3 anni..
sono passati 3 lunghi anni dall'ultima volta che l'ho visto, dall'ultima
volta che il suo sguardo ha incrociato il mio. Forse molti possono
pensare ad un dolce addio, con tanto di teneri baci e sguardi supplichevoli,
che sembrano dire "ti prego, non lasciarmi", ma non fu per niente
così..
Ancora una
volta mi ritrovo appoggiata a questo muro che dà sul mare, su una lunghissima
spiaggia di sabbia fine e delicata, e da qui posso vedere la luna in tutto il
suo splendore che mi dice "non piangere".. Ma non posso non piangere:
il suo comportamento, le sue parole mi hanno ferito nel più profondo della mia
anima, mi hanno fatto sentire una bambola usata per un qualcosa di sbagliato..
Sembravo essere tutto per lui, e invece mi sono ritrovata ad un livello
bassissimo: per lui sono stata solo un errore, un errore della sua mente
malata.. L'ho accontentato in quel suo desiderio, quando sapevo anche io che
era tutto sbagliato.
Ma vale la
pena piangere per lui?? Vale davvero la pena gettare le mie lacrime su questo
muretto, dove lui un giorno mi fece quella stupida domanda?? No, lui non si
merita niente di tutto ciò: non si merita le mie lacrime, non si merita niente
da me! O forse sono io che non merito niente per non aver capito in tempo e non
aver riflettuto su quella sciocca sua decisione? Non lo so e non voglio
saperlo! Tutto quello che ora posso fare è dimenticarlo, e nient'altro!
Sono qui,
con una sua foto in mano: ricordo quando gliela feci.. lui era seduto su quel
letto ormai intriso di peccato e spudoratezza, ormai stremato, mentre io
fingevo di mettermi a posto i capelli in bagno, e invece, di nascosto, aprii la
porta e gli scattai questa foto.. Che viso da bambino! Un viso ormai sporco,un
qualcosa che non può più essere recuperato: la verginità.. Già, la verginità,
una cosa importantissima.. questo l'ho sempre saputo, ma quella sera mi lasciai
trasportare dalla sua decisione di abbandonarla per sempre, una stupida
decisione, al quale era arrivato solo per vendetta.. Di cosa poi, non riuscii
nemmeno io a capirlo! Io, una sua amica.. o meglio, un'amica forse un po'
particolare, per la quale lui provava un certo senso di attrazione fisica.. Si
gli piacevo, ne ero sicura, tutti i suoi amici me lo dicevano sempre, anche se
a me non l'aveva mai confessato prima di quella stupida notte... Avrei voluto
fermarlo, dirgli che non sarebbe stato giusto, perchè lui non mi amava
veramente! E invece niente.. quel suo dolce viso misto a vendetta mi fissava
quasi impassibile, sembrava sicuro di sè stesso, di quello che mi aveva chiesto
anche con poca educazione ma tanta spudoratezza.. Non mi aveva mai parlato
così! Non era lui, ne ero sicura, e ne sono sicura anche adesso.
E' stata
solo colpa mia, mi sono lasciata andare ad emozioni non contraccambiate, a
piaceri che, ero sicura, solo lui avrebbe potuto darmi, sebbene con l'emozione
della prima volta: mi piaceva.. era un ragazzo normalissimo, magari non uno dei
più belli.. ma mi piaceva! Quei suoi capelli morbidi mi avevano da sempre fatto
impazzire, e quei suoi occhi tanto dolci quanto aggressivi mi ispiravano un
qualcosa di indefinito.. Quante volte avrei voluto dirglielo, ma mi resi sempre
conto che avrei solamente rovinato tutto quello che c'era tra noi,
quell'amicizia fatti di sguardi maliziosi, che a me piacevano da morire.. Non
glielo dissi mai perchè sapevo che dopodichè tutto sarebbe cambiato, sebbene
fossi sicura che anche lui, in fondo in fondo, pensava le stesse cose su di
me..
Ma la vera
ragione per cui me ne stetti sempre zitta era che.. non l'amavo.. per me era un
semplice amico, al quale volere bene e sul quale fantasticare ogni giorno
sempre di più, di nascosto, nei miei pensieri notturni.. ma non l'amavo, e
nemmeno quella notte riuscimmo ad amarci.. riuscimmo solamente a fare sesso..
