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Autore: Jo Shepherd    13/09/2011    3 recensioni
Una battuta di pesca si interrompe per qualcosa di assolutamente inaspettato.
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Il canto proibito

 

Il mare placido oscillava il piccolo e vecchio peschereccio fra i suoi flutti di un verde oliva, reso tale grazie ai caldi raggi del sole che, mentre planava verso l'altro emisfero, sferzava e disperdeva la sua luce aranciata fra le acque.

I due che ronfavano sul ponte del peschereccio ancora ignoravano cosa succedeva in quegli attimi sopra le loro teste.

 

Con un piccolo tonfo, l'oceano fece guizzare la spuma fresca delle onde fin sulla faccia di Cliff, che per il brusco contrasto di temperature, si destò, issando il busto così velocemente da sembrare che una molla l'avesse spinto da sotto.

Schioccò la bocca impastata, biascicando vocali a caso, e con fatica aprì una volta e per tutte le palpebre incollatesi.

Si guardò intorno stranito: Che è successo? Pensò, mentre si grattava la nuca e sbadigliava.

Un secondo e ben più poderoso tonfo, che sentì chiaramente stavolta, lo fece spaventare molto, dandogli la forza necessaria per issarsi sulle gambe. Per il dondolio e il corpo ancora mezzo assopito faticò a non inciampare fra le varie funi, reti da pesca e barili sparsi qui e là.

Ancora un altro tonfo, un altro e un altro ancora.

Le acque che li circondavano s'aizzavano con alte e furiose colonne bianche, che grazie al vento spruzzavano gocce salate ovunque, accentuando la presenza della salsedine.

Cliff s'agitò, non capendo il perché di tutto quel movimento; repentino andò a svegliare l'amico Stin che ancora ronfava sereno. I tonfi si ripetevano con più costanza, e sempre più acqua si dimenava e issava al cielo, in colonne bianche, larghe e svettanti che brillavano attraversate dai raggi del sole.

 

Stin finalmente si destò, menando qualche imprecazione su Cliff.

- Stin, guarda che sta succedendo! -

Stin fissò gli occhi dell'amico sgranati; raramente li aveva visti così smarriti e ansiosi. Iniziò ad agitarsi anche lui e, finalmente, gli schizzi e i rumori degli ormai assordanti tonfi giunsero alla sua attenzione. Si issò con velocità e si guardò attorno incredulo. Perché l'oceano si comportava in quello strano e spaventoso modo?

Infine, prestando più attenzione, videro ciò che generava quei getti d'acqua: assi di legno fumanti e bruciacchiate, oggetti di vario genere e materiale e, persino, quelli che parevano essere dei bambolotti senza vita.

Alzarono lo sguardo: tutto precipitava dalla calotta nuvolosa, bucherellandola.

Uno di quei bambolotti cadde a pochi centimetri dal fianco del peschereccio: Stin si sporse subito, con apprensione, per verificare esattamente cosa fosse.

Pochi secondi dopo, il verde dell'oceano si tramutò in un rosso inquietante che s'espandeva fra le onde senza indugi. Un corpo salì a galla, di schiena.

Stin, disgustato, si gettò indietro ricadendo fragorosamente di sedere sulle assi della piccola e umile imbarcazione.

Erano ciò che pensava.

- C-ci... s-son-no... dei corpi... corpi d-di... uUuu-om-min-ni! -

- COSA? -

 

Un tonfo diverso dagli altri, più sordo, catturò la loro attenzione distraendoli dai cadaveri: parve provenire da dietro la cabina di pilotaggio. I due, inizialmente titubanti e zuppi di fifa, si spronarono ad andare a controllare. Trovarono un'asse di legno consunta e abbrustolita ai lati; Stin non perse tempo e l'afferrò, la girò e vide su di esso un marchio inciso.

- Che cos'è? - Chiese atono Cliff.

