Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Rawr97    13/09/2011    7 recensioni
Se n’ era innamorato. Non voleva crederci, non poteva crederci ma era così. Era innamorato, tanto da star male. E in ogni insulto lanciato alla ragazza, in ogni commento sprezzante, ci metteva tutto l’amore che non era in grado di accettare. Era strano, ma era così. La odiava perché si era innamorato di lei, e Draco Malfoy non poteva permettersi debolezze come l’amore, tanto meno per una come lei.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Altro contesto
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Smettila di guardarla si ripeté  Draco per l’ennesima volta.  Si sorprendeva molto spesso a osservare la piccola mezzosangue, che ormai non era più così piccola. Era cresciuta, stava diventando una donna, ma non la sua donna. Smettila Draco! Lei non è alla tua altezza. Già, era quello che gli ripetevano da quando era nato. Che quelli con il “ sangue sporco “ erano inferiori a lui. Ma era davvero così? In quel momento Draco sentiva che era lui quello che non andava bene, l’inferiore.

Avrebbe dovuto odiarla, disprezzarla, e allora perché non riusciva a toglierle gli occhi di dosso?

Quando era diventata la ragazza fantastica e bellissima che sedeva alla tavolata rosso e oro?

Ma lei era sempre stata fantastica, solo che lui non se n’era mai accorto. La prima volta che l’aveva notata, notata davvero, non per insultarla o deriderla, era stato al quarto anno. Per il ballo del ceppo tutti si erano agghindati al meglio, ma l’unica che aveva notato, era stata lei: Hermione Granger. Era accompagnata dal campione di Quidditch, Viktor Krum. A Draco non erano sfuggiti i sorrisi che si scambiavano lei e il suo accompagnatore, aveva contato tutti i balli che avevano fatto, quanto tempo fossero stati vicini. Aveva notato che non era stato l’unico ad osservarla quella sera, anche uno dei suoi migliori amici, Weasley, non le toglieva gli occhi di dosso. Da quando tutti guardano la piccola mezzosangue? Si era chiesto Draco, ma aveva subito cercato di scacciare quel pensiero. A lui non doveva importare chi la guardava e chi no, lei era una mezzosangue, un’indegna della magia. Ma quelle parole avevano perso il loro significato pian piano che Hermione cresceva, e lui metteva un po’ di ordine fra i suoi pensieri. Se n’ era innamorato. Non voleva crederci, non poteva crederci ma era così. Era innamorato, tanto da star male. E in ogni insulto lanciato alla ragazza, in ogni commento sprezzante, ci metteva tutto l’amore che non era in grado di accettare. Era strano, ma era così. La odiava perché si era innamorato di lei, e Draco Malfoy non poteva permettersi debolezze come l’amore, tanto meno per una come lei. Ma quello che Draco sapeva nel profondo, l’intuizione che non voleva si trasformasse in pensiero, era che lui non era alla sua altezza. Non era all’altezza del suo coraggio, della sua intelligenza, della sua dolcezza. Non era degno di guardare dentro quegl’occhi nocciola, e perdercisi come avrebbe voluto fare. Ma era troppo debole per ammetterlo a se stesso.  E così tra insulti e altro, erano arrivati al sesto anno.  Quella mattina Grifondoro aveva vinto la partita di Quidditch contro Serpeverde, e adesso probabilmente stavano festeggiando su alla torre. Chissà, forse quella sera,  dopo molto tempo Weasley si sarebbe accorto delle attenzioni che gli riservava la piccola mezzosangue. Che cieco che era! Non accorgersi di quale meraviglia fosse davanti a lui! Forse però,  fra festeggiamenti e risate, sarebbe scappato un bacio …

Ma Draco non poteva pensare a questa ipotesi senza sentire un formicolio allo stomaco. Che fosse gelosia? No, la gelosia non era da Draco Malfoy, eppure gli sarebbe piaciuto salire fino alla torre di Grifondoro per dare un pugno al rosso.  Doveva calmarsi, doveva scacciare quei pensieri. Ma lui voleva sapere. Cosa stava succedendo su alla torre mentre lui si perdeva in congetture mentali? Ma lo avrebbe scoperto. Poco dopo cena, avrebbe dovuto fare il suo giro di ronda insieme alla Granger, e allora si sarebbe accorto se era successo quello che temeva. Temeva? Accidenti.