Il mio
sguardo ricade su una casetta, la casetta della sciocca follia.. Si, fu proprio
là che io gli feci perdere una delle cose che bisognerebbe tenersi sempre il
più stretto possibile, fu là che lo macchiai di un peccato privo di ogni
sentimento ma inzuppato di maledetta attrazione fisica e vendetta.. fu proprio
là che iniziò poi, dopo quel turbine di piacere, ad odiarmi per quello che
avevo fatto..
Non
dimenticherò mai il suo sguardo gelido, mai visto nei suoi dolci e maliziosi occhi..
non dimenticherò mai le sue parole, fredde e pungenti come spilli giganti.. e
soprattutto, non dimenticherò mai il nostro rapporto prima di quello spiacevole
fatto..
Piango
ancora di più, è inutile, non riesco a fermare le mie lacrime.. ormai non comando
più le mie emozioni.. E' incredibile come mi salti un terribile dolore al petto
ogni volta che ci penso, che penso al modo in cui mi ha trattata.. non l'ho mai
visto comportarsi in quel modo nei miei confronti! E la cosa più orrenda è che
la colpa è solo mia, SOLO MIA!! Perchè non mi sono fermata?? Perchè non gli ho
detto niente?? perchè ho buttato via la nostra amicizia così particolare??
Sapevo che sarebbe finita così, lo sapevo più di ogni altra cosa, ma non feci
niente per evitarlo.. Perchè sei così dannatamente speciale ai miei occhi??
Perchè??
La foto
sembra attirare ancora di più la mia attenzione.. e va bene, maledetta foto,
ricorderò ancora una volta quella notte orrenda e poi ti farò in mille pezzi,
ti frantumerò proprio come è stato fatto con la nostra amicizia, stanne certa!
Devo solo trovare il coraggio.. il coraggio di ricordarmi tutto, sin
dall'inizio di quel fatale errore, creato dalla sua incoscienza e voglia di una
stupida e impulsiva vendetta e dalle mie troppo forti e sbagliate emozioni..
Devo
sforzarmi, e per la prima volta, poi, dopo 3 lunghi anni di pena, finalmente
riuscirò a stracciare questa foto e dimenticare tutto, si spera.. In tre
lunghissimi anni non ho risolto niente, non sono riuscita nemmeno a recuperare
un contatto con lui, niente di niente.. ed è ora che la finisca con queste
stupide illusioni, illusioni che mi portano a credere che forse un giorno
riuscirò ancora a riconquistare la sua fiducia! Quello che ho combinato è stato
troppo grave..
Mi sembra
ancora di vederlo qua, a fianco a me, appoggiato a questo muretto, con il suo
solito sguardo deciso ma dolce, ma che quella sera aveva anche un alone di
rabbia. Ricordo ogni minima sua parola, come potrei mai dimenticare? Gli chiesi
il come mai di questo suo nervoso improvviso, e lui mi rispose fermamente con
delle parole che mai mi sarei aspettata di sentire..tutto cominciò con una
stupidissima discussione, che era nata con i suoi amici.. Loro
stavano parlando di sesso, mi raccontò, ormai tutti i suoi compagni avevano avuto
la loro esperienza, e lui si sentiva tagliato fuori da questo discorso.. Cercò
di "intromettersi" , dicendo che lo trovava stupido sprecare il
proprio tempo in certe cose, e chiedendo come potessero trovare in certe cose
"disgustose" del divertimento.. I suoi compagni lo presero in giro,
forse troppo irritati da quella sua affermazione: non me lo sarei mai aspettata
da loro, proprio loro.. ma ogni tanto, anche il mare più calmo va in tempesta,
e fu quello che successe quella sera.. Io non ero con loro, ero uscita a farmi
una passeggiata, ancora fantasticando su lui, l'unico che
sapeva accendermi un qualcosa di particolare, e non fui presente durante
la loro discussione..
