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Autore: Invader_from_Hell    05/03/2004    5 recensioni
Beh, è difficile riassumere questo lavoro. Dedicato alla lontananza, una sorta di previsione di quello che il protagonista potrà provare nei confronti della persona amata (?) quando essa sarà lontana. Una sottile analisi, un pensiero che esala l'ultimo respiro nostalgico, lungo quanto l'eternità. Uno dei miei lavori più intimi, anche quetso facente parte dei miei lavori finali di questa prima fase.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Per quando sarai lontano

Per quando sarai lontano

 

Quando sarai lontano, ti vedrò finalmente compiuto in tutto il tuo esistere, dopo un’attesa infinita e colorata di tramonti intravedrò oltre la collina un volto sostituirsi al sole.

Misurerò ogni mia mossa con precisione e facendo attenzione a non invadere la tua immagine lontana con la mia languida laguna, la stessa laguna nella quale hai condotto la tua barca. Ti sei fermato in mezzo allo specchio d’acqua. Al tuo cenno tutti i fenicotteri sonovolati via, mostrandoti finalmente il fuoco che arde sotto le loro ali. Ti sei sorpreso, non ti ricordavi di essere stato in un luogo del genere prima. L’acqua salmastra ti sembrava troppo pesante, quasi impossibile da smuovere con i remi. Eppure quei fenitcotteri la percorrevano, la sollevavano, la stuzzicavano, sembravano levigarla e farle il solletico quando dopo breve volo tornavano su di essa.

Improvvisamente ti rendevi conto di aver perso ogni mappa nautica, ma non sembravi preoccupato, chiunque avrebbe capito che tu conoscevi e riuscivi a dominare quell’immensità salmastra e rigogliosa. Hai smesso molto presto – con mio disappunto, lo ammetto- di disegnare sul tuo volto quell’espressione di perdizione estatica.

Quando sarai lontano, non sarai mai salpato dal porticciolo della mia laguna. Il paesaggio sarà mutato, ma l’àncora sarà sempre incagliata in un macigno. Scenderai nelle profondità marine per rimediare all’incidente, ma osserverai come la corda, un po’ logora e sporca, non sembri aver fine. Resterai fermo, sospeso tra il mare ed il pontile della mia laguna.Vedrai solo azzurro davanti a te… Spero che non sentirai il desiderio di salpare verso l’infinità del mare aperto.

 

Quando sarai lontano, potrò attribuirti la luce che più mi aggrada. Che sia quella più splendente, quella più somigliante alla matrice di ogni luce – il sole- , quella che di notte si tinge di azzurro e di verde. Quella memore di una qualche origine divina, la sola ed unica luce che si fonde con le mie pupille, senza danneggiarle e senza mai stancarle, senza arrecare bruciore ai miei occhi che osano su di te e sul cielo. Se hai capito, si tratta di quella luce che solo l’azzurro più puro emana e che filtrata dall’intercalare festoso del cielo induce ai fiumi della nostalgia una piena che vorresti non finisse mai. Che vorresti ti praticasse ogni giorno un nuovo taglio, per ricordarti che la perfezione si gode solo accostata al suo contrario.

Ti dipingerò con tutti i colori che troverò a disposizione. Ma non li userò puri, non mi accontenterò delle sfumature create dalla natura a mio uso immediato. Li mescolerò, li triturerò, donerò loro la tua forma, i tuoi capelli e la tua voce. Salirò quanto più in alto mi sarà possibile, portando la tela sottobraccio e in una mano i pennelli. Correrò addotto dalla bellezza, tua, del cielo, mia. Ritrarrò un momento dedicato soltanto a te.

Getterò nello stesso istante tutti i colori sulla tela. La tua immagine si formerà all’istante, ogni sfumatura conoscerà a memoria la strada, saprà trovare il proprio posto, poiché io stesso gliel’avrò insegnato.

Ti vedrò mentre emani l’immagine che più si adatta alla mia, ti potrò toccare sul mio corpo, interrogare nei miei occhi, potrò esplorarti nelle mie perversioni più assurde. Saranno anche le tue? Potrò correggerti come faccio con i miei scritti, e poi ti godrò per la durata della tua assenza.

 

Quando sarai lontano, ricordati della tua posizione di vantaggio. Non visto e indifferente potrai ferirmi senza sporcarti né di sangue né di dolore, avrai tutti i mezzi per eludere il mio sguardo interrogativo che tanto temi. Probabilmente non ti accorgerai dei movimenti del sole e del suo continuo fuggire dalla tua vista, amo impiegare il mio tempo pensando a cosa potresti invece ravvisare nella distanza. Avulso dal contesto, sei come una proposizione subordinata, sei incompleto e manchi della tua principale, e la cerchi nelle figure che di tanto in tanto compaiono all’orizzonte. Durante il tuo periodo di distanza, l’orizzonte sarà atrocemente netto, e non sarai capace di guardarlo. Immagino che ti abbraccerai le ginocchia e nasconderai il volto tra le mani.

L’orizzonte urlerà di dolore, non ama essere ignorato. Se dovessi vederlo, avrai utilizzato la distanza nella sua forma più nobile: quella che rende ogni contorno netto e che dopo aver dilaniato anche il più robusto dei cuori, lo ricostruisce pezzo per pezzo, più forte di prima.

 

Per quando sarai lontano, io posso fare poco. Ma ti garantisco che la mia laguna è protetta da ogni vento, vi soffia soltanto quella meravigliosa brezza serale che diffonde il profumo dei tuoi capelli e lo fa arrivare fin sopra le montagne. E non  fa mai freddo. Nudo, ti sentirai come avvolto dalle lenzuola. Tornando, se soffierà il vento, sistemandoti i capelli ti accorgerai che infondo non te ne sei mai andato.

 

  
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