Arrivò cinque minuti prima del previsto al luogo dell’appuntamento dove si vedevano i prefetti, era troppo agitato per aspettare nei sotterranei. E poi eccola arrivare, puntuale come sempre. Draco cercò di assumere un atteggiamento neutrale, nulla di quanto pensava doveva trasparire dai suoi atteggiamenti. Hermione nemmeno si fermò quando si accorse di lui, ma continuò a camminare spedita. Passandogli accanto, Draco si accorse del suo volto rigato. Aveva pianto? Chi era il cretino che l’aveva fatta piangere?

- Vai di fretta Granger? – gli chiese correndole dietro.

- Si, facciamola finita in fretta, stasera non ho tempo da perdere- ma cos’era quel tono pieno di risentimento? Cosa poteva esserle successo di tanto grave?

La domanda premeva sulle labbra di Draco, ma lui non era pronto a farla uscire. Chiederle qualcosa era come ammettere che si preoccupava per lei. Camminarono in silenzio per altri interminabili minuti. Passando davanti a una finestra illuminata dalla luna, Draco si accorse delle nuove lacrime che solcavano il viso della ragazza. Ma chi voleva prendere in giro? Era palese che si preoccupasse per lei! Che volesse sapere il motivo per cui scorrevano quelle lacrime.

- Cos’è Granger? Non hai finito di fare i compiti? E’ per questo che piangi? – Battuta del cavolo. Ma non ci riusciva. Non riusciva ad essere chiaro con lei. Dannata la sua debolezza.

- Ti importa qualcosa Malfoy? Stasera non è aria, non ho alcuna voglia di star qua a litigare con te. – La sua voce si incrinò sull’ultima parola. Ora basta.

- Chi ti dice che non mi importa? – Si era fermato e anche lei, che si trovava a pochi passi davanti a lui si bloccò e si girò verso Draco. I suoi occhi erano gonfi e arrossati per il pianto, ma era sempre bella. Sarebbe stata bella in qualunque circostanza.

- Ti importa? O vuoi solo un altro motivo per prendermi in giro? –

- Mi importa. Cioè, se … se vuoi parlare … cioè, non so ho visto che piangevi,e mi sono chiesto chi ti avesse fatto piangere mezzosangue, niente di più – non riusciva a non insultarla nonostante tutto. Era arrabbiato con lei, perché quelle stupide lacrime gli facevano male al cuore. Dannazione!

Lei non sapeva cosa dirgli. Non si fidava delle sue parole, non era abituata a un Draco nervoso che fosse preoccupato per lei, ma in un impeto di disperazione gli disse tutto. Gli disse di come si era innamorata del rosso Weasley, e qui il cuore di Draco cessò di battere per diversi attimi, gli disse che quella sera l’aveva trovato avvinghiato a Lavanda Brown, e che lei era scappata via in lacrime. Sciocco! Quale miracolo si era lasciato scappare? Se solo l’avesse avuta lui quell’opportunità …

Mentre parlava, Hermione si era avvicinata a lui e alla fine, chissà come, si erano ritrovati seduti a terra, uno accanto all’altra.

- E’ un idiota – disse Draco alla fine del racconto della ragazza.

- Ci ero arrivata molto tempo fa a questa conclusione. Non capisco -

- Cosa non capisci? Perché sia un’idiota? Credo sia qualcosa di ereditario .. -

- No, non capisco perché tu sei così .. diverso stasera. – Ecco, la domanda che più si aspettava e più temeva. E adesso? Cos’avrebbe dovuto rispondere adesso? Ma ormai era arrivato a quel punto, tanto valeva andare fino alla fine.

- Non lo so. Ti ho vista piangere, e .. sono stato curioso. L’unico che deve farti piangere sono io, quando ti prendo in giro – si lasciò sfuggire un ghigno, e anche la ragazza sorrise. Il suo cuore perse un colpo. Lei sorrideva a lui.

- Se facessi vedere questo lato di te, sarebbe tutto diverso – sapeva che quella notte era stata la disperazione a farla aprire con lui, sapeva che aveva bisogno di qualcuno con cui sfogarsi, e che lui era capitato al momento giusto. Ma non gli importava, lei era li accanto a lui, più vicina di quanto non lo fosse mai stata prima di allora.

- Cosa sarebbe diverso? – non riuscì a farsi sfuggire quella domanda. Cosa sarebbe stato diverso?

- Tutto credo, avremmo potuto essere amici. Niente guerre continue, niente insulti. Solo amici. –peccato che a lui non bastasse la sua amicizia, anche se ancora non era disposto ad ammetterlo.

- Se solo fosse così facile, ma non lo è. Cosa credi che direbbe mio padre se sapesse che sono amico del prescelto? -

- Ma io non ho parlato di Harry .. – altro battito perso.