A dire il
vero, la trovai esagerata come reazione: era nervoso, e voleva vendetta.. ma
come?? e poi perchè? Era stata solo una stupida discussione, a quanto
avevo capito, che bisogno c'era di irritarsi a quel punto? Si sentiva in tutti
i sensi tagliato fuori, mi disse, era l'unico senza un minimo di
esperienza, senza niente.. Che cose stupide e senza senso.. Non ragionava, ecco
qual era la verità! Non sopportava di essere lasciato fuori anche da una
sola discussione tra i suoi compagni: lui, sempre abituato a stare al centro
dell'attenzione, come poteva permetterlo? Come poteva sopportarlo??
Risi sotto
i baffi: che ragazzo stupido che era, prendersela per così poco, al punto da
voler vendetta.. Non ne capivo il senso, non riuscivo.. Avrei voluto dirgli di
stare calmo, di fregarsene: un giorno, anche lui avrebbe provato per la prima
volta, e finalmente anche lui avrebbe saputo cosa volesse dire.. ma non feci in
tempo a dire niente.. o forse non volli.. non lo so, davvero! Me ne stetti
zitta, mentre lui si girò verso di me con sguardo serio e penetrante,
ripetendomi ancora, per l'ennesima volta, quelle stupide parole: "Voglio
vendetta".. Ancora una volta risi, non capivo che bisogno ci fosse di
scaldarsi così tanto per delle sciocchezze..
Gli misi
una mano sulla spalla, e svelto lui me l'afferrò, fissandomi ancora più
intensamente e avvicinandosi a me ancora con quei suoi occhi maliziosi: a quel
punto sentì un caldo irrefrenabile.. nel mio orecchio risuonavano le sue
parole, spudorate e sicure.. "Vuoi venire a letto con me?"..
Sobbalzai.. la sicurezza con cui disse quella frase mi spaventò a morte: era
come se sapesse che io avrei accettato! Anzi, ne era sicuro.. Rimasi zitta:
sapevo di essere solo l'oggetto che lui avrebbe usato per la sua vendetta,
sapevo che non mi amava, sapevo che stava sbagliando tutto.. ma non dissi
niente.. Mi piaceva, mi piaceva da morire, forse, finalmente le mie
fantasticherie e i miei più intimi desideri si sarebbero potuti avverare..
Perchè lasciarsi scappare un'occasione del genere?? Il mio cuore diceva di
dirgli tutto, di dirgli che avrei solo sbagliato come anche lui
stava per fare, di dirgli che la prima volta conta veramente, di dirgli di
farlo, almeno la prima volta, con amore...Mi suggeriva di stare ferma e
calma, di rifiutare, perchè lui un giorno si sarebbe accorto di questo grosso
sbaglio.. Ma io non lo ascoltai: la voce del mio corpo, del mio lato esteriore
e dei miei desideri era troppo forte..
Non capivo
come avesse avuto il coraggio di dirmi quella frase, quella sporca frase..
possibile fosse stato così irritato per quella sciocchezza?? Possibile?? Ancora
una volta, quella stupida voce, quella degli inferi, mi chiamò per nome,
dicendomi di fregarmene.. quelli erano affari suoi: quello che importava, in
quel momento, era quella frase, che forse non avrebbe mai più pronunciato..Non
era lui, non era il ragazzo che conoscevo.. Lui non avrebbe mai detto una cosa
del genere.. Ma poco importò ai miei sogni: appunto perchè quella occasione non
si sarebbe mai ripetuta, l'avrei dovuta prendere al volo..
Quella
stupida vocina del mio cuore gridava come una disperata, sembrava non lasciarmi
in pace, ma io ormai ero sorda.. E questo fu il mio più grande sbaglio..
Gli presi
il volto tra le mani e lo baciai, con forza, dando sfogo a tutti i miei più
intimi desideri, senza pensare a nient'altro veramente..
E
finalmente mi portò in quella casetta, in quella dannata casetta che ancora si
erge davanti ai miei occhi.. Era, ed è tutt'ora, una delle tante piccole
casette di turisti, proprio quasi in riva al mare, che suo nonno aveva
comperato per le vacanze estive, abitando lui proprio nella zona centrale della
grande Tokyo.. Il fatto che lui ne avesse le chiavi, mi fece pensare ancora con
più decisione che era sicuro di quello che aveva fatto, che era sicuro di un
mio "si" a quella sua domanda.. certo, quegli sguardi maliziosi allora
li aveva intesi bene..
