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Autore: starlight91    13/09/2011    0 recensioni
La vita riserva molte sorprese per ciascun essere umano. Anche per Robert Langdon, nonostante sia un uomo libero e, nella quotidianità, spensierato, è in arrivo qualcosa in grado di cambiare la sua vita... c'è solo da vedere se in meglio o in peggio.
"Un'altra occhiata a quel bastoncino di plastica che aveva in mano. Cinquantaquattro giorni prima, dalla morte era germogliata la vita.
Stava per avere un figlio."
Genere: Generale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Robert Langdon, Sorpresa, Vittoria Vetra
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Prologo




Cinquantaquattro giorni esatti. Cinquantaquattro giorni in cui si era sentita progressivamente invecchiare, decadere, morire.

Non pensava sarebbe stato tutto così difficile. Così cupo. Così terribile. Non pensava che seppellire suo padre, barbaramente ucciso e mutilato, sarebbe stato come tornare in quell'orfanotrofio. Bambina abbandonata, dimenticata, triste e solitaria, messa all'angolo a ogni domanda, punita.
Solo quel giovane prete l'ascoltava, e aveva finito per portarla via con se, dopo nove anni di solitudine.
Finalmente non si chiamava più solo Vittoria, poteva avere anche un cognome. Vetra, come padre Leonardo. Suo padre. L'uomo che aveva vissuto per tre cose soltanto: Dio, lei e la scienza. Ma ora era morto. Sepolto sotto quella terra gelida, in un anonimo cimitero di Ginevra.
Quel corpo, martoriato, su quel fax stropicciato. Quel marchio. ILLUMINATI. L'occhio gettato accanto alla porta del loro laboratorio. Il sangue.
Ebbe una fitta allo stomaco, l'ennesima in quegli ultimi giorni.
Da allora non era riuscita più a mangiare, se non qualche minuscola porzione per evitare di perdere conoscenza. Si era abbandonata a se stessa, rifiutandosi di tornare in quei laboratori e convincendosi di essere tornata alla routine, solo perché aveva continuato a lavorare con lo staff e a nascondere il dolore sotto un sorriso. Una maschera che non era la sua.
- Coraggio… tuo padre non vorrebbe vederti così.
Le aveva detto un sacerdote, dopo il funerale.
- Mio padre è morto. Non può vedermi, padre.
Gli aveva risposto, asciugandosi le lacrime davanti a quella lapide. Dieci giorni prima era morto, dieci giorni di accertamenti, l'autopsia, sentirsi dare spiegazione assurde. La verità, lei, già la sapeva, ma non poteva dirla.
"Se solo almeno tu fossi qui…"
Vittoria strinse i pugni, per evitare di piangere ancora. Era sola. Sola con il suo dolore, sola con i suoi ricordi, sola con quel fardello. Un fardello troppo pesante.
Cinquantaquattro giorni prima era a Roma. Cinquantaquattro giorni prima era rimasta per la seconda volta orfana, era stata rapita, era stata salvata, era stata la causa di quella tremenda annichilazione in cielo.
Cinquantaquattro giorni prima era sotto quell'uomo che dal primo momento le aveva trasmesso la voglia di andata avanti, di non piangere, di non soffrire. Lo stringeva, lo baciava, sperando che quel momento non finisse mai. Ma sapeva che c'era un nuovo dolore ad attenderla.
Poche ore di benessere. Poche ore in cui era riuscita ad accantonare i brutti pensieri e il dolore. Aveva fatto l'amore con lui, Robert Langdon, sperando di morire nel momento stesso in cui lui si fosse accasciato sul suo corpo. Sperando di non ricordarsi l'ennesimo addio.
Rievocò quegli attimi: le carezze, i baci, i sussurri, gli ansiti, i gemiti.
Poi di nuovo dolore, ancor più intenso. L'aeroporto affollato, lui che era ormai sparito, pronto a prendere il volo. Troppo lontano da lei.
Aveva chiuso gli occhi e fatto un respiro profondo. Era rimasta sola per la terza volta, l'avrebbe sopportato come sempre. Ma avrebbe venduto l'anima al diavolo per averlo lì quando si era trovata di fronte al cadavere di suo padre, stavolta in carne ed ossa. Quanto avrebbe pagato per avere la sua spalla, il suo calore. Quanto aveva desiderato scappare via, correre da lui.
Ma si era rialzata, di nuovo.
Ma la vita, evidentemente, aveva ancora molte sorprese per lei. Sorprese che nemmeno lontanamente si sarebbe aspettata.
Non sarebbe stata più sola, anche se con enormi sacrifici.
Cinquantaquattro giorni prima, quell'uomo le aveva fatto il regalo più bello del mondo.
Un'altra occhiata a quel bastoncino di plastica che aveva in mano.
Cinquantaquattro giorni prima, dalla morte era germogliata la vita.
Stava per avere un figlio.

E per la prima volta riuscì a sorridere senza dolore.
  
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