- E allora di chi? -

- Di .. me, insomma, siamo stati così bene a parlare.. cioè, non sarebbe stato difficile essere amici se tu fossi stato sempre così – Se fosse dipeso da lui, sarebbe stato facile come respirare. Ma non dipendeva da lui, e quindi quell’amicizia era facile come respirare petrolio.

- Sarebbe stato lo stesso, se non peggio. Un Malfoy amico di una mezzosangue? Dove si è mai sentito? -

- E allora perché sei qui? – Bella domanda. Perché diavolo era li? Che domanda stupida. Perché era innamorato di lei. Basta con i giri di parole, non poteva continuare a far finta di non capire. Lui capiva quanto tenesse a lei,  lo sapeva quanto la desiderava mentre giocava con una delle sue ciocche di capelli, mentre lei lo guardava con i suoi grandi occhi nocciola, troppo immensi per lui.

- Perché forse non mi interessa se è una storia che non si è mai sentita, non stasera almeno – Si stavano guardando negli occhi adesso. Cavolo! Era meglio di come l’aveva immaginato, quegli occhi erano la cosa più bella che avesse mai visto, e perdercisi era più di quanto meritasse.

- E’ un’idiota – disse Draco con voce talmente bassa da sembrare un sospiro più che una parola, ma lei l’aveva sentito.

- Chi? – Chiese lei. Ormai erano molto vicini, e Draco continuava a giocare con i suoi capelli.

- Weasley .. Si è lasciato sfuggire una come te, per quell’oca – Non una come te, ma te avrebbe voluto dire Draco, ma si era trattenuto, stava dicendo già troppo.

- Una come me? Cosa ci sarebbe di bello in una come me? – i suoi occhi si stavano rifacendo lucidi, lei credeva davvero nelle parole che stava dicendo. Che sciocco pensiero! Come esistesse creatura in tutto l’universo che potesse eguagliarla.

- Ma scherzi? Sei bella e intelligente, la strega più brillante della tua età. Diamine, trovamene un’altra come te che sappia fronteggiarmi quando la prendo in giro. -

- Sei davvero Malfoy? – chiese quasi in un sussurro, ormai i loro volti quasi si sfioravano.

- Stasera sono solo Draco. Stasera sono tutto ciò che vuoi. – E accadde. La baciò. Il bacio più dolce che avesse mai dato. Il bacio più bello della sua vita, a cui lei rispose con trasporto. Quanto durò non lo sapeva. Non gli importava. Lei era li. Ed era sua. Che fosse stato per una notte, o una vita intera, in quel momento non gli importava. Ma poi, come se un macigno gli fosse caduto sulle spalle, tornò coi piedi per terra. Lui era Draco Malfoy e lei Hermione Granger. Purosangue e mezzosangue. Ma non era lei a essere indegna di lui. No, lei era molto più di quanto si meritasse, di quanto potesse mai desiderare e avere. Lei meritava la felicità con qualcuno che fosse stato alla sua altezza, e quel qualcuno non era lui. Lo dimostrava il marchio che portava sul braccio sinistro, che in quel momento pulsava come a ricordargli da dove provenisse e che cosa stava facendo. Si staccò da lei, sempre dolcemente. La fine di quel bacio fu la cosa più dolorosa che avesse mai fatto Draco, sapeva di addio quel bacio.

- Hermione, sei la ragazza più bella e intelligente e fantastica che abbia mai conosciuto e conoscerò mai. Chi non lo capisce è uno sciocco, e non ti merita al tuo fianco. Io l’ho capito, ma non ti merito ugualmente. Non potrò mai darti la felicità che meriti, anche se sarei pronto a darti la mia vita per vederti felice, ma so che non basterebbe. E a cosa servirebbe la vita di uno come me? Ti amo piccola mezzosangue. Non posso credere di starlo dicendo, ma è così. Vorrei che tu potessi ricordarti del Draco che sta parlando in questo momento, di quello che sono stato questa sera, ma non puoi. Credimi, è più facile così, per entrambi – Draco estrasse la bacchetta prima che Hermione potesse anche solo accorgersi di quello che stava per fare.

- Draco ma cosa ? -

- Ti amo – gli disse con gli occhi ormai lucidi. – Ma è meglio così. Oblivion – E così era tutto finito. L’attimo più felice della vita di Draco era sparito, ma non per lui. Lui l’avrebbe conservato per sempre, come il tesoro più prezioso che aveva. Con il cuore in pezzi, ritornò al dormitorio dei Serpeverde. Si la amo. Pensò.  E l’amerò fino alla fine dei miei giorni. 



Note dell'Autore.
Mi farebbero piacere delle vostre recensioni.

  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Rawr97