Mi sentivo
in imbarazzo, sebbene per me non sarebbe stata la mia prima volta.. Il fatto di
dover fare una cosa del genere con lui mi metteva in qualche senso a disagio..
proprio lui... però era anche quello che volevo, e in quel momento aproffittai
della mia voce interiore ormai muta per ritrovare sicurezza nelle mie
fantasticherie che si stavano trasformando in realtà.. Eppure, non smettevo mai
di pensare a lui, alla sua stupidità, alla sua voglia di vendetta stranissima..
Non feci
nemmeno in tempo a terminare di pensare, che mi ritrovai sul letto, accarezzata
dalla sue mani inesperte ma che sembravano, nonostante tutto, piene di
sicurezza.. Avrei voluto chiederglielo, avrei voluto chiedergli se ne era
veramente sicuro, ma ancora quella dannata voce degli inferi mi suggerì di
stare zitta, o avrei probabilmente rovinato tutto perdendo l'occasione della
mia vita, l'occasione di farlo mio dopo tanti sogni.. Di una cosa ero veramente
sicura: ero sicura di piacergli, e forse anche un po' per quello scelse me,
oltre naturalmente al fatto della sua convinzione nella mia disponibilità..
Mi sentivo
una perfetta troia, mi stava trattando proprio come si trattano le prostitute,
mancava solamente l'accordo per il denaro, e poi c'eravamo.. ma poco
m'importava anche di quello!
Non sapevo
cosa stesse succedendo dentro di noi esattamente, mentre le sue mani passarono
a togliermi la maglietta e il reggiseno.. Non capivo il suo comportamento,
pensavo non si sarebbe cmq mai permesso di fare una cosa del genere a me,
sebbene mi avesse sempre guardato in quel modo ambiguo.. non sapevo quale
essere maligno ora regnava dentro di lui, a tal punto da fargli perdere la
ragione..! Non era il ragazzo che conoscevo, era un'altra persona, posseduta da
uno spirito di una vendetta inconcepibile.. ed io ero ciò che gli avrebbe
permesso di portare a termine tutto ciò! Già me lo immaginavo, mentre ora la
sua lingua cominciava ad insinuarsi prima sul mio collo per poi passare al
petto.. mi immaginavo lui, l'indomani, tornare trionfante dai suoi compagni,
dicendo che ora anche lui aveva la stessa loro esperienza, e finalmente non
sarebbe più stato tagliato fuori dai loro particolari discorsi.. M'immaginavo
il disprezzo con cui loro mi avrebbero guardato, compreso lui.. Quanto meno
loro avevano FATTO L'AMORE.. noi no..
Mi trovai
ben presto a perdere la ragione: gli tolsi la maglietta, accarezzandogli il
petto, fissandolo in volto e vedendo il lui uno sguardo compiaciuto.. quanto mi
piaceva quello sguardo.. ormai non m'importava più di niente: un senso di
eccitazione irrefrenabile mi stava prendendo, mentre lui iniziava ad alzarmi la
gonna infilandomi le mani nelle parti più basse.. niente mi avrebbe più fermato
ormai, nemmeno l'apparizione di un angelo sceso dal cielo avrebbe potuto farmi
cambiare idea.. non sapevo esattamente cosa stesse succedendo, tutto quello che
riuscivo ancora a pensare erano i miei desideri più nascosti, e al piacere che
il ragazzo da me tanto ambito mi stava facendo provare.. Tutti gli altri pensieri,
pensieri sul suo comportamento mai esistito, sul disgusto dei suoi compagni e,
cosa più grave, sul grande errore irreparabile che stavamo per commettere,
sparirono, sovrastati dall'eccitazione..
Ancora
sento dei brividi quando ci penso, ma non so definire che tipi di brividi
siano, se di paura, se di tristezza, o forse ancora di eccitazione, da perfetta
egoista, della stessa eccitazione che provai quando ormai ci trovammo nudi, su
quel letto non molto largo, completamente fuori di senno... quell'eccitazione
che provai quando lui finalmente entrò in me, dicendo un triste e doloroso
addio alla sua prima volta, alla sua importantissima verginità, buttata via con
me.. che non ero niente per lui.. ero solo un'illusa, un'illusa che in quel
momento cercava in tutti i modi di convincersi che non fu un errore.. magari
lui veramente provava qualcosa.. non DOVEVA essere un errore.. ma ero solo
un'illusa, e nient'altro!
