Giusto per la cronaca, il soggetto era probabilmente una Lamborghini dorata, dato che dopo averla vista in tv me ne ero letteralmente innamorato – o così sostiene papà – tanto che tutti i miei disegni dell’epoca sono contraddistinti dalla predominanza di macchie gialle e dalla forma vagamente ellissoidale).
 
Ad ogni modo, avevo finito il colore fondamentale, e stavo disperatamente cercando di attirare l’attenzione di mia madre perché mi riempisse di nuovo la ciotola.
I vasetti per il finger-paint, di cui la mia augusta genitrice era perdutamente innamorata, anche se ad essere sincero a me faceva un po’ schifo metterci la mano dentro, erano troppo grandi e, soprattutto, pieni di colore potenzialmente letale se lasciato nelle mani di due mocciosi iperattivi (uno dei quali pure stupido, e sto ovviamente parlando di mio fratello); la soluzione era quindi lasciarli fuori dalla nostra portata, solitamente sul tavolo in salotto, e distribuirne il contenuto in porzioni più piccole e meno devastanti in caso di incidenti.
 
Non so perché, ma quel giorno mia madre era troppo impegnata per ascoltarmi, probabilmente concentrata su qualche eruditissima discussione medica con le colleghe via conferenza, e stavo quindi per ricorrere alla mia personalissima arma di distruzione di massa: il pianto disperato. Lo so, non è onorevole e tutt’oggi me ne vergogno, e ogni volta che Sides prova anche solo ad accennare a questo mio umiliante passato di fronte a testimoni si becca un pugno poco amorevole e fraterno dal sottoscritto, ma tutto sommato una sana frignata mi permetteva di ottenere quasi sempre ciò che volevo o, quantomeno, l’attenzione indiscussa dei presenti (e pure di qualche vicino di casa).
Stavo quindi cominciando a raccogliere riserve d’aria  per scatenare un inferno sonoro il più potente e dannoso possibile, quando accadde qualcosa che mi fece correre un brivido sulla schiena: mio fratello mi abbracciò alle spalle e mi dette un bacio sulla guancia.
 
Ora, io odio, disprezzo e aborro il fatto che gli adulti abbiano sempre insistito che io e mio fratello, in quanto gemelli, ci coccolassimo a vicenda: “Dai un bacino a Sunny!”, “Fai vedere a Sides quanto gli vuoi bene!”, “Dagli la manina” e tutte quelle cazzate.
No, mamma, io non voglio prendere la mano di mio fratello, chissà dove l’ha messa ed è sempre appiccicoso, e non voglio che mi dia un bacino, perché finisce con lo sbavarmi, e non voglio coccolarlo, voglio solo tentare di soffocarlo perché, ancora una volta, mi ha svegliato tirandomi un calcio!
 
Purtroppo la pratica del “infastidisci il tuo gemello con atti d’affetto random” sembrava aver attecchito nell’open space che è il cervello di mio fratello, quindi Sides non esitava e buttarmi le braccia al collo, baciarmi le guance e in generale tentare di soffocarmi, mentre io rispondevo tirandogli i capelli e spingendolo via (e comunque secondo me faceva apposta, sapendo quanto mi desse fastidio. Mio fratello è uno stronzetto con la faccia da angelo, lo sappiamo tutti in famiglia).
 
Tra l’altro temo che questo shock infantile sia ciò che sta alla base della mia avversione per le dimostrazioni fisiche di affetto: ciò che ti traumatizza da piccolo, te lo porti sulle spalle per sempre.
 
Comunque non è questa la cosa importante.
Già, la “cosa importante”, altrimenti nota come “l’origine di tutti i mali”, è che Sides mi stava abbracciando, biascicando un: “Tranquillo Sunny!”, altra frase che ho cominciato a temere fin dalla più tenera età.
 
Non ricordo esattamente perché non l’ho fermato, quando mi ha preso per mano e ha cominciato a trascinarmi verso il tavolo. Incolpo tutt’oggi il terrore cieco che mi ha colto all’improvviso.
 