S'aggrottarono per la forte ignoranza nei riguardi di quelle strambe linee: non era minimamente familiare quel disegno...

Sobbalzarono quando un altro forte tonfo fece tremare tutto il peschereccio; stavolta proveniva dalla prua. Guardarono timorosi attraverso i vetri della cabina: un altro corpo, schiantatosi fra le assi e spezzandole per il violento impatto.

- MERDA! Cliff metti in modo. Dobbiamo andarcene... SUBITO! -

Stin andò ad issare l'ancora mentre Cliff si impegnava frettoloso ad avviare il motore che pareva non volerne sapere di partire.

Dopo mille imprecazioni, preghiere e rabbiosi colpi dati con pugni e calci, il motore sussultò e si accese roboante e scoppiettante.

 

Cliff fece subito un'inversione, non voleva tardare oltre per fuggire da tutto quell'orrore. Il tetto della cabina fu colpito da altri tonfi; l'intera imbarcazione raccolse molto ciarpame in caduta dal cielo,che fece molti danni.

Poi... un suono! Un suono simile al verso di una balena, ma mille volte più potente, sinistro e raccapricciante. Seguirono fortissimi cigolii, crepitii, esplosioni e scricchiolii... Tutto echeggiò nell'etere.

I due si guardarono attoniti e decisamente impauriti.

- Stin me la sto facendo nelle mutande. - Piagnucolò con gli occhi gonfi di lacrime, il naso che perdeva muco e il corpo che non smetteva di tremare.

 

Stin non rispose, ma lanciò un'occhiata indietro. Vide qualcosa smuovere le grige e scure nubi del cielo; verso l'orizzonte.

Si avvicinò rapito alla poppa, l'incredulità era tanta da fargli penzolare la mascella e far uscire gli occhi dalle orbite.

- DOVE STAI ANDANDO! - Proruppe disperato Cliff non vedendolo più con la coda dell'occhio al suo fianco.

Non lo ascoltò, era troppo impegnato ad osservare le nubi aprirsi e scivolare via.

Dissipatesi e scacciate lontane, liberarono la strada a un'immensa prua che sbucò da sopra di esse. Velocemente, un grosso vascello scuro e titanico, spezzato in due, prese forma; lasciandosi una scia di fiamme e fumo nero alle spalle. Era così mastodontico nelle proporzioni da sembrare di poterlo toccare, e invece precipitava appena sui confini delle acque.

Durante la caduta molte esplosioni deformavano il suo decadente ma ancora fiero aspetto.

 

Nel momento esatto in cui nascose il tramonto, gettando una gigantesca ombra sui due, un roboante impatto produsse una energica onda d'urto e sollevo un muro d'acqua che nascose i tre quarti della silhouette del vascello.

Cliff non vide la scena, ma urlò con quanto fiato aveva in corpo spingendo il motore al suo limite, anche se inutilmente essendo che la potenza era già al massimo.

 

Il muro d'aria viaggio in tutte le direzioni increspando la superficie dell'oceano. Sbatté immediatamente contro il peschereccio issandogli bruscamente la poppa a mezz'aria: Stin ruzzolò all'interno della cabina di pilotaggio, dove urtò violentemente la testa e perse conoscenza.

 

 

 

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NOTA

 

Questa piccola One-shot, non dovrebbe essere... una one-shot; ma l'inizio di un primo capitolo che cominciai a scrivere più di quattro anni fa (se non 5) di una storia che mi passava per le cervella...
Ahimè, non ricordo più la trama che avevo in mente (tanto meno il perché di quel titolo)... ma quando l'altro giorno ho riscoperto queste parole (riscritte e riadattate) m'è venuta voglia di cercare di ricostruirne la trama originaria partendo proprio da qui.

Quando ci riuscirò, questa one-shot ne diverrà il prologo.

Per il momento... ho voluto condividere con voi questo brevissimo accenno di storia.

Grazie per averla letta.

Jò 8D



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