Alla fine
era soddisfatto della sua vendetta, maledettamente e orribilmente soddisfatto..
quel ghigno di compiacimento rimase dipinto sul suo volto per tutta la strada
verso casa.. nessuna parola tra noi due, solo un disgustoso "grazie"
prima di andare a dormire, ognuno nei rispettivi letti.. Grazie per aver
realizzato la mia vendetta, grazie per essere stata la mia puttanella.. Grazie
per avermi permesso di commettere l'errore più grosso della mia vita!
Una lacrima
mi scese dagli occhi, quando finalemente fui sola: solo allora mi resi conto di
quello che avevo fatto.. ma ormai era troppo tardi..! Avrei voluto fermare il
tempo, non volevo arrivare all'indomani, non volevo essere disprezzata.. perchè
lui, prima o poi l'avrebbe capito.. ma i suoi compagni lo avrebbero capito sin
dall'inizio, e sicuramente lo avrebbero aiutato a capire.. Volevo scappare via
da quella situazione, mentre le lacrime ormai rigavano il mio volto, in quel
letto che una volta era il rifugio dove potevo fantasticare di una notte del
genere, ma che mai e poi mai avrei realizzato per vendetta o per.. semplice
sesso.. Non sapevo più cosa pensare, era troppo tardi per rendersi conto di
aver sbagliato, per pentirsi della mia ragione persa..Mai me lo sarei
perdonato, e nemmeno ora riesco a perdonarmelo.. la nostra amicizia ormai è
finita al vento..
Tutto andò
secondo i miei peggiori presentimenti.. I suoi compagni gli fecero capire, lo
fecero ragionare.. Gli dissero della più stupida e insensata vendetta che mai
avesse potuto compiere.. E io finì per essere disprezzata da tutti per quello
che avevo fatto, consapevole di star commettendo un errore..
Non mi
scorderò mai quelle parole, le peggiori che sentì uscire dalle sue labbra prima
di quel fatale addio.. Mi disse che ero solo un'incosciente, molto più di lui..
Io, già con un'esperienza alle spalle, avrei dovuto fermarlo, mai avrei dovuto
soddisfare la sua voglia di vendicarsi.. E io, che al momento non pensavo
a nient'altro che al piacere, che me ne ero fregata del suo stato d'animo che
si sarebbe sentito dentro una volta accortosi dello sbaglio.. Pensavo solo a me
stessa, senza trovare il coraggio di dirgli tutto in faccia quando ne era
veramente il momento, per la sola paura di rovinarmi quella occasione, quel mio
desiderio egoista e irrefrenabile.. Le pensai dolorosamente nella mia mente, ma
raggiunsero il culmine di dolore quando le sentì uscire direttamente dalla sua
bocca, quelle fottutissime parole..! Ero solo un'egoista, ecco qual era la
verità! Mi schiaffò in faccia quello che era vero, quella che era la fottuta
verità! E io non ebbi il coraggio di replicare, perchè era tutto vero..
"Ma
d'altronde, a te che te ne importa di me? Del mio sbaglio, del quale mi pentirò
per sempre amaramente? Tu la tua prima volta l'hai fatta con amore.. tu non
avevi niente di cui pentirti, e non ne hai nemmeno adesso.." Ancora
una volta parlò, e ancora una volta mi sentì dire da lui che avrei dovuto
dirgli come stavano le cose, che la vendetta non è motivo per cui buttare al
vento la propria verginità con un'egoista come me.. l'unico motivo è l'amore,
cosa che lui non provava minimamente nei miei confronti..Me ne
ero approfittata della sua incoscienza da adolescente e della sua voglia
di vendetta senza senso.. Non ebbi nemmeno il coraggio di piangere, perchè
aveva ragione.. ogni cosa che diceva era dannatissimamente giusta, non faceva
una piega.. Avevo perso la ragione anche io, mentre avrei dovuto aiutarlo a
recuperare la sua.. Mi odiava, ecco quel era la verità! Mi disprezzava..