Non so nemmeno perché Sides non scelga mai la soluzione più semplice, cioè, in questo caso, cercare di attirare l’attenzione di nostra madre. No, il mio fratello amante dell’indipendenza e stupido (so che mi ripeto, ma mi sembra importante sottolineare questo punto) ha sempre voluto fare tutto da solo, nonostante sia privo di quella finesse strategica che avrebbe davvero potuto aiutarlo nello scopo.
 
Il piano più immediato contemplava ovviamente l’uso di una sedia per arrivare al tavolo, escamotage a cui avevamo fatto ricorso più di una volta nella nostra ostinazione di toccare anche quello che i nostri genitori cercavano di tenere lontano dalla nostra portata.
Purtroppo, allora come oggi, le sedie di casa nostra avevano un secondo uso, forse meno nobile e ormai quasi primario rispetto al normale “sedersi”: fanno da mensole insomma. Tutto quello che non riusciamo ad appoggiare sul tavolo, la scrivania, il divano o altre superfici piane, finisce lì. Quel giorno non era un’eccezione, e Sides sapeva benissimo le conseguenze legate ad una caduta da una sedia troppo piena di schifo per essere veramente stabile. Tutto sommato, mio fratello è stupido, non masochista.
 
Con uno sguardo di amara desolazione subito sostituita da ardore fraterno, l’inferiore coprotagonista della mia attesa venuta al mondo aveva quindi deciso di passare al piano B, dove B sta per “balengo”, come la conclusione avrebbe dimostrato di lì a pochi attimi.
 
La geniale pensata del mio fratellino prevedeva infatti di aggrapparsi alla tovaglia plastificata che sporgeva da un angolo del tavolo e usarla per arrampicarsi (io incolpo ancora la visione ripetuta di “Aladdin” per quella fissa di scavalcare e scalare gli articoli d’arredamento di casa nostra) e raggiungere così gli ambiti colori.
 
Mentre il sottoscritto, che scemo non era, incominciava a ri-accumulare aria per lanciare un urlo possibilmente demoniaco e riscuotere mamma dall’ipnosi che sembrava averla colta, cosicché venisse a fermare quel deficiente con cui condividevo il DNA, il prevedibile accadde: a causa del peso di Sideswipe la tovaglia scivolò inesorabilmente verso il suolo, mio fratello sbatté la testa senza gravi conseguenze (d’altronde, è sempre stata bacata anche in precedenza) e otto vasetti mi si riversarono addosso, aprendosi al contatto con la mia – all’epoca terrorizzata – persona e ricoprendomi di colore denso, freddo e, fortunatamente, lavabile.
 
Ovviamente il conseguente pianto disperato, subito trasformatosi nel tentativo di strozzare il mio ridente fratello, viene ancora ricordato nel vicinato. Il vecchietto svitato del piano di sopra ci chiama ancora adesso “la progenie di Unicron”, qualunque cosa voglia dire.
 
Non è quindi giustificato il senso di malessere (che spesso si evolve in un mal di testa coi contro cazzi) che mi coglie ogni volta che Sides ha quella sacra luce negli occhi da buon Samaritano che ha come scopo nella vita quello di aiutare il suo sfortunato fratello?
 
No, non dite niente. E’ una domanda retorica.
 
 
 
 
 
L'angolo dell'autrice ♥
Bhe, non posso farci niente, adoro Sunstreaker e Sideswipe e, nonostante ritenga siano tra i personaggi più complessi della serie, ogni tanto mi piace immaginarli così, leggeri, divertiti e (spero) divertenti.
 
Versione umana perchè, come già detto, ne sono diventata addicted! C;
 
Un grazie mille se leggerete, e ancora più se vorrete lasciarmi un commentino, chè il feedback mi aiuta a capire cosa sbaglio quando scrivo! C;
 
Oh, e prima che me ne dimentichi! I TFs non sono miei, e purtroppo non ho Sunny e Sides come vicini di casa, e non posseggo nemmeno una, due o più Lamborghini (lo so, è una triste realtà): tutto appartiene a Hasbro/Takara e altre persone che non conosco, ma invidio fortemente... 
  
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