Mi leggeva
in viso, come se potesse leggere anche nel mio pensiero.. e più mi guardava,
più i miei pensieri disgustosi e orrendi si trasformavano in parole, nelle sue
parole.. E più vedeva la mia faccia abbattuta, più andava avanti, perchè sapeva
di avere ragione.. mentre io, nel mio profondo, avevo ancora l'immagine di quel
ragazzo sorridente e malizioso nei miei confronti.. ragazzo che non avrei mai
più visto, e tutto a causa solo mia..
L'ultima
immagine che ho ancora di lui, sono le sue spalle, voltate verso di me..
"Addio".. le sue ultime parole..
E ho un
ricordo, il ricordo di una stupenda amicizia, momenti passati a ridere, a fantasticare
e a farci battutine stupide.. Ecco, tutto QUELLO CHE MI RIMANE DI TE..
Ora, quell'unico brutto ricordo di quella notte se ne andrà , insieme a
questa orrenda foto.. Foto che ti ritrae dopo il tuo sbaglio, dopo che io ti ho
portato al peccato.. Chissà dove sarai adesso..! Chissà se penserai ancora a
me.. Chissà se ancora mi starai odiando..
Ma tra
poco, tutti i tuoi ricordi se ne andranno dalla mia mente, per non farmi stare
più male..
Domani
mattina partirò per l'America, e finalmente non rivedrò più questo muretto,
quella casetta, questo mare.. Alla tua mancanza ci sono già abituata, si può
dire, ma la lontananza mi aiuterà ancora di più a cancellare dai miei ricordi
il tuo viso sorridente, il tuo sguardo deciso che mi piaceva così tanto, che compariva
sul tuo viso mentre giocavi, il tuo fare stupido ma allegro..
Chissà se
ti rivedrò ancora.. ma forse è meglio di no.. rischierei di starci male, sotto
il tuo sguardo di disprezzo.. Non voglio più vederti, e non è giusto odiarti..
Devo solo odiare me stessa per tutto quello che è successo tra di noi..
Ma sappi
solo una cosa.. e questa volta ne sono sicura.. l'ho capita solo dopo tanto
tempo.. e ora la grido al mare di Tokyo:
-TAKAO, TI
AMO!!-....
-E scusami
piccolo.. scusami..-...
Piango,
ancora una volta, mentre straccio la tua foto, l'unico ricordo che ho ancora di
te, a parte tante riviste che ti ritraggono per le tue vittorie.. una volta,
c'ero anche io, al tuo fianco, mentre combattevi.. Mi abbracciavi e io ti
abbracciavo sorridente, ogni volta che vincevi.. Sei forte, takao! ma ora non
ci sono più accanto a te.. Non riesco più a vedere le tue lacrime di gioia..
non riesco più a vedere niente.. Lascerò qua a Tokyo anche quelle riviste..
Riuscirò a dimenticarti?
I pezzi di
foto volano via dalle mie mani, come se Madre Natura avesse fatto soffiare
giusto in tempo quel leggero venticello per aiutarmi a portarti via da me, ad
aiutarmi a dimenticarti..
Certi
sbagli li capisci solo una volta dopo che li hai commessi, ma alcuni sono
irreparabili, non come una macchina con cui fai un incidente e si aggiusta..
Alcuni ti segnano..Hai ragione ad odiarmi..
-Addio
Takao..-....
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Pochi mesi
dopo, Akiko è stata trovata morta nella sua camera, con un coltello piantato
nella pancia: SUICIDIO..
Accanto a
lei un bigliettino, che finì su tutti i giornali:
"Scusami
ancora, ma mi sono accorta di quanto tu valga per me solo ora.. Non riuscirò
mai a dimenticarti, nemmeno dopo la morte.. Spero solo che la notizia giunga
alle tue orecchie, ma non per farti sentire in colpa, l'unica colpevole qua
sono io.. ma solo per far si che tu ti ricorda di me, sia nel bene che nel
male.. ti ricorda di quella ragazza che ti ha fatto perdere l'innocenza.. Ti amo,
Takao.. Addio, questa volta sono io a dirtelo"
Nonostante
tutto, Takao non si è fatto più vivo, non si sa se ancora per odio o per il
troppo dolore..